Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga pagina 42

Testo di pubblico dominio

del cugino Trao. Andava così facendo visite da un palco all'altro, per non pagare il posto. - Non vi scomodate... un posticino... in un cantuccio... Voi, Canali, potete andare da donna Giuseppina, qui accanto, che non c'è nessuno!... No, no, in verità, nessuno!... Sarino, il suo figliuoletto, quello alto quanto il ventaglio, sapete la canzone?... e Corradino La Gurna, il ragazzo della zia Trao... Donna Giuseppina lo conduce dove va per servirle di paravento... quando aspetta certe visite... capite? L'hanno mandato apposta da Siracusa per romperci le tasche!... - Poscia, appena Canali se ne fu andato: - Ora arriva anche Peperito!... Non mi piace giuocare a tressetti!... - E ammiccò chiudendo un occhio. Nessuno gli rispose. Allora, vedendo quei musi lunghi, ripigliò, cambiando tono: - Che produzione, eh? La donna specialmente!... M'ha fatto piangere come un bambino!... - Anche qui! anche qui! - rispose don Filippo, fingendo di volgerla in burletta. - Ah, donna Fifì?... Allegramente, ché adesso, al terz'atto, fanno pace fra di loro. Lui è ferito soltanto. Lo salva una ragazza che l'ama di nascosto, e viceversa poi si scopre esser sua sorella di latte... Una produzione che fu replicata due sere di seguito a Caltagirone... Ohi! ohi!... cos'è adesso? Il Capitan d'Arme, dal palco dirimpetto, credendo di non esser visto, dietro le spalle della Capitana, faceva segno verso di loro col fazzoletto bianco, fingendo di soffiarsi il naso. Mèndola nel voltarsi sorprese pure donna Giovannina col fazzoletto al viso. Ella abbassò subito gli occhi e si fece rossa come un peperone. - Ah! ah!... Sicuro! Una bella compagnia! Fortuna che sia capitata da queste parti! La prima donna specialmente!... Sta lì, di faccia a casa mia, nella locanda di Nanni Ninnarò. Bisogna vedere ogni sera, dopo la recita!... - E terminò la frase all'orecchio di don Filippo, il quale rispose: - Ehm!... ehm!... - Ti dò uno sgrugno, - minacciò intanto la mamma sottovoce, mangiandosi cogli occhi Giovannina. - Ti fo venire adesso il raffreddore!... - Sicuro! - riprese il barone ad alta voce perché non capissero le ragazze. - Padrone del campo veramente è il padre nobile, quello che avete visto col barbone bianco. Finta che litigano ogni sera sul palco scenico... Ma poi, a casa, bisogna vedere!... Non vi dico altro! Ho fatto un buco apposta nell'impannata del granaio che guarda appunto in camera sua. Però ci sono gli avventizî, i devoti spiccioli, capite? quelli che vanno a portare la loro offerta... Il figlio del notaro Neri ha saccheggiato la dispensa, nel tempo che suo padre era fuggiasco... salsicciotti, reste di fichi secchi, pezze intere di cacio... Portava ogni giorno qualcosa in tasca... Ohi! ohi!... La signora Capitana si disponeva ad andarsene prima del tempo. In piedi, sul davanti del palchetto, aveva tolto con mal garbo il guardaspalle al Capitan d'Arme, e l'aveva dato al tenente, il quale glielo accomodava sugli omeri nudi in barba al suo superiore, adagio adagio, facendo il comodo suo, senza curarsi di tutti quegli occhi che avevano addosso. Don Bastiano Stangafame dall'altro lato, col ventaglio in mano, e il marito, pacifico, che guardava e taceva. Mèndola diede una gomitata a Margarone, e tutti e due si misero a guardare in aria, grattandosi il mento. Canali osservò dal palco accanto: - Un po' per uno, non fa male a nessuno!... - Badate a voi piuttosto!... badate!... - Sì, sì, l'ho visto venire... Adesso scappo, prima che giunga il cavaliere... S'imbatté col Peperito giusto sull'uscio del corridoio. - Oh, cavaliere!... Beato chi vi vede! S'era inquieti da queste parti... parola d'onore!... - Perché? - balbettò Peperito facendosi rosso. - Così... Una produzione come questa che fa correre tutto il paese... Si diceva... come va che il cavaliere?... Peperito esitò alquanto, cercando la risposta, non sapendo se dovesse mettersi in collera, e poi gli sbatté l'uscio sul muso. - Ora fanno il quadro degli innocenti! - soggiunse Canali ridendo. - Vado in platea per vederlo di laggiù. - Allegramente, donna Fifì! - disse poi Mèndola. - Non vi sono né morti né feriti!... Se non arriviamo a farvi ridere in nessun modo, vuol dire... In quella si udì nel corridoio un fruscìo di seta, e un rumore di sciabole e di speroni. Donna Giovannina si fece di brace in volto, sentendosi addosso gli occhi della mamma. La signora Capitana spinse l'uscio del palchetto, e mise dentro la sua testolina riccioluta e sorridente. - No, no, non vi scomodate. Son passata un momento a salutarvi. Un'indecenza questa produzione... Io me ne vo per non sentir altro... E il vestito della donna!... avete visto, nel chinarsi?... - Eh! eh!... - rispose don Filippo accennando alle sue ragazze. - Precisamente! Una mamma non potrà condurre in teatro le figliuole. - È giusto! - osservò allora don Filippo. - Dovrebbe interessarsene l'autorità... Il tenente, che le cortesie della signora Capitana avevano messo in vena, aggiunse: - Io sono l'autorità. Ora corro sul palcoscenico per vedere s'è quel che dico io... Voglio toccare con mano come san Tommaso! Ma nessuno rise. Solo la Capitana, dandogli un colpetto sul braccio, si chinò sorridendo all'orecchio di donna Bellonia per confidarle ciò che affermava il tenente: - Io dico di no, invece. Guardate donna Giovannina... È grassa quasi quanto la prima donna, eppure non si vede... Un po'... sì... da vicino... forse pel busto che stringe troppo... - Graziosissimo!... - borbottò il Capitan d'Arme dal corridoio. - Elegantissimo!... Zacco, che giungeva allora, al vedere gli uniformi stava per tornare indietro, tanta la paura che gli era rimasta da quell'affare della Carboneria. Ma poi si fece animo, per non destar sospetti, e andò a stringere la mano a tutti quanti, sorridendo, giallo come un morto. - Vengo dalla cugina Trao. È ancora in casa del fratello, poverina! Non si può muovere!... Ha voluto partorire proprio a casa sua!... Io non ne sapevo nulla, giacché sono stato in campagna per badare ai miei interessi. - Ma che aspettano a battezzare cotesta bambina! - chiese Margarone. - L'arciprete Bugno fa un casa del diavolo per quell'anima innocente che corre rischio d'andare al limbo. Allora prese la parola il Capitano Giustiziere. - Aspettano il rescritto di Sua Maestà, Dio guardi... Un'idea del marchese Limòli, per far passare il nome dei Trao ai collaterali, ora che sta per estinguersi la linea mascolina... Le carte furono nelle mie mani... - Sì, una gran famiglia... una gran casa, - aggiunse la signora Capitana. - Ci andai per far visita a donna Bianca. Ho visto anche la bambina... un bel visetto. - Benissimo! - conchiuse Zacco. - Così mastro-don Gesualdo ci ha guadagnato che neppur la sua figliuola è roba sua. La barzelletta fece ridere. Canali che tornava colle tasche piene di bruciate, volle che gliela ripetessero. - Buona sera! buona sera! Non voglio stare a sentire altro! - esclamò la Capitana tutta sorridente, tappandosi le orecchie con le manine inguantate. No... me ne vo... davvero!... Erano tutti nel corridoio: donna Fifì masticando un sorriso fra i denti gialli; Nicolino dietro a Canali il quale distribuiva delle bruciate; anche donna Giuseppina Alòsi aveva aperto l'uscio del suo palco, per non dar campo alle male lingue. Solo donna Giovannina era rimasta al suo posto, inchiodata dal viso arcigno della mamma. Don Ninì, che veniva di nascosto per non destar i sospetti della fidanzata, vestito di nero, con un mazzolino di rose in mano, rimase un po' interdetto trovando tanta gente nel corridoio. Donna Fifì gli rivolse un'occhiataccia, e tirò sgarbatamente per un braccio il fratellino che gli si arrampicava addosso onde frugargli nelle tasche. Il Capitano d'Arme accarezzò il ragazzo, e disse guardando nel palco dei Margarone con certi occhi arditi: - Che bel fanciullo!... tanto simpatico!... Una bella famiglia!... Donna Fifì gli rispose con un sorriso civettuolo, proprio sotto gli occhi del fidanzato. La Capitana rise

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Argomenti: due sere

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