Decameron di Giovanni Boccaccio pagina 169

Testo di pubblico dominio

donò.” Il famigliare questa parola ricolse, e come che molte ne ricogliesse camminando tutto il dì seco, niun'altra se non in somma lode del re dirne gli udì: per che la mattina seguente, montati a cavallo e volendo cavalcare verso Toscana, il famigliare gli fece il comandamento del re, per lo quale messer Ruggieri incontanente tornò adietro. E avendo già il re saputo quello che egli della mula aveva detto, fattolsi chiamare, con lieto viso il ricevette e domandollo perché lui alla sua mula avesse assomigliato o vero la mula a lui. Messer Ruggieri con aperto viso gli disse: “Signor mio, per ciò ve la assomigliai, perché, come voi donate dove non si conviene e dove si converrebbe non date, così ella dove si conveniva non stallò e dove non si convenia sì.” Allora disse il re: “Messer Ruggieri, il non avervi donato come fatto ho a molti li quali a comparazion di voi da niente sono, non è avvenuto perché io non abbia voi valorosissimo cavalier conosciuto e degno d'ogni gran dono: ma la vostra fortuna, che lasciato non m'ha, in ciò ha peccato e non io. E che io dica vero, io il vi mosterrò manifestamente.” A cui messer Ruggieri rispose: “Signor mio, io non mi turbo di non aver dono ricevuto da voi, per ciò che io nol desiderava per esser più ricco, ma del non aver voi in alcuna cosa testimonianza renduta alla mia virtù: nondimeno io ho la vostra per buona scusa e per onesta e son presto di veder ciò che vi piacerà, quantunque io vi creda senza testimonio.” Menollo adunque il re in una sua gran sala, dove, sì come egli davanti aveva ordinato, erano due gran forzieri serrati, e in presenzia di molti gli disse: “Messer Ruggieri, nell'uno di questi forzieri è la mia corona, la verga reale e 'l pomo e molte mie belle cinture, fermagli, anella e ogn'altra cara gioia che io ho: l'altro è pieno di terra. Prendete adunque l'uno, e quello che preso avrete si sia vostro, e potrete vedere chi è stato verso il vostro valore ingrato, o io o la vostra fortuna.” Messer Ruggieri, poscia che vide così piacere al re, prese l'uno, il quale il re comandò che fosse aperto, e trovossi esser quello che era pien di terra; laonde il re ridendo disse: “Ben potete vedere, messer Ruggieri, che quello è vero che io vi dico della fortuna; ma certo il vostro valor merita che io m'opponga alle sue forze. Io so che voi non avete animo di divenire spagnuolo, e per ciò non vi voglio qua donare né castel né città, ma quel forziere che la fortuna vi tolse, quello in dispetto di lei voglio che sia vostro, acciò che nelle vostre contrade nel possiate portare e della vostra virtù con la testimonianza de' miei doni meritamente gloriar vi possiate co' vostri vicini.” Messer Ruggieri, presolo e quelle grazie rendute al re che a tanto dono si confaceano, con esso lieto se ne ritornò in Toscana.– 2 Ghino di Tacco piglia l'abate di Clignì e medicalo del male dello stomaco e poi il lascia; il quale, tornato in corte di Roma, lui rinconcilia con Bonifazio papa e fallo friere dello Spedale. Lodata era già stata la magnificenzia del re Anfonso nel fiorentin cavaliere usata, quando il re, al quale molto era piaciuta, a Elissa impose che seguitasse; la quale prestamente incominciò: –Dilicate donne, l'essere stato un re magnifico e l'avere la sua magnificenzia usata verso colui che servito l'avea non si può dire che laudevole e gran cosa non sia: ma che direm noi se si racconterà un cherico aver mirabil magnificenzia usata verso persona che, se inimicato l'avesse, non ne sarebbe stato biasimato da persona? Certo non altro se non che quella del re fosse virtù e quella del cherico miracolo, con ciò sia cosa che essi tutti avarissimi troppo più che le femine sieno, e d'ogni liberalità nimici a spada tratta: e quantunque ogn'uomo naturalmente appetisca vendetta delle ricevute offese, i cherici, come si vede, quantunque la pazienzia predichino e sommamente la rimession delle offese commendino, più focosamente che gli altri uomini a quella discorrono. La qual cosa, cioè come un cherico magnifico fosse, nella mia seguente novella potrete conoscere aperto. Ghino di Tacco, per la sua fierezza e per le sue ruberie uomo assai famoso, essendo di Siena cacciato e nimico de' conti di Santafiore, ribellò Radicofani alla Chiesa di Roma: e in quel dimorando, chiunque per le circustanti parti passava rubar faceva a' suoi masnadieri. Ora, essendo Bonifazio papa ottavo in Roma, venne a corte l'abate di Clignì, il quale si crede essere un de' più ricchi prelati del mondo; e quivi guastatoglisi lo stomaco, fu da' medici consigliato che egli andasse a' bagni di Siena e guerirebbe senza fallo; per la qual cosa, concedutogliele il Papa, senza curar della fama di Ghino, con gran pompa d'arnesi e di some e di cavalli e di famiglia entrò in camino. Ghino di Tacco, sentendo la sua venuta, tese le reti e senza perderne un sol ragazzetto l'abate con tutta la sua famiglia e le sue cose in uno stretto luogo racchiuse; e questo fatto, un de' suoi, il più saccente, bene accompagnato mandò allo abate, al quale da parte di lui assai amorevolmente gli disse che gli dovesse piacere d'andare a smontare con esso Ghino al castello. Il che l'abate udendo, tutto furioso rispose che egli non ne voleva far niente, sì come quegli che con Ghino niente aveva a fare, ma che egli andrebbe avanti e vorrebbe veder chi l'andar gli vietasse. Al quale l'ambasciadore umilmente parlando disse: “Messere, voi siete in parte venuto dove, dalla forza di Dio in fuori, di niente ci si teme per noi, e dove le scomunicazioni e gl'interdetti sono scomunicati tutti; e per ciò piacciavi per lo migliore di compiacere a Ghino di questo.” Era già, mentre queste parole erano, tutto il luogo di masnadieri circundato: per che l'abate, co' suoi preso veggendosi, disdegnoso forte con l'ambasciadore prese la via verso il castello, e tutta la sua brigata e li suoi arnesi con lui; e smontato, come Ghino volle, tutto solo fu messo in una cameretta d'un palagio assai obscura e disagiata, e ogn'altro uomo secondo la sua qualità per lo castello fu assai bene adagiato, e i cavalli e tutto l'arnese messo in salvo senza alcuna cosa toccarne. E questo fatto, se n'andò Ghino all'abate e dissegli: “Messere, Ghino, di cui voi siete oste, vi manda pregando che vi piaccia di significarli dove voi andavate e per qual cagione.” L'abate che, come savio, aveva l'altierezza giù posta gli significò dove andasse e perché. Ghino, udito questo, si partì e pensossi di volerlo guerire senza bagno: e faccendo nella cameretta sempre ardere un gran fuoco e ben guardarla, non tornò a lui infino alla seguente mattina, e allora in una tovagliuola bianchissima gli portò due fette di pane arrostito e un gran bicchiere di vernaccia da Corniglia, di quella dello abate medesimo; e sì disse all'abate: “Messer, quando Ghino era più giovane, egli studiò in medicina, e dice che apparò niuna medicina al mal, dello stomaco esser miglior che quella che egli vi farà, della quale queste cose che io vi reco sono il cominciamento; e per ciò prendetele e confortatevi.” L'abate, che maggior fame aveva che voglia di motteggiare, ancora che con isdegno il facesse, sì mangiò il pane e bevve la vernaccia e poi molte cose altiere disse e dimolte domandò e molte ne consigliò, e in ispezieltà chiese di poter veder Ghino. Ghino, udendo quelle, parte ne lasciò andar sì come vane e a alcuna assai cortesemente rispose, affermando che, come Ghino più tosto potesse, il visiterebbe; e questo detto da lui si partì, né prima vi tornò che il seguente dì, con altrettanto pane arrostito e con altrettanta vernaccia; e così il tenne più giorni, tanto che egli s'accorse l'abate aver mangiate fave secche le quali egli studiosamente e di nascoso portate v'aveva e lasciate. Per la qual cosa egli il domandò da parte di Ghino come star gli pareva dello stomaco; al quale l'abate rispose: “A me parrebbe star bene, se io fossi fuori delle

Tag: abate    gran    assai    tutto    niente    stomaco    vostra    parte    seguente    

Argomenti: tanto dono,    verga reale,    papa ottavo,    uomo secondo

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Corbaccio di Giovanni Boccaccio
Il fiore di Dante Alighieri
Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni
La favorita del Mahdi di Emilio Salgari
Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Le Bahamas meta di un sogno
Lisbona, città da vedere e da sentire
Tutti abbiamo bisogno di un ritocchino a volte
L'innesto della rosa
San Valentino 2012 a Perugia


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36   |    37   |    38   |    39   |    40   |    41   |    42   |    43   |    44   |    45   |    46   |    47   |    48   |    49   |    50   |    51   |    52   |    53   |    54   |    55   |    56   |    57   |    58   |    59   |    60   |    61   |    62   |    63   |    64   |    65   |    66   |    67   |    68   |    69   |    70   |    71   |    72   |    73   |    74   |    75   |    76   |    77   |    78   |    79   |    80   |    81   |    82   |    83   |    84   |    85   |    86   |    87   |    88   |    89   |    90   |    91   |    92   |    93   |    94   |    95   |    96   |    97   |    98   |    99   |    100   |    101   |    102   |    103   |    104   |    105   |    106   |    107   |    108   |    109   |    110   |    111   |    112   |    113   |    114   |    115   |    116   |    117   |    118   |    119   |    120   |    121   |    122   |    123   |    124   |    125   |    126   |    127   |    128   |    129   |    130   |    131   |    132   |    133   |    134   |    135   |    136   |    137   |    138   |    139   |    140   |    141   |    142   |    143   |    144   |    145   |    146   |    147   |    148   |    149   |    150   |    151   |    152   |    153   |    154   |    155   |    156   |    157   |    158   |    159   |    160   |    161   |    162   |    163   |    164   |    165   |    166   |    167   |    168   |    169   |    170   |    171   |    172   |    173   |    174   |    175   |    176   |    177   |    178   |    179   |    180   |    181   |    182   |    183   |    184   |    185   |    186   |    187   |    188   |    189   |    190   |    191   |    192 successiva ->