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Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero pagina 18sciocco? Byron che non era sciocco amava ed amò sempre miss Chaworth; ed ella non lo amava. Come era sciocco Byron, non è vero, o Papà? Ecco un'idea poetica che mi è cascata dalla penna! Ecco, direte che io sono esaltato dalle letture!—Esaltato? Scusate, sono abbassato. E se cito Byron gli è perchè era un uomo che sentiva ed io odio la folla dei merciai, dei rachitici, degli accidiosi, degli spudorati, la folla che oblia tutto!—Obliare?—Che importa? Fino alla morte avere l'anima gentile e Dio… Ecco un tormento ineffabile che voi non capirete mai! Io dico di sentire fiducia in Dio, di sperare in lui, dico ch'egli ha fisso il mio avvenire, e prego melanconicamente e sorrido… Oh ma che faccio per il mio avvenire? La scienza seria mi dice:—Dio non c'è: il tuo ideale è bambinesco; l'uomo si prepari il suo avvenire, l'uomo combatta, l'uomo soffra, l'uomo sia di questa terra! Oh che faccio per il mio avvenire? Se la verità è questa, e se è vero che la vita passa sì presto, e se è vero che il mondo è una commedia, che sono io e perchè mi tormento? 18 marzo.—Mi rifiuto alla pagliacciata che si farà dagli artisti. Anche le nuove mie conoscenze incomincieranno a dirmi originale. Che importa? Posso io fare lo sciocco e divertire gli altri, quando Tu domandi: «Qu'aviendra-t-il de moi?» 19 marzo.—Padre mio, l'hai tu sentito nella tua giovinezza questo strapotentissimo bisogno d'esser bello, d'esser felice, d'esser buono?—Se Dio non c'è, se la perfezione e la felicità dell'altra vita non esistono, l'uomo che su questa terra si sente l'anima così commossa, che si volge al cielo e dice:—Fammi esser bello e felice e buono—l'uomo non è uscito dal fango, sebbene imperfetto, turbato, sconvolto dalle passioni! Oh li vedo, ora che passo del tempo fra la gente, certi uomini seri!… La politica è seria? L'arte? Le scienze? Li vedo; questi uomini sono indifferenti, fanciulli, senza passione: hanno anima? Essi certamente invidiano chi può nella quiete di uno studio essere indipendente, sciolto da ogni affare, solo, solissimo… Lo invidiano loro! Dio mio, un anno solo, un mese solo, un giorno solo di quella felicità santa, piena, immensa che acquieti l'anima mia, un giorno solo, Ti prego! E poi lasciami pure al mio destino. Ch'io provi a vivere! 20 marzo.—Oh nei sogni quali spasimi di voluttà che non ho mai provato! E quando sono desto, e vivo, e ardente, ed è primavera, quale imperioso bisogno di conforto ai miei anni!—No, no! ti sprezzo, o femmina, o stupida istigatrice, fango destinato al fango; e ti adoro, o vergine, mestissima e santa poesia vivente! O Lidia, Ti ho schiuse le pagine più sacre delle memorie, e forse anche Tu hai detto ch'io sono un fanciullo! e forse mi hai creduto un cattolico, forse un chierico! O Lidia, il mio Dio lo capisci Tu come lo capisco io? 22 marzo. Sono stanco, annoiato di tutto, scoraggiato, avvilito. Penso al M. Com'è felice colla sua donna!—Io non avrò mai questa felicità? E perchè mi sono tanto tormentato? Gli Italiani vanno alla Nuova Guinea. Sono pazzi? Mi è balenato il desiderio, in sogno, di avventurarmi là anch'io, e lasciare a casa tutte le memorie perchè i miei le leggano, e sperare… Sempre un dolore solo! Sperare! Sperare! L'anno scorso avevo pensato anche così. Non voglio più guardare alcuna ragazza. Lidia avrà una figlia: e la sposerò!—il mio spavento era che si rompesse ogni filo fra me e Lei; dove sarà fra tre, quattro anni? Dov'è ora? E dove sarà? Oh fosse vero il mio sogno! Che Tu potessi amarmi e ch'io potessi esser felice! Oh fosse vero il mio sogno!—Lidia, Lidia, io non sento che Te, Ti voglio, Ti amo, inginocchiandomi e tremando Ti amo! Tutti i dolori passano, o passeranno: il mio amore non passa. Dio, dammi la mia pace, la mia felicità, il mio cuore! E intanto passano gli anni della mia giovinezza! E quanti miei amici sono felici, belli, tranquilli! E quante fanciulle sorridono! E quante femmine ghignano! Una cosa che mi avvilisce è che ho poca memoria: e vale stordirsi il capo? L'anno scorso c'erano delle notti (e per settimane) in cui sognavo di leggere tedesco o inglese, dopo sei o sette ore di lettura fatta nel giorno! —Sono tre mesi e più che l'anima mia è piena del Tuo ricordo, giorno e notte. Sì, non è passata ora in cui la mia anima non ti abbia invocata, per sentire la mia felicità o la mia infelicità! E di notte, quando mi sveglio, tu sei il primo pensiero, il primo tormento! … Il y a révolte en moi-même et comme un enfant capricieux qui ne veut point entendre raison, j'appelle la nature marâtre, parceque je veux qu'elle me donne aussi ma parte de bonheur!(10) Che parole! Ti amo perchè sei ribelle, perchè imprechi, perchè avrai dei pensieri orribili, perchè non sei la larva vaporosa del mio studio e dei boschi di Limbiate, ma perchè sei viva, soffri,—sei donna! E donna, ribelle, imprecante, disperata, mi devi credere un fanciullo perchè ti parlai di Dio e di Maria! Oh se ti dessi a leggere l'Ugo! mi conosceresti, mi ammireresti, mi ameresti! No! sarebbe una cattiva azione la mia! Chi conosce l'anima mia? Vorrei prorompere! E se Tu fossi quella che deve capirmi e darmi la pace e farmi vivere? Che importa a me dei milioni di cui così avidamente discorrono. A me importa la pace, la vita, la felicità. E che colpa avevo io da scontare perchè Dio mi condannasse al supplizio di questa vita piena di desideri e di tormenti, e di bisogni e d'amore? Vorrei morire…. ma non si rinasce a rimediare ai mali di questa vita. Oh io Le ho fatto del male! L'ho turbata! Tante volte nel parossismo del mio dolore ho sognato che il suo fidanzato si ingelosisse di me, e venisse da me, e mi sfidasse, e mi uccidesse. Comprenderebbe egli il mio amore? e non sa che se l'avrebbe fatta felice, io avrei amato anche lui? Non sa che potevo essergli fratello? Su questa terra io non ho trovato quello che l'anima mia spasmodicamente cerca! Sono insodisfatto e scettico. Sono ammalato. O Lidia, ch'io un giorno sappia il tuo suicidio o la tua vergogna? Come tutte le sere paurosamente leggo la Gazzetta di Venezia! Oh se potessi salvarti dal dolore e dai pericoli, mi ameresti per tutta la vita. Salvarti! Temo di perdere mezz'ora di tempo, a staccarmi dai libri, e perchè non vado nè a passeggio, nè in cavallerizza, mi paiono preziose le ore, e che cosa faccio? Come faccio a prepararmi una via? Per due anni ho studiato anche alla sera nell'inverno, e 5 e 6 ore di sera, oltre 7 ore di giorno e che cosa so o piuttosto che cosa ho fatto di pratico? Ed io stesso mi dico: poltrone, lavora e fatti una carriera, professa le tue idee dignitose ad alta fronte, e parla colla tua coscienza d'uomo, e pensa al tuo avvenire con sicurezza e con coraggio invece di sospirare e di bevere bromuro! Dicono ch'io sia originale, invece sono solamente infelice. Se fossi pazzo, quante volte avrei compromesso in casa mia il suo delicatissimo nome! O mi sarei inebetito coi liquori, o avrei giocato. Ma a che tante giustificazioni? E per chi? Sento l'anima mia—e sento che ho sempre ragionato:—e con grandi sacrifizi, sì—ma ho sempre ragionato:—e sento di essere un uomo. Lidia potrebbe dirmi No!—Ma la mia posizione sarebbe decisa,—netta,—finite le incertezze. E mi darei tutto alla carità.—Non mi ucciderei, come un vile; non imprecherei, come un briaco; non mi soffocherei nei vizi, perchè la mia anima è nobile; non viaggierei per non sprecare denaro (un denaro che a me non comprerebbe l'oblio e sarebbe tanto di meno per chi soffre) e mi darei tutto alla carità.—Sarei uomo. Il dolore massimo si sopporta colla massima forza. Sono le incertezze che tolgono forza. 23 marzo.—Sono stanco e assordato. Stanotte assistetti alla festa della Società Artistica Patriottica. Ero melanconico e guardavo…. Vidi come gli uomini sono frivoli e libidinosi. Nel massimo rumore e fra la gioia più sfrenata, io ti nominai fra me e me una o due volte, o Lidia, e ricordai Tag: anima uomo dio vita giorno vero avvenire sei felice Argomenti: sette ore, tormento ineffabile, dolore massimo, massimo rumore Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce Nel sogno di era Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Vacanze Estate Sitges Una buona tazzina di caffè Offerta capodanno a Bruxelles Acne viso Le Bahamas meta di un sogno
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