Frasi Belle - Le più belle frasi dolci e romantiche online e altro
|
||||
Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero pagina 52mandriano…. Udiste il nostro grido d'allegria? È sera. Il cielo al suo cobalto mischia il nero: addensa la tinta: taciono i monti e si aggravano sulle valli: non stride un grillo, non geme un uccello, ma solo rombano i torrenti. Io guardo le cime e mi domando:—Se dovessi ancora salire lassù nel tenebrore? Una notte tra i faggi e le balze? Senza provvisioni?—e cammino tacitamente e spio il volto della ragazza, che di rubicondo e sanissimo, s'è fatto freddiccio e violaceo: fiori ed erbe e sassi e ruscelli sereneranno tranquilli: alle stelle mi sento quasi tentato di dire:—A che vi affollate in questa zona di cielo? Non vi è pupilla che vi contempli, non v'è dolore, non v'è amore!—…. Sfilano le vacche, ciondolando i campanacci e smottando il terreno: le conto, una, due, quattro, sei…. Non le conto più: ascolto dei sospiri gravissimi, dei fruscii, delle note sorde: non è il dodòn, dodòn, no, ma un tardo addio. Si sbandano ancora le caprette, ma trottando, quasi paurose di slontanarsi dalla torma: ballonzano pesantemente i montoni, come cose balorde: segue il mandriano con un fascio di radiconi sul capo…. Si vorrebbe udire un suono di campana benedetta, vedere un cimiterio, passare innanzi a un'osteria dal focolare vampeggiente: insomma accorgerci del massimo beneficio degli uomini stretti in società, l'aiuto, il ricordo, la speranza, l'oste, il prete…. Si pensa saltando di sasso in sasso:—È questo il sentiero che deve battere il medico condotto, se è chiamato di notte da chi non istà bene? Oh che luoghi! E lo speziale? Vorrei vederla quella bottega, io che mi prendo le medicine inglesi! Oh che gente! Eppure qui si vive tutto l'anno da migliaia d'anni, qui si nasce e si muore e si ignora che c'è la città, la nostra città, che ci sono io che a st'ora mi sento ed ho grandi bisogni!—Cala sempre più la notte…. Di lontano, dei lumi! Ci guardiamo di dietro per gustare di più la tetra oscurità senza compassione, e poi affisarci nei punti rossigni, provvisti, carissimi, umani…. Aaah! I nomi di Ludwigs Höhe, di Parrospitze, di Signalkuppe, di Schwarzhorn, e cent'altri, che ci si ficcarono tutto il giorno nel desiderio ambizioso, diventano strani, crudeli, ghiacciati: vengono insidiosissimi e saporiti, per così dire, nella gola quei battesimi ambrosiani delle nostre buone donne di servizio: se la Peppa ci desse qui un risottino fumante! Se Perpetua allagasse di conza un piattone di stufato!… Aaah!… * * * Arriviamo al paese, all'albergo, ai grandi lumi, caldi e vivissimi: la guida ci precede: ci viene incontro una cameriera tutta in chiaro…. Che effetto strano in quell'eleganza! Giacchè l'abbiamo abbandonata, ci volgiamo indietro all'oscurità, a gettare uno sguardo alle prime luci che incomincia a nevicare giù la luna: a quest'ora, al termine del pellegrinaggio, siamo quasi dolenti di non soffrire più privazioni, d'esser giunti, d'esser sicuri: con stringicore ci sovveniamo di qualcosa, di qualcuno, di qualcuna: è un lampo di poesia, la chiusa, la consacrazione della giornata. Il mio amico pensa di sicuro:—Se mia cugina vedesse dove sono!—ed io sospiro:—La mia povera Tea è in collegio!—Squilla una campanella per noi. La gente che c'è, donnine avvolte nelle ciarpe e uomini in gilé bianco, s'affaccia ai nuovi venuti, lì dallo spiano del terrazzo, qua dalla lobia del châlet. Oh seccature! oh figurini profumati! oh statuette di porcellana! Suona un pianoforte: e s'odono delle risa inviziatelle, aristocratiche, maliziose…. Noi, un po' orsi, pesanti, impolverati, goffi, rizziamo il capo facendo dondolare sul cappello il mazzetto di fiori.—Mi rincresce,—dice la cameriera:—ma la table d'hôte è finita.—(Meglio! meglio!)—Mi spiace, ma….—Non importa: arriviamo da….—giù un nomaccio:—Ceneremo da alpinisti.—A cena, sulla candida tovaglia, fra le posate e le bottiglie lustranti, fra le boccette della senape e di cent'altre leccornie obliate da noi, in mezzo a tante meraviglie, apriamo e riapriamo la Guida: il seguire sulla carta il viaggio e il pronunciare delle sillabe, spitze ed höhe, sul musino bianco e pastosello delle cameriere è la gioia che fa passare ogni stanchezza: i bei nomoni sono come il pepe delle vivande che si mangiano. Stamattina, questi nomi erano muti, colle, passo, comba, alp, cima, horn, erano bianco su nero, parole: a quest'ora sono quel che sono!—Si guarda l'itinerario pel domani: e quei nuovi nomi, quelle nuove x diventano desideri ardentissimi. E si ciarla, si ciarla, poi si prendono dalla caminiera del salon i biglietti litografati dell'Hôtel et Pension, si leggono le promenades et environs—ascensions principales—voyages—le elevazioni sul livello del mare delle principali vette dei monti nei dintorni: si sa che on parle allemand, français, italien—on tient des mulets et des guides pour la commodité des Voyageurs: fanno pietà in un angolo i parasoli delle signore e gli alpenstock bianchissimi col cornetto di camoscio e i cappellini alla moschettiera colla piuma spavalda: si scarabocchia il nome sull'albo dei forestieri. Guarda, guarda: c'è il dottor tale, milanese, peuh! C'è la famiglia tale! Schiva! Tutte scarpette basse e piedini di butirro!… Vicino s'ode nuovamente il suono del pianoforte e un calpestìo di danze… La fiamma della candela sembra ingrossarsi al nostro occhio, vestirsi di nubi vaporose, razzare, tremolare: la mano stropiccia gli occhi come per cacciarne fuori delle briciole di pane pungenti, la testa si china sulla Guida, il ghiacciaio dell'itinerario si allarga come un lenzuolo… un lenzuolo di un ottimo letto… Chi dà un letto?… Intanto che già si sogna vagamente e penosamente di camminare per scheggioni, per grotte, per frane, attraverso ghiacci, la cameriera ci tocca su un braccio. Eravamo addormentati. Anche voi, o lettori, dormite a questa mia cicalata? Vi domando mille perdoni. L'esordio è finito. E sulle mie labbra c'è il sorriso dell'uomo contento. Voi, amici miei, avete 32 gradi, voi passeggiate dalla Galleria al forno del vostro studiolo. Io tolgo adesso gli occhi da' miei fiori, dalla mia Guida, dalla mia fiaschetta, e fremo agli ultimi brividi freddissimi che m'ha lasciato la doccia delle 11 ore. La mia escursione è incominciata da Biella, s'è spinta su al Corno del Camoscio vicino al Monte Rosa, è calata ad Orla, ha voluto il riposo allo Stabilimento Idropatico d'Oropa. Io mi dico:—Come si fa a scriverle, certe cose?—e mi arrovello. Voi direte:—Come si fa a leggerle?—e…. E chiudete pure il giornale: io apro la Guida. BIELLA. «Il Circondario di Biella è limitato al nord, all'ovest e al sud-ovest dalle linee di separazione delle acque della Sesia e del Leiss e poscia della Dora, ed è chiuso all'est ed al sud da confini meno naturali, che tagliano le vallate dei torrenti che hanno origine dalla costiera settentrionale ed occidentale. Esso ha una superficie di 960,48 chilometri quadrati, e una popolazione di 126,360 abitanti (censimento del 1861). Vi sono quindi 131,56 abitanti per chilometro quadrato, mentre in media nel regno d'Italia non si hanno che 83,54 abitanti per chilometro quadrato. E questo non è poco, ove si consideri che il 57% del suolo biellese è montuoso. Principali torrenti sono al nord la Sessera che volge verso l'est ed al sud il Cervo, cui fanno capo la Viona, l'Elvo, l'Oremo, l'Oropa, la Strona, la Roasenda, tutti gli altri torrenti insomma che non mettono nella Sessera.» E basta. Mille grazie al signor Quintino Sella che pronunciò queste parole nel discorso inaugurale della prima riunione straordinaria della Società italiana di Scienze naturali in Biella. Io non lo saccheggierò più: perchè, rubando male, il terreno diluviale, le alluvioni, il diluvium, il pliocene, il calcare, le roccie feldispatiche e micacee, l'anfilobo e la diorite, la formazione sienitica e il melafiro, e l'altre parolone mi potrebbero procurare qualche tirata d'orecchi da chi ha Tag: guida biella bianco noi guarda nord sento conto quadrato Argomenti: massimo beneficio, effetto strano, camoscio vicino, costiera settentrionale, suolo biellese Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Intrichi d'amore di Torquato Tasso Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Il Lago Malawi: le principali informazioni da conoscere Offerta capodanno a Brema L'affascinante farfalla Vanessa atalanta Come abbinare i gioielli alla forma del viso Educazione e addestramento di un cane
|
||||