La favorita del Mahdi di Emilio Salgari pagina 36

Testo di pubblico dominio

giorni —E dopo? —La farò cedere colla forza. —Questo chiamasi un bel parlare. Comincieremo col farle assaggiare un po' di ferro rovente o le straccieremo le carni a colpi di frusta. Il greco alzò le spalle e volgendosi al vecchio Ibrahim. —Dove hai la tua barca? gli chiese. —A Quetêna, proprio all'estremità settentrionale del porto. —Consegnerai i tuoi uomini a bordo e ti terrai pronto a prendere il largo. In questo frattempo ti informerai se è giunto lo schiavo di Abd-el-Kerim a verrai a riferirmi ogni cosa. Puoi andartene ora. Gli gettò alcune piastre e risalì la scala colle mani sui calci delle pistole. Ibrahim vuotò l'ultima tazza di merissak, empì di tabacco il suo scibouk, l'accese e salutato lo sceicco uscì, facendo saltare le piastre nel cavo della mano. Arenato fra i canneti aveva il suo canotto. Vi entrò, prese i remi e s'allargò, mettendo la prua a Quetêna che era lontana appena quattrocento passi. Si trovava già in mezzo al fiume quando udì chiamare, —Olà, barcaiuolo, vieni ad approdare che ho bisogno di te. Si volse e sulla riva destra vide un negro con un taub gettato su di un braccio. Si diresse subitamente a quella volta. —Vuoi condurmi un miglio più in sù, nella piccola rada? chiese il negro. Ti darò cinque talleri. —Sei pieno di danaro che paghi come un pascià? chiese Ibrahim ridendo. —Può darsi: approda. Il negro saltò nel canotto e si sedette a prua; il barcaiuolo si sedette nel mezzo, volgendogli le spalle e arrangando con gran vigorìa. —Hai qualcuno che ti aspetta alla piccola rada? chiese il reis. —Ho una carovana di cammelli carichi d'avorio, rispose il negro Omar. —Sei del paese? —No, sono Nubiano. —Giunto da poco. —Ciò non ti riguarda. Allunga la battuta che ho molta fretta. Il canotto raddoppiò la velocità, salendo la corrente. Quindici minuti dopo giungevano in vista della darnas di Daùd. —Sai a chi appartiene quel bel legno? chiese il reis. Omar non rispose. Egli si era levato in piedi e gli si era avvicinato. —Il reis stava per ripetere la domanda quando si sentì prendere per le spalle e rovesciare violentemente nel fondo del canotto. Contemporaneamente vide sopra di sè Omar che gli puntava una pistola sulla fronte. —Se tu ti muovi, gli disse il negro, ti faccio saltare le cervella e poi divorare dai coccodrilli. Il barcaiuolo ebbe paura di quella minaccia e non ardì fare il menomo tentativo per rialzarsi o per reagire. —Lasciami la vita, balbettò egli. Ti dò tutto quello che possiedo. —Non credere che sia un Abù Ròf, disse Omar. Non voglio prenderti nulla. —E allora che esigi da me? —Ora lo saprai; lasciati legare. Ricollocò la pistola nella cintura, estrasse una corda e legò i polsi e le gambe al reis, poi si sedette a prua, prese i remi e spinse il canotto al largo; rimontando come prima la corrente. —Parliamo, ora, diss'egli. Cosa sei andato a fare in quella casa? —A trovare un mio amico. —Il greco Notis, non è vero? —Come sai questo? esclamò il reis. Saresti tu lo schiavo di?… possibile! —Sì, io sono lo schiavo di Abd-el-Kerim. Come facesti a indovinarlo? —Mi narrarono che tu navigavi verso questo villaggio. —Eh!… fe' Omar sorpreso. E chi te lo narrò? —Elenka, quando io approdai a Gez Hagiba. —E il greco sa nulla? Il reis non rispose e si mise a guardare altrove con aria imbarazzata. —Parla, gli disse Omar, con tono minaccioso. Il silenzio potrebbe esserti funesto. —Ebbene, sì, Notis lo sa. —M'ha veduto forse? —No, ma ti cerca. —Basta così. Ora so cosa devo fare. Egli drizzò la prua alla piccola baia in mezzo alla quale galleggiava il suo legno. Arenò il canotto fra le erbe della riva e chiamò Daùd, il quale fu pronto ad attraversare il ponte e a raggiungerlo. —Dove hai preso quel canotto? chiese il sennarese. —A quest'uomo che vedi legato, rispose Omar, afferrando Ibrahim e gettandolo fra le erbe nè più nè meno come fosse una balla di mercanzia. —Un uomo! esclamò Daùd, Oh! ma quello li è il mio amico Ibrahim! Il vecchio barcaiuolo alzò a quella voce la testa e si guardò intorno. —Daùd! gridò egli, cercando di alzarsi. Giusto Allàh, il mio Daùd!… —Che diavolo succede, disse Omar, Vi conoscete! —Ma sicuro, Omar, rispose vivamente Daùd, Quest'uomo è il mio miglior amico che abbia sul Bahr-el-Abiad. Come tu me lo conduci così legato. Che può mai aver fatto a te, questo povero Ibrahim. Lascia che io lo liberi. Così dicendo aveva estratto un coltello e s'era messo a tagliare le corde del vecchio che potè rimettersi nella sua posizione verticale. I due barcaiuoli si strinsero vicendevolmente fra le braccia. —Spero che tu non ci sfuggirai per tornartene da quel birbante di
Notis, disse Omar. Cosa eri andato a fare da lui?
—Tu eri andato da Notis? chiese Daùd sorpreso. Che affari avevi con lui? Il barcaiuolo li mise subito al corrente delle cose narrando a loro come avesse veduto e parlato con Elenka a Gez-Hagiba e come si fosse messo agli ordini di Notis. Narrò inoltre come il greco avesse intenzione di abbandonare Quetêna fra due o tre giorni in compagnia di Fathma. —Ah! la è così, disse Omar, grattandosi l'orecchio. Se il maledetto sospetta la mia presenza starà in guardia e sarà difficile liberare la povera almea. —Cercheremo di eludere la sua sorveglianza, rispose Daùd. —Ma in qual modo? —Ibrahim ci aiuterà. —Io! esclamò il vecchio con sorpresa. Ibrahim, disse gravemente Daùd, Narrami che cosa successe l'anno scorso quando c'incontrammo a Machadat-Abu-Zat. —Io era caduto in acqua, me lo ricordo bene, e aveva un coccodrillo dinanzi che cercava di afferrarmi a mezzo corpo per tagliarmi in due. Ero perduto se tu non venivi in mio aiuto uccidendo con un colpo di scure il mostro. —Si vede che hai buona memoria. Quando ti trasportai a riva, ti ricordi cosa mi dicesti? —Sì, ti dissi che se un giorno tu avessi bisogno di un uomo pronto a dare tutto il suo sangue, pensassi a me. —Questo giorno è venuto, Ibrahim. Io ho bisogno di un uomo per salvare una donna, e io ricorro a te. Mi aiuterai a liberare Fathma? —Ma è cosa difficilissima, impossibile anzi. —Se vi saranno degli ostacoli noi li spezzeremo. Dimmi ora, hai libero accesso nella casa dove trovasi Fathma? —Sì, posso entrare ed uscire a mio piacimento. —Quanti uomini ha il greco? —Una quindicina di beduini comandati dallo sceicco Fit Debbeud. Daùd e Omar fecero una smorfia. —Troppa gente, disse Daùd con dispetto. Quanti barcaiuoli hai tu? —Una mezza dozzina, ma sono ragazzi di ferro che non hanno paura nemmeno della collera del Profeta. —Tu sei e io quindici e tre che siamo noi formiamo una forza di ventiquattro uomini. Si può ancora tentare la sorte. —Che intendi dire? chiese Omar. —Che possiamo assalire l'abitazione ed espugnarla —È impossibile! —Perchè? —Notis al primo allarme si barricherà in casa e per espugnarla perderemo tre quarti della nostra gente. Eppoi, gli abitanti di Quetêna potrebbero venire in massa sul luogo del combattimento e mandare a male ogni cosa. —E allora, cosa si farà? Pensa che abbiamo tre giorni soli dinanzi. —Prima di tutto bisogna allontanare Notis e ridurlo all'impotenza. —Ma in qual modo? il greco non si allontanerà tanto facilmente. —A questo penso io, disse Ibrahim. Prima di domani sera Notis sarà ridotto in uno stato tale da non poter fare un solo passo per quarant'otto ore. —Vuoi pugnalarlo forse? —Niente affatto. Pugnalarlo sarebbe pericoloso; potrebbero sorprendermi e pigliarmi. Lasciate pensare a me e vedrete che tutto andrà bene. —E liberatici del greco che faremo? —Coll'aiuto d'Ibrahim entreremo tutti e due nella villa, saliremo da Fathma e ci barricheremo nella sua stanza, disse Omar. Aspetteremo la sera, poi ci caleremo, da una delle finestre, sulla riva del fiume e prenderemo la fuga. —Bel piano! esclama Daùd. Ma potrebbe darsi che venissimo scoperti, però. —Ci difenderemo

Tag: canotto    greco    negro    fare    tutto    vecchio    prua    tre    riva    

Argomenti: ferro rovente,    mezzo corpo,    uomo pronto,    libero accesso,    menomo tentativo

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

La via del rifugio di Guido Gozzano
Le smanie per la villeggiatura di Carlo Goldoni
Corbaccio di Giovanni Boccaccio
I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi
Il fiore di Dante Alighieri

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Il tuo viaggio tra le perle del Mar Rosso
Come formattare un PC
Come fare il profumo in casa
La cura degli avannotti
L'innesto della rosa


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36   |    37   |    38   |    39   |    40   |    41   |    42   |    43   |    44   |    45   |    46   |    47   |    48   |    49   |    50   |    51   |    52   |    53   |    54   |    55   |    56   |    57   |    58   |    59   |    60   |    61   |    62   |    63   |    64   |    65   |    66   |    67   |    68   |    69   |    70   |    71   |    72   |    73   |    74   |    75   |    76   |    77   |    78   |    79   |    80   |    81   |    82   |    83   |    84   |    85   |    86   |    87 successiva ->