Intrichi d'amore di Torquato Tasso pagina 22

Testo di pubblico dominio

CORNELIA Tu vuoi ch'io pianga senza saper la causa del pianto? BIANCHETTA Non lo sai, no? Lo sai molto bene, ma fingi di non saperlo: era pur del sangue del tuo marito, e ti voleva tanto bene che non dovevi comportar la sua morte. CORNELIA Che dici, Bianchetta? BIANCHETTA Dico che per un minimo sdegno non si doveva mandar a morire: dovevi aspettare, che il tempo avrebbe accommodato ogni cosa. CORNELIA Ohimè! Sallo altro che tu, Bianchetta mia? BIANCHETTA E chi altri volete che lo sappia? L'infelice non conosceva altri che me, a me si raccommandò con gli occhi pregni di lagrime, e diceva sospirando: “Aiutami, Cornelia, Cornelia mia, aiutami”. CORNELIA Se mi ami, Bianchetta mia, come credo, taci e tieni secreto, e prendi da me quel che vuoi, che quanto è fatto è ben fatto. CAMILLO Ben fatto dice, ohimè! Costei mostra saper la morte mia, e ne gioisce. BIANCHETTA Ben fatto, ah? E che crudeltà è questa? È ben fatto a far morire... CORNELIA Morire. BIANCHETTA ...un innocente? CORNELIA Nocente. BIANCHETTA Come nocente! In che t'ha nociuto? Non t'ha sempre onorata? Non ti ha sempre amata? CORNELIA Amata! BIANCHETTA Dunque, perchè nocente? CORNELIA Perchè amava chi non doveva amare. CAMILLO O Dio! Che sento? Costei averà dato ordine di farmi uccidere, e si pensa sia esequito l'effetto. Così sarà. Parla di me certissimo, poi che dice: amava chi non doveva amare, cioè Lavinia. BIANCHETTA Io non vi intendo, Signora Cornelia. Ditemi, non doveva amar voi? CORNELIA Sì. BIANCHETTA Dunque ha fatto bene. CORNELIA No. BIANCHETTA Come no? CORNELIA Non accade dir altro. Basta che s'ha meritato la morte. BIANCHETTA Deh, Cornelia, non siate così crudele, lasciate la còlera, aiutate, soccorrete, che avete tempo di poter aiutare e soccorrere. CORNELIA Come tempo? Dunque non è seguito l'effetto? Dunque ancor vive? CAMILLO Non tel dissi, che era io? BIANCHETTA Vive, si raccommanda a voi, con animo di vivervi sempre soggetto. CORNELIA Deh, Magagna! Magagna! CAMILLO Intendo già. Magagna era il traditore. CORNELIA Dovevi esequir l'ordine mio, e non lasciarti pigliar a parole. CAMILLO La cosa è chiara. BIANCHETTA Signora Cornelia, di chi parlate voi? CORNELIA E tu di chi parli? BIANCHETTA Io parlo di quel povero carcerato. CORNELIA Che? Magagna è carcerato? Ed Ersilia dove sta? BIANCHETTA Che Ersilia? Che Magagna? Che dite di Ersilia e di Magagna? Io dico di quell'infelice Camillo vicino a morte, se voi nol soccorrete ad un tratto. CORNELIA Ohimè! Camillo? E dove sta Camillo mio? CAMILLO Quel “mio” importa; o Amore, aiutami! BIANCHETTA Nel carcere, condannato a morte. CORNELIA A morte, ohimè! E perchè? BIANCHETTA Perchè il povero giovane, avendo inteso da non so che schiavi che Vostra Signoria l'aveva discacciato di casa, si mise in tanta disperazione, che scorrendo la città capitò in un luogo dove in quel punto era stato ammazzato un uomo; e sopravenendo la corte, e non trovando altro che lui, lo prese e menò in prigione. Egli, perchè stava nel caldo della sua disperazione, confessò averlo ucciso per assassino, e così è stato condannato alle forche. Al presente avertito dell'errore, e principalmente che il morire è una mala cosa, si duole, si macera e si consuma che morrà senza colpa e senza aiuto di nessuno. Io passando di là lo viddi, ed egli mi si buttò al collo con le braccia del cuore, non potendo con le mani, legate a torto da quei lacci; mi pregò strettamente che vi pregasse che l'aiutaste, poi che potete aiutarlo. CORNELIA Deh, Camillo, Camillo, meritaresti la forca da senno, per la tua ingratitudine, per la tua infideltà. Non però, vinta dall'amor grande che io ti porto, voglio in ogni modo aiutarti. Ma che rimedio vi sarà, Bianchetta mia? BIANCHETTA Il rimedio sarà quella cosa per cui s'impastano tutte le cose. CORNELIA Che? Non v'intendo. BIANCHETTA La pecunia. CORNELIA Bastano cento scudi? BIANCHETTA Credo di sì. CORNELIA E se non bastano, non mi curo di buttar via la robba, e appresso la vita. Dilli che stia di buon animo, che appresso mandarò il mio procuratore per aiutarlo con li denari e con la ragione che tiene, perchè non deve morire non avendo colpa. CAMILLO Io mi ravivo tutto. Oh, come falliscono al spesso li giudizii nostri! BIANCHETTA Signora mia, il pericolo sta nella tardanza, e perciò state contenta di dare a me il recapito, perchè dove comparisce il Marchese di Santa Croce, non servono li procuratori. CORNELIA Dite bene. Aspettate, che vado a pigliar i denari. BIANCHETTA Ecco due tordi ad un laccio. Che dite, Camillo? Non son io valorosa più dell'Amazone? Averemo denari freschi, speranze calde, e buona volontà. CAMILLO Voi meritate un colosso a perpetua memoria d'un'opra così rilevata. Ma che faremo appresso? BIANCHETTA Fermati, metti l'ale, e poi vola, e vola pian piano, che chi camina pian piano tu sai che fa buon passo. Ma, olà, rimettetevi nel pagliarotto, che già torremo i tordi, per noi fatti tornesi. CORNELIA Prendi, Bianchetta; torna presto, soccorri quel misero, che scampando uno, scamparai due vite, sostenute già da un palo, e dilli che io per troppo am... am... Ahimè! BIANCHETTA Ahimè, tramortì, cadde! Che farò? Cornelia! Cornelia! CAMILLO Tristo me! Vita mia, cuor mio, Cornelia cortesissima, che col pensiero di salvarmi, ne morrai tu degna di viver sempre. Lascia i rispetti, dispetti e sospetti, che vengo, alma beata e hella, per seguirti ovunque ne andrai. Deh, sorte inimica, per brevi punti amica, torna, ti prego, a pacificarti meco con uccidermi tosto, acciò morendo insieme possa dir con ragione: «Dolce mi fu mentre la vidi in terra, - or che fia dunque a rivederla in cielo?» CORNELIA Camillo! CAMILLO Cornelia! CORNELIA Camillo mio, sei qui? CAMILLO Cornelia mia, sei viva? CORNELIA Viva, per viver sempre a te, che sei la vita mia. E tu, come sei vivo, s'io t'avevo già per morto? CAMILLO Non potrò mai morire, mentre sarai tu viva, perchè sempre m'avivi col tuo vivace affetto. CORNELIA Entra, che poi diremo tutte le cose a pieno. BIANCHETTA Ite a goder, amanti, che io stipo i contanti. Atto IV Scena 1 LAVINIA Prima che io vadi nella camera terrena, dove starò aspettando il sole di questi occhi miei, son risoluta di venire in porta per vedere se mia madre o altri sopravenisse; ma poichè nessuno vedo, vado più sicura nel campo dove Amor dolcemente mi mena. Ma ahimè! Chi mi assale e pretende? Chi mi lega e ritiene? Che gelo è questo che mi va per l'ossa? E chi mi vieta che non vadi? Mi avedo, misera, che Amor e Onor contendono insieme. Amor consente, Onor dissente; Amor invia, Onor disvia; Amor accende, Onor aggiaccia; Amor permette, Onor vieta, che io non vadi. Ahi! che tra 'l sì e 'l no, tra male e bene, tra fuoco e giaccio, e tra senso e ragione, finalmente mi trovo. So che se dal fuggir Giovan Luigi che mi fugge, e non lasciar Flavio che mi segue, è male l'amor di quello, sta bene l'amor di questo. Il fuoco dell'uno non arde, il giaccio dell'altro riscalda. Il senso mi distoglie, e la ragion mi raffrena. Non so che mi fare. Aiutami, Cielo, che in te sperando spero, e se ben vado, farai che resti salvo l'onor mio, e che io rispondi all'amor di colui che di ragione deve esser amato. Scena 2 FLAMINIO Ecco pur, cieco e semplice Flavio, che inavedutamente corri alla tua morte, a guisa di cieca e sempliciotta farfalla, che vaga del lume, suol volar su gli occhi altrui, che fastidito nell'ultimo da gli importuni assalti, l'uccide. Così tu, misero, per godere il lume del tuo vivo sole non t'avedi che Lavinia fastidita al fine della tua importunità, e maggiormente da quest'abito che porti a dosso, ti cacciarà via; e tu vinto dal profondo dolore ne morrai del certo; e del certo ne morrò. Infelice me, non tanto per causa del mio danno, quanto per il dispiacere che si prenderà la mia crudelissima nemica! Ma poi che Amor mi ha posto come

Tag: morte    sempre    magagna    bene    morire    fatto    deh    ragione    sei    

Argomenti: profondo dolore,    minimo sdegno,    vivo sole

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Diario del primo amore di Giacomo Leopardi
La favorita del Mahdi di Emilio Salgari
Libro proibito di Antonio Ghislanzoni
Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo
Giambi ed Epodi di Giosuè Carducci

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Quali giochi scegliere per il coniglio nano
Pet therapy: cos'è e quali cani vengono impiegati
Il disturbo della calvizie
Merendine industriali: verità e pregiudizi
Offerta capodanno ad Amsterdam


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36 successiva ->