Frasi Belle - Le più belle frasi dolci e romantiche online e altro
|
||||
Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni pagina 10qualche castigo.» «Lucia, vanne a pigliare le noci pei padri» disse Agnese. Lucia si alzò, e si avviò all'altra stanza, ma prima di entrarvi ristette dietro le spalle di frà Canziano che rimaneva ritto nella medesima positura, e ponendosi l'indice sulla bocca diede alla madre una occhiata che domandava il segreto con tenerezza, con supplicazione, con fierezza, e anche con una certa autorità. Partita Lucia, frà Canziano disse ad Agnese: «E questo matrimonio? si doveva pure fare oggi: ho veduto nel paese come una confusione, come qualche cosa che indichi una novità; che c'è?» «Il Signor curato è ammalato, e bisogna differire,» rispose in fretta Agnese, e per cangiare di discorso richiese come andasse la cerca. «Poco bene, buona donna, poco bene. Vedete tutto quello che ho. Son tutte qui,» e così dicendo si tolse la bisaccia dalle spalle e la fece saltare agli occhi di Agnese; «son tutte qui, e per raccogliere questo ho mendicato in dieci case.» «Mah! l'anno è scarso, fra Canziano, e i poverelli mancano di pane, quando il pane è caro tutto si misura più per sottile.» «Perchè l'anno è scarso, buona donna? pei nostri peccati; e per far tornare l'abbondanza che rimedio c'è? l'elemosina. Eh! quando io era cercatore in Romagna, la limosina delle noci era tanto abbondante, che bisognò che un benefattore ci facesse la carità d'un asino, perchè il cercatore non poteva durare. E si faceva tant'olio al convento che i poveri venivano a prendere ogni volta che ne avevano bisogno. Ma in quel paese avevano più carità perchè avevano avuta una grande scuola. Sapete di quel miracolo?» «No in verità: contate contate.» «Oh! dovete dunque sapere che molti anni prima ch'io andassi in quel convento v'era stato un padre che era un santo; il padre Agapito. Un giorno d'inverno ch'egli passava per un viottolo in un campo d'un nostro benefattore, uomo dabbene anch'egli, dunque il padre Agapito vide il benefattore vicino ad un gran noce, e quattro contadini colle scuri al piede per gettarlo a terra; e avevano già fatta una fossa intorno per iscoprire le radici. – Che fate a quella povera pianta? disse il nostro religioso. – Eh padre sono anni che non fa più frutto ed io penso di farne legna. – Non fate non fate, disse il padre; sappiate che quest'anno la porterà più noci che foglie. – Il benefattore che sapeva con chi parlava, ordinò subito ai lavoranti che gettassero di nuovo la terra sulle radici, e chiamato di nuovo il padre che continuava la sua strada, – Padre Agapito, gli disse, la metà del raccolto sarà pel convento. – Si sparse la voce della profezia, e tutti correvano a guardare il noce: infatti a primavera, fiori a furia, e poi noci noci a furia. Ma, Dio non volle che il benefattore avesse la consolazione di abbachiare quelle noci, e lo chiamò a sè prima del raccolto. La consolazione toccò al figliuolo, ma fu corta perchè era un poco di buono, come sentirete. Ora dunque, al raccolto il cercatore andò per riscuotere la metà che era dovuta al convento; e colui si fece nuovo affatto, ed ebbe la temerità di rispondere che non aveva mai inteso dire che i frati sapessero far noci. Il cercatore fece la sua denunzia al convento. Sapete ora che cosa avvenne? Un giorno dunque quello scapestrato aveva invitato alcuni suoi amici dello stesso pelo, e così gozzovigliando, egli raccontava la storia del noce, e rideva dei frati. Quei giovinastri ebbero voglia di andare a vedere quello sterminato mucchio di noci, ed egli li condusse al granajo. Ma, sentite mò ora; apre la porta, va verso il cantuccio dove era il gran mucchio, e mentre dice: – guardate –, guarda egli stesso e vede, che cosa? un bel mucchio di foglie secche di noce. Questo fu un castigo, e benchè il fatto sia di molti anni addietro, ad ogni raccolto di noci se ne parla tuttavia in quel paese.» Qui ricomparve Lucia col grembiule tanto carico di noci che lo poteva reggere a fatica, tenendo i due capi sospesi colle braccia tese e allungate. Mentre fra Canziano si tolse la bisaccia dalle spalle, la pose in terra e aprì la bocca di quella per introdurvi l'abbondante elemosina, la madre fece un volto attonito e severo a Lucia, per la sua prodigalità; ma Lucia le diede un'occhiata che voleva dire: mi giustificherò. Fra Canziano proruppe in elogj, in augurj, in promesse, in ringraziamenti; e rimessa la bisaccia si avviò; ma Lucia, fermatolo: «vorrei un servizio da voi», disse. «Vorrei che diceste al Padre Galdino che ho bisogno di parlargli di somma premura, e che mi faccia la carità di venire da noi poverette, subito subito, perchè io non posso venire alla Chiesa.» «Non volete altro? non passerà un'ora che lo dirò al Padre Galdino.» «Non mi fallate.» «State tranquilla;» e così detto partì un po' più curvo e più contento che non quando era arrivato. Il Padre Galdino era uomo di molta autorità fra i suoi, e in tutto il contorno; eppure fra Canziano non fece nessuna osservazione a questa specie di ordine che gli si mandava da una donnicciuola di venire da lei; la commissione non gli parve strana niente più che se gli si fosse commesso di avvertire il Padre Galdino che il Vicario di provvisione e i sessanta del consiglio generale della Città di Milano lo richiedevano per mandarlo ambasciatore a Don Filippo Quarto Re di Castiglia, di Leone etc. Non vi era nulla di troppo basso nè di troppo elevato per un Cappuccino: servire gl'infimi, ed esser servito dai potenti; entrare nei palazzi e nei tugurii colla stessa aria mista di umiltà, e di padronanza; essere nella stessa casa un soggetto di passatempo, e un personaggio senza il quale non si decideva nulla, cercare la limosina da per tutto, e farla a tutti quelli che la chiedevano al convento, a tutto era avvezzo un Cappuccino, faceva tutto a un dipresso colla stessa naturalezza, e non si stupiva di nulla. Uscendo dal suo convento per qualche affare, non era impossibile che prima di tornarsene si abbattesse o in un principe che gli baciasse umilmente la punta del cordone, o in una mano di ragazzacci che fingendo di essere alle mani fra di loro gli bruttassero la barba di fango. La parola frate in quei tempi era proferita colla più gran venerazione, e col più profondo disprezzo; era un elogio e un'ingiuria: i cappuccini forse più di tutti gli altri riunivano questi due estremi perchè senza ricchezze, facendo più aperta professione di umiliazioni, si esponevano più facilmente al vilipendio, e alla venerazione che possono venire da questa condotta. La considerazione poi data generalmente al loro ordine li poneva nel caso sovente di giovare e di nuocere ai privati, di essere grandi ajuti e grandi ostacoli, e quindi anche la varietà del sentimento che si aveva per essi, e delle opinioni sul conto loro. Varj pure e moltiformi erano e dovevano essere i motivi che conducevano gli uomini ad arruolarsi in un esercito così fatto. Uomini compresi della eccellenza di quello stato che allora era esaltata universalmente, altri per acquistare una considerazione alla quale non sarebbero mai giunti vivendo, come allora si diceva, nel secolo, altri per fuggire una persecuzione, per cavarsi da un impiccio, altri dopo una grande sventura, disgustati del mondo, talvolta principi o fastiditi, o atterriti del loro potere; molti perchè di quelli che entrano in una carriera per la sola ragione che la vedono aperta; molti per un sentimento vero di amor di Dio e degli uomini, per l'intenzione di essere virtuosi ed utili; e questa loro intenzione (perchè quando si è persuasi d'una verità bisogna dirla; l'adulazione ad una opinione predominante ha tutti i caratteri indegni di quella che si usa verso i potenti) questa loro intenzione non era una pia illusione, l'errore d'un buon cuore e d'una mente leggiera, come potrebbe parere, e come pare talvolta a chi non sa o non considera le circostanze e le idee di quei tempi: era una intenzione ragionata, formata da una osservazione delle cose reali; e in fatti Tag: padre convento tutto lucia benefattore essere prima altri tutti Argomenti: filippo quarto, uomo dabbene, benefattore vicino, sterminato mucchio, grembiule tanto Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce Marocco di Edmondo De Amicis Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Il Boa constrictor Rimedi naturali acne Offerte Capodanno Sharm el Sheikh Cosa bisogna sapere sul coniglio nano testa di leone Aggressività e comportamento del furetto
|
||||