Frasi Belle - Le più belle frasi dolci e romantiche online e altro
|
||||
La favorita del Mahdi di Emilio Salgari pagina 25—Ma le tenebre cominciano a calare e fra pochi minuti sarà notte. —E che importa a me se fa notte. —Voglio dire che i leoni, le pantere, le jene e gli sciacalli usciranno dai loro covi e che si getteranno sull'almea. —È quello che desidero, disse la greca —Oh! fe' il dongolese. E voi lascerete divorare quella bella donna? Ricordatevi che vostro fratello vi ordinò di condurgliela. —Mio fratello non rivedrà più quest'almea. Se questa donna scampa potrebbe ancora attraversarmi la via e diventare mia rivale. Spenta che ella sia, Abd-El-Kerim perderà ogni speranza, ritornerà per forza da me e mi amerà ancora. —Ma che dirà vostro fratello? La greca trasse dalla cintola una borsa rigonfia e la pose nelle mani del dongolese. —Nagarch, gli disse. Qui vi sono cento talleri e altrettanti ne avrai se tu non lascerai uscire dalle tue labbra una sola parola di quanto hai fatto e veduto. Noi diremo a Notis che ci fu impossibile fare prigioniera Fathma perchè trovasi sotto la protezione di Dhafar pascià e attendata proprio nel mezzo del campo egiziano. —Sarò muto come un morto. Ah! voi siete ben terribile. Non ho mai incontrato in vita mia una donna simile. —Almeno non dirai più così. Andiamo che le tenebre calano. Il dongolese le accennò il cadavere di Alek. Si avvicinò al compagno, scavò coll'jatagan una fossa e ve lo seppellì colla faccia rivolta alla Mecca come prescrive il Corano. Quando tornò, Elenka era ferma dinanzi all'almea, colle braccia incrociate. —Andiamo, diss'egli ponendosi in cammino —Povera Fathma! esclamò Elenka con ironia. È atroce perdere il fidanzato e la vita in un sol colpo! Soffocò uno scroscio di risa, raggiunse il dongolese e pochi minuti dopo scomparivano in mezzo alle palme, lasciandosi dietro la vittima. Era trascorsa una mezz'ora: quando la povera Fathma tornò in sè. Riaprì gli occhi strambasciati e roteanti in un cerchio di sangue, si raddrizzò con impeto felino addossandosi contro il ruvido tronco del tamarindo e si guardò attorno con un misto di spavento, di ansietà e di profonda sorpresa. Non vide nulla. Provava sulle carni un bruciore infernale, sentiva come un peso enorme che la accasciava, che le mozzava il respiro e la testa che le girava come una fionda. In sulle prime credette di essere in preda ad un terribile incubo. Tornò a guardarsi attorno. Le parve impossibile di trovarsi sola, le parve impossibile di non vedersi dinanzi la sinistra figura della vendicativa Elenka col corbach in mano in atto di straziarle le nude carni. Credette che la rivale si tenesse celata dietro a qualche tronco d'albero, ma dovette ben presto convincersi che era affatto sola in mezzo alla foresta. Indovinò subito a quale orribile supplizio l'aveva destinata e tremò tutta d'angoscia e di spavento. Le balenò in mente la fuga prima che la notte calasse e che le jene e i leoni venissero a divorarla. Radunò tutte le sue forze triplicate dalla disperazione e si dimenò come una pazza furiosa al punto di fare quasi scoppiare la pelle sotto la tensione dei muscoli; i polsi, contorti s'insanguinarono ma le corregge resistettero. Si mise a chiamare aiuto, e a urlare destando tutti gli echi delle foreste ma nessuno rispose alle disperate invocazioni. Uno spavento inesprimibile s'impadronì di lei; si vide perduta ed emise uno straziante gemito. La notte calava rapida, rapida. Il sole declinò all'occidente dopo di aver illuminato le più alte cime della foresta e succedette il crepuscolo, vago, rossastro, brevissimo, che andò subito oscurandosi lasciando il posto alle tenebre che s'addensavano già sotto la vôlta di verzura. Gli uccelli, dopo di aver lanciato le ultime note, si tacquero; le scimmie zittirono, gl'insetti ronzanti s'addormentarono e in capo ad una mezz'ora la gran foresta divenne silenziosa e si seppellì fra l'oscurità. Fathma, man mano che gli ultimi bagliori del crepuscolo sparivano, sentiva accrescere lo spavento. Fra poco quel silenzio sarebbe stato rotto dagli scrosci di risa delle iene, dalle urla dei sciacalli, dal possente ruggito dei leoni e dai sibili dei serpenti e lo spaventevole supplizio sarebbe cominciato. Oh! quanto avrebbe dato per arrestare quelle tenebre che s'addensavano sempre più. Fece appello a tutto il suo coraggio e frenando i tumultuosi battiti del cuore s'irrigidì contro il tronco dell'albero, rattenendo persino il respiro onde non attirar l'attenzione delle fiere, cogli occhi fissi sotto gli alberi e gli orecchi tesi per raccogliere il menomo rumore. Passarono dieci minuti di angosciosa aspettativa. D'improvviso, a tre o quattrocento passi di distanza ecco scoppiare una gran risata che si avrebbe potuto credere emessa da una gola umana, da un negro in delirio, Fathma rabbrividì fino alla punta dei capelli nel riconoscere il riso sgangherato della jena. Succedette un po' di silenzio, rotto solo dal susurrìo delle grandi foglie delle palme che si accarezzavano vicendevolmente sotto i soffi del venticello notturno, poi echeggiò un altro scoppio di risa più vicino, un terzo a destra, un quarto a sinistra, poi un quinto, un sesto e in breve succedette un concerto capace di far morire di paura una donna meno coraggiosa dell'almea. Era ora un ridere spaventevole e ora un brontolìo rauco; ora erano i gemiti strazianti come di persone agonizzanti e ora un urlìo lugubre, diabolico. Fathma non ardiva fiatare e rimaneva immobile, confusa al tronco del tamarindo. Il concerto non cessò un sol istante. Più volte un sciacallo si avvicinò all'almea e le urlò contro, ma senza ardire di assalirla; un fischio di lei bastava per fugare quegli animali eccessivamente vigliacchi. D'un tratto udì il riso d'una jena avvicinarsi sensibilmente al tamarindo e poco dopo comparve un grosso animale dal mantello color cenere oscuro su cui risaltava una doppia fila di peli grossi ed irti che dall'occipite scendevano in linea retta sul dorso. Procedette col muso verso terra, con passo sciancato quasi da credere che fosso ferito e fissò due grandi occhi verdastri sull'almea che tremava in tutte le membra. Era una jena mostruosa, la quale s'arrestò a pochi passi di distanza mandando atroci scrosci di risa. Fathma fe' atto di slanciarsi, ma l'animale, al contrario dei suoi congeneri, s'avanzò e si mise a girare e rigirare attorno al tamarindo, come cercasse d'assalire a tradimento l'impotente vittima. Lo spaventevole supplizio durò un quarto d'ora, durante il quale Fathma non ardì mai muoversi annichilita dallo spavento e dall'angoscia, poi la jena arrestò i suoi cerchi. Fissò la povera prigioniera, le mosse incontro, si rizzò sulle zampe posteriori e appoggiò le anteriori sullo spalle di lei accostando l'orribile bocca irta di denti, al suo volto. Fathma gettò un urlo straziante, terribile e s'abbandonò fra lo zampe della belva che la circondarono lacerandole il feredgé. CAPITOLO XII.—Il salvatore. Nel mentre la vendicativa Elenka poneva in esecuzione la mostruosa vendetta contro la rivale. Abd-el-Kerim languiva negli umidi sotterranei delle ruine di El-Garch. L'infelice, da che aveva avuto la visita dell'antica sua fidanzata, e da che aveva udito le sue minaccie e i suoi propositi di vendetta, non aveva avuto più pace. In sulle prime, quando trovossi solo, si era avventato come un pazzo contro la ferrata-porta rompendosi le dita e le unghie, cercando di scuoterla e d'atterrarla, chiamando disperatamente la greca, supplicandola di nulla tentare contro la povera almea, poi quando s'avvide di non essere udito nè di poter uscire, fu preso da un tremendo accesso di furore che poteva chiamarsi delirio. Si credette rinchiuso in quell'umida spelonca per morirvi di fame. Si mise a correre attorno alle gelide pareti cercando un'apertura, urlando come un dannato, bestemmiando Dio e il Profeta, si gettò per terra rotolandosi fra le pozzanghere, e tre volte precipitossi contro le pietre colla testa bassa, colla idea fissa di spaccarsi ii cranio, ma fosse un barlume di Tag: contro spavento sotto notte attorno tamarindo dopo tronco tenebre Argomenti: quattrocento passi, spaventevole supplizio, impeto felino, orribile supplizio, spavento inesprimibile Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La trovatella di Milano di Carolina Invernizio Orfeo di Angelo Poliziano Sodoma e Gomorra di Docteur Jaf Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Offerte Capodanno Monaco di Baviera Venezia: alcune tradizioni e misteri leggendari L'olio di Argan Modi per gestire le rughe sotto gli occhi Gel schiarente Murad Age Spot and Pigment
|
||||