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Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero pagina 24sento la poesia del dolore! Come io ho bisogno della donna! Come mi trovo bene fra le croci! 6 novembre.—Dio! perchè anch'io non fui a Mentana? perchè non son morto? In questi giorni si commemorano i martiri della libertà, ed io mi sento ancora tanto piccino e poltrone! Era la mia un'anima repubblicana? 11 novembre.—Oggi parto. La natura è mestissima, ed io vado incontro alla noia ed allo scoraggiamento…. Non amo più i poveri: sono indifferente agli studii. Sento già vergogna delle persone con cui dovrò parlare per il lavoro sui Musei privati di Milano pel Vallardi. 12 novembre.—Sono nel mio studiolo di Milano. Mi sento scoraggiatissimo. Voglio mettere un po' d'ordine nelle mie carte: trovo grammatiche greche, esercizi latini, tedeschi e inglesi, e abbozzi di drammi. Volevo, per far luogo, mettere queste cose in un fascio sulla libreria…. Le grammatiche portano le tue cifre, o Lidia, scritte da me quando volevo attingere un po' di coraggio: e i drammi cominciano col tuo ricordo T. c. q. f. e. s. c. A. t. Tout ce qui finit est si court. Allez toujours. Come mi faccio sempre melanconico! Volevo far posto pei nuovi scritti…. E che m'importa dell'arte, del nome, dell'antiquaria? M'importa nulla! Sento la mia giovinezza passata e le mie speranze cadute, e il mio cuore inaridito! Credimi, non so lavorare per amor proprio! Fra le mie carte trovo il libriccino dell'Aleardi e quello del Leopardi. 23 novembre.—Ieri a sera, alla Società degli Artisti, ho assistito allo svestirsi della modella, una ragazza triviale e perduta. Come parlava brutalmente dell'amore! Sai, Lidia, è uno spavento per me l'udire l'immoralità dalla bocca di una donna giovane. Mio Dio! e che fascino satanico in quella fascetta calda che si tolse, in quella camiciuola trasparente, in quelle braccia seminude, a quel profumo della carne! Quando penso a te e al nulla della mia vita come mi sento sconsolato! Ecco la mia voluttà: la melanconia del tuo ricordo. 25 novembre.—Angelucci, vecchio ed illustrissimo pedante, viene a Milano, e presso i pedanti illustri di Brera, critica il mio opuscoletto sulle armi del museo archeologico. Che m'importa? Ma credevo quello studio una prima base, per farmi un po' di nome, per andare avanti, per rendermi degno di te. Che m'importa dell'archeologia? Sono artista e non antiquario: son poeta e non rigattiere. Ma mi sento sconfortato. 27 novembre.—Ieri mi trovai coll'Angelucci. Il chiarissimo amico non moverà un dito per aiutarmi: e se gli venisse l'occasione, mi mozzerebbe anche la strada, parlando dei miei spropositi. Mille grazie. Per il nuovo lavoro che devo cucire avevo bisogno di un po' di coraggio. Mongeri mi spaura, Porro è indifferente e Angelucci mi lasciò freddo. Nessun passo farò: sono ricco, lo dicon tutti e me lo dicono…. Grazie.—Anche oggi devo aspettare l'Angelucci qui in casa. Oh questo mio studiolo dovrebbe per me essere un luogo di pace, di raccoglimento, un santuario di speranze: le mie belle armi, i mobili, la luce, il sole, il tuo ricordo…. Da un po' di tempo, per queste mie sciocchezze d'archeologia, che non approdano a nulla, trascuro i poveri e mi faccio indifferente alla miseria altrui…. Ero sepolto, ero oscuro, ero rassegnato, ero buono, perchè ridiventai ambizioso e impaziente e credulo in un avvenire mio? Mi tornano le malattie tremende.—A guarirmi da questi spasimi vorrei viaggiare: sarei anche partito per l'Egitto, ma perchè rompere l'ordine posticcio della famiglia? Mio Dio! mio padre invecchia e mi fa compassione, mia madre, dopo tante sofferenze incomincia a star un po' benino…. E viaggiando non sentirei il demonio dell'odio e l'angelo dell'amore in me? (Sera).—Sin dopo il primo dell'anno 1881 non voglio vedere nessuna ragazza: aspetto il tuo biglietto di visita! E poi? 28 novembre.—Devo andare in casa Sola-Busca per vedere gli oggetti d'arte antica. La ricchezza mi spaventò sempre. Vorrei andare a Limbiate al vecchio cimitero. La morte mi consola sempre. Credo in Dio e sento la sua pace. 3 dicembre.—Oggi ho incominciato il lavoro di archeologia: non ho pensato a te e ho potuto lavorare.—Mio padre è a letto, non si sente bene. Se di notte mi sveglio, i miei pensieri sono tristissimi. Che figlio sono io per lui? Che uomo d'onore sono io per te? Li capisci questi tormenti? Ieri il Consiglio della Società degli artisti e Patriottica mi volle proporre a segretario; oggi dal Comitato per l'esposizione del 1881 ricevo la nomina di membro di una commissione per una mostra d'arte antica. I miei concittadini hanno fiducia in me: io solo non ho coraggio! Lavorerò, accetto pensando a te. 11 dicembre (sera) .—Oggi prima di pranzo mia madre mi racconta che Vittoria è fidanzata. Era la fanciulla conosciuta da lei, da lei amata, da lei forse desiderata…. Non ti nascondo una mia illusione: avevo avuta molta intimità con lei, là sui monti, in faccia al cielo…. Sullo scoglio dello Spitz mi aveva dato il braccio…. Che vuoi? Nella mia vita stupida, fredda, senza gioie e senza dolori, mi era parso una gloria l'essere vicino ad una vergine: pensando a te, Lidia, che non mi amavi! Mi pareva di non essere così brutto, o così sciocco, o così pedante, come sono! Perchè sarò incatenato alla tua memoria? perchè morire scettico e illuso per te? L'essere con una fanciulla, gentile ed elegante, in una chiesetta di montagna, il toccarle il piedino per darle la staffa, il ricever sorrisi e la frase:—Oh credevo che lei fosse serio serio!—l'offrirle fiori, confetti, erbe: il mangiare con lei coquettement sullo stesso vassoino un dolce, vedere un volto fresco, lieto, aperto, udir una voce giovane, capisci, Lidia, che sono cose che per me le dico tentazioni? Il tuo ricordo impallidiva. Dovevo forse lacerare tutte queste carte. Il tuo nome solo, o mia Lidia, doveva esser scritto su queste pagine. Invece, quante volte ti dimentico per esprimervi sogni, speranze, illusioni! Ma questa è la storia dell'anima mia. Ti avrei scritto anche le orgie, gli abbracci lascivi, le ebbrezze, se non fossi sempre vissuto così timido! * * * Vado a prendere del bromuro di potassio. È la cura per i miei amori. 13 dicembre.—Oggi fui in casa E. Per vedere le cose antiche sedevo sul tappeto ai piedi di una scansia: la signorina era vispa e spensierata, ma io sarei troppo vecchio per lei. 15 dicembre.—Oggi prima di pranzo la mamma mi dice che Vittoria sposa un ingegnere e va a Merate, in campagna. Ciò prova che era una buona ragazza adatta per me. O Lidia! 25 dicembre (Natale).—Sono in pace: ieri a sera ho baciati mia madre e mio padre. Oggi De Marchi mi manda delle sue novelline pel Natale: le dedica—Alla mia Lina, che m'intende, Chi intende me? Io avevo tanto bisogno d'amici e di quiete d'animo, e come invece son sfortunato!—Penso se mi manderà o no a capo d'anno il biglietto di visita! 26 dicembre.—Stanotte, morbosamente, le ho sognate tutte le spaventose voluttà della donna. Stamattina, vedendo il sole, ho sentito desiderio della mia fanciulla! Che importa a me di tutto?—Vorrei esser felice. È squallido l'oblio. 27 dicembre.—Come sono scoraggiato! Stassera vado da Monsignor Arcivescovo. Sono invitato come uno dei patrocinatori pel ristauro di San Vincenzo in Prato. Che m'importa dell'archeologia? Una volta avevo tanto dolore, ma tanta era la mia speranza! Ora non ho più dolore, ma non ho più speranze! Apatia! 28 dicembre.—Gli altri che lavorano hanno un po' d'ambizione ed io mi sprofondo nel massimo sconforto! Eppure l'anima mia si sente nata per sprezzare ogni ambizione, ogni fumo, ogni finzione, e per esser modesto e tranquillo e felice con una donna!—Studiare? Studiare? No, no, no! s'accresce il mio sconforto sui libri! Devo scrivere per Treves un articolo sulla Rocchetta del Castello. Sento il peso che mi sono imposto. Sono persuaso che i miei sono studii di archeologia seria ed utile? No: rubo dai libri. Sono persuaso che ci vuol grande fatica a studiare e che mi Tag: sento speranze sempre vedere essere lavoro padre cose sera Argomenti: grande fatica, ragazza triviale, fascino satanico, nuovo lavoro Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Diario del primo amore di Giacomo Leopardi L'Olimpia di Giambattista Della Porta Rinaldo di Torquato Tasso Corbaccio di Giovanni Boccaccio Decameron di Giovanni Boccaccio Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come gestire una serena convivenza Come riconoscere i sintomi di una gravidanza Storia e curiosità sul canarino Dentisti all'estero Il trucco giusto per gli occhi scuri
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