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Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero pagina 10speranze! Giorni in cui mi pareva sempre di sentire l'odore di ghiaia umida misto all'odore delle violette: mi pareva di vedere uno dei viali del giardino non suo un viale che termina a un gruppo di pini dal cortice odoroso…. Oh mesti crepuscoli di Limbiate!—Io non so scrivere ordinatamente.—Ho taciuto tanto. Mi piacerebbe avere qui tante e tante memorie scritte: le rileggerei ora e le troverei belle! Come mi paiono belle queste poche! Eppure in vacanza non ho saputo scrivere: scrivendo mi pareva di rendere troppo concreto il mio dolore, di studiarlo troppo, mi sforzavo a essere indifferente. Quello che di dolorosissimo ho scritto l'ho scritto per Bianchi. Ho perdute le lagrime di quei dì. Vorrei ch'egli mi restituisse le mie lettere. Mi pento gravemente di essermi tanto confidato con lui. Mi capisce? Può capire chi non ha il mio ingegno? Chi non ebbe i miei entusiasmi? Chi non ebbe il mio cuore! Ridicolaggini! Ma io mi sentii potente ed ebbi un giorno delle audacie e una tal coscienza di me, che mi dovetti dire:—Oh sante le mie febbri che mi distinguono dalla folla intorno a me. In questi giorni mi tornano alla mente i miei auguri per lei. Voglio pensare alla sua felicità. Ella apparecchierà la sua veste bianca! Ella gli scriverà quei mille nonnulla così graziosi, così cari, così confidenti! L'oubli seul sépare! E il mio pensiero? O mio tranquillo cimitero di Limbiate, ti amo! O miei boschi! o pini!—Purchè io sia tra voi o mi imagini di essere tra voi, il mio cuore si esalta, l'anima mia diventa buona, e nelle speranze di un di e nelle delusioni d'oggi, il mio desiderio è desiderio di pace e di amore, il mio ingegno si sveglia e mi tormenta e mi fa delirare sempre inconcreto, sempre senza via, sempre senza certezza di scopo. O mio cimitero! Ti vedevo tutti i giorni quando pensavo all'amore! Ti ricordo ogni volta che qualche amico ride o qualche femmina sogghigna!—Come si amano i propri dolori!—Il cimitero vecchio non serve più per le tumulazioni: ebbene amo già il nuovo, perchè presento che vi giacerò (non oso dire voglio giacervi): vi sono passato vicino tante volte st'anno guardando ai monti di Como, a Mombello, alla Chiesa dei frati, ai monti che ho contemplato mille volte al tramonto con dolci desideri di avere una casetta là e là.—Amo le strade infangate, le foglie cadute, le campagne brumose, la mestizia della solitudine e il luogo di pace… amo la mia memoria abbandonata, solitaria: mi sento sotterra, sento l'oblio, lo sfacimento…. Ella avrà dei figli, degli amici, la vita!… Mercoledì, 30.—Tutto è vuoto, senza scopo, senza soddisfazioni. Ieri ho visitato il cimitero degli stranieri! Come dormono bene le anime protestanti! «Thy will be done…» Come dormirei bene anch'io! * * * Tutto finì. Ecco il vuoto. * * * Est quaedam fiere voluptas! * * * Mio padre crede che questo sia il libro dei conti. * * * Nos joies ressemblent à l'arc-en-ciel, qui a l'aurore nous apparaît au couchant, et vers le soir se montre à l'orient. * * * Ogni mio filo che mi lega alla vita è nel passato: ed è solo pel passato e per lei che sento che la vita deve avere uno scopo serio. E solo per lei ho bisogno di credere a Dio, e solo per lei il suo Dio mi dà una mestissima pace e una mestissima fede, quasi una vocazione…. Solo pel passato, mantenendo una dolcissima illusione, io sorrido e studio, e prego Dio e sospiro alle fanciulle e vorrei baciare tutti i bimbi. Uno solo il mio pensiero—Lidia—ed uno il mio voto—Dio, rendila felice!—Essa è mia sorella. «Notre affection est pure et noble, elle n'a rien de profane, elle peut se raconter à toutes les âmes qui sont bonnes:(6)» ella mi disse, e mi accettò per fratello…. Io solamente son felice quando guardo la sua lettera, il suo ritratto, la mia lettera, quando penso a Limbiate e al cimitero tranquillo…. Desidererei (e voglio scriverlo a' miei parenti) d'esser sepolto a Limbiate.—Desidero di avere sulla mia pietra o croce il solo mio nome e cognome e le sue parole: Tout ce qui finit est si court. Allez toujours. 5 e 6 febbraio.—S'io trovassi un compagno, andrei in Grecia volontario, giacchè qualche garibaldino si muove da Milano. Insegnerei a' miei parenti ed amici ch'io sprezzo la vita! Leggo Byron. Si è avverato il suo augurio:—«que son coeur se passionne pour ce qui est beau et grand!»—Byron! I miei giorni non sono sciupati: più che il tritume delle Accademie vale il vulcano di Byron. Byron! io sento il mio cuore batter col suo! Che m'importa se vivo solitario? Perdo poco perdendo le ciarle stupidine o pretenziose o vuote dei cosidetti amici che sanno vivere a questo mondo, prendendo le cose come vengono. Perdo nulla, perdendo, la sera, le pettegole scipitaggini di un palchetto di femminucce… Byron! Tu mi rifai il sangue. Tu mi animi. Tu mi ridoni i miei muscoli… Oggi spero indeterminatissimamente, ma spero pel mio avvenire.—Ho veduto mio padre assistere all'anniversarie preci per suo padre.—Mi consolo ricordando, in una passeggiata in campagna, al sole primaverile, le frasi della lettera di Lidia.—Che ancora per le fila provvidenziali di Dio avessimo ad incontrarci?—Oh! possa il mio povero ricordo tormentarti nelle ore delle tue frenetiche voluttà! Sposa sei?—O mio Dio, come io desidero di morire! 19 febbraio.—O mio Dio, sento uno di quegli sconforti, pensando al mio passato!—Come vorrei esser morto! Piango!—Oggi, qui, dai tetti di un terzo piano di povera gente mi giungeva la vocina balbettante di un bambino.—Guardo il suo ritratto. Ma, mio Dio! sento che inavvertitamente caricherei a palla, sì, una pistola antica, e in questa febbre, inavvertitamente me la accosterei alla fronte…. Amo Lei! Lei! Tutta la mia giornata è per Lei! Studio per Lei, di giorno: studio per Lei, di sera! penso a Lei, di notte!—Penso ch'Ella deve esser felice, e per non turbarla, non mi uccido! Ma chi più mi trattiene? Che mi aspetta?—Che cosa è il mondo per me!—Se potessi viaggiare e viaggiare e stancarmi!—Come passo le sere e le giornate da solo.—Sere di primavera, coll'odore delle violette di Limbiate! Giornate di primavera con una trista, strapotente insidia di voluttà nelle membra!—E voglio esser casto! Chi lo sa? Chi lo sa il mio martirio? Chi lo apprezza? 3 marzo.—È primavera. È domenica. Suonano a distesa le campane. Domani andrò a Limbiate e qualcosa saprò…. Avrò coraggio di domandare di Lei?… Mi spaventa un tristo presentimento dacchè non ha Ella risposto al mio biglietto. Mio Dio! che vuoto! Non sono stato ad alcun veglione; eppure oggi io mi sento tanto triste, e inquieto e svogliato, come se fossi stato a sciupare la mia notte…. Mi conforta il pensiero che Ella leggerà il mio libro Lagrime e Sorrisi. È donna e lo capirà. Che importa a me del mondo? 6 marzo.—Torno adesso da Limbiate, e subito corro quassù a leggere queste mie memorie, e vorrei scrivere sempre un pensiero, sempre un dolore, sempre un'illusione. Domani, giovedi grasso, quando gli altri godranno, io scriverò, e penserò, e piangerò. Non ho saputo niente di Lei! 30 marzo.—Il nostro povero cane di Limbiate è ammalato. L'amo perchè è tanto legato alle mie memorie! Nel novembre 1873, quando solo mi addormentavo nella mia stanza fredda gustando le sante, melanconiche, dolcissime mie speranze: il povero cane mi dormiva a' piedi del letto. Quando a cinque ore, al tramonto, io vedevo, fra gli sterpi e le ruine scalcinate della darsena del laghettone, e contemplavo nell'acqua il riflesso roseo del cielo e sentivo la solitudine delle acque e delle tristi pinete, fingendo di trovarmi sulle rive del Mincio, e pensavo sospirando all'amore…. quando là al laghettone, riassumevo la giornata e chiusi i fascicoli di diritto speravo e speravo e speravo!… il povero cane mi era accosto. E, ricordo, ho sorriso a lui, che mi trovava solo, meditabondo, amoroso, a quell'ora, a quel luogo! E credo qualche volta di avere avuto quasi Tag: dio sempre sento uno amo cimitero povero vorrei tanto Argomenti: tristo presentimento, tranquillo cimitero, povero cane, mille nonnulla, cimitero vecchio Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Novelle rusticane di Giovanni Verga Corbaccio di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Catturare farfalle per allevarle Rodi, l'isola greca consacrata al dio sole Anti-invecchiamento in modo naturale Bonifacio, la perla dell'estremo sud Offerta capodanno a Stoccolma
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