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Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero pagina 20suonate meste e quasi a morte!—Come suoneranno meste a Venezia!—Le campane mi hanno sempre commosso nei paesi, e nelle città di provincia.—A Vicenza, a Padova, a Verona, a Mantova! A Mantova! Credevo che Tu fossi là nel settembre del 1876! O campane, perchè mi fate nascere tutta la mia melanconia!—Voglio vita e amore. 16 aprile.—Ho fatto la comunione. A questo mistero del pane di Dio io sposo sempre una mesta commemorazione, santa, pura, gentile.—È commemorazione d'amore. Mi sento casto e affettuosissimo. Avevo con me la tua lettera, e ho ripetuto tra me le parole: Vous étes mon ami, et un ami rare, pourquoi ne serai-je pas confiante avec vous? Si je vous ai fait du mal une fois je veux le réparer en étant pour vous une soeur et une amie.—Dio, eccoti il mio avvenire. Finora la mia vita fu uno spasimo di incertezze, di speranze, di propositi, di scoraggiameli… Ed ora? Perchè non mi scrive?-Non mi scriverà?—Sarà rotto il filo tra noi due. Ma perchè mi tormento così? Prego? Confido? Faccio della poesia? La scienza che mi dice? La verità qual'è?… Mio Dio, mia Lidia, datemi un po' di fede gentile. In che mani saranno questi miei fogli fra venti anni? e fra quaranta? e fra cento?—Vivrà l'anima mia, quando io sarò polvere e nulla?—Chi leggerà? chi capirà? Chi pregherà per me fra cento anni? O Lidia, almeno le anime siano immortali! posso io averti amato soltanto per sette o dieci o venti anni? e dopo?—Per sempre! Per sempre!—dice l'anima mia.—Per sempre e in Dio! Dio che è l'amore! Dio che mi vede, e mi perdona, e mi conforta, e mi fa sperare e sorridere:—Dio che c'è! * * * —Torno dal Duomo. Che pensieri mesti! Credo sempre di vederti e sento di amarti! Ho bisogno di guardarti negli occhi!—Ti immagino nella chiesa di San Marco; tu sei bella, tu credi, tu disperi. 22 aprile.—Ho speso del denaro, comperando un budriere antico. Non è denaro pei poveri? Nella mia nuova missione imparerò a risparmiare ed a fare l'elemosina! 24 aprile.—Jeri ho incominciato a vedere la miseria. Lidia, voglio avere un grandissimo, religioso, gentile rispetto per quelli che soffrono e che lavorano—ricordandomi di Te e delle Tue parole «étant pauvre il faut que je travaille!» 26 aprile.—Jeri notte ho fatto un sogno bruttissimo. Jeri a sera, assai melanconicamente, ho parlato di Te.—Che Tu indispettita del mio silenzio, non mi scriva più? Sei già partita da Venezia? Mi hai promesso—Si je quitte Venise je vous en avertirai afin que vous sachiez toujours quelles sont les douleurs ou les joies de votre affectionnée amie et soeur. Ti ricordi di avermi scritto così?—Hai Tu la brutta copia delle lettere che mi scrivi? Suona mezzogiorno a salutare il nome purissimo di Maria. O Lidia, mia sorella, come Ti amo! 29 aprile. Lavoro pei poveri: e sono contento, E se il mondo fosse pieno di finzioni? E se tanti poveri sono bricconi? E se io sono novizzo? 1° maggio.—L'anno scorso, quasi regalo di maggio, il mese dei fiori, dei nidi, dei bambini e di Maria, mi fu regalato un cranio. Era un augurio? Se fossi morto, sarei morto credendo Lidia felice. Essendo vissuto, ho la gioia e il tremendo dolore di sapere che potrei farla mia…. Sono stanco e insoddisfatto di tutto.—Ah mio collega G.! fare la carità per te è un gustare doppiamente la tua posizione. Tu hai finito di girare per la stamberga, e vai alla tua casa e trovi una sposina bella e un bellissimo bimbo. Egoista! Chi da giovane ha avuto le ubbriachezze della carne colla femmina, non può o non è degno di sentire il bisogno alto della donna; chi ha sempre avuto religione per la donna, vive per la sua donna, per il suo bambino.—O Lidia, il mio futuro non so e non voglio, e non posso sognarlo squallido!—Forse nuove delusioni mi aspettano! ma pure queste illusioni mi sono care, l'unico appoggio alla vita stupida, insoddisfatta, di ogni dì in questa mia repressa giovinezza. Leggete le mie annotazioni… e qualche pagina del Giuliano e dell'Ugo. Se quell'uragano che avevo nell'animo l'avessi traboccato in fatti, che cosa potevo essere io? un demonio!—E sempre, sempre, pensando a Te, mia fanciulla, fra mille dubbi e mille tormenti, ho sorriso e ho confidato in Dio! Sera.—Oggi sono stato a consegnare il baliatico in sei povere cameruccie. Che rispetto ho io per quelle povere mamme! Come mi commuovo! sento bisogno di riaprire il mio mobiletto e di annotare…. come mi commuovo! Non sono ricchi e sono felici! Qui, ad una finestra vicina, un uomo è affacciato e guarda: lei, non bella, gli appoggia una manina sulla spalla…. Oh felicità! felicità per me! O Lidia, come Ti parlerei io nei crepuscoli! Poesia e fede e amore! Poesia e speranza e vita! 3 maggio.—Jeri mi sono trovato con C.—L'anno scorso di questi giorni accompagnava per Milano la mantenuta. St'anno ha moglie e viene alla Congregazione di Carità:—Sono contento!—mi disse,—ho goduto la mia gioventù. È un assioma di questo mondo. Io come godo la mia gioventù? Come mi preparo per Te? Come penso? E come soffro? Oh il mondo mi assolverà sempre da qualunque sudicio amorazzo, non mi assolverà d'aver amato una vergine pura e povera e infelice! Sera.—Io mi tolgo da pranzo e Ti ricordo sempre! Ricordo la povera minestra fredda e certi tozzi di polenta che vidi in certe povere casuccie, dove le mamme avevano un bambino in collo. 6 maggio.—….Sorriso di donna, che cosa sei? 8 maggio.—Non posso resistere; apro il mobiletto e guardo il tuo ritratto, o Lidia, e Ti fisso negli occhi. S'avvicina il giorno di santa Lidia, Ti scriverò. Da due giorni non leggo la Gazzetta di Venezia. Ti troverò fra i morti?—Penso al suicidio. No, penso a vivere con Tei in campagna! O primavera! 9 maggio.—O Lidia, Ti guardo negli occhi. Come Ti amo! Dio, Ti supplico, a patto di qualunque infelicità, rendila mia, per un giorno solo!—Ti guardo ancora negli occhi, e mi domando:—Sei Tu? Tu, Lidia! 10 maggio.—Oggi, quale spavento! Vidi e rividi un capitano del 35.° fanteria. Era il Tuo sposo? il Tuo promesso? Veniva a Milano per uccidermi? 12 maggio.—Penso alle mie ultime volontà che ho scritto, e vorrei raccomandare a mia madre…. Oh mia madre mi capirà quando leggerà quelle mie righe e queste mie pagine. Come sono contento pensando che in quel dì non saranno più mie vergogne quelle sante, pure, caste effusioni dell'anima mia, in quel dì non saranno più fanciullaggini le mie melanconie e i miei bisogni, ma in quel dì nella loro tremenda evidenza si mostreranno i sacrifizi e le repressioni dell'anima dai miei ventidue a questi miei ventisette anni! Capiranno? Oh no! a loro non fu dato il tormento di amare gentilmente a ventidue anni! a loro non fu dato ingegno e sentimento tormentatore di squisita e sfidatrice poesia! Mia madre dirà:—Che tesoro d'affetti, che avvenire, che felicità! che anima! seppelliamo tutto in una buca e per sempre! Poteva e voleva essere buono e felice, voleva una fanciulla, ma casta, ma gentile, ma infelice. Lo seppelliamo per sempre! Sì, per sempre! non si viene più di laggiù: è triste verità: si muore: l'anima è la memoria che lasciamo e l'anima mia ve la lascio in queste mie pagine e in quelle mie ultime volontà e in questo mio grido del cuore straziato:—O mamma, ti raccomando la mia Lidia: per Lei sono stato puro, gentile, sperando in Dio… Credi tu in Dio? Sì! Dunque per l'amore di Dio, per Lui che volle ch'Ella fosse il mio angelo attraverso la mia bollente giovinezza che poteva essere piena di spaventose colpe, per Dio che volle ch'Ella mi stimasse e mi rendesse gentile e pauroso e timido, per Dio che me la mostrò, me la tolse, mi tormentò di incertezze, e pare che me la destini ancora, per Dio che è l'Amore e lesse nell'anima mia, per Dio, te la raccomando, o mamma, Oh come vorrei che queste fossero l'ultime parole che scrivo è che tu troverai, perchè Ella, la mia Lidia, ti sia raccomandata come una figlia! 17 maggio.—Voce, grazia, Tag: dio sempre amore gentile anni anima donna poesia sei Argomenti: tremendo dolore, sentimento tormentatore Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Il fiore di Dante Alighieri Nel sogno di era Stanze della gelosia di Torquato Tasso Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Rodi, l'isola greca consacrata al dio sole Offerta capodanno ad Amsterdam Il coniglio Ariete Nano: il più noto e amato Come gestire una serena convivenza Storia e curiosità sul canarino
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