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Decameron di Giovanni Boccaccio pagina 138questa donna il piacer suo, e pregolla che ella dovesse esser contenta del suo amore e d'amar lui come egli lei amava. Era questo proposto d'anni già vecchio ma di senno giovanissimo, baldanzoso e altiero, e di sé ogni gran cosa presummeva, con suoi modi e costumi pien di scede e di spiacevolezze, e tanto sazievole e rincrescevole, che niuna persona era che ben gli volesse; e se alcuno ne gli voleva poco, questa donna era colei, ché non solamente non ne gli volea punto, ma ella l'aveva più in odio che il mal del capo; per che ella, sì come savia, gli rispose: “Messer, che voi m'amiate mi può esser molto caro, e io debbo amar voi e amerovvi volontieri; ma tra il vostro amore e 'l mio niuna cosa disonesta dee cader mai. Voi siete mio padre spirituale e siete prete, e già v'appressate molto bene alla vecchiezza, le quali cose vi debbono fare e onesto e casto; e d'altra parte io non son fanciulla, alla quale questi innamoramenti steano oggimai bene, e son vedova, che sapete quanta onestà nelle vedove si richiede; e per ciò abbiatemi per iscusata, che al modo che voi mi richiedete io non v'amere' mai né così voglio essere amata da voi.” Il proposto, per quella volta non potendo trarre da lei altro, non fece come sbigottito o vinto al primo colpo, ma usando la sua trascutata prontezza la sollecitò molte volte e con lettere e con ambasciate e ancora egli stesso quando nella chiesa la vedeva venire; per che, parendo questo stimolo troppo grave e troppo noioso alla donna, si pensò di volerlosi levar da dosso per quella maniera la quale egli meritava, poscia che altramenti non poteva; ma cosa alcuna far non volle, che prima co' fratelli nol ragionasse. E detto loro ciò che il proposto verso lei operava e quello ancora che ella intendeva di fare e avendo in ciò piena licenzia da loro, ivi a pochi giorni andò alla chiesa come usata era; la quale come il proposto vide, così se ne venne verso lei e, come far soleva, per un modo parentevole seco entrò in parole. La donna, vedendol venire e verso lui riguardando, gli fece lieto viso; e da una parte tiratisi, avendole il proposto molte parole dette al modo usato, la donna dopo un gran sospiro disse: “Messere, io ho udito assai volte che egli non è alcun castello sì forte, che, essendo ogni dì combattuto, non venga fatto d'esser preso una volta; il che io veggo molto bene in me essere avvenuto. Tanto ora con dolci parole e ora con una piacevolezza e ora con un'altra mi sete andato da torno, che voi m'avete fatto rompere il mio proponimento: e son disposta, poscia che io così vi piaccio, a volere esser vostra.” Il proposto tutto lieto disse: “Madonna, gran mercé; e a dirvi il vero, io mi sono forte maravigliato come voi vi siete tanto tenuta, pensando che mai più di niuna non m'avenne: anzi ho io alcuna volta detto: ‘Se le femine fossero d'ariento, elle non varrebbon denaio, per ciò che niuna se ne terrebbe a martello’. Ma lasciamo andare ora questo: quando e dove potrem noi essere insieme?” A cui la donna rispose: “Signor mio dolce, il quando potrebbe essere qualora più ci piacesse, per ciò che io non ho marito a cui mi convenga render ragione delle notti; ma io non so pensare il dove. Disse il proposto: “Come no? o in casa vostra?” Rispose la donna: “Messer, voi sapete che io ho due fratelli giovani, li quali e di dì e di notte vengono in casa con lor brigate, e la casa mia non è troppo grande: e per ciò esser non vi si potrebbe, salvo chi non volesse starvi a modo di mutolo senza far motto o zitto alcuno e al buio a modo di ciechi: vogliendo far così, si potrebbe, per ciò che essi non s'impacciano nella camera mia, ma è la loro sì allato alla mia, che paroluzza sì cheta non si può dire, che non si senta.” Disse allora il proposto: “Madonna, per questo non rimanga per una notte o per due, intanto che io pensi dove noi possiamo essere in altra parte con più agio.” La donna disse: “Messere, questo stea pure a voi, ma d'una cosa vi priego: che questo stea segreto, che mai parola non se ne sappia.” Il proposto disse allora: “Madonna, non dubitate di ciò, e, se esser puote, fate che istasera noi siamo insieme.” La donna disse: “Piacemi”, e datogli l'ordine come e quando venir dovesse, si partì e tornossi a casa. Aveva questa donna una sua fante, la quale non era però troppo giovane, ma ella aveva il più brutto viso e il più contraffatto che si vedesse mai: ché ella aveva il naso schiacciato forte e la bocca torta e le labbra grosse e i denti mal composti e grandi, e sentiva del guercio, né mai era senza mal d'occhi, con un color verde e giallo che pareva che non a Fiesole ma a Sinagaglia avesse fatta la state, e oltre a tutto questo era sciancata e un poco monca dal lato destro; e il suo nome era Ciuta, e perché così cagnazzo viso aveva, da ogni uomo era chiamata Ciutazza; e benché ella fosse contraffatta della persona, ella era pure alquanto maliziosetta. La quale la donna chiamò a sé e dissele: “Ciutazza, se tu mi vuoi fare un servigio stanotte, io ti donerò una bella camiscia nuova.” La Ciutazza, udendo ricordar la camiscia, disse: “Madonna, se voi mi date una camiscia, io mi gitterò nel fuoco, non che altro.” “Or ben, “ disse la donna “io voglio che tu giaccia stanotte con uno uomo entro il letto mio e che tu gli faccia carezze e guarditi ben di non far motto, sì che tu non fossi sentita da' fratei miei, che sai che ti dormono allato; e poscia io ti darò la camiscia.” La Ciutazza disse: “Sì, dormirò io con sei, non che con uno, se bisognerà.” Venuta adunque la sera, messer lo proposto venne come ordinato gli era stato, e i due giovani, come la donna composto avea, erano nella camera loro e facevansi ben sentire: per che il proposto, tacitamente e al buio nella camera della donna entratosene, se n'andò, come ella gli disse, al letto, e dall'altra parte la Ciutazza, ben dalla donna informata di ciò che a fare avesse. Messer lo proposto, credendosi aver la donna sua allato, si recò in braccio la Ciutazza e cominciolla a basciare senza dir parola, e la Ciutazza lui; e cominciossi il proposto a sollazzar con lei, la possession pigliando de' beni lungamente disiderati. Quando la donna ebbe questo fatto, impose a' fratelli che facessero il rimanente di ciò che ordinato era; li quali, chetamente della camera usciti, n'andarono verso la piazza, e fu lor la fortuna in quello che far voleano più favorevole che essi medesimi non dimandavano; per ciò che, essendo il caldo grande, aveva domandato il vescovo di questi due giovani, per andarsi infino a casa lor diportando e ber con loro. Ma come venir gli vide, così detto loro il suo disidero con loro si mise in via; e in una lor corticella fresca entrato, dove molti lumi accesi erano, con gran piacer bevve d'un lor buon vino. E avendo bevuto, dissono i giovani: “Messer, poi che tanta di grazia n'avete fatta, che degnato siete di visitar questa nostra piccola casetta, alla quale noi venavamo a invitarvi, noi vogliam che vi piaccia di voler vedere una cosetta che noi vi vogliam mostrare.” Il vescovo rispose che volentieri: per che l'un de' giovani, preso un torchietto acceso in mano e messosi innanzi, seguitandolo il vescovo e tutti gli altri, si dirizzò verso la camera dove messer lo proposto giaceva con la Ciutazza; il quale, per giugner tosto, s'era affrettato di cavalcare e era, avanti che costor quivi venissero, cavalcato già delle miglia più di tre, per che istanchetto, avendo non ostante il caldo la Ciutazza in braccio, si riposava. Entrato adunque con lume in mano il giovane nella camera, e il vescovo appresso e poi tutti gli altri, gli fu mostrato il proposto con la Ciutazza in braccio. In questo destatosi messer lo proposto e veduto il lume e questa gente da tornosi, vergognandosi forte e temendo, mise il capo sotto i panni; al quale il vescovo disse una gran villania e fecegli trarre il capo fuori e vedere con cui giaciuto era. Il proposto, Tag: donna proposto camera noi vescovo casa essere gran fare Argomenti: padre spirituale, stimolo troppo, cagnazzo viso Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Intrichi d'amore di Torquato Tasso L'Olimpia di Giambattista Della Porta Le smanie per la villeggiatura di Carlo Goldoni Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come fare soldi e contare, possibilmente, su un piccolo reddito passivo Come gestire una serena convivenza Il profumo per la casa Come essere un bravo casalingo Come chiedere il divorzio (per donne)
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