Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo pagina 180

Testo di pubblico dominio

vittima. Afferrai adunque il braccio del prete e lo trascinai fuori dell'osteria avvertendolo con ciò che se avesse voluto corbellarmi non era io l'uomo disposto a sopportarlo. Quando fummo nel buio d'una contrada solitaria: — Signor capitano — mi bisbigliò sommessamente nell'orecchio il prete. — È suo padre... Non lo lasciai proseguire. — Mio padre! — sclamai. — Cosa dice ella di mio padre?... — L'ho salvato oggi di mezzo a quei furibondi che ci hanno assaltato oggi — soggiunse il prete. — È un vecchio piccolo e sparuto che udendo proclamare il nome del signor capitano ha cominciato a dibattersi sul letto ov'io l'aveva fatto adagiare, e mi ha chiesto conto di lei, e dice e sacramenta ch'egli è suo padre, e che non morrà contento se non giunge prima a vederlo. — Mio padre! — seguitava io a balbettare quasi fuori di me; correndo più che non potessero tenermi dietro le gambe del vecchio abate. Potete immaginarvi se in quel momento poteva metter ordine ai pensieri che mi stravolgevano la mente! Dopo alcuni minuti di quella corsa precipitosa giunsimo ad una porta fra due colonne che pareva d'un monastero; e il vecchio prete apertala e impugnato un lampioncino che ardeva nel vestibolo, mi guidò fino ad una stanza donde usciva un lamento come di moribondo. Io entrai convulso dalla meraviglia e dal dolore e caddi con uno strido sul letto dove mio padre mortalmente ferito alla gola combatteva ostinatamente colla morte. — Padre mio! padre mio — io mormorava. Non aveva né fiato né mente a pronunciare altra parola. Quel colpo era così imprevisto, così terribile che mi toglieva affatto quell'ultimo fiato di coraggio rimastomi. Egli tentò allora sollevarsi sul gomito e vi riuscì infatti per cercarsi colla mano non so che cosa intorno alla cintura. Coll'aiuto del prete si cavò di sotto alle larghe brache albanesi una lunga borsa di pelle, dicendomi con molta fatica che quello era quanto poteva darmi d'ogni sua sostanza e che del resto chiedessi ragione al Gran Visir... Era per soggiungere un nome quando gli uscì dalla gola un largo fiotto di sangue e ricadde sui guanciali respirando affannosamente. — Oh per pietà, padre mio! — gli veniva dicendo. — Pensate a vivere! non vogliate morire!... Abbandonarmi ora che tutti mi hanno abbandonato!... — Carlo — soggiunse mio padre, e questa volta con voce fioca ma chiara perché quell'ultimo sbocco di sangue pareva lo avesse sollevato di molto — Carlo, nessuno è abbandonato quaggiù finché vivono persone che non si devono abbandonare. Tu perdi tuo padre, ma hai una sorella, ignota finora a te... — Oh no, padre! io la conosco, io la amo da un pezzo. È l'Aglaura!... — Ah la conosci e la ami? Meglio così! Muoio più contento di quello che avrei creduto... Senti, figlio mio, un ultimo ricordo voglio lasciarti come preziosa eredità... Mai, mai, mai, per cambiar d'uomini o di tempi non appoggiare la speranza d'una causa nobile generosa imperitura, all'interesse all'avarizia altrui. Io, vedi, in questa idea falsa inetta triviale consumai le mie ricchezze l'ingegno la vita e ne ebbi... ne ebbi la certezza di aver fallato e di non poter rimediare... Oh, i Turchi, i Turchi!... Ma non biasimarmi, figliuol mio, perché io avessi riposto le mie speranze nei Turchi. Per noi son tutti gli stessi... Credilo!... Io aveva creduto di adoperar i Turchi a cacciare i Francesi, e così dopo saremmo rimasti noi... Sciocco che era!... Sciocco!... Oggi, oggi vidi cosa cercavano i Turchi!... Ciò dicendo egli pareva in preda d'un violento delirio; invano io m'ingegnava di calmarlo e di sostenerlo in tal modo che meno dolorasse della sua ferita; egli seguitava a smaniare, a gridare che tutti erano Turchi. Il prete mi avvisava che appunto nell'opporsi alle violenze che gli Ottomani commettevano appena sbarcati sui miseri abitanti, mio padre avea toccato quella tremenda ferita di scimitarra alla gola, e che rimasto sul lastrico quelli del paese lo avrebbero certamente fatto a brani se egli non lo trafugava pietosamente dopo essere stato testimonio di tutta la scena da un finestrello del campanile. Io ringraziai con uno sguardo il vecchio prete di tanta cristiana pietà, e gli dissi anche sottovoce se non ci fossero nel paese medici o chirurghi da ricorrere all'opera loro per qualche tentativo. Il moribondo si scosse a queste parole e accennò col capo di no... — No, no — soggiunse indi a poco tirando a stento un filo di voce. — Ricordati dei Turchi!... Cosa servono i medici?... Ricordati di Venezia... e se puoi rivederla grande, signora di sé e del mare... cinta da una selva di navi, e da un'aureola di gloria... Figlio mio, che il cielo ti benedica!... E spirò... — Una tal morte non era di quelle che rendono attoniti e quasi codardi nel riprender la vita: essa era un esempio un conforto un invito. Chiusi con reverenza gli occhi ancora animati di mio padre; lo spirito suo forte ed operoso lasciava quasi un'impronta di attività su quelle spoglie già morte. Lo baciai in fronte; e non so se pregassi ma le mie labbra mormorarono qualche parola che non ho poscia ripetuto mai più. Sarei restato lunga pezza in compagnia dell'estinto e dei suoi ultimi pensieri che formicolavano in me, se la sua stessa immagine non mi avesse richiamato a quei sublimi doveri dei quali egli era stato il martire ignoto, inconsapevole, errante qualche volta, fermo e incrollabile sempre. “Padre mio” pensai “tu mi saprai grado che io mi privi del mesto conforto di accompagnarti alla tua ultima dimora per attendere alla salute omai disperata della Repubblica nostra!...”. Parve perfino che sulle sue labbra arieggiasse un sorriso di assentimento. Io mi precipitai fuori della stanza col cuore che mi andava a pezzi. A fatica feci accettare alcune doble al vecchio prete pei funerali e per suffragar l'anima del defunto: indi tornai all'osteria che già il Martelli avea disposto la piccola schiera per la partenza; ed erano molto inquieti di non vedermi comparire. L'alba scherzava sul mare spargendo dalle bianche sue dita tutti i colori dell'iride; ma lo scilocco della sera prima aveva lasciato le onde piuttosto sconvolte, e all'orizzonte non si vedeva più né un albero solo di nave. La campana della chiesa chiamava i pescatori alla prima messa, le femminette cianciavano sulla porta dei sofferti spaventi: e qualche mozzo mattiniero inalberando la vela cantava il ritornello della sua barcarola. Nulla, nulla in quella terra in quel cielo in quella vita s'accordava compassionevolmente al lutto d'un figlio che avea chiuso gli occhi al cadavere di suo padre!... — Dove sei stato?... cos'hai? — mi chiese Martelli piegandosi sulla criniera del suo cavallo. Io balzai d'un salto sul mio, e cacciandogli gli sproni nel ventre rovinai fuori a galoppo senza rispondergli: per un pezzo ci seguirono gli evviva degli abitanti usciti a salutare la nostra partenza. Si galoppò a quel modo un buon paio di miglia, quando il rimbombo vicino del cannone ci fermò di botto in ascolto. Ognuno voleva dire la sua; in quel mentre uno dei nostri, che ci veniva incontro a precipizio senz'armi e senza cappello sopra un cavallo sfiancato dal gran correre, ci tolse la sospensione. Una barca parlamentare era entrata nel porto di Bisceglie. Gli abitanti vedendo che non erano Turchi, ma sibbene Russi capitanati dal cavalier Micheroux, generale di S.M. Ferdinando, che chiedevano sbarcare solamente per cacciar dal Regno i Francesi rimasti a Capua ed a Gaeta, s'erano messi a gridar evviva, e a gettar i fucili e a sventolare i fazzoletti. Millequattrocento Russi erano sbarcati e s'avviavano alla volta di Foggia per cogliervi la gente all'epoca della fiera e spaventare ad un punto solo tutta la provincia. Io e Martelli ci consultammo con uno sguardo. Prevenire i Russi a Foggia, e metter la città in istato di difesa, era il piano più ovvio. Volgemmo dunque sulla destra per Ruvo ed Andria; ma all'entrata di quest'ultimo castello fummo circondati

Tag: padre    prete    vecchio    uno    oggi    tutti    fuori    prima    volta    

Argomenti: vecchio prete,    ultimo ricordo,    largo fiotto,    causa nobile,    mesto conforto

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Novelle rusticane di Giovanni Verga
Diario del primo amore di Giacomo Leopardi
Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi
L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza
Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Offerte Capodanno Bali
Il Boa constrictor
Maldive, immersi in paradiso
I primi segnali di una gravidanza
Offerte Capodanno Marsa Alam


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36   |    37   |    38   |    39   |    40   |    41   |    42   |    43   |    44   |    45   |    46   |    47   |    48   |    49   |    50   |    51   |    52   |    53   |    54   |    55   |    56   |    57   |    58   |    59   |    60   |    61   |    62   |    63   |    64   |    65   |    66   |    67   |    68   |    69   |    70   |    71   |    72   |    73   |    74   |    75   |    76   |    77   |    78   |    79   |    80   |    81   |    82   |    83   |    84   |    85   |    86   |    87   |    88   |    89   |    90   |    91   |    92   |    93   |    94   |    95   |    96   |    97   |    98   |    99   |    100   |    101   |    102   |    103   |    104   |    105   |    106   |    107   |    108   |    109   |    110   |    111   |    112   |    113   |    114   |    115   |    116   |    117   |    118   |    119   |    120   |    121   |    122   |    123   |    124   |    125   |    126   |    127   |    128   |    129   |    130   |    131   |    132   |    133   |    134   |    135   |    136   |    137   |    138   |    139   |    140   |    141   |    142   |    143   |    144   |    145   |    146   |    147   |    148   |    149   |    150   |    151   |    152   |    153   |    154   |    155   |    156   |    157   |    158   |    159   |    160   |    161   |    162   |    163   |    164   |    165   |    166   |    167   |    168   |    169   |    170   |    171   |    172   |    173   |    174   |    175   |    176   |    177   |    178   |    179   |    180   |    181   |    182   |    183   |    184   |    185   |    186   |    187   |    188   |    189   |    190   |    191   |    192   |    193   |    194   |    195   |    196   |    197   |    198   |    199   |    200   |    201   |    202   |    203   |    204   |    205   |    206   |    207   |    208   |    209   |    210   |    211   |    212   |    213   |    214   |    215   |    216   |    217   |    218   |    219   |    220   |    221   |    222   |    223   |    224   |    225   |    226   |    227   |    228   |    229   |    230   |    231   |    232   |    233   |    234   |    235   |    236   |    237   |    238   |    239   |    240   |    241   |    242   |    243   |    244   |    245   |    246   |    247   |    248   |    249   |    250   |    251   |    252   |    253   |    254   |    255 successiva ->