Intrichi d'amore di Torquato Tasso pagina 12

Testo di pubblico dominio

Chisso è facelissimo. Ecco ccà. Io metto mano contra de chisso ca me vene denante, e po' salto di quarto contra de chisso ca vene de sinistro; sbando da schiena contra de chisso autro ca vene da destro, e po' co na bella girata corro contra de chillo ca vene dereto, gridanno: ah, mulo cornuto! a trademento, ah? con inganni, ah? PASQUINA Or resta tu ingannato, che ti lascio ed entro in casa. GIALAISE Ah, cornutiella, fuìste, neh? No' te curare, ca se no autro iuorno m'incappi alle mano, no' me scapperai chiù. Ma bestiale ca songo io, d'annare accosì reserbato co le donne, le quale no' sanno resistere alli fatti, se bene resisteno alle parole. Doveva benire subbeto alli fatti e lasciare lo circueto di tante parole. Ma che pozzo fare se Amore m'have levato lo 'ntellietto, la memoria e la voluntade, de manera ca non songo chiù lo Signor Gialaise? Io conosco apertamente ca chesta non è pare mia, no' è tanto bella como l'ommo si pensa. Vedo che m'odia como la quartana; e no' pozzo fare ca no' li boglia bene; anzi, quanto chiù mi strazia, tanto chiù me sforza ad amarla. Ora provo ca no' <n>ce puo', mettere nè freno, nè legge a gli amanti. Ho perzo Cuosemo, ca m'era tanto fedele servidore; essa mi burla, io mi consumo, lasso l'essercizio della cavalleria, non penso ad autro, no' mancio, no' bevo, ed eccoti no iuorno na nuova, ca lo Signor Gialaise è muorto. E diceranno chilli Cavallieri: guai e mala Pasqua li vienga, po' ca volette amare Pasquina. Ma chi esce de là? No' vorria ca me trovasse co la spada sfoderata. Boglio ritirareme ped infoderarla, poi che pe la còlera no' mi è concesso di poterla 'nfoderare ccà così priesto. Scena 8 MAGAGNA Quanto è detto, è detto. Non accade a dirvi quel sfortunato che v'ama senza speranza di potere arrivare al desiderio suo: basta a sapere che Camillo è un tristo figliuolo, amando Lavinia contra la volontà vostra, e dandovi buone parole si consuma di robba e di vita a spendere e spandere a ruffiani e messaggeri. Di più ha ridotto Messer Alberto, padrigno della giovane, a contentarsi di dargliela per moglie, come intenderete da lui, perchè ha da venire con Messer Manilio, secondo vi ho detto. Importa mo che voi stiate salda, perchè come essi vengono io mi metterò dietro la gelosia, fingendo la voce vostra, e voi di dentro sentirete li tradimenti che vi fa Camillo. CORNELIA Ah, Camillo disleale, Camillo disamorevole, Camillo che t'ho riputato da figlio, che t'ho amato più che me stessa! E ora a mal grado mio, senza parlarmi niente, prendi per moglie Lavinia, non ti curando di me? Ed è vero, Magagna? Ed è vero che Camillo ama Lavinia? Ed è vero che Lavinia sarà moglie di Camillo? MAGAGNA Tre palmi più della verità! Ed ècci un'altra cosa che non si vergogna a dire: faccio più stima delle scarpe di Lavinia che di cento Cornelie. Che Cornelia? Adesso che è morto mio padre, terrò Cornelia sotto questi piedi. CORNELIA Ahimè! come sempre restiamo ingannate noi altre povere donne. Chi averebbe mai pensato che sotto le dolci parole di Camillo si nascondesse il veleno? Ah, ingrato! Ah, traditore, falso, perverso, iniquo! MAGAGNA Mi dispiace, padrona mia, di cotesta còlera che vi pigliate. Lasciamo andar Camillo, e fate come vi ho detto: accasatevi con Messer Manilio, o con quell'altro che arde e avampa per amor vostro; e quest'altro saria meglio e più al proposito mio. CORNELIA Chi è costui? dimmelo, acciò mi possa risolvere; dimmi dunque, chi è cotesto giovane? MAGAGNA Oh, potta del mondo! attac<c>ossi al giovane. Padrona mia, costui che io dico non è giovane nè vecchio, ma fate conto che sia dell'età mia. CORNELIA Come si dimanda? MAGAGNA Si confronta col nome mio. CORNELIA Dove abita? MAGAGNA Vicino a voi. CORNELIA È gentiluomo? MAGAGNA Signora, no. CORNELIA È ricco? MAGAGNA Non è tal cosa. CORNELIA È bello? MAGAGNA Questo non ha. CORNELIA È dotto? MAGAGNA Mica. CORNELIA È valoroso? MAGAGNA Questo li manca. CORNELIA Che può dunque avere di buono, se gli mancano tutte queste cose buone? MAGAGNA È valoroso al letto, dotto alla boccolica, bello magnatore, ricco di vane speranze, e gentiluomo che non sa fatigare. Ma poi che voi sete nobile, ricca, dotta, bella e valorosa, che ne volete fare di valoroso, dotto, bello, ricco e nobile, se non di uno che vi serva di dentro, come di fuora la trabacca? CORNELIA Parlate da par vostro. Ma è possibile che io non possa sapere chi è costui? MAGAGNA Mi vergogno a dirvelo. È uno che vi ha servito molt'anni, e voi meglio lo potresti rimunerare che accomodarlo di questa sorte. CORNELIA Tu sei pertinace; dimmi chi è. MAGAGNA Ego. CORNELIA Tu sei? MAGAGNA Signora no, io non sono, Signora mia. Ma quando fosse io, che faresti? CORNELIA Che farei? Dillo tu, che so che dirai che mi conver<r>ebbe fargli tagliare la faccia, la lingua e le braccia per essempio di tutti li sciagurati. MAGAGNA Signora no, non son io. CORNELIA Voglio in ogni modo saperlo. Chi è? Chi è? MAGAGNA Ohimè! Io... CORNELIA Tu sei? MAGAGNA Signora no, non son io. È un altro. CORNELIA Chi è quell'altro? MAGAGNA Io... CORNELIA Oh, vigliacco, infame, ti cavarò gli occhi! Tu hai tanto ardire? Ti pelarò la barba! MAGAGNA Signora no, non son io. CORNELIA Or prendi, in malora, questo pugno. MAGAGNA Non te lo dissi io che disegno di pover uomo non riesce? Non fate, di grazia, fermatevi, che non son io: ma quando dissi io, volevo dire: io non sto commodo adesso di dirvelo. Ma... oh, oh, ecco li vecchi. Andate sopra, che li dirò che voi sete pronta a dargli audienzia, e subito mi trovarò dietro la gelosia, come vi ho detto. Scena 9 ALBERTO Portatur leviter quod portat quisque libenter: dunque potete ancor voi, Messer Manilio, sopportare questo peso delle seconde nozze, se vediamo che così liberamente <lo> sopportano gli altri. Non mutate, di grazia, proposito, che se bene sapientis est mutare propositum, nondimeno s'intende sempre in melius. E perchè sarà meglio per voi di accettare questo partito della vedova, accettatelo liberamente, che oltre ne succederà la quiete dell'animo vostro, forse n'averete un figliuolo che allevandolo d'altro modo di quel che avete fatto di Flavio, sarà il contento e la consolazion vostra. MANILIO Eh, Messer Alberto mio, molte cose si fanno in un momento e in un impeto, le quali han bisogno di lungo tempo a considerarle. Il correr così in fretta a questo negozio non troppo mi piace. ALBERTO Non dite così, ma pensate che il cuor generoso ad ogni impresa s'avventura, quando si trova astretto dalla necessità: e le cose che per necessità promettiamo si devono essequire e mandare in effetto con la sola volontà. MANILIO Orsù, farò quanto voi volete. Ecco Magagna, accostiamoci. MAGAGNA A tempo sete giunti, già venivo a chiamarvi: ho parlato alla Signora, e si risolve di far questo matrimonio, ma vuol prima star sicura che voi, Messer Alberto, diate Lavinia a Camillo. Sete savio, non bisogna dirvi altro. Io vado di sopra, e farò che vi risponda da dentro la gelosia, la quale come sentirete toccare, subito potrete introdurre il ragionamento. ALBERTO Voi sete un uomo di molta importanzia: andate pure, e lasciate fare a noi. Per certo, Messer Manilio, questo è un buon principio, e io vi pronostico un fine felicissimo. MANILIO Faccia Iddio. Ma io sento la gelosia. Dite pur voi. ALBERTO Noi giunti insieme baciamo le mani di Vostra Signoria. MAGAGNA L'uno e l'altro sia il ben venuto. ALBERTO La virtù vostra, e la fama di voi, che risona per tutto, mi hanno spinto <a> desiderarvi ogni bene e a procurarvi nuovi servitori, poi che alla persona virtuosa e da bene è poco guiderdone esser Signora di tutto il mondo, sì come al vizioso sia poco castigo di torgli la vita. MAGAGNA Vi ringrazio, Signor mio. MANILIO (Questa voce mi par troppo rauca, Messer Alberto mio). ALBERTO (Sarà causata dal piangere e sospirare la morte del marito). E

Tag: magagna    signora    vostra    sete    contra    bene    gelosia    giovane    parole    

Argomenti: lungo tempo,    tanto bella

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo
Diario del primo amore di Giacomo Leopardi
Il benefattore di Luigi Capuana
Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili
Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Maschera per il trattamento del viso SK-II
Il furetto a grandi linee
L'abbigliamento giusto per il teatro
Maldive, immersi in paradiso
Costruire la propria autostima ritrovando la fiducia in se stessi


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36 successiva ->