Intrichi d'amore di Torquato Tasso pagina 34

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sento! Oh, che cose nuove io vedo! LAVINIA Degne veramente d'esser intese e viste. FLAMINIO Deh, perchè tardi a rispondermi? Rispondimi, vita mia: non sarai tu la vita mia? ERSILIA Sì. CAMILLO E del tuo Camillo? ERSILIA No. CAMILLO Instabil tempo, voglie mutabili, donne perverse, Amor crudele, infelice Camillo! FLAMINIO Io non posso più dire, impedito dalla gioia immensa che sento in udir che io son vostro. CAMILLO Ahimè! FLAMINIO Che cosa è questa, Signor Camillo? Vi dispiace forse che io riceva il premio delle lunghe fatiche? Sin qui mi ho persuaso che le vostre dimande erano per scolparvi, chè Ersilia non vi amava: ma ora mi date quel sospetto che sempre ho aùto di voi. CAMILLO Ecco pur, Signor Flaminio, un manifesto segno della mia viva fede e dell'affezion grande che io vi porto. Ersilia fu sempre odiata da me, e ora, non so come, Amore me l'ha di sorte scolpita nell'animo che io son tutto suo: adesso che ella non è più mia! Ma essendo tutta vostra, goderò che vi godiate insieme felicemente; e preponendo la mia amicizia al mio privato interesse, mi partirò di Roma, e sbandito e misero cercarò come posso finir meglio il resto della vita mia. FLAMINIO Non piaccia a Dio, Camillo, che io mi renda ingrato e che defraudi la fede e affezion vostra verso di me. Ecco che vi rinonzio il tesoro tanto da me desiderato; e sentendomi pago da quei “sì” datimi da Ersilia, viverò contento che viviate insieme contentissimi. GIALAISE L'importanza mo sta sa si contenta issa: pecchè la renunza fatta pe Vostra Signoria no' vale senza lo consenso suo: e io lo saccio moto bene pe la longa pratica delli tribunali de Napole. Orsù, chi bolete, Signora Ersilia?... Sta zitta: no' bolesse nè l'uno nè l'autro, e s'attaccasse co me? FLAMINIO Non sete contenta, Signora mia, di ripigliarvi il vostro Camillo? ERSILIA No. CAMILLO Ma volete il vostro Flaminio? ERSILIA Sì. GIALAISE E tre vote sì: concludemolo, e spedimola. Scena 10 BIANCHETTA Dove sarà costui? Ma eccolo pure, e vi sta Camillo, e vi è ancora Ersilia vestita da uomo. Che novità son queste? CAMILLO E io non voglio, Signor Flaminio, nè ancora rendermi ingrato all'effetto grande dell'amor vostro; mi quieto; vi dono la Signora Ersilia, dono veramente prezioso e caro, degno di voi, caro e prezioso tempio di rara e perfetta amicizia. FLAMINIO Oh, troppo caro, oh, troppo eccelso dono! che se bene io me ne conobbi sempre indegno, me ne farà degno la grazia della Signora Ersilia, a chi dono questa fede non solo di marito, ma di servitore e schiavo. BIANCHETTA Che servitore? che marito? che schiavo? Fermatevi, non date la mano, Ersilia! Statti, Flaminio, che non più Flaminio <sei> ma Consalvo figlio di Alonso, che era Hermando padre di voi: e voi sete fratello e sorella! GIALAISE Chesso è n'autro cunto dell'uorco. ERSILIA Che dite, Bianchetta? Dunque Flaminio è Consalvo mio fratello? Consalvo che restò in mano della nutrice in Malta, secondo più volte mi disse mio padre? Come lo sapete voi? Deh, ditemi il vero. BIANCHETTA Lo so da Messer Alberto, che mi ha dati i segni e contrasegni; ma perchè l'istoria sarebbe lunga, e non converia dirla qui fuora, stando Ersilia vestita da uomo, andiamo in casa della Signora Cornelia. FLAMINIO Che baie son queste? Se io son figlio di Messer Alberto, come posso esser fratello di Ersilia? Andate, vecchia, e non ci sturbate, di grazia. BIANCHETTA Che volete fare? Deh, non fate, fermatevi, che è certo come dico io! FLAMINIO Fatevi sopra, Signora Lavinia che è forza che io vada per risolvere il tutto. LAVINIA Io starò alla gelosia, e voi tornate presto. FLAMINIO Signori, io vi bascio primieramente le mani. CAMILLO Siate il benvenuto, Flavio mio. FLAMINIO E poi vi prego ch'ascoltiate. Io da parte ho inteso quel che è passato fra di voi: e mi resta di dire che con l'artificio di Bianchetta e con il mezzo vostro, Signor Camillo, introdotto in casa di Messer Alberto (il quale sopravenendo con mio padre, ho fatto in maniera che Lavinia sia mia moglie); e conferendomi Messer Alberto in segreto che voi, Signor Flaminio, non gli sete figlio, ma vi prese in Malta di mano d'una nutrice, e che eravate figlio di questo Hermando; quel che ha detto la vecchia dico esser vero, e perciò voi sete veramente fratello e sorella. GIALAISE Saldo, ca essa a poco a poco ritornarà la mia pecchè l'uno l'ha renunziata, e l'autro l'è fratello; donca azzic<c>araggio io. ERSILIA Ahimè! che più volte ho detto fra me stessa che gli occhi e il volto di voi, Signor Flaminio, si rassomigliavano alla mia madre. O Consalvo e non Flaminio, o fratello e non marito! FLAMINIO O sorella, e non moglie, così t'abbraccio e ti bacio; e quell'amore intenso che era di moglie, resta amore sviscerato di sorella. E a voi, Signor Camillo, ridóno l'istesso tesoro tanto caro di sorella, quanto caro era di moglie; e voi, amatissima sorella, riamate il vostro Camillo, che egli amandovi fortemente sarà vostro marito. CAMILLO O castissimo fuoco, che abbrugiando i vani pensieri ha suscitato un casto, un conforme, un perfetto volere. Eccomi, Ersilia mia, così tutto tuo come prima desiderasti, e come credo che al presente desideri, tal fede me ne fa il sviscerato amore che ti porto. ERSILIA O santo Amore, come conduci a porto felice chi t'adopra santamente! Fu di marito il mio pensiero, e per marito t'accetto, Camillo mio dolcissimo. CAMILLO E io con il dolce bascio ti confermo mia moglie, e questo anello leghi perpetuamente i nostri cuori. O giorno per me troppo felice, avendo madre e moglie ritrovato. Deh! se Alberto fosse mio padre, come già me ne ha dato segno la Signora madre, io che adesso sono Persio e non Camillo mi chiamarei felicissimo. BIANCHETTA Tu sei Persio? Dunque sei figlio d'Alberto. FLAMINIO Voi siete Persio? Oh, che buona fortuna! E sete figlio di Cornelia. CAMILLO Di Cornelia. FLAMINIO Dunque Muzio, insin adesso Alberto, è vostro padre? Rallegratevi, cieli, di tanti felicissimi successi, se pur non verranno interrotti dalla morte d'Alessandro. CAMILLO Alessandro è vivo, e adesso è in casa, che l'astrologo ha scoperto Leonora esser Brianda sua moglie; talchè, se Alberto è Muzio mio padre, le cose averanno felicissimo fine. FLAMINIO Così è certissimo; e per ciò sarà bene, Signor Persio, che entriate tutti in casa, a fine che, ritrovando Muzio, si possa rallegrare con il figlio e la Signora Ersilia nora. CAMILLO Mi pare più espediente che entriamo in casa della Signora madre, che conferendo il negozio con lei e con Alessandro, si pigliarà oportuna risoluzione. Io vi ringrazio del buono offizio, e spero or ora di venirvi a trovare in casa per riverire e abbracciare il mio desiderato padre. FLAMINIO A Dio, e vi aspetto con desiderio per unire insieme tante insperate allegrezze. CAMILLO A Dio, Signor cognato e fratello; e noi, Signor Gialaise, entramo in casa, e venite pur con noi, Bianchetta mia: che sì come sete stata partecipe delli travagli, così anco sarà bene a partecipare delle consolazioni. GIALAISE Entra prima Vostra Signoria. CAMILLO Eh, Vostra Signoria entri. GIALAISE No, a fè, a Vostra Signoria tocca. CAMILLO Fatemi questa grazia. GIALAISE Procedemo alla spagnola, ca all'entrare entra prima lo padrone, e all'uscire esce prima il forastiero. CAMILLO Vostra Signoria è padrone di me e della mia casa. Non però voglio obedire. Scena 11 ALBERTO In qualche parte sarà quest'astrologo! Se ben Roma è grande, non avemo lasciato loco di cercare e ricercare. S'egli non si ritrova, e se pure Alessandro non viene, io <non> mi saprò risolvere di lasciar Brianda come abandonata e sola. MANILIO Usiamo tutte le diligenzie possibili; che quando s'averà la certezza della morte di Alessandro, ad ogni cosa vi è rimedio: che, ripigliando voi Cornelia, io mi accommodarò con Brianda. ALBERTO Matrimonio mediante, s'intende, Messer Manilio. Esprimasi meglio quel verbo,

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Argomenti: sei figlio,    manifesto segno,    tesoro tanto,    prezioso tempio,    porto felice

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