Frasi Belle - Le più belle frasi dolci e romantiche online e altro
|
||||
Decameron di Giovanni Boccaccio pagina 89volte ridir la fece. Alla fine, cognoscendo Ruggieri essere innocente, condannati i prestatori che imbolata avevan l'arca in diece once, liberò Ruggieri; il che quanto a lui fosse caro, niun ne domandi, e alla sua donna fu carissimo oltre misura. La qual poi con lui insieme e con la cara fante, che dare gli aveva voluto delle coltella, più volte rise e ebbe festa, il loro amore e il loro sollazzo sempre continuando di bene in meglio: il che vorrei che così a me avvenisse ma non d'esser messo nell'arca.– Conclusione Se le prime novelle li petti delle vaghe donne avevano contristati, questa ultima di Dioneo le fece ben tanto ridere, e spezialmente quando disse lo stradicò aver l'uncino attaccato, che esse si poterono della compassione avuta dell'altre ristorare. Ma veggendo il re che il sole cominciava a farsi giallo e il termine della sua signoria era venuto, con assai piacevoli parole alle belle donne si scusò di ciò che fatto avea, cioè d'aver fatto ragionare di materia così fiera come è quella della infelicità degli amanti; e fatta la scusa, in piè si levò e della testa si tolse la laurea, e aspettando le donne a cui porre la dovesse, piacevolemente sopra il capo biondissimo della Fiammetta la pose dicendo:–Io pongo a te questa corona sì come a colei la quale meglio dell'aspra giornata d'oggi, che alcuna altra, con quella di domane queste nostre compagne racconsolar saprai.– La Fiammetta, li cui capelli eran crespi, lunghi e d'oro e sopra li candidi e dilicati omeri ricadenti e il viso ritondetto con un color vero di bianchi gigli e di vermiglie rose mescolati tutto splendido, con due occhi in testa che parean d'un falcon pellegrino e con una boccuccia piccolina li cui labbri parevan due rubinetti, sorridendo rispose:– Filostrato, e io la prendo volentieri; e acciò che meglio t'aveggi di quel che fatto hai, infino a ora voglio e comando che ciascun s'apparecchi di dover doman ragionare di ciò che a alcuno amante, dopo alcuni fieri o sventurati accidenti, felicemente avvenisse.–La qual proposizione a tutti piacque: e essa, fattosi il siniscalco venire e delle cose oportune con lui insieme avendo disposto, tutta la brigata da seder levandosi per infino all'ora della cena lietamente licenziò. Costoro adunque, parte per lo giardino, la cui bellezza non era da dover troppo tosto rincrescere, e parte verso le mulina che fuor di quel macinavano, e chi qua e chi là, a prender secondo i diversi appetiti diversi diletti si diedono infino all'ora della cena. La qual venuta, tutti raccolti, come usati erano, appresso della bella fonte con grandissimo piacere e ben serviti cenarono. E da quella levatisi, sì come usati erano, al danzare e al cantar si diedono; e menando Filomena la danza disse la reina:– Filostrato, io non intendo deviare da' miei passati; ma sì come essi hanno fatto così intendo che per lo mio comandamento si canti una canzone; e per ciò che io son certa che tali sono le tue canzoni chenti sono le tue novelle, acciò che più giorni che questo non sien turbati de' tuoi infortunii, vogliamo che una ne dichi qual più ti piace.– Filostrato rispose che volentieri; e senza indugio in cotal guisa cominciò a cantare: Lagrimando dimostro quanto si dolga con ragione il core d'esser tradito sotto fede, Amore. Amore, allora che primieramente ponesti in lui colei per cui sospiro senza sperar salute, si piena la mostrasti di virtute, che lieve reputava ogni martiro che per te nella mente, ch'è rimasa dolente, fosse venuto; ma il mio errore ora conosco, e non senza dolore. Fatto m'ha conoscente dello 'nganno vedermi abbandonato da colei in cui sola sperava; ch'allora ch'io più esser mi pensava nella sua grazia e servidore a lei, senza mirare al danno del mio futuro affanno, m'accorsi lei aver l'altrui valore dentro raccolto e me cacciato fore. Com'io conobbi me di fuor cacciato, nacque nel core un pianto doloroso che ancor vi dimora: e spesso maladico il giorno e l'ora che pria m'apparve il suo viso amoroso d'alta biltate ornato e più che mai infiammato! La fede mia, la speranza e l'ardore va bestemmiando l'anima che more. Quanto 'l mio duol senza conforto sia, signor, tu 'l puoi sentir, tanto ti chiamo con dolorosa voce: e dicoti che tanto e sì mi cuoce, che per minor martir la morte bramo. Venga dunque, e la mia vita crudele e ria termini col suo colpo, e 'l mio furore, ch'ove ch'io vada il sentirò minore. Nulla altra via, niuno altro conforto mi resta più che morte alla mia doglia. Dallami dunque omai, pon fine, Amor, con essa alli miei guai, e 'l cor di vita sì misera spoglia. Deh fallo, poi ch'a torto m'è gioia tolta e diporto. Fa costei lieta, morend'io, signore, come l'hai fatta di nuovo amadore. Ballata mia, se alcun non t'appara io non men curo, per ciò che nessuno, com'io, ti può cantare. Una fatica sola ti vo' dare: che tu ritruovi Amore, e a lui solo uno quanto mi sia discara la trista vita amara dimostri appien, pregandol che 'n migliore porto ne ponga per lo suo onore. Dimostrarono le parole di questa canzone assai chiaro qual fosse l'animo di Filostrato e la cagione: e forse più dichiarato l'avrebbe l'aspetto di tal donna nella danza era, se le tenebre della sopravenuta notte il rossore nel viso di lei venuto non avesser nascoso. Ma poi che egli ebbe a quella posta fine, molte altre cantate ne furono infino a tanto che l'ora dell'andare a dormir sopravenne: per che, comandandolo la reina, ciascuna alla sua camera si raccolse. Quinta giornata FINISCE LA QUARTA GIORNATA DEL DECAMERON: INCOMINCIA LA QUINTA, NELLA QUALE, SOTTO IL REGGIMENTO DI FIAMMETTA, SI RAGIONA DI CIÒ CHE A ALCUNO AMANTE, DOPO ALCUNI FIERI O SVENTURATI ACCIDENTI, FELICEMENTE AVVENISSE. Introduzione Era già l'oriente tutto bianco e li surgenti raggi per tutto il nostro emisperio avevan fatto chiaro, quando Fiammetta da' dolci canti degli uccelli, li quali la prima ora del giorno su per gli albuscelli tutti lieti cantavano, incitata sù si levò e tutte l'altre e i tre giovani fece chiamare; e con soave passo a' campi discesa, per l'ampia pianura su per le rugiadose erbe, infino a tanto che alquanto il sol fu alzato, con la sua compagnia, d'una cosa e d'altra con lor ragionando, diportando s'andò. Ma sentendo che già i solar raggi si riscaldavano, verso la loro stanza volse i passi: alla qual pervenuti, con ottimi vini e con confetti il leggiere affanno avuto fé ristorare, e per lo dilettevole giardino infino all'ora del mangiare si diportarono. La qual venuta, essendo ogni cosa dal discretissimo siniscalco apparecchiata, poi che alcuna stampita e una ballatetta o due furon cantate, lietamente, secondo che alla reina piacque, si misero a mangiare. E quello ordinatamente e con letizia fatto, non dimenticato il preso ordine del danzare, e con gli strumenti e con le canzoni alquante danzette fecero. Appresso alle quali infino a passata l'ora del dormire la reina licenziò ciascheduno; de' quali alcuni a dormire andarono e altri al lor sollazzo per lo bel giardino si rimasero. Ma tutti, un poco passata la nona, quivi, come alla reina piacque, vicini alla fonte secondo l'usato modo si ragunarono; e essendosi la reina a seder posta pro tribunali, verso Panfilo riguardando, sorridendo a lui impose che principio desse alle felici novelle. Il quale a ciò volentier si dispose e così disse. 1 Cimone amando divien savio e Efigenia sua donna rapisce in mare: è messo in Rodi in prigione, onde Lisimaco il trae, e da capo con lui rapisce Efigenia e Cassandrea nelle lor nozze, fuggendosi con esse in Creti; e quindi, divenute lor mogli, con esse a casa loro son richiamati. –Molte novelle, dilettose donne, a dover dar principio a così lieta giornata come questa sarà, per dovere essere da me raccontate mi si paran davanti: delle quali una più nell'animo me ne piace, per ciò che per quella potrete comprendere non solamente il felice fine per lo quale a ragionare incominciamo, ma Tag: fatto reina tanto fine donne giornata tutti amore aver Argomenti: pianto doloroso, vita crudele, dilettevole giardino, fonte secondo, felice fine Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni Libro proibito di Antonio Ghislanzoni Nel sogno di era Corbaccio di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come fare il profumo in casa Caratteristiche del catfight Come seccare i petali di rosa Quando e come innaffiare le orchidee Significato del giglio
|
||||