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Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero pagina 12l'amore, la fede per te, per te che non sei più mia!—Piango con dolcissime lagrime.—Mia Lidia, quale scoraggiamento! Nel teschio vedo la materia: in te lo spirito: in quello il vuoto; in te il pensiero…. In te Dio! Ho riletto le memorie di quest'anno! Mio Dio, mi vedi? Non so scrivere. Je ne vous oublierai pas, ella scrisse: e nel cassetto mio tengo la sua lettera mezzo aperta per leggere. * * * Tento di scriver oggi, 22. Ho veduto Lidia qui a Milano. Da quindici giorni ero abbattuto, stanco, annoiato, avvilito, senza più un pensiero alle cose antiche, senza passione per lo studio del tedesco, indifferente ad Heine e Goethe…. a tutto! Oh come mi erano cari quest'inverno i miei studi di tedesco su nel mio studiolo, quando tentavo di tradurre Lagrime e Sorrisi, e scrivevo, imitando il carattere di Lidia! Eppure guardavo di rado il suo ritratto. E la domenica in Duomo? Sempre, sempre passeggiavo sotto le arcate ricordandomi le espressioni della mia lettera, le espressioni della sua: e pensando che avrei studiato, e che avrei fatto…. In questi giorni studio in Biblioteca: e ogni sera, su nel mio studio, guardo le teste da morto e poi guardo il suo ritratto. L'ho veduta ieri dopo pranzo alle 7 1/2. Tre volte l'ho veduta. Essa mi ha fissato, si è rivolta, mi ha atteso…. Ed io? Che farà? È sposa? Era con sua madre? Colla sua tutrice? Ho influito sulla sua vita? Viene da Mantova o da Catanzaro? Va a Catanzaro o forse per sempre in Germania? È felice? Era pallida. Ma era proprio lei? Quando nell'ottobre scorso l'ho vista a Limbiate aveva la faccia rosea sotto il velo. Ieri era pallida. Se non fosse stata lei, perchè avrebbe mostrato di accorgersi tanto di me? Il mio turbamento fu immenso. Poi mi acquietai. Ho dormito sognando dell'incontro. A mattina mi rinacquero mille speranze e pensai a cento ipotesi, mi sentii felice. Sono andato sul corso, in Galleria Vecchia, vicino a Dumolard, in Duomo.—Forse è partita! Per dove? Avrà dormito stanotte? Che avrà pensato? Dio mio! Dio mio! Ho letto tutta la mia lettera a Lei. Ho schifo delle mie sconce mani. E ho l'anima che sente Dio. Era lei?—O è tutta mia illusione?- Da Limbiate potrei saper qualcosa, ma non oso, non oso affrontare nuove emozioni, e forse tristissime! Stamattina ancora ho sperato. Ma e se fosse a Milano per provvedere il suo corredo da sposa? Doveva sposarsi nel febbraio, mi dissero (a Limbiate). (Fosse qui per collocarsi nuovamente in qualche casa!) Quali incertezze! Se mio padre e se mia madre sapessero! L'incontrerò ancora? (Non so scrivere). Ma che cosa vorrebbe adunque l'anima mia! Oh! nella morte ci deve essere una gran pace. Mi ricordo sempre il Suicidio, dramma di Ferrari, e so di voler bene a mia madre! O mamma! o mamma! Come da Te è uscita la mia anima ardente? E sono brutto e ho dei difetti che mi rendono ridicolo nell'amore. Sono tormentato, ma mi sento vivo! vivo! vivo! meglio è l'inferno che il nulla. Ogni speranza di attività, di amore, di avvenire, di vita è in Lei…. E la vedo per l'ultima volta o la rincontrerò?—Tormento di incertezza—Basta! basta: ma come passerò i giorni? Ma ci vuol altro! Leggere cinque o sei ore al giorno tedesco, è questa la vita? la pratica? la realtà? Ma che cos'è la vita dunque? Vorrei divenir pazzo per non pensare più. Un'anima che ama, in un corpo nervoso è tale tormento che gli uomini serii non sapranno mai, A che scrivere? E se questa Provvidenza che io bestemmio mi preparasse la felicità? se?…—Se lei potesse entrare in casa mia? Se sua madre o la sua tutrice…. Sogni! sogni inutili. —Sei brutto e sei tormentato: e sarai brutto e sarai tormentato: ecco l'unica verità. Ti morirà la mamma, e che farai? Ti morirà il padre, e che farai?—Resterai solo a far la vita dell'ortica—solo—o con un fratello che ebbe aspirazioni diverse dalle tue.—Solo senza illusioni, senza egoismo e senza virtù proficue agli altri, solo e sempre memore che hai amato hai amato, hai amato. Allora leggerò queste note? 22, dopopranzo.—O suicidio! o suicidio! Ecco un orribile momento! 7 agosto.—A che cosa è attaccata la mia speranza? Tutto quello che ho sofferto in quattr'anni! Come ho bisogno d'esser felice! E come amo Te sola! 20 agosto, giovedì.—Compie oggi l'anno. Come avevo deciso di uccidermi?—Andrò a Parigi: ma l'anima mia è a Limbiate: a Limbiate la mia illusione! O Lidia, come ti amo! 23 agosto.—Andrò a Parigi. Mio padre oggi mi ha dato i denari. Rimasi avvilito:—Che cosa ho fatto per meritarmeli? O Lidia, penso malvolontieri al viaggio. Mi pare che Tu debba ancora essere a Limbiate. Limbiate, 8 ottobre 1878. Martedì. So che il suo matrimonio è andato in fumo, perchè lo zio le negò il consenso…. Che parte ho avuto io in quell'animo?—Che deserto! È vuoto quel palazzo, e piove, e mi ritiro (santa illusione) a scrivere un po' di tedesco e di inglese, pensando a Lei…. E Lei penserà a me? Spero sempre: e benedico le mie melanconie. Mi illudo che Ella capiti a Milano, ch'io la riveda, ch'io… O Ella ha l'anima mia: ella leggerà i miei pensieri. Potrà sprezzarmi? Domenica, 24 novembre 1878.—Sono a Milano, da quasi una settimana: e come mi sento triste! Sempre il tuo pensiero, o Lidia! Come all'anima mia abbisogna la tua! Come mi sento bisogno di amare, di credere, di sperare!—Un amico mi ha domandato se sono divenuto filosofo, anch'io. Sì, ho risposto, ed ho riso. Filosofo gaudente e indifferente? Filosofo?—Ohimè, come mi diventa indifferente l'idea del suicidio! Oh gli amici non mi comprendono! Sono anime piccine: Sono corpi oscuri:—Sono mezze creature.—Come desidero di morire! Oh mia madre, come ti voglio bene! Ma perchè hai soccorso sì poco all'anima mia! 18 dicembre.—O mio avvenire! Mi si presentano sogni, e imagini e speranze, con una evidenza e una serietà di particolari che quasi mi illudo… e sogni e imagini e speranze si fondano su di Te. Da tre mesi e mezzo, non ho più guardato il Tuo ritratto, o mia vergine, e mi sforzo a ricordarti tutta, coll'anima! Tre grandi illusioni sono il mio grande tormento: tre grandi illusioni nella vita di un giovine bennato, Dio—la Donna—l'Arte. Mi sento solo—e la notte mi turba con mille paure. Un altro pensiero che pareva sopito da tanto tempo risorge a infastidirmi nell'amor proprio,—ma non scrivo; su queste pagine, consacrate al Tuo nome, o Lidia, non scriverò nessun altro nome di donna. Martedì, 24.—Ecco un'ora triste!—Ieri sono stato fra la gente, ho visto dei giovinotti eleganti; delle belle signore.—Non so scrivere:—i sogni mi perseguitano con maliarda voluttà. Che ho provato io della vita? Nulla e mi sento stanco, vecchio, senza speranze, e senza scopo. Oh qual bisogno d'esser felice! Ma a che tradurre Byron? a che tradurre Heine? Byron e Heine hanno vissuto: ecco la poesia. Ho ingegno sì o no? E che cosa faccio? O come desidero di morire! Rileggo un poco del mio Tintoretto! O che giorni erano quelli in cui scrivevo quelle scene, appena guarito dal tifo! Che vita! che speranze! che amore! Come mi sentivo artista, buono, solitario!—Sono scorsi già quattro anni. Quattro anni! E come sono io oggi?—Oh! leggo, leggo alcune scene.—E ricordo quello che mi dissero Marenco, Lombardi, Ferrari.—Oh come ho bisogno di risvegliarmi, di risvegliarmi alla vita, e dire ho la donna, e le gioie dell'Arte! Ma è un sogno. E desidero di morire. —L'anima mia che è? Oh! s'io morissi! Ma s'io morissi, le fanciulle continuerebbero a prendere marito. Mi è pure uscita una triste parola.—Oh la donna! valgono tanti tormenti dell'anima per lei? La donna! avessi ascese le scale del lupanare, quando, a diciott'anni mi vennero le prime melanconie, e correvo tutti i giorni a pregare Dio, e non per me! Ah! ero troppo stupido! Ma uno scopo ci dev'essere all'attività; alle febbri della mia età. Non sono nato per i divertimenti, non per lo studio, non per la gloria—oh potessi fare il bene, sì, e obliarmi nel beneficare Tag: vita sempre anima dio speranze sogni madre sento giorni Argomenti: tanto tempo, sei ore, lettera mezzo, mezzo aperta, corpo nervoso Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi Intrichi d'amore di Torquato Tasso La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Allattamento al seno ed allattamento artificiale Blu di Russia: un pelo che incanta Rodi, l'isola greca consacrata al dio sole Cosa bisogna sapere sul gattino di razza Come ritrovare la felicità dopo avere divorziato
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