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Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero pagina 23spaventi sento l'amore a mia madre, a mio padre—l'amore che mi viene dai ricordi, quando ero piccino, quando Limbiate era un luogo di pace. È una virtù questa vigliaccheria dell'obblìo? O Vergine che un giorno ho pregato, o Madonna, in cui ancora ho un barlume di fede melanconica, protettrice della mia Lidia, fammi dimenticare la mia Lidia! E preghiera questa? Come sarei felice di morire e di terminare il martirio dell'anima mia! 22 ottobre.—Faccio forza per non scrivere, ma non posso. Jeri ho veduto una bellissima rosa nel vecchio e squallido cimitero di Limbiate, ed ero con un prete: oggi ho incontrata la marchesina B: ed ero con due preti: stanotte fui tormentato dalla più fiera esasperazione della libidine che non concedo al mio corpo e col pensiero mi purificavo… ero con te. Chi le capisce le mie febbri e le mie speranze e di quando in quando i miei mortali spossamenti e questi orgasmi quasi suicidi? Come vivo stupido, fra gli stupidi o gli ignoranti, amoroso fra gli indifferenti, poeta fra questo volgo! 22 ottobre.—Ieri siamo stati alla Cassina Ferrari a vedere la villa Torras, un giardino romantico che da vent'anni forse io non avevo più veduto. Vi è una lapide nel boschetto, una lapide che parla di ricordi amorosi e di dolci confidenze. Mi ricordo che ad otto o nove anni fummo là in compagnia e c'erano le giovinette e i giovinetti che leggevano e si guardavano in volto e si deliziavano pei viali…. Il triste cielo, la natura mesta ed umida, l'ora mattutina e il canto dei coscritti avvinazzati mi fanno pensare…. È finito anche questo autunno…. E finora non sono ancora andato ai luoghi ove pellegrinavo negli anni scorsi pensando a Te. Ti dirò come mi annoio? Ho passato tre ore con un prete a far passare le commediole delle marionette ch'egli deve far recitare alle fanciulle del suo collegio! Sono i libricciuoli nostri, dei nostri otto e nove anni. Il prete mi parla di farse, di sciocchezze, di melodrammi che fa lui…. Ed io lo ascolto…. Io che vorrei parlarti del mio Giuliano! E tu mi ascolteresti? E se tu non fremessi alle mie tempeste, io ti direi che quel Giuliano fu letto ad un'altra donna, da me a lei, che lasciò ch'io posassi la mia testa sulle sue ginocchia, e toccandola colle sue manine, mi disse:—Credo che ci sia dentro un inferno!—La tua memoria era in me santissima e dolce: e la maliarda libidine mi arroventava e mi strappava le carni. Quando diceva di non sentirsi bene ella mi lasciava accostare la mia fronte alla sua, mi lasciava toccarle il polso; e quando diceva ch'era nervosa voleva ch'io le stringessi forte ambo le braccia alle spalle in istretta voluttuosa…. Tre ore. anzi quattro ore stupide le ho passate passeggiando coll'ottimo prete che mi discorreva di panegirici, e di sacro cuore…. Il mio Giuliano è un panegìrico, il mio cuore è un sacro cuore! In questi giorni sì mesti e sì squallidi, al declinare dell'anno, a sera, come si desidera la sua donna da guardare in volto!—Mio Dio! Suonano le campane dell'Ave Maria, quella sottile vocina della campanella di sotto mi fa ricordare…. Pregavi tu, Lidia, quando ti inginocchiavi nella chiesetta della Madonna? Domenica, 24 ottobre.—Splende il sole e dovrei essere lieto, ma sento il massimo sconforto… M'imagino d'essere in questa casa, ma spopolata, morti tutti e divenute sacre le memorie, ed io vecchio, legato a te, ed obliato da te, senza una donna al fianco che sia stata la gioia di mia madre. Torno dalla chiesetta di Pinzano…. Perchè su nell'organo guardando giù la chiesetta innondata di luce e di incenso, mi sono sentito tanto commosso? Perchè ti ho desiderato con me? Poveri contadini, che avete lavorato sotto la pioggia, nel letame, forse colpiti anche dallo sprezzo di noi che passavamo in carrozza, poveri fratelli che sorgerete a vendetta in un dì non lontano, beatevi del sole, dell'oro, dell'incenso della vostra chiesetta…. Contribuire a farvi gioire un po', un sol giorno nell'anno, è affetto, è delicatezza, è forse anche dovere…. Ed io come sono egoista! (Sera).—Torno da Pinzano dove si è ballato, e sono mesto come tutte le volte che vedo quel tripudio che a me non fu mai concesso. Penso che l'educazione che mi diedero i miei parenti fu santa, ma stupidina. Vedo anche i giovanetti delle famiglie che ricorrono alla Congregazione di carità, li vedo ballare. Spettacolo triste! Sento sul volto la polvere che mi gettano i tacchi delle danzatrici: e sono quasi geloso delle mogli altrui. In società sono uno sciocco, un collegiale. Che penso? (Alba mestissima).—La natura ha una voce sconfortante per me! Sei tu, anima di donna, che parli a me da quel cielo melanconicamente roseo, da quel nero hosco della botanica, da quel piano silente?… Se tu, o Lidia, in questo momento muori o ti ricordi di me, io prego Dio. 25 ottobre.—Com'è bella la Natura, quando si ama! Splende il sole: il cielo è limpidissimo. Volevo che queste pagine, fossero un libro di preghiera, e invece diventano una confessione di illusioni, di pazzie e di odii. Lacererò le pagine più tristi. Mio padre va a letto e dice di non sentirsi bene…. Sarà un po' di poltronaggine o una malattia! Dio mio, egli dice che è così triste il diventare vecchi. L'intimità della famiglia doveva essere il mio sogno: e invece ho avuto pel capo tanti delirii d'avvenire. Mio padre, quand'io ero piccino, era buono e mi voleva bene. E perchè sono io diventalo uomo? Perchè ho tanto sofferto? Poi sei venuta tu, maledetta, nel mio pensiero e nel mio cuore. È giornata triste: s'avvicina l'inverno: mio padre deve sentire anche lui uno sconforto tremendo. O Signore, quand'era ammalato, tanti anni fa, ho pregato tanto per lui e tanto devotamente! Ti prego ancora, o Vergine, che sai come è l'anima mia…. perdonatemi tutti, o mio padre, o mia madre, o Carlo!—Perdonatemi… Lo sento che non sono cattivo. 30 ottobre.—Ieri ho fatto una passeggiata. Era tempo piovoso e melanconico. Abbiamo visto dei cimiteri…. Ma è sì dolce avere con sè una donna gentile! La mia vergine soavissima dov'è? Ho amato le sue memorie contemplando le croci di un cimitero! Almeno tu fossi morta! Almeno fossi morto io! Mi avresti pianto…. Splende il sole e si vedono i lontani monti, e sorride il cielo, e cadono le foglie…. Un altro autunno che finisce! un altro inverno che mi aspetta! Quando ti avrò dimenticata, quando nulla più saprò di te, quando presenterò a mia madre una donna che possa fare la mia contentezza e la sua felicità, sarò io onesto? È a prezzo di tanto dolore ch'io mi dirò finalmente tranquillo? Io mi sono votato ad esser vergine: oh almeno potessi vivere con mio fratello!… solo che farei? Vittoria, m'avevi dato un poco di pace. No! no! no! Non ti amavo! No! ma sentivo com'è bello lo stare con una fanciulla, che mia madre conosce tanto, che non dà turbamenti ne incertezze, che con una mia domanda può essere mia moglie, una moglie da poter presentare agli amici, ai parenti…. E tu chi sei, che col tuo sguardo d'angelo hai marchiata la mia fronte con una maledizione che quasi tutti qui mi leggono?… Tu chi sei? Oh dimenticami. 1.° novembre.—È il giorno di tutti i Santi. Splende il sole e s'odono i canti mattutini nella chiesetta di sotto. Perchè sento tanta malinconia? E perchè leggo queste memorie? Il giardino è tutto bianco di brina. Dio, com'è triste sentirsi nel cuore questi primi geli! Ci capita addosso un invito in casa S. Come mi fa dispiacere l'esser così stupido fra la gente. Nulla so, nulla dico: sono impacciato. 3 novembre.—Ieri nel dì dei morti ebbi dei momenti di grandissima gioia pensando a te, e al bambino biondo e gentile che avremo…. Ho domandato al figlio del fattore se egli sente la melanconìa dell'inverno.—No, e perchè?—mi risponde. L'altro ieri, al ritorno d'una allegra passeggiata, andai in cimitero…. C'era con me una signora, povera, ma gentile, ma educata, ma pietosa. Ci facemmo pensosi. Dio santo! Come io la Tag: tanto donna dio sole triste sento madre vergine cielo Argomenti: tre ore, sei venuta, quattro ore, tanto dolore, squallido cimitero Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Nel sogno di era Corbaccio di Giovanni Boccaccio Il benefattore di Luigi Capuana Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il fiore di Dante Alighieri Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Rodi, l'isola greca consacrata al dio sole Storia dell'olio essenziale fino al presente Offerte Capodanno Cuba Offerte Capodanno Fortaleza Nizza, la bella
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