Decameron di Giovanni Boccaccio pagina 153

Testo di pubblico dominio

li detti doganieri poi scrivono in su il libro della dogana a ragione del mercatante tutta la sua mercatantia, faccendosi poi del loro diritto pagare al mercatante o per tutta o per parte della mercatantia che egli della dogana traesse. E da questo libro della dogana assai volte s'informano i sensali e delle qualità e delle quantità delle mercatantie che vi son, e ancora chi sieno i mercatanti che l'hanno; con li quali poi essi, secondo che lor cade per mano, ragionan di cambi, di baratti e di vendite e d'altri spacci. La quale usanza, sì come in molti altri luoghi, era in Palermo in Cicilia, dove similemente erano, e ancor sono, assai femine del corpo bellissime ma nemiche dell'onestà, le quali, da chi non le conosce, sarebbono e son tenute grandi e onestissime donne. E essendo non a radere ma a scorticare uomini date del tutto, come un mercatante forestiere vi veggono, così da' libro della dogana s'informano di ciò che egli v'ha e di quanto può fare: e appresso con lor piacevoli e amorosi atti e con parole dolcissime questi cotali mercatanti s'ingegnano d'adescare e di trarre nel loro amore: e già molti ve n'hanno tratti, a' quali buona parte della loro mercatantia hanno delle mani tratta, e a assai tutta; e di quegli vi sono stati che la mercatantia e 'l navilio e le polpe e l'ossa lasciate v'hanno, sì ha soavemente la barbiera saputo menare il rasoio. Ora, non è ancor molto tempo, adivenne che quivi, da' suoi maestri mandato, arrivò un giovane nostro fiorentino detto Niccolò da Cignano, come che Salabaetto fosse chiamato, con tanti pannilani che alla fiera di Salerno gli erano avanzati, che potevano valere un cinquecento fiorin d'oro; e dato il legaggio di quegli a' doganieri, gli mise in un magazzino, e senza mostrar troppo gran fretta dello spaccio s'incominciò a andare alcuna volta a sollazzo per la terra. E essendo egli bianco e biondo e leggiadro molto, e standogli ben la vita, avvenne che una di queste barbiere, che si facea chiamare madama Iancofiore, avendo alcuna cosa sentita de' fatti suoi, gli pose l'occhio addosso; di che egli accorgendosi, estimando che ella fosse una gran donna, s'avvisò che per la sua bellezza le piacesse e pensossi di volere molto cautamente menar questo amore; e senza dirne cosa alcuna a persona incominciò a far le passate dinanzi alla casa di costei. La quale accortasene, poi che alquanti dì l'ebbe bene con gli occhi acceso, mostrando ella di consumarsi per lui, segretamente gli mandò una sua femina la quale ottimamente l'arte sapeva del ruffianesimo. La quale, quasi con le lagrime in su gli occhi, dopo molte novelle gli disse che egli con la bellezza e con la piacevolezza sua aveva sì la sua donna presa, che ella non trovava luogo né dì né notte; e per ciò, quando a lui piacesse, ella disiderava più che altra cosa di potersi con lui a un bagno segretamente trovare; e appresso questo, trattosi uno anello di borsa, da parte della sua donna gliele donò. Salabaetto, udendo questo, fu il più lieto uomo che mai fosse; e preso l'anello e fregatoselo agli occhi e poi basciatolo, sel mise in dito e rispuose alla buona femina che, se madama Iancofiore l'amava, che ella n'era ben cambiata per ciò che egli amava più lei che la sua propria vita e che egli era disposto d'andare dovunque a lei fosse a grado e a ogn'ora. Tornata adunque la messaggera alla sua donna con questa risposta, a Salabaetto fu a mano a man detto a qual bagno il dì seguente passato vespro la dovesse aspettare; il quale, senza dirne cosa del mondo a persona, prestamente all'ora impostagli v'andò e trovò il bagno per la donna esser preso. Dove egli non stette guari che due schiave venner cariche: l'una aveva un materasso di bambagia bello e grande in capo e l'altra un grandissimo paniere pien di cose; e steso questo materasso in una camera del bagno sopra una lettiera, vi miser sù un paio di lenzuola sottilissime listate di seta e poi una coltre di bucherame cipriana bianchissima con due origlieri lavorati a maraviglie; e appresso questo spogliatesi e entrate nel bagno, quello tutto lavarono e spazzarono ottimamente. Né stette guari che la donna con due sue altre schiave appresso al bagno venne; dove ella, come prima ebbe agio, fece a Salabaetto grandissima festa e dopo i maggiori sospiri del mondo, poi che molto e abbracciato e basciato l'ebbe, gli disse: “Non so chi mi si avesse a questo potuto conducere altri che tu; tu m'hai miso lo foco all'arma, toscano acanino.” Appresso questo, come a lei piacque, ignudi ammenduni se ne entraron nel bagno e con loro due delle schiave. Quivi, senza lasciargli por mano addosso a altrui, ella medesima con sapone moscoleato e con garofanato maravigliosamente e bene tutto lavò Salabaetto, e appresso sé fece e lavare e stropicciare alle schiave. E fatto questo, recaron le schiave due lenzuoli bianchissimi e sottili, de' quali veniva sì grande odor di rose, che ciò che v'era pareva rose; e l'una inviluppò nell'uno Salabaetto e l'altra nell'altro la donna e in collo levatigli ammenduni nel letto fatto ne gli portarono. E quivi, poi che di sudare furon restati, dalle schiave fuori di que' lenzuoli tratti, rimasono ignudi negli altri. E tratti del paniere oricanni d'ariento bellissimi e pieni qual d'acqua rosa, qual d'acqua di fior d'aranci, qual d'acqua di fiori di gelsomino e qual d'acqua nanfa, tutti costoro di queste acque spruzzarono; e appresso tirate fuori scatole di confetti e preziosissimi vini alquanto si confortarono. A Salabaetto pareva essere in Paradiso, e mille volte aveva riguardato costei, la quale era per certo bellissima, e cento anni gli pareva ciascun'ora che queste schiave se n'andassero e che egli nelle braccia di costei si ritrovasse. Le quali poi che per comandamento della donna, lasciato un torchietto acceso nella camera, andate se ne furon fuori, costei abbracciò Salabaetto e egli lei, e con grandissimo piacer di Salabaetto, al quale pareva che costei tutta si struggesse per suo amore, dimorarono una lunga ora. Ma poi che tempo parve di levarsi alla donna, fatte venir le schiave, si vestirono e un'altra volta bevendo e confettando si riconfortarono alquanto; e il viso e le mani di quelle acque odorifere lavatesi e volendosi partire, disse la donna a Salabaetto: “Quando a te fosse a grado, a me sarebbe grandissima grazia che questa sera te ne venissi a cenare e a albergo meco.” Salabaetto, il qual già e dalla bellezza e dalla artificiosa piacevolezza di costei era preso, credendosi fermamente da lei essere come il cuore del corpo amato, rispose: “Madonna, ogni vostro piacere m'è sommamente a grado, e per ciò e istasera e sempre intendo di far quello che vi piacerà e che per voi mi fia comandato.” Tornatasene adunque la donna a casa e fatta bene di sue robe e di suoi arnesi ornar la camera sua e fatto splendidamente far da cena, aspettò Salabaetto; il quale, come alquanto fu fatto oscuro, là se n'andò e lietamente ricevuto con gran festa e ben servito cenò. Poi, nella camera entratisene, sentì quivi maraviglioso odore di legno aloè e d'uccelletti cipriani, vide il letto ricchissimo e molte belle robe su per le stanghe. Le quali cose, tutte insieme e ciascuna per sé, gli fecero stimare costei dovere essere una grande e ricca donna. E quantunque in contrario avesse della vita di lei udito buscinare, per cosa del mondo nol voleva credere, e se pure alquanto ne credeva lei già alcuno aver beffato, per cosa del mondo non poteva credere questo dovere a lui intervenire. Egli giacque con grandissimo suo piacere la notte con essolei, sempre più accendendosi. Venuta la mattina, ella gli cinse una bella e leggiadra cinturetta d'argento con una bella borsa, e sì gli disse: “Salabaetto mio dolce, io mi ti raccomando: e così come la mia persona è al piacer tuo, così è ciò che ci è, e ciò che per me si può è allo comando tuio.” Salabaetto, lieto abbracciatala e basciatala, s'uscì di casa costei e vennesene là dove usavano gli altri

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Argomenti: lieto uomo,    bambagia bello,    sapone moscoleato

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