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La favorita del Mahdi di Emilio Salgari pagina 42Fathma alzando il moschetto verso di lui. —Sì, dissero Omar e Daùd. È Notis. —Ebbene, il primo colpo è destinato a lui. Che il Profeta mi punisca se io non l'abbatto. —Fuoco! gridò in quell'istante una voce. Si videro i soldati egiziani abbassare un dopo l'altro i remington in direzione della darnas. Un gran lampo ruppe le tenebre seguito da numerose detonazioni e dal crepitìo di legno che fendevasi sotto la tempesta di palle. Un barcaiuolo che trovavasi a cavalcioni della murata di poppa occupato a caricar il suo moschetto, precipitò nel fiume. —Fermi tutti! urlò Daùd, vedendo che alcuni uomini correvano alle murate per cercar di pescare il compagno. È uomo morto. A te, Fathma! L'almea balzò in piedi come una tigre, colla carabina in mano, slanciandosi a poppa. S'udì una bestemmia alzarsi sulla dahabiad egiziana e fu visto un uomo aggrapparsi a una corda e sollevarsi sulla prua. —Ira di Dio, è lei! esclamò quell'uomo. —Sono io, Notis! gli gridò Fathma con inesprimibile accento d'odio. Guardati che ti ammazzo! Ella puntò verso di lui la carabina. Il greco cercò di scendere, ma s'avvide che non era più in tempo. —Uccidetela! Uccidetela! urlò egli con voce spaventata. Alcuni egiziani tirarono su Fathma, ma senza colpirla. Ella premette il grilletto e Notis capitombolò sul ponte del suo legno, bestemmiando Dio e gli uomini e dibattendosi disperatamente in un lago di sangue. —Sono vendicata! gridò Fathma. Fuoco sulla dahabiad. Daùd! Fuoco! La darnas s'empì di fumo. I sennaresi s'alzavano dietro ai ripari scaricando le loro carabine. Gli egiziani che si erano radunati attorno al caduto, andarono sotto sopra, salvandosi dietro alle casse e ai barili, sparando a casaccio le loro pistole. Il cannone cominciò a tuonare schiantando l'albero di maestra che cadde con un gran fracasso sul ponte coprendolo per intero coll'immensa sua vela. —Bravi, così, fuoco sull'altro albero! urlò Daùd. Ammazzatemi quelle canaglie spaventate, fracassatemi il timone, che vadano a sfasciarsi su qualche isolotto. Fuoco, perdio, fuoco nutrito! Evviva Fathma! L'albero di trinchetto precipitò come l'albero maestro, rompendosi in due pezzi. Una confusione indescrivibile non tardò a succedere sul ponte della dahabiad che incominciava a indietreggiare, minacciando di arenarsi sulle isole sabbiose. Si comandava, si gridava, si bestemmiava, si sparava e gli uomini cadevano a due a tre alla volta. Parecchi feriti urlavano di già sul ponte, contorcendosi fra i rivi di sangue, sepolti fra i rottami dell'attrezzatura e sotto le vele. I sennaresi, visto che i nemici non erano più in grado di rispondere, erano saltati fuori dai nascondigli e bersagliavano con una precisione terribile tutti quelli che commettevano l'imprudenza di mostrarsi. Tre o quattro di loro si erano messi al cannone e avventavano tremende scariche di mitraglia che spazzavano da un capo all'altro la barca nemica aprendo larghe fessure nei madieri e schiantando le murate. Per dieci minuti gli egiziani si lasciarono moschettare perdendo parecchi di loro, ma a poco a poco la calma si ristabilì a bordo della dahabiad. Improvvisata a prua una barricata coi rottami degli alberi e colle casse e le botti, cominciarono ad avanzare a forza di remi rispondendo gagliardamente al fuoco dei sennaresi, mostrando l'idea di venire ad un abbordaggio e quindi ad un combattimento a corpo a corpo. —Ah! razza di cani! esclamò Daùd, afferrando una scure. Avete del sangue nelle vene! Olà, attenti ad ammazzare il primo che dà l'abbordaggio. Se arrivano sul ponte noi siamo perduti. —Tutti a poppa! gridò Fathma che caricava e scaricava la sua carabina tenendosi ritta in mezzo al cassero. Attenti all'urto! Al cannone, al cannone! Fra i due legni s'impegnò una terribile pugna. I sennaresi, che avevano tutto da temere dall'abbordaggio degli egiziani, superiori assai di numero, si precipitarono come un sol uomo a poppa aprendo un foco infernale coi fucili e colle pistole. Il cannone manovrato da Omar ricominciò a tuonare a mitraglia, sconquassando la barricata degli egiziani. Con tutto ciò la dahabiad procedeva sempre a balzelloni, urtando spesso contro le isole sabbiose. Spinta innanzi con tutta velocità, andò finalmente a cozzare furiosamente colla prua contro la poppa della darnas. S'udì uno scriscio formidabile che fu subito coperto dalle detonazioni delle armi da fuoco e dalle grida dei combattenti. Gli egiziani incoraggiati dalla voce del loro reis, cercarono di salire sul ponte della darnas, ma si trovarono dinanzi i sennaresi con a capo Omar, Daùd e Fathma. I primi che salirono caddero sotto le loro scuri e i loro jatagan; gli altri dopo di aver tentato di resistere a colpi di baionetta, si ripiegarono in massa a poppa, dove più di un terzo caddero sotto una scarica di mitraglia sparata a bruciapelo. Il ponte si coprì di cadaveri e di feriti. La dahabiad abbandonata a sè stessa, senza alberi, senza remi, col timone fracassato e la prua tutta sconquassata e sdruscita, si sbandò sul tribordo crepitando e si allontanò rasentando gl'isolotti e solcando i bassi fondi ingombri di piante acquatiche. Per qualche tratto fu visto arrestarsi or qua e or là vibrando di bordo, poi sparve da una svolta del fiume. S'udirono ancora in lontananza grida, comandi, bestemmie, gemiti, detonazioni, poi il silenzio tornò, rotto appena appena dal gorgoglìo della corrente che si rompeva sulle sabbie dei banchi. CAPITOLO VII.—Gl'insorti. Respinti gli egiziani, medicati in furia i feriti che fortunatamente non oltrepassavano la mezza decina e riparati alla meglio i danni sofferti dalla darnas, Daùd radunò attorno a sè i suoi uomini per consigliarsi su quello che dovevasi fare. Quantunque avessero la sicurezza che Notis era morto o almeno gravemente ferito e che la dahabiad fosse stata ridotta in uno stato deplorevole, avevano paura che i superstiti riuscissero a guadagnare il villaggio di Mahawir e che lì organizzassero una seconda e assai più forte spedizione. Questa supposizione decise i sennaresi a sciogliere le vele e rimmettersi prestamente in viaggio prima che capitassero altri malanni anzi alcuni proposero di cacciarsi nel braccio sinistro del fiume onde evitare di passare dinanzi al villaggio di Woad-Scelai che trovasi sulla riva del braccio destro, proposta che fu dal reis accettata. Alle quattro del mattino la darnas lasciava l'ancoraggio, inoltrandosi nel canale formato dall'isola di Gez-Hagiba, qua e là cosparso di banchi sabbiosi e di isolette boscose sulle quali russavano fragorosamente bande d'enormi ippopotami e sonnecchiavano mostruosi coccodrilli. I barcaiuoli per meglio dirigere la navicella, diedero mano ai remi, misurando la battuta con un canto monotono che il reis di quando in quando intonava. Erano pochi minuti che navigavano, quando in lontananza si udirono fragorose scariche di fucili e urla indescrivibili che andavano man mano crescendo d'intensità. Daùd, Omar e Fathma che si trovavano a prua segnalando i bassi fondi, furono presti ad accorrer a poppa per vedere di che si trattava. In sulle prime non distinsero nulla, ma poco dopo, ad un miglio di distanza, videro alzarsi al disopra degli alberi una grossa nube di fumo biancastro. —Oh! fe' Daùd, crollando la testa. Quello là è fumo di fucilate. Cosa mai succede laggiù? Che accada un combattimento? —Pare di sì, disse Fathma. Odi queste grida? Se non m'inganno sono grida di guerra. —Forse sono due tribù che si scannano, osservò Omar. La guerra dura eterna in questi luoghi. —Per Allàh! esclamò Daùd battendosi la fronte. Attaccano la dahabiad degli egiziani. Deve essersi arenata su qualche isolotto a un miglia di qui, ne sono sicurissimo, poichè non potevano più dirigerla. Amici miei, la fortuna c'è ancora una volta propizia. —Ma chi vuoi che attacchi dei soldati egiziani? —Gl'insorti, Omar, i guerrieri di Mohamed Ahmed. Non hai udito un'ora fa, prima che venissero assaliti, una scarica di Tag: fuoco poppa ponte sotto prua cannone due grida uomini Argomenti: braccio sinistro, inesprimibile accento, confusione indescrivibile, precisione terribile, canto monotono Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni Sodoma e Gomorra di Docteur Jaf Decameron di Giovanni Boccaccio Fior di passione di Matilde Serao Garibaldi di Francesco Crispi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Offerta capodanno alle Hawaii Passaggio Pedonale di Breslavia Praga Come gestire una serena convivenza Sydney: le 3 cose da non perdere
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