Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni pagina 109

Testo di pubblico dominio

dicendo che voleva egli configgere alle imposte della porta il Vicario quando fosse stato acchiappato ed ucciso. «Ecco, ecco quello che farà la cosa spiccia; largo, largo»: era una lunga scala che altri portavano per appoggiarla al muro, e salire alle finestre, dove l'entrata sarebbe stata più facile. Per buona sorte quel mezzo che avrebbe facilitata l'impresa non era facile a porsi in opera: i portatori spinti alcuni di qua alcuni di là e divisi da una calca brulicante e irrequieta erano costretti or l'uno or l'altro di abbandonare il peso, il quale cadeva sulle spalle, sulle teste dei più vicini, che lo rispingevano, grida, percosse, urli da tutte le parti. Ma intanto la porta era quasi sconfitta dai gangheri, e i fori nel muro andavano allargandosi e sprofondendosi, già poco mancava a vedersi l'interno della casa. Fermo si trovava in mezzo alla calca, ma questa volta strascinato e assorbito dal vortice piuttosto che venuto di sua voglia; le grida che chiedevano il sangue, i volti che ne mostravano la abbominevole sete, lo avevano riempiuto di turbamento e di orrore; egli detestava in quel momento quella che gli era paruta giustizia del popolo, la trovava più atroce della fame. «Andiamo andiamo,» diceva egli ai suoi vicini; «è una vergogna! vogliamo noi fare il boja? assassinare un cristiano? Come volete che Dio ci dia il pane a buon mercato se commettiamo di queste iniquità?». «Ah! traditore della patria!» disse uno che era vicino a Fermo rivolgendosi a lui con un viso d'indemoniato: «aspetta, aspetta, tu sei un amico del Vicario, e dei tiranni...» Per buona sorte in quel momento, alcuni che portavano una scala fecero impeto tra Fermo e il suo nemico, e gli disgiunsero. Fermo approfittando di quella confusione nata nella confusione si allontanò, cercando di uscire dalla folla, e di andarsene. Quegli che gli aveva fatto quel complimento non si curò di rintracciarlo, nè lo avrebbe potuto. Ma un altro che si trovava accanto a lui, e che lo aveva seguito, gli disse all'orecchio: «buon giovane, state zitto, se non volete farvi ammazzare; ma aspettate quietamente, che forse potrete far del bene.» Fermo gli rispose affettuosamente coll'espressione del volto, e rimase in mezzo alla calca. Ma quegli stessi benevoli che erano venuti ad annunziare il pericolo, non avevano posto tempo in mezzo, ed erano tosto volati al castello per avvertire di ciò che accadeva, e domandare soccorso. Fu tosto spiccata una troppa di soldati, che accorse al luogo del tumulto. Ma giunta che fu, non seppe che farsi. Le parti estreme dell'attruppamento, alle quali sole i soldati potevano accostarsi, erano una ciurma disarmata, e oziosa, mista di uomini di donne e di fanciulli: parevano piuttosto spettatori che altro: all'ordine di dissiparsi non rispondevano che con un cupo e profondo mormorio. Far fuoco sopra quella gente, parve a quelli che comandavano il drappello, che sarebbe stata cosa crudele, e piena di pericolo assai più grave di quello che si voleva far cessare: attraversare la prima calca, e giungere in ordine, e uniti al centro del tumulto, dove la rivolta era operosa; non era cosa possibile, il solo tentare di procedere avrebbe sparpagliati i soldati tra la moltitudine, e postili così separati a discrezione di quella, irritata. I soldati stettero dunque oziosi; quelli che erano più presso gli guardavano senza timore, gli beffavano, le grida continuavano, e gli smuratori proseguivano la loro impresa romorosa, senza darsi pensiero della truppa. L'impresa sarebbe stata pur troppo condotta al termine, e già lo toccava, se dalla parte opposta non fosse giunto un più efficace soccorso. «Una carrozza! uh! uh! chi è questo tiranno che ardisce venire ad insultare la povera gente? dalli! dalli! sassate, sassate!» «Zitti! zitti! è Ferrer! non vedete la livrea? è un galantuomo! amico della povera gente: eccolo! eccolo! ecco mette la testa allo sportello! è egli. Viva Ferrer! Viva Ferrer!» La carrozza s'era fermata in capo della calca, a canto ai soldati; e nella carrozza v'era di fatti quell'Antonio Ferrer gran cancelliere, che era stato una delle principali cagioni di tutto quel guasto, ma che almeno veniva per porvi qualche rimedio e si valeva della popolarità che gli avevano acquistata i suoi spropositi per minorarne i tristi effetti. Sia benedetto Antonio Ferrer! degli spropositi molta gente ne fa, ma non sono molti coloro che adoperino il vantaggio che possono averne cavato, a fare un po' di bene o ad impedire un po' di male. Antonio Ferrer metteva fuori dello sportello una faccia tutta umile, tutta benigna, tutta amorosa, una faccia che egli aveva creduto di tenere in serbo pel momento in cui si sarebbe trovato al cospetto di Don Filippo Quarto: ma fu obbligato a spenderla in questa occasione impreveduta. Cercava egli di parlare, ma i picchj, gli scalpiti, gli urli, i viva stessi che si facevano a lui soffocavano la sua voce. Andava egli dunque ajutandosi col gesto, ora avvicinando la punta delle mani alla bocca, e tenendole poi supine, per render grazie alla benevolenza pubblica, ora rivolgendole e abbassandole lentamente per richiedere (ma con un garbo ineffabile) un po' di silenzio e di tranquillità; ora allargandole dinanzi a sè, per domandare se fosse possibile un po' di passaggio, accennando nello stesso tempo col volto ch'egli veniva per far cosa grata a quelli a cui domandava il passaggio. «Viva Ferrer! l'amico della povera gente! non abbia paura, ella è un galantuomo! Vogliamo pane!» «Sì, figliuoli, pane, pane! abbondanza!» rispondeva Ferrer, ponendo la destra sul cuore per dare la forza del giuramento alle sue parole. «Che cosa ha detto?» domandavano quelli che non erano vicini abbastanza per intendere il suono delle parole. «Ha detto pane! abbondanza!» rispondevano quelli che avevano inteso; e queste parole girarono in un momento fino all'altra estremità della calca. «Ciarle! ciarle!» gridavano alcuni. «Viva Ferrer! è un galantuomo!» gridavano altri. «Noi vogliamo Ferrer! comandi Ferrer! morte ai birboni!» «Sì figliuoli miei cari!» diceva il vecchio, alzando la voce quanto poteva: «comanderò io: si farà giustizia: il pane a buon mercato. Intanto fatemi un piacere, datemi un po' di passaggio. Vengo per mettere in prigione il vicario di provvisione.» Questa nuova parola fu pure trasmessa di bocca in bocca. «Sì sì: bravo! in prigione!» «No no! lo vogliamo morto!» «No! in prigione! giustizia! Largo! largo!» «Sono imposture! chi l'ha da giudicare? Sono tutti d'una razza!» «Via! via!» «Ferrer è un galantuomo! in prigione!» La proposta inaspettata del gran cancelliere aveva divisi in un momento i pareri e gli animi di quei comizj tempestosi, o per dir meglio aveva fatta scoppiare una divisione che già esisteva. Alcuni o per una ebbrezza di furore e di crudeltà, o per una fredda speculazione di anarchia volevano persistere nel proposto sanguinario: ma i più, placati in parte e raddolciti dal vedere che un alto magistrato veniva a riconoscere la giustizia della loro causa, e a compirla legalmente, vinti dalla affezione che sentivano in quel momento pel vecchio Ferrer, commossi da quella sua canizie e dal contegno supplice e carezzevole che tanto piace alla moltitudine in un uomo che le si è sempre mostrato in un aspetto di gravità e d'impero, innamorati anche dalla sicurezza animosa del vecchio che non aveva dubitato di affrontare una tanta burrasca, gridavano che gli si facesse luogo, e che il vicario gli fosse rilasciato. Fermo era tra questi, e gridava a testa: «prigione, giustizia!» I sentimenti, le grida, i movimenti di questa parte più placabile erano mossi e regolati, senza ch'ella se ne avvedesse, da alcuni, i quali senza aver fra di loro intelligenze precedenti, operavano pure di concerto, condotti da una intenzione comune. V'ha degli uomini onesti, ai quali nelle sommosse popolari, alle affoltate, alle vociferazioni d'una moltitudine alleggiata, sono colpiti da un orrore

Tag: momento    calca    fermo    gente    pane    giustizia    mezzo    grida    vicario    

Argomenti: troppo condotta,    alto magistrato,    contegno supplice

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Marocco di Edmondo De Amicis
Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni
Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo
Corbaccio di Giovanni Boccaccio
Decameron di Giovanni Boccaccio

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Offerte Capodanno Caracas
Oktoberfest
Passaggio Pedonale di Breslavia
Singapore: tra cultura e sapori
Glasgow, capitale della vita notturna scozzese


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36   |    37   |    38   |    39   |    40   |    41   |    42   |    43   |    44   |    45   |    46   |    47   |    48   |    49   |    50   |    51   |    52   |    53   |    54   |    55   |    56   |    57   |    58   |    59   |    60   |    61   |    62   |    63   |    64   |    65   |    66   |    67   |    68   |    69   |    70   |    71   |    72   |    73   |    74   |    75   |    76   |    77   |    78   |    79   |    80   |    81   |    82   |    83   |    84   |    85   |    86   |    87   |    88   |    89   |    90   |    91   |    92   |    93   |    94   |    95   |    96   |    97   |    98   |    99   |    100   |    101   |    102   |    103   |    104   |    105   |    106   |    107   |    108   |    109   |    110   |    111   |    112   |    113   |    114   |    115   |    116   |    117   |    118   |    119   |    120   |    121   |    122   |    123   |    124   |    125   |    126   |    127   |    128   |    129   |    130   |    131   |    132   |    133   |    134   |    135   |    136   |    137   |    138   |    139   |    140   |    141   |    142   |    143   |    144   |    145   |    146   |    147   |    148   |    149   |    150   |    151   |    152   |    153   |    154   |    155   |    156   |    157   |    158   |    159   |    160   |    161   |    162   |    163   |    164   |    165 successiva ->