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L'amore che torna di Guido da Verona pagina 71vero? — Intimo no, — egli fece con una certa confusione, — ma insomma lo conosco molto bene, lavoro per lui... — Appunto. È un uomo che, negli affari, conosce molto bene il fatto suo, perciò desidererei la sua protezione. Depositerò solo una parte della cauzione, ma tu mi devi ottenere, dalla sua fiducia, il resto. S'intende che vi guadagneresti anche tu le tue mediazioni. — Wendel... Wendel... — cominciò egli a borbottare, — è un uomo così bizzarro! Poi, vedi, la Borsa, in questo momento, non te la consiglierei... — Peuh!... se andrà male, tanto peggio! Sono deciso a tentare. — Insomma, è un'idea su la quale devi riflettere. — Certo; ma dimmi solo se t'incarichi della faccenda. — Dio buono! non ti nascondo ch'è un bel grattacapo! Vediamo un po': di quale cauzione disponi? — Una quindicina di mille franchi al più, se tu non puoi aggiungervi nulla, come speravo. — Oh, io, ti ho detto... — È inteso, è inteso! Dunque una quindicina; ma s'intende che vorrei speculare molto più in grande. Egli finiva di rasciugarsi la faccia e s'incipriava. — Bene, senti, — concluse dopo aver meditato, — ti prometto che farò il possibile. Se non riuscissi, non sarebbe colpa mia. — No, caro Mariani, so benissimo che tu, volendo, puoi ottenermi quello che desidero. In fin dei conti ho ancora le mie terre! — Quale? Torre Guelfa? — Già! — In questo caso mi sarà più facile. — Poi, ti ripeto, ci potremmo intendere su tutto. Gli affari li tenteremo anche a metà, se credi. — Insomma, ne ragioneremo; ti prometto che ne ragioneremo, — fece con intendimento. — Bada che ci conto. — È inteso. Ed ora ti prego di rimanere a colazione; voglio farti conoscere mia moglie. — Grazie, volentieri. Sua moglie infatti era una donna che valeva la pena d'essere conosciuta. Alta e bionda, con gli occhi un po' tinti, le mani troppo inanellate, vestiva con eleganza, discorreva con spigliatezza. Durante la colazione si parlò di cose molto superficiali; notizie concernenti gli amici che avevo perduti di vista e le brighe diverse ch'essi avevano con le loro famiglie, con i lor patrimoni o con le loro amanti. Egli mi raccontò della sua vita, io della mia, senza dirci entrambi una parola di verità, come avviene molto spesso. Dopo la colazione il Mariani uscì subito, per faccende che gli premevano; io rimasi un poco a discorrere con la signora. Parlava di suo marito con una indulgenza un po' ironica, e di sè stessa come d'una incompresa. Portava una camicetta di pizzo che lasciava scoperte le sue braccia fino al gomito, e quelle braccia erano bellissime; la sua gola, tra le sforacchiature del pizzo, biancheggiava tonda e piena. Si era fatta ondulare i capelli e portava qualche ricciolo rimesso. Mi diceva di ricordarsi ancora, dal tempo in cui era fanciulla e andava con sua madre al Pincio, di avermi veduto guidare «i più bei cavalli di Roma». — C'è a Parigi, — le dicevo a mia volta — un'attrice che vi somiglia in modo sorprendente. Ne avrete forse inteso parlare: Margot de Sèvres. — Oh certo! Ne ho veduto anche il ritratto in una rivista. Ma è un complimento che mi fate! — O che faccio all'altra... non saprei. — In ogni modo ne sono lusingata. — E aveva, nel ridere, una provocazione diffusa per tutta la persona. — A Roma, — domandai — che vita fate? La società? — No, affatto; mio marito la odia. — Il teatro? le corse? le cacce? — Un po' il teatro e poco il resto; rimango molto in casa, ricevo alcuni amici, faccio qualche visita... una vita sciocca, in fondo. Ma, che volete? Mariani è un originale. Non ha cambiate le sue vecchie abitudini, e povera me se volessi costringerlo a condurre una vita mondana. — Oh, lo conosco! e per quanto gli voglia bene, credo ch'egli non sappia valutare abbastanza una donna come voi... Il Mariani, gliel'ho ripetuto sempre, non doveva prender moglie. — Perchè dite questo? — ella fece con sorpresa. — Così... mi pare... Forse m'inganno anche. — Mah? — ella fece con un sorriso. Poi corresse: — Mio marito è molto buono. — Certo, — affermai. — E sono forse indiscreto nel dirvi queste cose, poche ore dopo avervi conosciuta. Ma intesi molto spesso parlare di voi, e siete fra quelle donne che interessano anche gli estranei. Voi, da signorina, vi ricordate di aver osservato i miei cavalli al Pincio; io, quand'eravate signorina, mi ricordo di avervi veduta una mattina, una domenica di Maggio, uscir di chiesa con un grande cappello di paglia fiorentina ornato di rose fresche... Era la prima volta che vi vedevo e mi ricordo d'essermi fermato per domandare di voi ad un conoscente, il quale vi salutava. Come vedete, ho buona memoria anch'io! Ella sorrideva nell'ascoltarmi, allettata e sorpresa. Ma i suoi occhi ambigui, dietro quel sorriso, mi andavano scrutando. — E quando, — ripresi, — quando mi raccontarono che il Mariani si era fidanzato con voi, dissi fra me: «Bah... quelle rose fresche erano belle assai!» E l'ho invidiato un momento, come invidiai tutti gli uomini che sposarono una donna bella. È forse questa invidia molteplice che mi ha salvato sempre dal pericolo del matrimonio. — Però, — ella fece con un sorriso ironico, — vi siete andato molto vicino... — Certo, — risposi leggermente; — vicino a questo, come a tutti gli altri pericoli, a tutte le altre tentazioni della vita. E mi accommiatai dicendole: — Se permettete, donna Claudia, verrò a farvi un'altra visita fra qualche giorno. — Grazie; sono quasi sempre in casa, fin verso le quattro. — Quando allora? — Venerdì, se volete. IV Andò a finire che l'agente di cambio mi fece credito, e la bionda Claudia mi concesse qualche privilegio. La sera, naturalmente, mi recavo spesso a teatro per incontrarla, e mi ricordo di una volta ch'ella sedeva in un palco di prima fila, bellissima, provocante, ammirata. La mia poltrona era dall'altro lato della platea, e durante un intermezzo ella mi fe' segno di salire. Vi andai. C'era il Wendel al parapetto, di fronte a lei, mentre il povero Mariani stava rincantucciato in fondo al palco, vergognoso di avere una moglie così fulgida, un agente di cambio così ricco. Tutti e tre furon meco di una cortesia squisita e mi domandai se al mondo val qualche volta la pena di avere scrupoli, visto che, nei rispetti sociali, l'onestà e la disonestà, il sentimento e la commedia del sentimento, son cose che in fondo non presentano alcun divario ben definito. Poco dopo il Mariani colse l'occasione di andarsene a fumare un sigaro, ed alla fine dell'atto anche il Wendel uscì. Allora mi posi al parapetto. La sala pettegola, irrequieta, scintillava di luce, di gioielli, di spalle nude; i canocchiali curiosamente incrociavano per ogni verso i loro fuochi. Questa bellissima Claudia, che aveva il nome ed il seno di una liberta romana, mi prodigava i suoi sorrisi e — cosa inaspettata, — di fronte a noi, ma in un palco di seconda fila, c'era Edoarda De Luca insieme con suo marito. In quel momento vidi Fabio Capuano entrar nel suo palco. — Temo che il Wendel sia rimasto un po' male, — mi disse Claudia sottovoce, nascondendo la faccia dietro il ventaglio di piume. — Di che? — Ha veduto quando ti ho fatto cenno di salire. — Bah! son malumori che passano... Intanto i miei sguardi correvano curiosamente verso quel palco di seconda fila. Edoarda portava quella sera un abito nero, scollato, e su le spalle un boa di chinchilla che morbidamente le ricadeva indietro. Aveva cambiata pettinatura; non portava più il suo gran nodo su la nuca, ma un'acconciatura di moda, con ondulazioni, crespi e riccioli sfuggenti, la treccia ravvolta sul vertice della testa, e, fra i capelli, un'orchidea di brillanti, splendidissima. Le sue spalle, il suo petto, biancheggiavano nella penombra del palco ed avevano in sè qualcosa di rigogliosamente maturo: il fiorire della fanciulla ch'è divenuta donna e conosce ormai tutti i secreti voluttuosi dell'amore. Anche il Tag: palco donna vita tutti inteso marito moglie dopo certo Argomenti: mani troppo, grande cappello, invidia molteplice Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Marocco di Edmondo De Amicis Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Maldive, immersi in paradiso Come fare il profumo in casa Come fare un profumo alle rose La calopsite: un grande pappagallo poco conosciuto Viaggio a Berlino tra modernità e storia
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