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Piccolo mondo moderno di Antonio Fogazzaro pagina 50loro e non abbiano guastate delle altre unioni. Se si è morali ma non ipocriti bisogna dire così! Qualcuno critica Dessalle che dovrebbe fare, dovrebbe dire! Oh, è tanto simpatico Dessalle! Come è simpatico! Ma qui si è severi, pedanti! Oh, non ne hai un'idea come si è severi! Ma senza giustizia, però; a qualcuna si perdona tutto, ma proprio tutto, e a qualcun'altra si perdona niente." Ell'aveva l'aria, così parlando, d'insinuare un po' con risentimento, un po' con soddisfazione, che era esperta particolarmente di tale severità e di tale ingiustizia. Infatti era di quelle che accostano volentieri la mano al frutto vietato, ma nel punto di spiccarlo si sentono forse, con un'ombra di rammarico, più oneste di quanto avrebbero creduto e ritirano la mano. Proprio in quel momento il maestro Bragozzo e una giovine signora sua allieva, due pure cellule sane di quel mobile tessuto umano, si confidavano certi loro ingenui comuni moti religiosi e morali dell'animo. Il maestro era beato di non vedere "quell'amigo" che egli, come buon cristiano, come buon marito e come buon clericale, non poteva soffrire. "Me par de respirar" diceva. E la giovine signora, tutta fremente di speranze sante: "Crede, maestro, che ci sia un principio di rottura?" "Mi no so gnente. So che stasera no se sente quel solito odorin de pastizzo vecio che a mi me rebalta el stomego. Ghe xe un prete co le braghe, ghe xe tre o quattro vergognose de signore che a meterghe un piè su la coa intanto che le camina se ghe tira zo tuto, ma basta!" La giovane signora sorrise. "Crede proprio, maestro, che qui non ci siano altri pasticcetti stasera?" "Ghe ne sarà, ma i xe in credenza, e quell'altro, invece, el saria in tavola." Il maestro concluse che non vedeva l'ora di essere a casa sua dove non c'erano pasticci nè in tavola nè in credenza e dove le sue donne "siben che le ghi n'a puchi" benchè avessero pochi quattrini, vestivano più abbondantemente di queste. Sopraggiunse Jeanne, sorrise al maestro e disse alla giovine signora che forse avrebbe il piacere di passare una parte dell'estate a Vena di Fonte Alta, vicino a lei che ci aveva una villetta. Alla giovine signora balenò subito che ci sarebbe venuto anche Maironi. Arrossì molto nel rispondere, intimidita, una parola gentile, tanto quell'idea la turbava; benchè Jeanne le ispirasse, con la soggezione, una segreta simpatia, una idea vaga che quel cuore non fosse mondano quanto le abitudini esterne, un senso pietoso delle tentazioni preparatele da sfortunati casi, dal piccolo presidio cui probabilmente aveva trovato in una religione male insegnata con la parola e punto con gli esempi. Il ballo ferveva, il "fiolo de la balia de Carleto" si copriva d'ignominia conducendo a rovina una quadriglia, e intanto alcuni uomini serii, consiglieri del Comune, liberali, stavano a fumare, a discorrere di elezioni sul terrazzo attiguo all'Anacreontea. Un telegramma del deputato aveva loro appreso lo scioglimento del Consiglio e l'avvocato Moretti era poco persuaso di una candidatura liberale Maironi che taluno intendeva porre innanzi. "Che uomo è costui, in fatto?" si diceva l'avvocato. "Lo si era visto sindaco clericale e come sindaco faceva bene, non c'era che dire. S'innamora, fa benone, perchè la Dessalle è una bellissima donna e perchè a trent'anni, quando si ha e non si ha moglie, non si può fare che di peggio. Se la Dessalle fosse una signora del mondo clericale tutto sarebbe passato in silenzio come una cosa di famiglia. Così invece, per il fatto più naturale del mondo, i clericali feroci, notate bene, i feroci e non gli altri, hanno condotte le cose in modo da costringere quest'uomo a ritirarsi. Quest'uomo si è ritirato e ammettiamo pure che abbia rotto col suo partito del tutto e sinceramente, ma in fondo in fondo sarà egli proprio trasformato? Il commercio che ha qui è affare di fisiologia e non conta. Si dice che ha smesso le pratiche religiose, che si è dato al libero pensiero, alla filosofia positiva o che so io. Son cose che non si sanno mai bene e sopra tutto non si sa mai bene quanto possano durare certi eccessi. Per me dubito molto che un uomo allevato nelle idee in cui fu allevato Maironi, e nutrito di esse per ventotto anni o giù di lì, possa repentinamente diventare un altro uomo, e in questo caso consiglierei il caute negotiari. Aspettiamo una prova più lunga e più decisiva. Ecco." Il dottor Pinton non era di questo parere. Secondo lui, appunto per il dubbio che i nuovi sentimenti di Maironi non fossero solidi e duraturi, conveniva prenderlo subito e legarlo. Prenderlo e legarlo, anche per impedire che lo prendessero i socialisti. A lui constava che Maironi aveva tenuto discorsi molto sospetti, che quel pericolo c'era, che il maggior freno era per Maironi una certa aristocrazia d'ingegno, di cultura e di camicia pulita. Bisognava legarlo! I due non si poterono accordare e alzarono la voce per modo che il terzo, l'avvocato Bonato, dovette ammonirli, per prudenza. Qualcuno si affacciò in quel punto al terrazzo del salottino, chiamò: "Cavaliere!". Tutti e tre gl'interlocutori si mossero a un tempo. In fatto si voleva il più giovane, il cavaliere Moretti, per una coppia di lanciers che mancava. "Tu non sai" disse il cavaliere Pinton al cavaliere Bonato, appena uscito il cavaliere Moretti "perchè si riscaldava! Quaiotto deve aver detto che se i liberali non portano Maironi, i clericali non combatteranno Moretti. Altrimenti lo combatteranno a oltranza, e Moretti... insomma... ha paura." L'avvocato Bonato sapeva perfettamente che il dottor Pinton alla sua volta era malcontento di Moretti, membro della Commissione direttiva dell'Ospitale, perchè aveva osteggiato la nomina di un suo fratello a ragioniere dell'Opera Pia. "Ho capito" diss'egli. "Vuol dire che si potrebbe portare Maironi e non Moretti." Ciò non gl'impedì di dire più tardi a Moretti che si sarebbe potuto rinviare la candidatura Maironi alle prime elezioni suppletive, ossia portare Moretti e non Maironi. Egli non era disonesto, ma filosofo e amico del quieto vivere. Non si accorse della contraddizione che dopo esservi incappato e si liberò del brucior lieve della coscienza con una ideale scrollatina di spalle e con un bicchiere di Rüdesheimer centellinato nella Darwiniana. Il battesimo strano di quella stanza era stato ispirato a Dessalle dalla scimmia che Tiepolo vi mostra aggrappata ai balaustri di uno scalone e dal negro che ne sale faticosamente un altro. Le pareti hanno quadretti deliziosi di costumi veneziani e chioggiotti. "Bella cosa l'ascendere!" pensò l'avvocato guardando l'aguzza nera barbetta di un sottile, nero Pantalone dei Bisognosi che inarca ossequioso la flessibile spina dorsale davanti a sfarzose dame. "Ma se si deve faticar tanto per arrivare poi a far la commedia mascherata, come la fa quel Pantalone lì o come, in fondo, la facciamo tutti, io e gli altri, ho paura che quest'idea di ascendere sia stata proprio l'idea di una bestia. Di buono c'è questo." Voleva dire il Rüdesheimer. Anche donna Bice aveva trovato un'amica, la moglie del maggiore di artiglieria Alberto D'Ambiveri, una giovane signora romana, buona di cuore e, nei momenti gai, terribile di lingua. Seduta accanto a Bice sur un divano della Cina, aveva un motto, un maligno sussurro per ciascuna delle signore e per molti fra i cavalieri che sfilavano loro davanti, entrando nella sala da ballo. Bice, naturalmente, non conosceva nessuno e la D'Ambiveri le faceva sottovoce le presentazioni. "Signorina... rapa — Conte... oca pomposa — Signorina... suor Preziosa, guardatemi e non toccatemi — Contessa... suor Severa, toccatemi e non guardatemi. — Signora... suor Tenera, guardatemi e toccatemi. — Contessa... sangue reale, imperatrice di Ciampino — Tenente... uccellin bel verde — Signorina Carolina... Carlamagna — Signorino e signorina... scoiattolo e scoiattola — Madama... la virtù in gloria." Quando passò Destemps che dava il braccio alla padrona Tag: signora dire maestro cavaliere tutto avvocato giovine signorina bene Argomenti: giovane signora, candidatura liberale, spina dorsale, senso pietoso, piccolo presidio Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni Nuove storie d'ogni colore di Emilio De Marchi Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Bigne al limone Sposarsi senza spendere troppo Vacanze a Istria: una storia da raccontare Capo Verde, un'oasi di mare a due ore di aereo da casa Vacanze Maldive, Malé
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