La favorita del Mahdi di Emilio Salgari pagina 67

Testo di pubblico dominio

alla confraternita dei Sid-abd-el-Kader-el-Gilani, alleata alla famosa setta dei Senusi. Più tardi si recava a Tormamat, cinquanta miglia al settentrione di Chartum e vi fondava una scuola per propugnare le sue idee, ma ricevuto nel 1870 il titolo di fakir, l'abbandonava per ritirarsi nella rocciosa isola di Abat, che sotto il 13° grado divide il corso del Nilo. Scavatasi una grotta, sul luogo stesso ove dicevasi che esisteva un tesoro, si metteva a praticare strane cerimonie, standosene per ore intere colle braccia tese in aria, i piedi nell'acqua e la faccia rivolta alla Mecca e piangendo continuamente sulla corruzione universale. Colla sua pietà, colle sue penitenze, Ahmed non tardò a formare numerose schiere di proseliti fra i baggàra che abitavano lo sponde del Nilo. Erano passati così dieci anni, quando un bel giorno l'anacoreta vide una barca attraversare il fiume e approdare alla sua isola. Era montata da una deputazione di baggàra. Ahmed stava snocciolando la sua corona e con matematica regolarità, fingendo di nulla aver veduto. I baggàra aspettarono che avesse terminato poi gli offrirono le loro braccia e le loro armi per iscacciare dal Kordofan e dal Dar-Fur gli egiziani che essi consideravano come infedeli, dacchè si erano alleati agli inglesi. L'anacoreta in sulle prime resistette, ma ad un tratto afferrò la scimitarra che i baggàra gli presentavano e alzando gli occhi al cielo, gridò: —Humdu-Hah! Io sarò il braccio dell'Onnipotente! La sua benedizione sarà per noi! Le antiche profezie annunciavano la comparsa di un Mahdi nel nuovo secolo che cominciava appunto nel 1881, il quale doveva avere per distintivo il braccio destro più lungo del sinistro e una verruca sulla gota destra. La comparsa di questo Mahdi, aggiungevano le profezie, verrebbe annunciata da sette imani di nome Ahmed o Mohammed i quali avrebbero in diverse epoche e in diverse parti del mondo fatta propaganda religiosa e preparato così il terreno. Ahmed Mohammed concepì l'ardito disegno di farsi credere il Mahdi aspettato invece di uno degli imani. Si allungò, non si sa come, il braccio destro, si fece nascere la verruca[1] sulla guancia destra e poco prima dell'agosto 1881, dichiarava di essere il Mahdi vale a dire «colui che Dio guida sulla via retta». [1] Questa verruca si dice che gli sia stata fornita da un certo Scandorper, nativo di Meklemburgo, ex lavoratore di capelli e clown. Questo tedesco, tempo addietro, era stato ai suoi servigi e suo confidente. Egli scrisse allora ai fakir che era l'uomo scelto da Dio per riformare l'islamismo. Malimed Saleh, un fakir dotto e influente, lo consigliò di mettersi alla testa dei baggàra che lo avean gridato loro capo e di fare la guerra ai nemici della religione. Mohammed Ahmed non indugiò ad accrescere vieppiù la schiera dei proseliti; la maggioranza delle popolazioni vedeva in lui un eletto del Signore e credeva di peccare verso Allàh a non prestare orecchio all'appello del Mahdi. Baggàra, Denka, Bongo, Scianghiè, Barabrà, Abù-Rof, Foriani e Arabi tutti accorsero sotto le sue bandiere e quando egli li ebbe assicurati che i cannoni dei nemici avrebbero vomitato acqua invece di fuoco e ferro, e che coloro che cadrebbero sul campo di battaglia salirebbero in paradiso, cominciò arditamente la ribellione. Il terreno era mirabilmente adatto per una generale sommossa. I governatori egiziani colle loro angherie e colle loro crudeltà avevano ridotto le popolazioni alla disperazione; tutte attendevano fremendo un'occasione qualsiasi per impugnare le armi e scuotere l'odioso giogo; tutte attendevano fremendo il dì della vendetta che doveva essere ben terribile. L'Egitto, venuto a conoscenza dei primi movimenti insurezionali, intimò al Mahdi di recarsi a Chartum. Non avendo Mohammed risposto, Reuf pascià, governatore del Sudan, gli spedì contro un battaglione di scilluk. Il profeta era preparato. I scilluk furono distrutti dalle sue orde. Reuf, sgomentato, affrettossi a spedire nel Sudan una forte colonna di truppa sotto gli ordini di Rescid-Bey, ma ebbe ugual sorte; caddero sul campo dal primo all'ultimo. Il pericolo s'avvicinava. Reuf in persona, con 3000 uomini, si mise in campagna e riuscì a sconfiggere le orde dei ribelli. Ma Mohammed non era uomo da scoraggiarsi nè da cedere così facilmente il campo. Riparò al sud del Sennar, levò nuove tribù, risalì il Bahr-el-Abiad e la primavera del 1882, scontratosi a Kadir con Reuf pascià e i suoi 8000 uomini, li sconfiggeva. Appena 27 egiziani scamparono al massacro. Tale vittoria ebbe un'eco grandissima nei deserti africani. Tutte le popolazioni si entusiasmarono per questo fatto che aveva profondamente impressionato la loro vivace fantasia. L'esercito del Mahdi si accrebbe colla rapidità del lampo come si accrebbe smisuratamente il suo prestigio. Tutti volevano prender parte a questa guerra santa, tutti volevano combattere sotto gli ordini di un inviato di Dio. Mohammed Ahmed proseguì la sua marcia vittoriosa nel Sudan preceduto da un'avanguardia di dervisci che usavano tutte le loro arti per rendere infedeli le truppe del vicerè d'Egitto. Il novembre 1882 le sue orde entravano nella cittadella di Bara dopo di aver massacrato 850 basci-bozuk che si recavano a El-Obeid, e 1000 egiziani che si recavano nella città da lui presa. Il 15 gennaio, dopo un assedio di parecchi mesi, entrava in El-Obeid, la capitale del Kordofan; 3500 egiziani furono trucidati e gli altri passarono sotto le sue bandiere. L'Egitto, occupato a guerreggiare contro Arabi-pascià, non pensava più al Sudan e la rivoluzione ingigantiva facendo scomparire tutte le guarnigioni egiziane abbandonate nelle città. Ma la fortuna del Mahdi s'oscurò e la sua potenza per qualche tempo vacillò e corse pericolo di sfasciarsi. Il governo egiziano, uscito salvo dalla rivoluzione d'Arabi-pascià e datosi in braccio all'Inghilterra, non tardò a spedire nuovi eserciti nei paesi sollevati a rivolta. Il Mahdi il 23 febbraio del 1883 veniva rotto da Abd-el-Kerim a Mikrai-el-Datkel; il 12 marzo subiva la seconda sconfitta da Soliman pascià, e il 29 aprile la terza da Hicks e Aladin pascià presso la fortezza di Kava sul Nilo. Il Mahdi fu obbligato a ritirarsi nel Kordofan, ma la sua stella, per un momento offuscata, ritornò a brillare più splendida che mai. Spediti Osman Digma e Mohammed Taher nel Sudan orientale, l'uno come emiro e l'altro come ulema principale, a sollevare i beduini, riprese la marcia interrotta dalle precedenti sconfitte. Saputo che Aladin e Hicks pascià con 11,000 egiziani si avanzavano verso la sua capitale, il 2 novembre, alla testa di oltre duecentomila guerrieri movevasi ad incontrarli e li massacrava tutti a Kasghill. Liberato il paese da tutti quei prepotenti che il 1876 l'avevano invaso o rovinato, il povero fakir, diventato terribile guerriero, si ritirava sotto El-Obeid dove lo troviamo attualmente nell'umile sua capanna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ahmed Mohammed tenente arabo, si era arrestato colla fronte aggrottata, accarezzandosi nervosamente la nera e folta barba. I suoi occhi che mandavano lampi di viva luce con riflessi a due colori, si fissarono in quelli dell'arabo che si sentì affascinato nell'egual guisa che gli uccelli si sentono affascinati dallo sguardo dei serpenti. —Chi sei? chiese Ahmed, dopo alcuni istanti di muta contemplazione. L'arabo a quella interrogazione si scosse; un fremito passò sul suo volto che divenne livido. —Abd-el-Kerim, articolò egli. —Sei arabo, se non m'inganno. —Sì, sono arabo, nativo di Berber. —Sai chi io sono? —Mohammed Ahmed. —No, disse il profeta, Sono il Mahdi! —Come vuoi. —Non lo credi? Abd-el-Kerim non rispose, ma sostenne impavido lo sguardo di fuoco che gli slanciò Ahmed. —A quale esercito appartenevi? chiese il Profeta cangiando tono. —A quello di Dhafar pascià. —Sicchè tu sei partito da Chartum? —Non lo nego. —Dove ti hanno fatto prigioniero? —Presso El-Dhuem.

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Argomenti: braccio destro,    nuovo secolo,    forte colonna

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