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L'amore che torna di Guido da Verona pagina 81oltremodo incomoda per sfuggire alle sue ricerche; uscir di casa prestissimo, simular escursioni fuori di Roma, dare ogni giorno pretesti nuovi, e talvolta, invece di dormire a casa mia, passar la notte nel quartierino, dove più tardi Edoarda sarebbe venuta, se pure avesse potuto sfuggir di mano al suo tenace inseguitore. Per non tradirci, dovevamo sottometterci a queste servitù. Ma infine mi stancai. Una mattina ch'era venuto a sorprendermi appena uscivo dal bagno, rassegnatamente lo feci assistere a tutta la mia vestitura, cercando intanto, con livor nascosto, il mezzo d'imbastire con lui qualche litigio. — Bada, — cominciai, — che stamane non potremo far colazione insieme. — Oh, perchè? — Perchè sono invitato da Elia d'Hermòs. — Ah?... quel tuo personaggio equivoco, il quale non sa parlare nessuna lingua correttamente? Faresti assai meglio se gli dessi un po' di lungo. — Tu, mio caro, hai presa l'abitudine di criticare tutto quello ch'io faccio, in un modo che finirà con esasperarmi. Credo avere un'età, nella quale posso finalmente far a meno del precettore! — Oh, non bisogna toccarti su questa corda! Tientelo ben stretto il tuo caro d'Hermòs! Per conto mio ti ripeto che mi ha tutta l'aria d'un personaggio equivoco. — In ogni modo ti prego di non propalare al Circolo queste tue impressioni affatto arbitrarie. — Oh, quanto a questo, potevi anche tralasciare di presentarlo al Circolo! — Toh! per farti piacere forse? A Parigi, sappilo, è socio dell'«Agricole» e della «Rue Royale». — Tutte le canaglie fanno parte dei migliori circoli; questa è regola corrente. — Insomma, pensane quello che vuoi: è mio amico, e ti prego, almeno con me, di evitare questi grossolani apprezzamenti. — Se stamane sei di malumore, me ne vado. — Oh... lo dici, ma tanto non lo fai! Da qualche tempo ti ha preso di me un amore sviscerato; non mi abbandoni d'un passo! E non che mi secchi, sai... tutt'altro! ma te lo faccio notare semplicemente. — Per voler bene a te occorre una buona dose di rassegnazione! Tu, gli amici, li tratti come tuoi servi. — Allora ti dirò che gli amici li ho sempre coltivati ed amati; ma tu — inutile nasconderlo! — per una bizzarrissima idea che ti sei fitta in capo, mi fai da poliziotto, e questo annoierebbe chicchessia. — Da poliziotto? Veh!... questa è nuova! Sei liberissimo di fare o disfare quel che ti pare e piace. Anzi ti chiederò perdono se, dopo quindici anni d'amicizia, mi sono talvolta permesso d'entrare in argomenti, come direi?... troppo delicati. — Ma se questi argomenti, — e te lo ripeto per la millesima volta! — sono una tua pura e semplice invenzione? — Bah... bah!... padronissimo di nascondere i fatti tuoi, ma non volermi anche abbindolare, perchè questo non serve! Io, bada bene, per tanti anni ho avuta la stoltezza di crederti un uomo di buon cuore, un animo nobile, e mi son fatto paladino ad oltranza di tutte le tue scapigliatezze; ma oggi, parola mia, se muovo un passo, non è più per te; — è per lei, poverina, che mi fa pena. Tu scherzi con le anime come un giocoliere coi bossoli, e, poichè mi dai del poliziotto, io te lo dico recisamente: Se oggi Edoarda è di nuovo la tua amante, hai commessa una vera indegnità! — Ma sei pazzo! pazzo! — esclamai alzando le spalle, e chinandomi verso la pettiniera, perchè non mi vedesse in faccia. — E poi mi secchi! e poi mi tedii! e poi sono stanco di sopportare queste inverosimili accuse! — aggiunsi vibratamente — -Non lo è! Non lo è! te lo affermo ancora una volta! Non lo è stata, non lo sarà mai! Ti basta? E se poi lo fosse, — mettiamo il caso come assurdo — se poi lo fosse, mi domando cosa può importarne a te? In nome di Dio, questa è una persecuzione che non ha senso comune! Forse che sei geloso di questa donna e vedi lucciole per lanterne? Oppure te ne hanno affidata la custodia? Fa dunque una bella cosa! Va dal marito, mettigli questa idea nel capo e sarai soddisfatto! Se tu divieni bisbetico io non ne ho colpa! Toh! — Bene, bene, cálmati, — egli rispose freddamente. — Le ingiurie che mi lanci, le metto con le altre, in disparte; verrà il giorno in cui ne riparleremo. Quanto al resto mi limito a darti un avvertimento, e cioè che la custodia d'Edoarda non me l'ha confidata nessuno; ma io me l'arrogo, nel senso che chiunque voglia tenderle un'insidia, prima che con altri dovrà fare i conti con me. Siamo intesi? Ed ora, a rivederci. E uscì senza tendermi la mano. — A rivederci, Fabio! — gli gridai dietro ridendo. — E non fare troppo il sostenuto perchè io non sono affatto in collera!... Da quel giorno le persecuzioni cessarono, o per meglio dire si fecero più discrete. Quanta maggiore libertà mi diede, tanta ne tolse a Edoarda, sfogando sopra lei sola i malumori che adesso era costretto a risparmiarmi. Edoarda me lo raccontava con indulgenza, pregandomi di non volerne a quel povero amico, geloso e fedele come un vecchio cane. Egli le aveva fatte le medesime scene, in un modo più dolce ma non meno accanito. Vivendole accanto quasi ogni giorno, egli aveva potuto studiare, più sopra di lei che sopra di me, le alternative del nostro amore, fin dai primissimi segni, ed era difficile ingannare quel cuore attento. La sua certezza ormai era indiscussa, e ne soffriva profondamente, come d'una propria sventura. Gli uomini, anche i migliori, hanno sempre una parte del loro innato egoismo che non riescono del tutto a soffocare. Fabio, il quale si era sentito capace di rinunziare alla sola donna che avesse davvero amata, per ottenere la sua felicità dandomela in isposa, Fabio ch'era stato il suo consolatore con la dolcezza di un fratello, e che aveva sopportato quel matrimonio con il De Luca pur di saperla finalmente accasata e tranquilla, Fabio, che nel seno della famiglia nuova si era serbato il posto del consigliere, del confidente, come colui che conosceva tutti i segreti antichi, ora non poteva rassegnarsi a veder tornare verso di me, per la via del peccato, questa donna intangibile, quest'anima pura ch'egli aveva collocata al di sopra d'ogni altra, in un paradiso d'idealità. Egli si ostinava sempre a rivedere in lei la fanciulla di un tempo, quella soave incarnazione di sentimento e di fragilità, senz'accorgersi che una donna era fiorita vicino all'altra, viva e trepida, piena di desiderii forti e di sensualità nuove. E non perdonava nè a me nè a lei quel passo che avevamo compiuto, senza chiedere — per così dire — il suo consenso, mostrando invece che, dopo averlo tenuto per indispensabile, ora lo consideravamo quasi per il nostro primo nemico. In fatti eravamo forse un poco ingiusti: quell'anima buona era tanto vissuta per noi. Senza volerlo, egli contribuì alle ciarle che di quest'avventura si fecero, poichè purtroppo le precauzioni e le scaltrezze a ben poco servono. In Roma se ne parlò, anzi se ne parlò assai; ma c'è una specie di solidarietà mondana che salva sempre i mariti dal conoscere queste cose. I begli spiriti concludevano, — come in séguito mi venne riferito: «È naturale: doveva inevitabilmente finire così!» Infatti le cose illogiche paion sempre naturalissime al mondo. Edoarda era un'amante squisita; pareva che fosse nata apposta per ingannare un marito, e nessuno avrebbe mai potuto supporre che tanta scaltrezza si annidasse in quella sua testolina di bimba delicata e sentimentale. Vi sono molti fiori che, quando si aprono, sono assai diversi dal bòcciolo che li nascose. Ella sapeva eludere tutte le sorveglianze con una maestria veramente ammirevole; aveva trovato vari modi per potermi scrivere quando non era lecito vederci, e gli avvenimenti più disparati le offrivano il mezzo di preparare un nostro incontro. Non le feci mai visita in casa, per un certo rispetto verso noi stessi, ed anche verso il marito, il quale mi usava moltissime cortesie. Ma non evitavo di andarli a trovare in palco nè di sedere alla lor tavola, quando c'incontravamo ai Tag: sei sempre giorno bene donna poliziotto forse assai casa Argomenti: sei fitta, maggiore libertà, innato egoismo, soave incarnazione, fiorita vicino Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Intrichi d'amore di Torquato Tasso Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Cosa fare all'arrivo di un cucciolo a casa Come gestire una serena convivenza Perché si regala la mimosa l'otto marzo Quali giochi scegliere per il coniglio nano Come vestirsi per un appuntamento galante
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