Decameron di Giovanni Boccaccio pagina 61

Testo di pubblico dominio

la matrimonial fede, non è molto maggiore il rubare uno uomo? non è molto maggiore l'ucciderlo o il mandarlo in essilio tapinando per lo mondo? Questo concederà ciascuno. L'usare la dimestichezza d'uno uomo una donna è peccato naturale: il rubarlo o ucciderlo o il discacciarlo da malvagità di mente procede. Che voi rubaste Tedaldo già di sopra v'ho dimostrato togliendogli voi che sua di vostra spontanea volontà eravate divenuta. Appresso dico che, in quanto in voi fu, voi l'uccideste per ciò che per voi non rimase, mostrandovi ognora più crudele, che egli non s'uccidesse con le sue mani: e la legge vuol che colui che è cagione del mal che si fa sia in quella medesima colpa che colui che 'l fa. E che voi del suo essilio e dell'essere andato tapin per lo mondo sette anni non siate cagone, questo non si può negare, sì che molto maggior peccato avete commesso in qualunque s'è l'una di queste tre cose dette che nella sua dimestichezza non commettavate. Ma veggiamo: forse che Tedaldo meritò queste cose? Certo non fece: voi medesima già confessato l'avete; senza che io so che egli più che sé v'ama. Niuna cosa fu mai tanto onorata, tanto essaltata, tanto magnificata quanto eravate voi sopra ogni altra donna, quanto eravate voi da lui se in parte si trovava dove onestamente e senza generar sospetto di voi potea favellare. Ogni suo bene, ogni suo onore, ogni sua libertà tutta nelle vostre mani era da lui rimessa. Non era egli nobile giovane? non era egli tra gli altri suoi cittadin bello? non era egli valoroso in quelle cose che a' giovani s'appartengono? non amato, non avuto caro, non volentier veduto da ogni uomo? Né di questo direte di no. Adunque, come, per detto d'un fraticello pazzo, bestiale e invidioso, poteste voi alcuno proponimento crudele pigliare contro a lui? Io non so che errore s'è quello delle donne, le quali gli uomini schifano e prezzangli poco; dove esse, pensando a quello che elle sono e quanta e qual sia la nobiltà da Dio oltre a ogni altro animale data all'uomo, si dovrebbon gloriare quando da alcuno amate sono, e colui aver sommamente caro e con ogni sollecitudine ingegnarsi di compiacergli, acciò che da amarla non si rimovesse giammai. Il che come voi faceste, mossa dalle parole d'un frate, il qual per certo doveva essere alcun brodaiuolo manicator di torte, voi il vi sapete: e forse che disiderava egli di porre sé in quel luogo onde egli s'ingegnava di cacciare altrui. Questo peccato adunque è quello che la divina giustizia, la quale con giusta bilancia tutte le sue operazion mena a effetto, non ha voluto lasciare impunito: e così come voi senza ragion v'ingegnaste di torre voi medesima a Tedaldo, così il vostro marito senza ragione per Tedaldo è stato e è ancora in pericolo e voi in tribulazione. Dalla quale se liberata esser volete, quello che a voi convien promettere e molto maggiormente fare, è questo: se mai avviene che Tedaldo del suo lungo sbandeggiamento qui torni, la vostra grazia, il vostro amore, la vostra benivolenzia e dimestichezza gli rendiate e in quello stato il ripogniate nel quale era avanti che voi scioccamente credeste al matto frate.” Aveva il pellegrino le sue parole finite, quando la donna, che attentissimamente le raccoglieva per ciò che verissime le parevan le sue ragioni e sé per certo per quel peccato, a lui udendol dire, estimava tribolata, disse: “Amico di Dio, assai conosco vere le cose le quali ragionate e in gran parte per la vostra dimostrazione conosco chi sieno i frati, infino a ora da me tutti santi tenuti. E senza dubbio conosco il mio difetto essere stato grande in ciò che contro a Tedaldo adoperai e, se per me si potesse, volentieri l'amenderei nella maniera che detta avete. Ma questo come si può fare? Tedaldo non ci potrà mai tornare: egli è morto, e per ciò quello che non si dee poter fare non so perché bisogni che io il vi prometta.” A cui il pellegrin disse: “Madonna, Tedaldo non è punto morto, per quello che Idio mi dimostri, ma è vivo e sano e in buono stato, se egli la vostra grazia avesse.” Disse allora la donna: “Guardate che voi diciate; io il vidi morto davanti alla mia porta di più punte di coltello e ebbilo in queste braccia e di molte mie lagrime gli bagnai il morto viso, le quali forse furon cagione di farne parlare quello cotanto che parlato se n'è disonestamente.” Allora disse il pellegrino: “Madonna, che che voi vi diciate, io v'acerto che Tedaldo è vivo; e dove voi quello prometter vogliate per doverlo attenere, io spero che voi il vedrete tosto.” La donna allora disse: “Questo fo io e farò volentieri; né cosa potrebbe avvenire che simile letizia mi fosse, che sarebbe il vedere il mio marito libero senza danno e Tedaldo vivo.” Parve allora a Tedaldo tempo di palesarsi e di confortar la donna con più certa speranza del suo marito, e disse: “Madonna, acciò che io vi consoli del vostro marito, un gran segreto mi vi convien di mostrare, il quale guarderete che per la vita vostra voi mai non manifestiate.” Essi erano in parte assai rimota e soli, somma confidenzia avendo la donna presa della santità che nel pellegrino le pareva che fosse; per che Tedaldo, tratto fuori uno anello guardato da lui con somma diligenza, il quale la donna gli avea donato l'ultima notte che con lei era stato, e mostrandogliele, disse: “Madonna, conoscete voi questo?” Come la donna il vide, così il riconobbe e disse: “Messer sì, io il donai già a Tedaldo.” Il pellegrino allora, levatosi in piè e prestamente la schiavina gittatasi di dosso e di capo il cappello e fiorentin parlando, disse: “E me conoscete voi?” Quando la donna il vide, conoscendo lui esser Tedaldo, tutta stordì, così di lui temendo come de' morti corpi, se poi veduti andar come vivi, si teme; e non come Tedaldo venuto di Cipri a riceverlo gli si fece incontro, ma come Tedaldo dalla sepoltura quivi tornato fuggir si volle temendo. A cui Tedaldo disse: “Madonna, non dubitate, io sono il vostro Tedaldo vivo e sano, e mai né mori' né fui morto, che che voi e i miei fratelli si credano.” La donna, rassicurata alquanto e temendo la sua boce e alquanto più riguardatolo e seco affermando che per certo egli era Tedaldo, piagnendo gli si gittò al collo e basciollo dicendo: “Tedaldo mio dolce, tu sii il ben tornato!” Tedaldo, basciata e abbracciata lei, disse: “Madonna, egli non è or tempo da fare più strette accoglienze: io voglio andare a fare che Aldobrandino vi sia sano e salvo renduto, della qual cosa spero che avanti che doman sia sera voi udirete novelle che vi piaceranno; sì veramente, se io l'ho buone, come io credo, della sua salute, io voglio stanotte poter venire da voi e contarlevi per più agio che al presente non posso.” E rimessasi la schiavina e 'l cappello, basciata un'altra volta la donna e con buona speranza riconfortatala, da lei si partì e colà se ne andò dove Aldobrandino in prigione era, più di paura della soprastante morte pensoso che di speranza di futura salute; e quasi in guisa di confortatore, col piacere de' pregionieri a lui se n'entrò e, postosi con lui a sedere, gli disse: “Aldobrandino, io sono un tuo amico a te mandato da Dio per la tua salute, al quale per la tua innocenzia è di te venuta pietà; e per ciò, se a reverenza di Lui un picciol dono che io ti domanderò conceder mi vuogli, senza alcun fallo avanti che doman sia sera, dove tu la sentenzia della morte attendi, quella della tua absoluzione udirai.” A cui Aldobrandin rispose: “Valente uomo, poi che tu della mia salute se' sollecito, come che io non ti conosca né mi ricordi di mai più averti veduto, amico dei essere come tu di'. E nel vero il peccato per lo quale uom dice che io debbo essere a morte giudicato, io nol commisi giammai; assai degli altri ho già fatti, li quali forse a questo condotto m'hanno. Ma così ti dico a reverenza di Dio: se Egli ha al presente misericordia di me, ogni gran cosa, non che una piccola, farei

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Argomenti: alcuno proponimento,    proponimento crudele,    lungo sbandeggiamento,    simile letizia,    marito libero

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