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Intrichi d'amore di Torquato Tasso pagina 8profondissimo cordoglio. ALESSANDRO Ogni estremo è vizioso e nessun violento è durabile. Sappi, Leandro, che con questi loro estremi e violenti sospiri tanto più mi son messo in sospetto: perchè quando si piange di cuore, non si piange di fuore, dice quel proverbio. Se Cornelia e Camillo avessero intensamente sentito questa nuova, oppressi da repentino cordoglio, non averebbono così presto potuto mandar fuori lamenti; e quella estrinseca violenza mi dimostra che all'intrinseco ha sradicato tutto il dolore: a punto come la febre effimera che di fuori venendo violenta, scaccia il fuoco cattivo di dentro e non dura troppo. LEANDRO Padron mio, l'imaginazione vi raffigura tutte queste cose; poichè non mi posso imaginare che chi sente affanno di dentro debbia rider di fuori, e per il contrario debbia pianger di fuori chi sente gioia di dentro. ALESSANDRO Sì, ma non t'avedi tu che io parlo de gli animi iniqui, falsi e perversi. Sovvienmi a questo proposito un essempio romano: che Fulvia, moglie di Marco Marcello, dimostrò tanto dolore della morte del marito, che dui senatori non la potevano ritenere; e un di loro disse: «Lasciate le mani, perchè Fulvia vuol dimostrare in un dì tutto il dolore della sua vedovanza, per non averlo a dimostrare per più tempo». E l'accertò da vero: poi che da quell'istesso tempo che s'ardevano l'ossa del marito, si accasò con un altro. A rispetto poi di Camillo, basti l'essempio di Cesare che, vedendo la testa di Pompeo, pianse per allegrezza. LEANDRO Adesso conosco chiaramente che la gelosia non è altro che una rabbia causata da falso sospetto e da timor vano e da stravagante frenesia. Perdonatemi se vel dico, padrone, che da sospetto in timore, da timore in frenesia, da frenesia in gelosia, e da gelosia sete venuto in una rabbia tale che non mi parete Alessandro, ma una vipera tutta piena di veneno. Ritorniamo a casa, lasciamo queste vesti, e credete che vostra moglie è prudente, onorata e bella. ALESSANDRO Ahimè, che prudenzia, onestà e bellezza di rado si congiungono insieme: poichè la bellezza di una donna non è mai sicura, e quel che da molti è desiderato vanamente si guarda. Risolvasi ognuno, che chi ha donna bella per moglie ha da combatter co la pazzia, perchè bellezza e pazzia sono due fide compagne che non si lasciano mai, mediante la qual pazzia consuma la vita e la facultà del marito. Perchè ogni donna bella vorrebbe esser sola che commandasse in casa; vuol vivere delicatamente, vuol passare il tempo in piacere e in delizie, pretende esser preferita a tutte, ogni giorno nove fogge di vestiti, costringe il marito a tenerlo sotto; e in somma chi si marita con donne belle s'apparecchi sopportar la mala ventura. LEANDRO Come sarebbe a dir le corna. ALESSANDRO E peggio ancora: poichè il povero marito pensandosi riposare e star quieto, gl'innamorati vanno a torno la casa, occhiando le finestre, scalando le mura, sonando citere, vegghiando alla porta, concertando con ruffiani, discoprendo il tetto, e ultimamente gli levano la vita o fanno che per doglia si muora; e così resta povero, infamato e morto. LEANDRO Donque non si deve lamentare un certo amico mio che ha moglie brutta, poi che potrà vivere senza timore e sospetto alcuno. ALESSANDRO E chi nol sa? Colui che ha la moglie brutta tiene sicura la fama, è servito da prencipe, è amato cordialmente, vive quieto, ha carezze dell'altro mondo, augmenta in facultà: e in somma quella bruttezza è la pece negra che lavora l'argento e la scorza aspra che conserva l'albero tenero. LEANDRO Signor mio, io non posso disputar con esso voi, perchè sete savio, e io sono ignorante; ma poi che, perdonatemi, si suol dire che all'uomo savio manca il consiglio, vi ricordo che non vi lasciate vincere dalla passione di questa maledetta gelosia, ma vincendo voi stesso, consigliate voi stesso. ALESSANDRO Se ben non son savio come ti credi, dirò pur come disse quell'uomo da bene, che molte volte errano i savii non perchè voglino errare, ma perchè li negozii sono di tal qualità che la lor sapienzia non basta a poterlo indovinare. Concludo a proposito che io non pretendo indovinare e l'intrinseco dell'animo di Cornelia, e di Camillo. Non mi curo di errare per viver cauto. Ma ecco Franceschetto mio figliuolo; intendemo quel che dice. Scena 2 FRANCESCHETTO O schiavo traditore! Vatti fida poi di schiavi, va! Se fosse vivo il Signor padre non faresti così. Non ti curare, ah! ah! ALESSANDRO Parla di schiavo, nomina me, piange e minaccia: che domine sarà? Costui certo parla di Camillo. LEANDRO Ogn'ombra vi par Camillo, così forte l'imaginativa vi tiene astratto dall'esser vostro. ALESSANDRO Ascolt<i>amolo un poco, che da' figliuoli e da' matti si discoprono i fatti, dice quel proverbio. E poi Franceschetto, sapendo quanto può saper figliuolo, tengo che si sarà avertito di qualche cosa. FRANCESCHETTO Bella, per Dio! Camillo pensa maritarsi con la Signora madre e far del padrone in casa. Ma io, ma io... lascia far a me. ALESSANDRO Che dici, Leandro? Parti che io mi sia ingannato? Accostiamoci, che con bel modo scopriremo il tutto. A Dio, quel figliuolo. FRANCESCHETTO Ohimè! chi sei tu? Io m'appauro, mi segno la croce: tu sarai forse il padre delle streghe di Benevento? LEANDRO Non aver timore, Franceschetto, perchè costui non è quel che tu pensi, ma un certo gentiluomo del mio paese, il quale era amico del Signor Alessandro, e desidera intendere se per servigio vostro e della casa vale a qualcosa. FRANCESCHETTO Oh, oh, tu sei Leandro, ch'hai portata la nova del Signor padre. Ohimè! Signor padre, se fuste vivo! Se sapeste che tratta Camillo, che pensa la Signora madre! ALESSANDRO Mi provoca al pianto. Vien qua, figliuol mio, perchè piangi? Che cosa t'occorre? Che tratta Camillo? Che fa la Signora madre? Che se tu vuoi, ne scriverò al Signor zio in Genova, e si daranno i debiti rimedii. FRANCESCHETTO Come non voglio piangere, che così piccolino ho perso il padre? E chi mi vuol far bene mo? Quella poltrona di mia madre, che pensa rimaritarsi con un schiavo? ALESSANDRO È vero, figlio mio, che come si perde il padre, si perde ogni bene. Ma chi è cotesto schiavo? FRANCESCHETTO Un vigliacco, chi vuol essere? Ma in questa notte pian piano gli piantarò un coltello nella panza. LEANDRO Aspettate. Sarà forse Magagna? FRANCESCHETTO Che Magagna! Magagna è servidore, e non schiavo; ma è Camillo, sì, sì, ed è Magagna ancora. ALESSANDRO Dunque Camillo è schiavo? Come lo sapete voi? Chi ve l'ha detto? In che modo tratta maritarsi con la Signora? E che pretende Magagna? FRANCESCHETTO Ho spiato quando Camillo ha detto che è schiavo e innamorato della Signora, ed essa innamorata di lui; e che gli è parso mill'anni che il Signor padre morisse per accoppiarsi insieme. Magagna dice pur egli che è innamorato della Signora, fanno questione insieme, e Magagna pretende non so che copulare. Io non l'intendo. È tardo già; vo' prima gire in piazza a comprar delle noce e poi tornare in casa. Nol dite a nessuno, sa? ALESSANDRO Haila intesa, Leandro? Il fatto è fatto e la cosa è chiara: non bisognano più testimonii, non giovano altre prove. Deh, Cornelia, questo è l'amore, questa è la fede che si deve portare ad un amorevole e fedel marito come son stato io? Così presto ti son uscite di mente le promesse e li giuramenti che non avevi altro bene che me? E che se mai io morivo prima, ti saresti sepolta viva? Mentitrice, disleale! Ben me ne sono accorto: con ragione ho sospettato. Disse il vero che il violente tuo dolore doveva durar poco. O più incostante di Fulvia romana! O finta, traditrice, disonesta! O Camillo ingrato, così si pagano i benefizii riceùti? Tu sai che di schiavo ti feci libero, di estraneo ti elessi per figlio, di servo ti feci patrone: e ora mi sei infidele, mi sei traditore? Maledetto l'uomo che confida nelli figli d'altri, crescendoli in casa per suoi proprii, non pensando che questi Tag: leandro schiavo magagna casa padre signora marito moglie sospetto Argomenti: povero marito, tanto dolore, fuoco cattivo, giorno nove, certo gentiluomo Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Novelle rusticane di Giovanni Verga Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Fior di passione di Matilde Serao Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come essere un bravo casalingo Vacanze a Cipro: l'incontro con la mitologia Offerta capodanno a New York A chi rivolgersi per adottare un gatto Come fare fiorire le orchidee
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