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Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga pagina 27il marchese, perdendo la pazienza. Santo, che s'era già alzato, tornò a sedere mogio mogio. - Con permesso! con permesso! - disse il canonico. - Un momento! Vo e torno! Donna Sarina gli corse dietro nell'anticamera, e si udì il canonico rispondere forte: - No! Qui vicino... dal Capitano!... Il marchese che stava coll'orecchio teso fingeva d'ammirare ancora i mobili e le stanze, e tornò a dire: - Belli! belli!... Una casa signorile! Siete stati fortunati di potervi cacciare nel nido dei La Gurna!... Eh! eh!... Se ne videro qui delle feste... in questo stesso luogo!... Mi rammento... pel battesimo dell'ultimo La Gurna... Corradino... Adesso sono andati a stare a Siracusa, tutta la famiglia, dopo aver dato fondo a quel po' che rimaneva!... Mors tua vita mea!... Qui starete da principi!... Eh! eh!... son vecchio e la so lunga!... Ci staremmo bene anche noi, eh, donna Sarina?... eh? Donna Sarina si dimenava sulla seggiola per tener la lingua in freno: - Quanto a me!... - disse poi - grazie a Dio!... La prova è che il ragazzo La Gurna, Corradino, viene da me per la villeggiatura. Lui non ci ha colpa, povero innocente! - No, no, è meglio star seduti in una bella sedia soffice come questa, che andare a buscarsi il pane di qua e di là, come i La Gurna!... quando si può buscarselo anche!... E avere una buona tavola apparecchiata, e la carrozza per far quattro passi dopo, e la vigna per la villeggiatura, e tutto il resto!... La buona tavola sopratutto!... Son vecchio, e mi dispiace che il marchesato non possa servirsi in tavola... Il fumo è buono soltanto in cucina... La so lunga... C'è più fumo nella cucina, che arrosto sulla tavola in molte case... quelle che ci hanno lo stemma più grosso sul portone... e che arricciano più il naso!... Se torno a nascere, voglio chiamarmi mastro Alfonso Limòli, ed esser ricco come voi, nipote mio... Per godermi i miei denari fra me e me... senza invitar nessuno... no!... - Tacete!... Sento il campanello! - interruppe donna Sarina. - È un pezzo che suonano mentre voi state a predicare... Però era un tintinnìo sommesso di gente povera. Santo corse ad aprire, e si trovò faccia a faccia col sagrestano, seguito dalla moglie, la quale portava sotto il braccio un tovagliuolo che pareva un sacco, quasi fosse venuta per lo sgombero. Al primo momento don Luca rimase imbarazzato, vedendo il fratello di Speranza che gli aveva mandato a dire mille improperi con suo marito Burgio; ma non si perse d'animo per questo, e trovò subito il pretesto: - C'è il canonico Lupi?... Mia moglie, qui, m'ha detto ch'era montato in carrozza cogli sposi... La gnà Grazia allora entrò svolgendo adagio adagio il tovagliuolo, e ne cavò una caraffina d'acqua d'odore, tappata con un batuffoletto di cenci. - L'acqua benedetta!... Abbiamo pensato per donna Bianca! E si misero ad aspettare tranquillamente, marito e moglie, in mezzo alla sala. In quel momento tornò il canonico Lupi, rosso in viso, sbuffando, asciugandosi il sudore. E a prevenire ogni domanda si rivolse subito al padrone di casa, sorridendo, coll'aria indifferente: - Don Gesualdo... se avete intenzione di farci fare la bocca dolce!... Mi pare che sia tempo!... All'alba ho da dir messa, prima d'andare in campagna. - Vado? - saltò a dire subito Santo. - Mettiamo mano? Si alzò in piedi la sposa; si alzarono dopo di lei tutti gli altri, e rimasero fermi ai loro posti, aspettando a chi toccasse aprire la marcia. Il canonico si sbracciava a far dei segni a compare Santo, e vedendo che non capiva, gli soffiò colla voce di petto, come in chiesa, allorché sbagliavasi la funzione: - A voi!... Date braccio alla cognata!... Ma il cognato non si sentiva di fare quella parte. Infine glielo spinsero dietro a forza. Lo zio Limòli intanto era passato avanti colla sposa, e il canonico borbottò all'orecchio di don Gesualdo: - Credereste?... fa la sdegnosa anche la Capitana! Lei che non manca mai dove c'è da leccare piatti! Fa la sdegnosa anch'essa! Come se non si sapesse donde viene quella gran dama!... No! no! che fate?... - esclamò a un tratto slanciandosi verso compare Santo. Costui, persa la pazienza, quatto quatto rimboccavasi le maniche del vestito. Per fortuna la cognata stava parlando collo zio Limòli, e non se ne accorse. Il marchese, dal canto suo, era distratto, cercando di evitare Giacalone e Pelagatti che volevano servirlo a ogni costo. - Faranno nascere qualche guaio quei due ragazzi! - borbottò infine. Anche Bianca abbozzò un sorriso a quell'uscita, e si scostarono dalla tavola tutti e due, per evitare il pericolo. - Non vuol nulla!... - tornò dicendo il cognato don Santo, quasi si fosse tolto un gran peso dallo stomaco. - Io, per me, gliel'ho offerto!... - Neanche un bicchierino di perfetto amore? - entrò a dire il canonico con galanteria. La zia Cirmena si mise a ridere, e Santo guardò il fratello, per vedere cosa dovesse fare. - Eh! eh!... - aggiunse il marchese con la sua tosserella. - Eh! eh!... - Qualcosa, zio? - Grazie, grazie, cara Bianca... Non ho più denti né stomaco... Sono invalido... Sto a vedere soltanto... non posso fare altro... Il canonico si fece pregare un po', e quindi trasse di tasca un fazzoletto che sembrava un lenzuolo. Intanto la zia Cirmena s'empiva il borsone che portava al braccio, dov'era ricamato un cane tutto intero, e ce n'entrava della roba! Il canonico invece, che aveva le tasche sino al ginocchio, sotto la zimarra, delle vere bisacce, poteva cacciarvi dentro tutto quello che voleva senza dare nell'occhio. Bianca pure regalò con le sue mani stesse una scatola di confetti al cognato Santo. - Per vostra sorella e i suoi ragazzi... - Di' che glieli manda lei stessa... la cognata... - soggiunse Gesualdo tutto contento, con un sorriso di gratitudine per lei. Erano un po' in disparte, mentre tutti gli altri si affollavano intorno alla tavola. Egli allora le disse piano, con una certa tenerezza: - Brava! mi piaci perché sei giudiziosa, e cerchi di metter pace in famiglia... Non sai quel che c'è stato!... Mia sorella specialmente!... M'hanno fatto andare tutto in veleno anche il giorno delle nozze!... Com'essa gli ispirava confidenza, col viso buono, stava per sfogarsi del rimanente, senza avvedersene, quando la zia Cirmena venne ad interromperlo dicendogli: - Pensate al sagrestano; è lì che aspetta con sua moglie. Don Luca, vedendo arrivare tanta grazia di Dio, finse di esser sorpreso. - Nossignore! Non siamo venuti per i dolci... Non v'incomodate, vossignoria! - Sua moglie intanto andava sciorinando la tovaglia che pareva quella dell'altare. Lui invece, per dimostrare la sua gratitudine, fingeva di guardare in aria, inarcando le ciglia dalla sorpresa. - Guarda, Grazia!... Quanta roba!... Ce ne sono stati spesi dei denari qui! - Poscia, appena don Gesualdo volse le spalle, aiutò ad insaccare anche lui. - Par d'essere appestati!... - borbottò donna Sarina che rientrava col borsone pieno insieme al canonico Lupi. - Neppure i suoi fratelli son venuti!... avete visto?... - Poveretti!... poveretti!... - rispose l'altro agitando la mano dinanzi alla fronte, come a dire che coloro non ci avevano più la testa a segno. Poi si guardò intorno, abbassando la voce: - Sembrava che piangessero il morto, quando siamo andati a prendere la sposa!... due gufi, tale e quale!... Si rintanavano di stanza in stanza, al buio... Due gufi, tale e quale!... Donna Bianca, invece, voleva fare le cose con bella maniera... almeno pei riguardi umani!... Infine se si è indotta a questo passo... Fece un altro segno, coll'indice e il pollice in croce sulla bocca. E sbirciando colla coda dell'occhio che rientravano in sala anche Bianca e suo marito, disse forte, come in seguito di un altro discorso, mostrando il fazzoletto pieno: - Sono le mie propine!... frutti di stola... La moglie del sagrestano, che non si era accorta della sposa, aggiunse: - Sono ancora lì, tutti e due, dietro i vetri della finestra, al buio, a guardare in piazza dove non c'è nessuno!... Tag: canonico santo donna bianca tavola moglie don fare dire Argomenti: quattro passi, sedia soffice Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il benefattore di Luigi Capuana Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi La via del rifugio di Guido Gozzano Le smanie per la villeggiatura di Carlo Goldoni Novelle rusticane di Giovanni Verga Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come essere un bravo casalingo Vacanze a Istria: una storia da raccontare Il tuo viaggio tra le perle del Mar Rosso Offerta capodanno a Sidney Offerta capodanno ad Atlanta (Georgia, USA)
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