Intrichi d'amore di Torquato Tasso pagina 26

Testo di pubblico dominio

rivederci, e dove ti posso far piacere, commandami. ERSILIA Io vi commando, se commandar vel posso, che mi lasciate venir appresso di voi, restando servito che io vi servi. CAMILLO Eh no, figlio mio, a un altro tempo, a un altro tempo, poi. ERSILIA Deh, cieli, che sorte crudele è la mia! Che non mi giova amar perfettamente, servir spontaneamente, patir pazientemente. Uh, uh, uh! CAMILLO Non pianger, moretto mio; fermati in questo luoco, overo aspettami in Banchi, che spedito il negozio del Signor Flaminio verrò a trovarti subito. ERSILIA Farrò quanto voi volete. Ma che farai qui, misera Ersilia, come nave senza nocchiero, agnella senza pastore, inferma senza medico? E poi che ti trovi in mezzo all'onde agitata, tra' boschi smarrita, con la febre sola, non lasciar il nocchiero, il pastore, il medico, acciò non t'affoghi, non ti perdi, non ti muori. Andrò dove egli andrà, che spero di pigliar porto, mettermi in via, e trovar medicina al mio male, continuandoli appresso i miei sospiri. Scena 8 ALBERTO Chi tarda ad attendere mostra di voler negare e pentirsi della promessa. Ma, ohimè! parmi sentir romore in casa della Signora Cornelia; e se io non erro, la voce è di Magagna. Esce piangendo, ed ella appresso col bastone in mano. Che novità son queste? Ritiriamoci e sentiamo un poco. MAGAGNA Ohimè, Signora padrona mia, che male ho fatto io? In che t'ho offeso? Se così vecchio come sono, mi batti e mi cacci di casa a tempo che sono vero esecutore dell'ordine tuo... CORNELIA Infame, omicida, traditore, così si tingono le mani nel sangue de' nobili? Così si uccidono le povere figliuole? Ti farò castigare, ti farò mettere un capestro al collo. MAGAGNA Questo è un altro diavolo! E che colpa è la mia, se voi medema me l'avete commandato? Non importa, che se la giustizia vuole, toccarà prima a voi, ad esser impiccata, e dopo a me! E io non me ne curo, pur che siamo impiccati insieme, giustamente, per vedere se potessimo fare un figlio in aria, poi che non l'avemo potuto fare in terra. CORNELIA Io te l'ho commandato? Si vederà appresso! Dunque perchè il padrone si trova in còlera, e commanda una cosa ingiusta e fatto scelerato, il servitore l'ha da essequire? Signor no! Dovevi considerare che io per còlera lo diceva, e non che fosse stata così la volontà mia. MAGAGNA Di maniera che se io non l'uccideva, averia fatto meglio? CORNELIA Meglio! MANILIO Questi parlano di uccidere: che domine sarà? Che dite, Messer Alberto? Voi sete cambiato in vista; par che volete parlare, e non potete. Che vi è successo? ALBERTO Oh, che intrico! oh, che disturbo! Sappi che questa è Cornelia, mia prima moglie. Io la riconosco molto bene. Misero me! Nè mi posso imaginare in che modo sia viva, s'io l'ebbi già per morta. MANILIO Ohimè! che dite? ALBERTO Tant'è: osserviamola prima, e poi vi dirò. CORNELIA Perchè taci, Magagna? Perchè non parli più? Perchè non segui quel che volevi dire? MAGAGNA Dico: se per sorte Ersilia fusse viva, che meritarei? CORNELIA Meritaresti che io ti facessi ritornare in casa. MAGAGNA E niente più? CORNELIA E che più? MAGAGNA Quell'altra cosa. CORNELIA Che cosa? MAGAGNA La promessa. CORNELIA Che promessa? MAGAGNA Di fare... CORNELIA Che? MAGAGNA ...il vis et volo. CORNELIA Non t'intendo. MAGAGNA Il matrimonio... CORNELIA Che matrimonio? MAGAGNA Tra te e me. CORNELIA Tra te e me? Oh, vigliacco, poltrone, forfante! MAGAGNA Non tel diss'io che il povero va sempre per terra? Orsù, ti voglio dir la verità. Sappiate, Signora Cornelia, che quella non è la testa di Ersilia, ma una testa contrafatta al naturale, per farvi credere che l'aveva uccisa: non però, essa è viva, come tutti li viventi. CORNELIA E dove sta? MAGAGNA Si è vestita da uomo e va cercando il suo Camillo. CORNELIA Sì, ah? E per questo Camillo è fuggito dalla mia camera, per andare a trovar quella sciaguratella! Questo è concerto fatto da voi. Così m'hai tradita, Magagna? Deh! traditore, assassino, adesso più che mai ti vuo' dar, ladro, furbo! A me questo tradimento, ah! MAGAGNA Ora questa sì che è bella! Se Ersilia è viva, è male; se è morta, è peggio. Che domine pretendete da me? Che cercate? Non volete che Ersilia sia viva? CORNELIA Adesso vorrei che fosse morta. MAGAGNA Di questa maniera bisognarà tenere affittata la natura, che a modo vostro facesse e disfacesse le persone. CORNELIA Non più parole. T'ho inteso già: provederò io di sorte che tutti tre restiate castigati. Sfratta via, levati di qua, non ti accostar più in questa casa. MAGAGNA Al manco, Signora mia, datemi quei tre carlini che mi dovete dare. CORNELIA Ti darò tre legni per la forca, che t'appicchi. Tira via, forfantone. MAGAGNA O Magagna, mercante fallito, che hai perso le ragioni tue, come le femine. Lasciami andare, che essendo la donna mutabil di natura, spero trovar pietà, non che perdono. Scena 9 CORNELIA Che dici? che tratti? che pensi più, Cornelia? Amor ti lusinga, gelosia ti consuma e il senso t'inganna. Che partito sarà il tuo, se la terra, se il cielo, se gli uomini ti sono contrarii? Ma che vogliono costoro? ALBERTO Vien meco, Messer Manilio, che io vuo' chiarirmi del tutto. Bascio le mani di Vostra Signoria, Signora Cornelia: son certo che ella non mi conoscerà. CORNELIA Non io. Chi sete voi? ALBERTO La longhezza del tempo, questa barba che allora non avevo e la mutazion dell'abito vi han chiuso gli occhi della conscienza. Sappiate che io mi chiamo Alberto, e fui molto amico di Muzio, vostro primo marito. CORNELIA Questo è proprio un ricordar li morti a tavola! Che n'importa ragionar de' morti? Stiansi i morti con li morti, e i vivi con li vivi. ALBERTO Ma se per sorte Muzio fusse vivo? CORNELIA Se fusse vivo, averebbe pazienzia con farsi il fatto suo. Che ci arei da far io con Muzio, se venisse di novo al mondo? ALBERTO Io, come amico suo cordialissimo, rappresento l'istessa persona di Muzio, e mi lamento in suo nome di voi; e dico che l'amore e la fede e l'affezion grande che vi portava Muzio non meritano queste risposte, questi dispregi. Deh, Cornelia, Cornelia, ricordati quanti sospiri, quanti lamenti, quanti pericoli patì e passò il povero amante prima che ti avesse; e dopo aùta, con che sviscerato amore t'amava. Deh, perchè ti sono uscite di mente? Deh, perchè per altri hai cambiato il primo amore? Ritorna, ritorna a te, Cornelia, e pensa che il tuo Muzio è vivo, e ritornarà così presto da te, come son io adesso qui. CORNELIA Tengo per fermo che tu sii qualche spirito maligno in forma d'uomo, poi che sai le cose passate e falsamente mi vuoi indurre a credere le presenti fondate sopra l'impos<s>ibile. Andate in buon ora, che io ho da far altro che trattenermi con voi. MANILIO Io stupisco, io traseculo, io son fuori di me. Dunque voi Muzio, e non Alberto sete? Dunque Cornelia è vostra moglie? Come dunque vi casaste con Leonora? Che errore, che peccato, che fatto indegno di voi è questo? Voi non mi rispondete? Ritiriamoci qui dietro, ditemi tutto il successo. Scena 10 ALBERTO Nel sanguinoso e miserabil caso di Famagosta, vedendo io menar prigione questa Cornelia, mia moglie, e Persio, mio figliuolo, disperato d'ogni salute mi precipitai dentro la calca de gl'inimici, e combattendo n'uccisi molti. In fine fui ferito, e caddi per morto in presenza dell'istessa Cornelia, la quale mi riputò già morto del tutto. Ella fu menata in una galera; e io, credendo che il campo vittorioso fusse partito, mi levai pian piano, quando da certi Turchi fui preso e portato mezzo morto in un'altra galera. La vanguardia dove era Cornelia si partì prima, e passando in alto mare, fu assalita da repentina tempesta, e venne nuova che s'era già sommersa. Io per l'ultimo, schiavo e mal contento della sua morte e di quella di Persio mio figlio, piccolo di cinque anni, fui di là a sei mesi liberato dalle galere di Malta; e venendo in Roma, credendo certo che

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Argomenti: spirito maligno,    sorte crudele,    vero esecutore,    campo vittorioso

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