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Ricordi di Parigi di Edmondo De Amicis pagina 9Haiti, alla Bolivia, tra i mobili di Buenos Ayres e gli abbigliamenti delle signore di Lima, fra i cappelli di foglie di sen, le stoffe d'alpaga e i tappeti di lama, in mezzo alle canne di zucchero, ai bambù, alle liane, alle scaglie di coccodrillo, agl'idoli informi, alle memorie dei primi conquistatori; fin che il quadro selvaggio e grandioso, che vi riempie di pensieri solenni, s'interrompe bruscamente fra i mille colori ridenti e i mille ninnoli puerili d'un bazar musulmano, da cui, fra due pesanti cortine, s'intravvedono le pareti misteriose d'un arem. Eccovi a Tunisi. E oramai, per un pezzo, non uscirete dai paesi «prediletti dal sole». Ecco le graziose decorazioni moresche dell'impero dei Sceriffi, accanto al quale la Persia mostra i suoi tappeti regali e le sue ricche armi damascate. Poi un piccolo gruppo di paesi semifavolosi, e un visibilio di cose indescrivibili, che mi par di aver viste sognando: Annam coi suoi mobili grotteschi e coi suoi ventagli incredibili; Bankok coi suoi strumenti d'una musica dell'altro mondo e colle maschere mostruose dei suoi attori drammatici; Cambodge…. Ah! è bravo chi si ricorda di Cambodge. E dopo la favola vien la barzelletta, gli stati putti, i nani della festa, che si rizzano l'uno sulle spalle dell'altro, in Via delle nazioni, per parer di statura: Monaco che offre una tavola, Lussemburgo che mostra dei banchi di scuola, Andorre che presenta le sue leggi, San Marino che fa vedere una macchinetta. Qui l'Esposizione volge un poco all'ameno. Ma si ripiglia immediatamente, ricca e severa, colle arcate del chiosco di Belem e colle mura dell'abbazia di Bathala, fra i modelli dell'antica architettura portoghese sopravvissuta al terremoto famoso, negli splendidi vasi moreschi, nelle sculture in legno, nelle belle stuoie di Lisbona e nelle innumerevoli figurine d'argilla dipinte, che rivelano tipi, foggie e costumi, e vi fanno vivere un'ora nella città di Camoens in via do Chiado a al paseio don Pedro de Alcantara, in mezzo ai fidalgos, ai marinai, ai toreros, e ai tagliacantoni inferraiolati e alle belle ragazze brune del Bairro alto. E finalmente lo spettacolo cambia per l'ultima volta. Si rientra nella nebbia del settentrione in mezzo a un popolo ben coperto e ben pasciuto, che trinca, fuma e lavora, col corpo e coll'anima in pace, e qui si ritrovano le sue dighe e i suoi canali, le sue stanzine piene di comodi, le sue grosse massaie, le sue tavole apparecchiate, i mercati e le scuole, i ponti e le slitte: tutta l'Olanda, umida e grigia, nella quale termina il mondo e la visione faticosa svanisce. Usciti di qui, è bene scappare, se si può, a prender le doccie nella più vicina casa di bagni, e poi si ritorna per vedere «la sezione francese.» Fatto il conto, è una passeggiata di ottomila passi. Son circa duecento sale, varie di colore e di gradazione di luce, ma quasi tutte rischiarate da una luce soave, in cui l'occhio si riposa. Ora par d'essere in una reggia, ora in un museo, ora in una chiesa, ora in un'Accademia. La Francia si prese, in spazio, la parte del leone; ma seppe mostrarsene degna. Una delle mostre più belle è quella dei cristallami, in una vastissima sala bianca e azzurrina, che attira gli sguardi da tutte le parti. È una foresta di cristallo inondata di luce, un palazzo di ghiaccio traforato e niellato, tutto trasparenza e leggerezza, nel quale brillano i colori di tutti i fiori e di tutte le conchiglie, e lampeggia l'oro e l'argento, fra un barbaglio diffuso di scintille diamantine e un'incrociamento d'iridi infinite, che fa socchiudere gli occhi. Lascio ad altri la descrizione dei grandi lampadarii dalle miriadi di prismi, dei candelabri e dei vasi cesellati, delle bottiglie e delle tazze elegantissime color di cielo, di sangue e di neve, delle imitazioni di Murano del Baccarat o dei famosi vetri, smaltati del Broccard. Io mi ristringo ad esprimere una matta ammirazione per la leggerezza miracolosa dei servizi da tavola di Clichy, fabbricati proprio per un banchetto di regine di diciott'anni, bionde e sottili come creature d'un sogno. Ah! detesto il grosso banchiere che metterà quella grazia davanti ai suoi grossi amici della Borsa, sulla mensa del giorno di Natale! I tesori più preziosi dell'Esposizione son quasi tutti là presso. Fatti pochi passi, si arriva nello scompartimento dei gioielli, che è un solo enorme scrigno, che contiene ottanta milioni di lire in perle e in diamanti; pieno di rarità bizzarre e di lavori meravigliosamente delicati, da far desiderare a un osservatore onesto d'aver le mani legate; e nelle sale dell'oreficeria, in mezzo ai vasi e alle statuette da salotti reali, alle posate d'oro, agli altari sfolgoranti, a mille piccoli capolavori da grandi borse che metterebbero il furore del lusso casalingo in un Arabo del deserto. Arrivati là s'è chiamati in un'altra parte da una musica strana. È un gran numero di uccelli meccanici, che fischiano, pigolano e trillano, aprendo il becco e dimenando graziosamente la testa e la coda, per annunziare l'esposizione dell'orologeria; nella quale son raccolti i più bei lavori dei quarantamila operai di Besançon, dagli orologi microscopici che si possono spedire alla fidanzata nella busta d'una lettera, ai macchinoni che vi suonano a festa l'ora dei dolci appuntamenti coi rintocchi d'una campana da cattedrale. Quasi tutti gli scompartimenti sono preannunziati da qualche cosa. Arrivati a un certo punto, sentite un fracasso Indemoniato d'organi, di clarini, di violoncelli, di trombe, che sembra un'orchestra di pazzi: è l'esposizione degli strumenti di musica. Passate per le sale delle tappezzerie e dei tappeti, decorate di nero: a un tratto un'aria infocata vi soffia nel viso, la decorazione si fa rossa di fiamma, vi ritrovate in mezzo ai forni, ai fornelli, ai cammini, alle cucine a gaz, alle lampade fotoelettriche, ai caloriferi e alle stufe che allungano in tutte le direzioni le loro gigantesche braccia nere, e danno alla sala l'aspetto cupo d'un'officina. Ma qui vi sentite già dare al capo un misto di profumi femminei, che vi mettono in ribollimento l'immaginazione, e un passo più là siete nell'esposizione seducente delle profumerie, splendida di mille colori, dove, chiudendo gli occhi, sognate in un minuto secondo tutti i peccati mortali di Parigi, Questi contrasti son frequentissimi. Girate, per esempio, nello scompartimento del così detto article de Paris, pieno di cofanetti, di pettini, di canestrini, di scrignetti, d'infiniti ninnoli graziosi e preziosi, che esprimono tutte le più raffinate mollezze della vita signorile, e già vi sentite come viziati da mille desiderii da bellimbusto e da donnetta: ecco tutt'a un tratto una raffica brutale di vento oceanico e un coro di voci rudi e sinistre, che vi dà una scossa alle fibre. Siete entrati in una vasta sala decorata selvaggiamente di reti e di cordami enormi, in mezzo ai prodotti delle colonie francesi, tra le lancie e le freccie, tra gli uccelli strani e i feticci mostruosi, tra i bambù della Martinica e i piedi d'elefante della Cocincina; tra i vegetali del Senegal e i lavori dei deportati della Nuova Caledonia; tra mille cose che vi raccontano storie di fatiche, di dolori e di pericoli, da cui uscite pensierosi e ritemperati. Di qui ritornate nella civiltà, fra le meraviglie della ceramica, in una sala che presenta l'aspetto di una galleria di quadri; nella quale si vedono gli appassionati senza quattrini cogli occhi fuor della testa. Qui c'è la varietà e la ricchezza d'un industria fiorente, piena di speranze e d'ardimenti, a cui sorride la fortuna: imitazioni dell'antico, tradizioni ringiovanite, vittorie nuove dell'arte, come lo smalto a fondo d'oro e il rosso ottenuto mirabilmente; busti e statue, paesaggi, figurine, fiori, ritratti, d'un colorito fresco e possente, che paiono pitture ad olio; le pareti coperte di terre cotte, di porcellane, di lave smaltate, di cammini altissimi, e d'ogni sorta di decorazioni colossali, che promettono Tag: sue mille mezzo sala tutti luce esposizione belle sale Argomenti: piccolo gruppo, architettura portoghese, grosso banchiere, lusso casalingo, raffica brutale Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Marocco di Edmondo De Amicis Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero Garibaldi di Francesco Crispi Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi La sposa persiana di Carlo Goldoni Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Offerte Capodanno Isole Verdi Il purosangue inglese: carattere e particolarità Il Lusitano: origini e caratteristiche Minorca un mare da sogno Blu di Russia: un pelo che incanta
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