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La favorita del Mahdi di Emilio Salgari pagina 76avvicinò e prendendogli strettamente le mani gli disse con impeto selvaggio: —Ne hai udito parlare tu? —Di che? chiese lo sceicco. —Di quella donna che io ho tanto cercato, di Fathma infine. Lo sceicco trasalì. Parve sorpreso e insieme sgomentato. Non seppe cosa rispondere a quella brusca interrogazione che forse era mille miglia lontano dal aspettarsi. —Mi hai compreso? gli chiese Ahmed. —Sì, ti ho compreso, balbettò Abù-el-Nèmr —Ebbene, hai saputo nulla di lei? —No, no, nulla… assolutamente nulla! —Maledizione! —Hai forse saputo… dove sia? —Se l'avessi saputo a quest'ora sarebbe nelle mie mani. L'ho cercata per ogni dove, ho interrogato mille persone e senza frutto. Speravo che tu mi recassi qualche notizia. —Ma che vorresti fare di Fathma? Non l'hai, adunque ancora dimenticata? —Non ancora. Oh! se potessi trovarla! —Ebbene? —Non sai nulla adunque, cosa è accaduto nel campo? —No, mormorò lo sceicco che tornò a trasalire. —Ho trovato l'uomo che fu l'amante di Fathma. —Oh!… Abù-el-Nemr aveva fatto due passi indietro e guardava Ahmed con ispavento. Era diventato cinereo e tremava in tutte le membra come se fosse stato assalito da una tremenda febbre. Sembrava istupidito, pietrificato. —Lui, nelle tue mani! balbettò alfine. Lui prigioniero!… Oh!… —Ma che hai? gli chiese Ahmed con stupore. Sono dieci minuti che ti osservo e che vedo i tuoi lineamenti scomporsi in istrana guisa. —Aspetta gli disse Abù-el-Nemr con voce sorda, A quale razza appartiene quell'uomo? —È arabo. —Arabo!… E si chiama? —Abd-el-Kerim! Una bestemmia uscì dalle labbra dello sceicco. —È lui!… esclamò. —Lui!… ma lo conosci tu? Spiegati, Abù, che io non capisco assolutamente nulla. —Odimi. Ahmed. Un giorno mi trovavo nelle foreste del Fiume Bianco, quando m'imbattei in un ufficiale egiziano ferito. Ebbi compassione di lui, lo posi sulle mie braccia, lo trasportai nel mio campo e lo medicai coll'amore di un fratello… Guarì, mi giurò che avrebbe abbracciato la nostra religione e io gli credetti. —Ah! fe' Ahmed, con un sorriso ironico. —Erano passati due mesi, quando una notte ebbi la brutta idea di invitarlo a cacciare il leone. Io camminavo innanzi e lui camminava dietro a me. Avevamo percorso parecchie miglia, quando quel miserabile scagliossi a tradimento su di me cacciandomi la sua scimitarra in una coscia. —Caddi a terra. Lui mi calpestò, mi sferzò il volto con un corbach poi, non contento, mi sputò in fronte. Mi capisci, Ahmed, egli sputò in fronte ad uno sceicco del Kordofan, ad un sceicco che gli aveva salvata la vita anzichè tagliargli la gola. —Ah! la è così! esclamò Ahmed. —Sì, proprio così. Io lo cercai questo miserabile, e non fui capace di trovarlo in luogo alcuno. Ora che so che è nelle tue mani, gli farò pagar caro l'insulto e il tradimento. —Temo che tu sii arrivato troppo tardi, Abù. —Perchè? —Abd-el-Kerim è nelle mani di un beduino e credo che sia di già morto. —Di un beduino?… E chi è costui? —Un uomo che nella battaglia di Kasghill si distinse assai. Mi narrarono che si battè come un leone facendo strage di egiziani, anzi, fu lui che aggiustò una palla di fucile al petto di Hicks pascià. —E dove trovasi questo beduino? L'ignoro. Pochi minuti fa era qui, ora chi sa dove è andato a cacciarsi. —Sicchè non posso aver Abd-el-Kerim nelle mie mani. Darei mezzo del mio sangue per averlo. —Se l'arabo è ancora vivo, ti prometto che lo avrai. Domani mattina manderò un drappello d'uomini a cercare il beduino. —E se non volesse cedertelo? —È l'inviato di Dio che lo vuole, e nessuno ardirà resistere ai miei ordini. Orsù, la notte cala, vieni nella mia capanna che abbiamo ancora da discorrere. Ceneremo assieme. —Sono a tua disposizione fino a mezzanotte. Ahmed e lo sceicco pochi momenti dopo scendevano la collina dirigendosi a lenti passi verso il tugul. CAPITOLO VII.—Un morto che risuscita. Non erano ancora n'entrati nella capanna che il beduino, che tutto aveva udito, slanciavasi fuori dai cespugli. Era pallido, anzi livido; aveva le ciglia aggrottate, lo sguardo acceso, le labbra contratte e i denti bianchi e aguzzi come quelli di uno sciacallo, collericamente stretti. Sul suo volto leggevasi l'ira appena frenata. Egli guardò più volte d'attorno con circospezione, con le mani chiuse nervosamente attorno ai calci delle pistole che uscivano dalla larga fascia rossa, poi si spinse fino sul pendìo della collina volgendo gli occhi verso il tugul di Ahmed. Ira di Dio! esclamò egli con rabbia. Chi è questo cane che si intromette nelle mie faccende? Chi è questo Abù-el-Nèmr che ci tiene tanto per avere in mano sua Abd-el-Kerim? Io scommetterei che la storiella che ha narrato l'ha inventata di sana pianta. Quello stupido di Ahmed, quantunque si spacci per un profeta, se l'ha bevuta, ma io non la bevo, per Maometto! «Ah! si vuoi portarmi via Abd-el-Kerim? La vedremo, signori miei, se voi sarete capaci di farla ad un uomo del mio stampo. Orsù bisogna prendere una seria decisione prima che l'uragano scoppi. Qui corro rischio di perdere non solo l'arabo, ma di cadere anche nelle unghie di Ahmed che parmi non mi voglia troppo bene. Andiamo prima al baobab e poi di trotto a El-Obeid. Diede uno sguardo al cielo coperto da densi nuvoloni che i lampi illuminavano bizzarramente, un altro al campo che cominciava a diventare deserto, cangiò la carica alle pistole onde, al momento opportuno, non mancassero al colpo, e discese con infinite precauzioni la collina. Arrestossi alcuni minuti al basso, guardò a destra, a sinistra, dinanzi e di dietro per assicurarsi che nessuno lo spiava o lo seguiva, poi cacciossi in mezzo al tugul e alle tende procedendo rapidamente e silenziosamente. Venti volte si fermò, credendo sempre di avere qualcuno alle calcagna, ed altre venti volte ritornò sui propri passi per assicurarsi che si era ingannato. Alle undici di notte varcava le trincee gettandosi in mezzo alle sabbiose pianure del sud. Soffiava un vento impetuoso che alzava nembi di impalpabile sabbia e grosse goccie di pioggia cominciavano a cadere. Fra le nubi toneggiava fragorosamente e lampi abbaglianti rompevano di tratto in tratto le fitte tenebre. —Tutto va a gonfie vele, mormorò il beduino, sorridendo diabolicamente. Con simile notte a nessuno salterà il ticchio di uscire dal campo per venire in cerca di me, nemmeno a quell'animale di Abù-el-Nèmr. Mille saette! Ma chi può essere questo scièk che ha tanta influenza su Ahmed? Uhm! Non so, ma ho il presentimento che lì sotto gatta ci covi! Per Maometto! Abd-el-Kerim me lo dirà e se si rifiuta…. avrà da fare con me! Si tirò il taub sugli occhi e riprese il cammino salendo e discendendo le colline di sabbia, curvandosi di quando in quando per resistere ai soffi del vento che talvolta minacciavano di rovesciarlo, tanto erano formidabili. Per mezz'ora avanzò acciecato dai lampi, inzuppato dall'acqua che veniva giù a catinelle, assordato dagli scrosci delle folgori che cadevano a tre, a quattro alla volta, poi fece alto. Dinanzi a lui, a un duecento passi, alzavasi un albero gigantesco che da solo formava un bosco. Il tronco aveva più di trenta metri di circonferenza, e a tre o quattro metri dal suolo spartivasi in molti rami, alcuni dei quali, più grossi dei più grossi alberi delle nostre foreste, ricadevano verso terra dopo di aver raggiunto un'altezza di dieci o dodici metri. Il beduino, al di sotto di quell'ammasso immenso di rami e di foglie che il vento scuoteva furiosamente con mille gemiti e mille scricchiolii, scorse tre uomini, distesi per terra, uno dei quali alzossi gridando: —Chi vive? —Sta cheto, El-Mactud, rispose il beduino. Sono io. In pochi salti raggiunse lo scièk che aveva di già armato il suo moschettone. Con un cenno della mano lo invitò a deporre l'arma. —Che nuove? gli chiese. —Nessuna, rispose lo scièk. Abd-el-Kerim dorme pacificamente. —Lo Tag: mani sceicco beduino mille notte uno passi nulla campo Argomenti: due passi, voglia troppo, vento impetuoso, impalpabile sabbia, simile notte Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La trovatella di Milano di Carolina Invernizio Libro proibito di Antonio Ghislanzoni Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi La vita comincia domani di Guido da Verona Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Festa della donna Scrub casalingo e cura delle mani Bonifacio, la perla dell'estremo sud Offerta capodanno a Lisbona Offerta capodanno a Stoccolma
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