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Decameron di Giovanni Boccaccio pagina 130che a Nicostrato piacesse, che egli andasse la lealtà ritrovando che tu servar vuoi a lui della sua donna? Sciocco se' se tu 'l credi: abbi di certo, se le lusinghe e' prieghi non bastassono, che che ne dovesse a te parere, e' vi si adoperrebbe la forza. Trattiamo adunque loro e le lor cose come essi noi e le nostre trattano. Usa il benificio della fortuna: non la cacciare, falleti incontro e lei vegnente ricevi, ché per certo, se tu nol fai, lasciamo stare la morte la qual senza fallo alla tua donna ne seguirà, ma tu ancora te ne penterai tante volte, che tu ne vorrai morire.” Pirro, il qual più fiate sopra le parole che la Lusca dette gli avea avea ripensato, per partito avea preso che, se ella a lui ritornasse, di fare altra risposta e del tutto recarsi a compiacere alla donna, dove certificar si potesse che tentato non fosse; e per ciò rispuose: “Vedi, Lusca, tutte le cose che tu mi di' io le conosco vere: ma io conosco d'altra parte il mio signore molto savio e molto avveduto, e ponendomi tutti i suoi fatti in mano, io temo forte che Lidia con consiglio e voler di lui questo non faccia per dovermi tentare; e per ciò, dove tre cose che io domanderò voglia fare a chiarezza di me, per certo niuna cosa mi comanderà poi che io prestamente non faccia. E quelle tre cose che io voglio son queste: primieramente che in presenzia di Nicostrato ella uccida il suo buono sparviere, appresso che ella mi mandi una ciochetta della barba di Nicostrato, e ultimamente un dente di quegli di lui medesimo, de' migliori.” Queste cose parvono alla Lusca gravi e alla donna gravissime: ma pure Amore, che è buono confortatore e gran maestro di consigli, le fece diliberar di farlo, e per la sua cameriera gli mandò dicendo che quello che egli aveva addimandato pienamente farebbe, e tosto; e oltre a ciò, per ciò che egli così savio reputava Nicostrato, disse che in presenzia di lui con Pirro si sollazzerebbe e a Nicostrato farebbe credere che ciò non fosse vero. Pirro adunque cominciò a aspettare quello che far dovesse la gentil donna: la quale, avendo ivi a pochi dì Nicostrato dato un gran desinare, sì come usava spesse volte di fare, a certi gentili uomini e essendo già levate le tavole, vestita d'uno sciamito verde e ornato molto e uscita della sua camera, in quella sala venne dove costoro erano; e veggente Pirro e ciascuno altro, se n'andò alla stanga sopra la quale lo sparviere era cotanto da Nicostrato tenuto caro, e scioltolo quasi in mano sel volesse levare e presolo per li geti al muro il percosse e ucciselo. E gridando verso lei Nicostrato: “Oimè, donna, che hai tu fatto?” niente a lui rispose, ma rivolta a' gentili uomini che con lui avevan mangiato disse: “Signori, mal prenderei vendetta d'un re che mi facesse dispetto se d'uno sparviere non avessi ardir di pigliarla. Voi dovete sapere che questo uccello tutto il tempo da dovere esser prestato dagli uomini al piacer delle donne lungamente m'ha tolto; per ciò che, sì come l'aurora suole apparire, così Nicostrato s'è levato e salito a cavallo col suo sparviere in mano n'è andato alle pianure aperte a vederlo volare; e io, qual voi mi vedete, sola e malcontenta nel letto mi son rimasa; per la qual cosa ho più volte avuta voglia di far ciò che io ho ora fatto, né altra cagione m'ha di ciò ritenuta se non l'aspettar di farlo in presenzia d'uomini che giusti giudici sieno alla mia querela, sì come io credo che voi sarete.” I gentili uomini che l'udivano, credendo non altramenti esser fatta la sua affezione a Nicostrato che sonasser le parole, ridendo ciascuno e verso Nicostrato rivolti, che turbato era, cominciarono a dire: “Deh, come la donna ha ben fatto a vendicar la sua ingiuria con la morte dello sparviere!” e con diversi motti sopra così fatta materia, essendosi già la donna in camera ritornata, in riso rivolsero il cruccio di Nicostrato. Pirro, veduto questo, seco medesimo disse: “Alti principii ha dati la donna a' miei felici amori: faccia Idio che ella perseveri!” Ucciso adunque da Lidia lo sparviere, non trapassar molti giorni che, essendo ella nella sua camera insieme con Nicostrato, faccendogli carezze con lui incominciò a cianciare, e egli per sollazzo alquanto tiratala per li capelli le diè cagione di mandare a effetto la seconda cosa a lei domandata da Pirro: e prestamente lui per un picciolo lucignoletto preso della sua barba e ridendo, sì forte il tirò, che tutto dal mento gliele divelse. Di che ramaricandosi Nicostrato, ella disse: “Or che avesti, che fai cotal viso per ciò che io t'ho tratti forse sei peli della barba? Tu non sentivi quel ch'io, quando tu mi tiravi testeso i capelli!” E così d'una parola in un'altra continuando il lor sollazzo, la donna cautamente guardò la ciocca della barba che tratta gli avea e il dì medesimo la mandò al suo caro amante. Della terza cosa entrò la donna in più pensiero; ma pur, sì come quella che era d'alto ingegno e amor la faceva vie più, s'ebbe pensato che modo tener dovesse a darle compimento. E avendo Nicostrato due fanciulli datigli da' padri loro acciò che in casa sua, però che gentili uomini erano, apparassono alcun costume, de' quali quando Nicostrato mangiava l'uno gli tagliava innanzi e l'altro gli dava bere, fattigli chiamare ammenduni fece lor vedere che la bocca putiva loro e ammaestrogli che, quando a Nicostrato servissono, tira sono il capo indietro il più che potessono né questo mai dicessono a persona. I giovinetti, credendole, cominciarono a tener quella maniera che la donna aveva lor mostrata; per che ella una volta domandò Nicostrato: “Se'ti tu accorto di ciò che questi fanciulli fanno quando ti servono?” Disse Nicostrato: “Mai sì, anzi gli ho io voluti domandare perché il facciano.” A cui la donna disse: “Non fare, ché io il ti so dire io, e holti buona pezza taciuto per non fartene noia: ma ora che io m'accorgo che altri comincia a avvedersene, non è più da celarloti. Questo non t'avien per altro se non che la bocca ti pute fieramente, e non so qual si sia la cagione per ciò che ciò non soleva essere; e questa è bruttissima cosa avendo tu a usare co' gentili uomini, e per ciò si vorrebe veder modo da curarla.” Disse allora Nicostrato: “Che potrebbe ciò essere? avrei io in bocca dente niuno guasto?” A cui Lidia disse: “Forse che sì”; e menatolo a una finestra, gli fece aprire la bocca, e poscia che ella ebbe d'una parte e d'altra riguardato disse: “O Nicostrato, e come il puoi tu tanto aver patito? Tu n'hai uno da questa parte il quale, per quello che mi paia, non solamente è magagnato ma egli è tutto fracido, e fermamente, se tu il terrai guari in bocca, egli guasterà quegli che son dallato: per che io ti consiglierei che tu il ne cacciassi fuori prima che l'opera andasse più innanzi.” Disse allora Nicostrato: “Da poi che egli ti pare, e egli mi piace: mandisi senza più indugio per uno maestro il qual mel tragga.” Al quale la donna disse: “Non piaccia a Dio che qui per questo venga maestro: e' mi pare che egli stea in maniera che senza alcun maestro io medesima tel trarrò ottimamente. E d'altra parte questi maestri son sì crudeli a far questi servigi, che il cuore nol mi patirebbe per niuna maniera di vederti o di sentirti tralle mani a niuno; e per ciò del tutto io voglio fare io medesima, ché almeno, se egli ti dorrà troppo, ti lascerò io incontanente: quello che il maestro non farebbe.” Fattisi adunque venire i ferri da tal servigio e mandato fuori della camera ogni persona, solamente seco la Lusca ritenne; e dentro serratesi, fecero distender Nicostrato sopra un desco, e messegli le tanaglie in bocca e preso uno de' denti suoi, quantunque egli forte per dolor gridasse, tenuto fermamente dall'una, fu dall'altra per viva forza un dente tirato fuori; e quel serbatosi e presone un altro il quale sconciamente magagnato Lidia aveva in mano, a lui doloroso e quasi mezzo morto il mostrarono, dicendo: “Vedi quello Tag: donna uomini uno bocca maestro fare cose tutto barba Argomenti: temo forte, sciamito verde, sollazzo alquanto, dente niuno Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Le smanie per la villeggiatura di Carlo Goldoni Novelle rusticane di Giovanni Verga Corbaccio di Giovanni Boccaccio Fior di passione di Matilde Serao Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Storia dell'olio essenziale fino al presente Il tuo viaggio tra le perle del Mar Rosso Offerte Capodanno Bali Come far vivere a lungo la mimosa Come formattare un PC
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