Decameron di Giovanni Boccaccio pagina 87

Testo di pubblico dominio

pose tutta la sua speranza, tutto il suo animo e tutto il ben suo. Di che il giovane accortosi, e piacendogli forte, similmente in lei tutto il suo amor rivolse. Era costui chiamato Ruggieri d'Aieroli, di nazion nobile ma di cattiva vita e di biasimevole stato, in tanto che parente né amico lasciato s'avea che ben gli volesse o che il volesse vedere; e per tutto Salerno di ladronecci e d'altre vilissime cattività era infamato, di che la donna poco curò, piacendogli esso per altro; e con una sua fante tanto ordinò, che insieme furono. E poi che alquanto diletto preso ebbero, la donna gli cominciò a biasimare la sua passata vita e a pregarlo che, per amor di lei, di quelle cose si rimanesse; e a dargli materia di farlo lo incominciò a sovenire quando d'una quantità di denari e quando d'un'altra. E in questa maniera perseverando insieme assai discretamente, avvenne che al medico fu messo tralle mani uno infermo, il quale aveva guasta l'una delle gambe: il cui difetto avendo il maestro veduto, disse a' suoi parenti che, dove uno osso fracido il quale aveva nella gamba non gli si cavasse, a costui si convenia del tutto o tagliar tutta la gamba o morire, e a trargli l'osso potrebbe guerire, ma che egli altro che per morto nol prenderebbe; a che accordatisi coloro a' quali apparteneva, per così gliele diedero. Il medico, avvisando che l'infermo senza essere adoppiato non sosterrebbe la pena né si lascerebbe medicare, dovendo attendere in sul vespro a questo servigio, fé la mattina d'una sua certa composizione stillare una acqua la quale l'avesse, bevendola, tanto a far dormire quanto esso avvisava di doverlo poter penare a curare; e quella fattasene venire a casa, nella sua camera la pose senza dire a alcuno ciò che si fosse. Venuta l'ora del vespro, dovendo il maestro andare a costui, gli venne un messo da certi suoi grandissimi amici d'Amalfi che egli non dovesse lasciar per cosa alcuna che incontanente là non andasse, per ciò che una gran zuffa stata v'era, di che molti v'erano stati fediti. Il medico, prolungata nella seguente mattina la cura della gamba, salito in su una barchetta n'andò a Amalfi; per la qual cosa la donna, sappiendo lui la notte non dovere tornare a casa, come usata era, occultamente si fece venir Ruggieri e nella sua camera il mise e dentro il vi serrò infino a tanto che certe altre persone della casa s'andassero a dormire. Standosi adunque Ruggier nella camera e aspettando la donna, avendo o per fatica il dì durata o per cibo salato che mangiato avesse o forse per usanza una grandissima sete, gli venne nella finestra veduta questa guastadetta d'acqua la quale il medico per lo 'nfermo aveva fatta, e credendola acqua da bere, a bocca postalasi, tutta la bevé: né stette guari che un gran sonno il prese, e fusi adormentato. La donna come prima poté nella camera se ne venne, e trovato Ruggier dormendo lo 'ncominciò a tentare e a dire con sommessa voce che sù si levasse; ma questo era niente, egli non rispondeva né si movea punto; per che la donna alquanto turbata con più forza il sospinse dicendo: “Leva sù, dormiglione, ché, se tu volevi dormire, tu te ne dovevi andare a casa tua e non venir qui.” Ruggieri, così sospinto, cadde a terra d'una cassa sopra la quale era, né altra vista d'alcun sentimento fece che avrebbe fatto un corpo morto; di che la donna, alquanto spaventata, il cominciò a voler rilevare e a menarlo più forte e a prenderlo per lo naso e a tirarlo per la barba, ma tutto era nulla: egli aveva a buona caviglia legato l'asino. Per che la donna cominciò a temere non fosse morto, ma pure ancora gl'incominciò a strignere agramente le carni e a cuocerlo con una candela accesa, ma niente era; per che ella, che medica non era come che medico fosse il marito, senza alcun fallo lui credette esser morto; per che, amandolo sopra ogni altra cosa come facea, se fu dolorosa non è da domandare; e non osando far romore, tacitamente sopra lui cominciò a piagnere e a dolersi di così fatta disaventura. Ma dopo alquanto, temendo la donna di non aggiugnere al suo danno vergogna, pensò che senza alcuno indugio da trovare era modo come lui morto si traesse di casa; né a ciò sappiendosi consigliare, tacitamente chiamò la sua fante e la sua disaventura mostratale le chiese consiglio. La fante, maravigliandosi forte e tirandolo ancora ella e strignendolo e senza sentimento vedendolo, quel disse che la donna dicea, cioè veramente lui esser morto, e consigliò che da metterlo fuori di casa era. A cui la donna disse: “E dove il potrem noi porre, che egli non si suspichi domattina, quando veduto sarà, che di qua entro sia stato tratto?” A cui la fante rispose: “Madonna, io vidi questa sera al tardi di rimpetto alla bottega di questo legnaiuolo nostro vicino un'arca non troppo grande, la quale, se il maestro non ha riposta in casa, verrà troppo in concio a' fatti nostri, per ciò che dentro vel potrem mettere e dargli due o tre colpi d'un coltello e lasciarlo stare. Chi in quella il troverà, non so perché più di qua entro che d'altronde vi sel creda messo; anzi si crederà, per ciò che malvagio giovane è stato, che, andando a fare alcun male, da alcun suo nemico sia stato ucciso e poi messo nell'arca.” Piacque alla donna il consiglio della fante, fuor che di dargli alcuna fedita, dicendo che non le potrebbe per cosa del mondo sofferir l'animo di ciò fare: e mandolla a vedere se quivi fosse l'arca dove veduta l'avea; la qual tornò e disse di sì. La fante adunque, che giovane e gagliarda era, dalla donna aiutata sopra le spalle si pose Ruggieri, e andando la donna innanzi a guardar se persona venisse, venute all'arca dentro vel misero e richiusala il lasciarono stare. Erano di quei dì alquanto più oltre tornati in una casa due giovani li quali prestavano a usura: e volonterosi di guadagnare assai e di spender poco, avendo bisogno di masserizie, il dì davanti avean quella arca veduta e insieme posto che, se la notte vi rimanesse, di portarnela in casa loro. E venuta la mezzanotte, di casa usciti, trovandola, senza entrare in altro raguardamento prestamente, ancora che lor gravetta paresse, ne la portarono in casa loro e allogaronla allato a una camera dove lor femine dormivano, senza curarsi d'acconciarla troppo appunto allora; e lasciatala stare se n'andarono a dormire. Ruggieri, il quale grandissima pezza dormito avea e già aveva digesto il beveraggio e la vertù di quel consumata, essendo vicino a matutin si destò: e come che rotto fosse il sonno e' sensi avessero la loro vertù recuperata, pur gli rimase nel cerebro una stupefazione la quale non solamente quella notte ma poi parecchie dì il tenne stordito; e aperti gli occhi e non veggendo alcuna cosa e sparte le mani in qua e in là, in questa arca trovandosi cominciò a smemorare e a dir seco: “Che è questo? dove sono io? dormo io? o son desto? Io pur mi ricordo che questa sera io venni nella camera della mia donna, e ora mi pare essere in una arca. Questo che vuol dire? Sarebbe il medico tornato o altro accidente sopravenuto, per lo quale la donna, dormendo io, qui m'avesse nascoso? Io il credo, e fermamente così serà.” E per questo cominciò a star cheto e a ascoltare se alcuna cosa sentisse; e così gran pezza dimorato, stando anzi a disagio che no nell'arca che era piccola e dogliendogli il lato in su il quale era, in su l'altro volger vogliendosi sì destramente il fece, che, dato delle reni nell'un de' lati dell'arca, la quale non era stata posta sopra luogo iguali, la fé piegare e appresso cadere; e cadendo fece un gran romore, per lo quale le femine che ivi allato dormivano si destarono e ebber paura e per paura tacettono. Ruggieri per lo cader dell'arca dubitò forte, ma sentendola per lo cadere aperta volle avanti, se altro avvenisse, esserne fuori che starvi dentro. E tra che egli non sapeva dove si fosse e una cosa e un'altra, cominciò a andar brancolando per la casa per sapere se scala o porta trovasse donde

Tag: donna    casa    medico    camera    fante    morto    tutto    arca    alquanto    

Argomenti: alcuno indugio,    casa due,    fante tanto,    donna alquanto,    star cheto

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi
La via del rifugio di Guido Gozzano
Le smanie per la villeggiatura di Carlo Goldoni
Corbaccio di Giovanni Boccaccio
I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Aggressività e comportamento del furetto
Come essere un bravo casalingo
Storia dell'olio essenziale fino al presente
Vacanze a Cipro: l'incontro con la mitologia
Capo Verde, un'oasi di mare a due ore di aereo da casa


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36   |    37   |    38   |    39   |    40   |    41   |    42   |    43   |    44   |    45   |    46   |    47   |    48   |    49   |    50   |    51   |    52   |    53   |    54   |    55   |    56   |    57   |    58   |    59   |    60   |    61   |    62   |    63   |    64   |    65   |    66   |    67   |    68   |    69   |    70   |    71   |    72   |    73   |    74   |    75   |    76   |    77   |    78   |    79   |    80   |    81   |    82   |    83   |    84   |    85   |    86   |    87   |    88   |    89   |    90   |    91   |    92   |    93   |    94   |    95   |    96   |    97   |    98   |    99   |    100   |    101   |    102   |    103   |    104   |    105   |    106   |    107   |    108   |    109   |    110   |    111   |    112   |    113   |    114   |    115   |    116   |    117   |    118   |    119   |    120   |    121   |    122   |    123   |    124   |    125   |    126   |    127   |    128   |    129   |    130   |    131   |    132   |    133   |    134   |    135   |    136   |    137   |    138   |    139   |    140   |    141   |    142   |    143   |    144   |    145   |    146   |    147   |    148   |    149   |    150   |    151   |    152   |    153   |    154   |    155   |    156   |    157   |    158   |    159   |    160   |    161   |    162   |    163   |    164   |    165   |    166   |    167   |    168   |    169   |    170   |    171   |    172   |    173   |    174   |    175   |    176   |    177   |    178   |    179   |    180   |    181   |    182   |    183   |    184   |    185   |    186   |    187   |    188   |    189   |    190   |    191   |    192 successiva ->