Intrichi d'amore di Torquato Tasso pagina 30

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cielos en obrando. Y vos, que soys un vellacco, no querèis dezir la berdad? MAGAGNA Ohimè! sapesse almanco, Signor Flaminio mio fortissimo, che cosa pretende da me. GIALAISE Quiero sabir en donde se alla la muger. MAGAGNA Aglio non ho, bugerico non so. GIALAISE Vien atrás de me, atrás, digo! MAGAGNA M'arrasso, m'arrasso, Signore. GIALAISE Atrás, digo! MAGAGNA M'arrasso; che volete più, Signor mio potentissimo? GIALAISE Acerca di me, acerca di me. MAGAGNA Non cerco a te, non cerco a te. GIALAISE Iuro a los cielos que se mi lievo vollo bolar tan alto en el cielo, que troncando la sfera del fuego, y cayendo pues en tierra, te alla ya requemado y echo cenisa, vellacco de los vellaccones. MAGAGNA Di grazia, lasciatemi andare in casa a rimover la robba, che gl'interiori mi hanno rifuso alle brache. GIALAISE Atrás, digo, atrás. FLAMINIO Valli appresso, non l'intendi? MAGAGNA Dunque atrás vuol dire appresso? Ahimè! che io m'appresso al trapasso della morte. GIALAISE Desisme en donde se alla agora la muger. MAGAGNA Dianora mia mogliera ha più di sette anni che è morta. GIALAISE Digo aquella que mattastes dissimulatamente. MAGAGNA Mazzi di semolata e di menta non si trovano in queste bande. GIALAISE Empeces que te borlas: desisme como quieres que te haga morir. MAGAGNA Come mi vuoi far morire? GIALAISE Sì. MAGAGNA D'una morte che la vedesse e non la sentisse. GIALAISE De que manera? MAGAGNA Datemi una coltellata dui palmi sopra la testa, e così vederò e non sentirò la morte. GIALAISE Estaos incato de rodillas, y dexandos las burlas desidme la verdad: en qual parte se alla Ersilia? MAGAGNA Nescio... Ma ecco gente di là. Oh, Signor mio, aiutami GIALAISE Levantaos y no desìs nada; y no dir, por vida vuestra. MAGAGNA Io dirò ogni cosa, non accade a pregarmi. Ah! così si tratta? Ah! così si assassina un pover uomo <in> mezzo la strada publica? Lo farò sentire, se sarà possibile, sino a Sua Santità. FLAMINIO Infame traditore, adesso stai bravando, e non ti avedi che colui è il Signor Camillo col moro, e vengono pur contro di te. Statti, non ti partire, tu hai da far conto con l'oste ancora. Scena 2 CAMILLO Coteste vostre lagrime sono tanti chiodi che mi trafiggono l'anima, considerando che piangete per pietà di colei a chi desidero ogni peggio; tal che se mi volete bene, come dimostrate, dite come dico io: scoppia, muora e incenerisca Ersilia. ERSILIA Io lo direi, quando non procurasse che un animo così bello come è il vostro non fosse macchiato di una macchia così brutta come è la crudeltà; e quando il giusto non permettesse che io debbia difensare come cosa propria una causa così giusta com'è quella della povera Ersilia. CAMILLO Io saprei molto bene riversare coteste ragioni: ma non voglio, nè posso, tale è l'odio che io li porto. ERSILIA Ohimè, ohimè! CAMILLO Che cosa? ERSILIA Vedo gente da quella parte con le spade nude. Fermatevi... ma sono i nostri amici! FLAMINIO A tempo sete giunto, Signor Camillo; ecco qua l'assassino di Magagna. Mettete pur mano, a tal che ognuno di noi col suo colpo si vendichi di lui, quando per sorte non vorrà dir la verità. CAMILLO Con li pari di costui si ha da giuocare di bastone e non di spada. Benchè confido al valor del Signor Capitano, che con la parola sola se lo inghiottirà. MAGAGNA Ahimè! speravo aiuto e mi è sopravenuto affanno; e così dalla padella son cascato nella bragia. GIALAISE Azì es per cierto. Agora agora con un soplo sarite desezio como la nieve en el sol: ladrón, ladrón, vellacco, vellacco, confessa la berdad y dezime en donde se alla Ersilia. MAGAGNA Ah, ah, ah! GIALAISE Tu te rìes? MAGAGNA Come non volete che io rida, se avete primiera e non tirate? GIALAISE Que trampas son estes que dize? MAGAGNA Non son trampe altramente, ma è così con effetto. Ditemi un poco, per far primiera non bisogna che siano quattro carte diverse? GIALAISE Azì es. MAGAGNA Or voi non sete quattro, di nazioni diverse: spagnola, barbara, italiana e commune? GIALAISE Yo non intiendo. CAMILLO Nè meno io. FLAMINIO Nè meno io. Dichiarati presto, bestia. MAGAGNA Mi dichiaro. L'invittissimo Capitano è spagnolo, e significa spade. Il moro, barbaro, ed è bastone. Il Signor Flaminio, romano, e in Roma battendosi moneta, sarà denaro. E il Signor Camillo, non sapendo la patria sua, è commune, e sarà coppe. FLAMINIO Che freddure son coteste? Risolviti a dir la verità, se non <vuoi> che t'uccido. GIALAISE Mattade este vellacco. CAMILLO Uccidasi senza remissione. MAGAGNA Tre contro uno? E che male ho fatto io? Aspettate quanto penso poco poco. ERSILIA Ohimè! Magagna or ora mi scuopre: ma avendo io adesso la commodità, vuo' partirmi pian piano, levandomi il tinto del volto; procurare una barba posticcia, e sotto altro abito di non farmi conoscere. FLAMINIO Non hai ancor pensato? Di', di', dove sta Ersilia? MAGAGNA Lasciatemi finir, di grazia, e poi fate di me quel che volete voi. Io diceva che il Spagnolo è spade, Flaminio denaro e Camillo coppe. Per far la primiera che cosa ci manca? FLAMINIO Bastone. MAGAGNA Il moro è bastone: ecco primiera, tiratela e tenetela. FLAMINIO E dove sta il moro? CAMILLO Si è già partito. MAGAGNA Or pigliate un bastone e datevi l'un l'altro, sciocchi e insensati che sete. È possibile che niuno di voi intenda l'artifizio mio, che mentre dicevo: avete primiera e non tirate, volevo intendere: avete Ersilia, che va sotto abito di moro per servire all'inconosciuta l'amante suo crudele, e non la pigliate? GIALAISE Y es verdad? FLAMINIO È vero? CAMILLO Ed è vero? MAGAGNA Verissimamente; e voi, a battaglia stesa contra di me, avete fatto a punto come fece Sacripante con Rinaldo, che mentre essi combattevano, Angelica se ne fuggì. Correte dunque, arrivate, cercate, procurate che la trovarete. CAMILLO Ahimè! che io, sciocco veramente più d'ogn'altro, ho conosciuto manifesti segni che ella di se stessa mi dava. Dissemi che il padrone era Camillo, ma lo coprì col cognome “della mia morte”, che l'affezion sua non era nuova, e la vestì con la conformità del sangue. Mi difensò con la spada, con la lingua, con l'ingegno; si dolse di me sotto scusa di dolor colico. Ha detto, ha fatto in somma cose stupende. O Amore, tu puoi quanto sai, che li timidi gli assicuri e li semplici fai savii! e o donna più valorosa che tutti gli uomini del mondo! FLAMINIO Già che siamo certi del fatto, non perdiamo più tempo. Andate voi, Signor Camillo, di qua; il Signor Giovan Luigi di là, e io da quest'altra parte, che in ogni modo l'incontraremo: con deliberazione che chi prima la trova, la conduchi in casa del Signor Giovan Luigi. GIALAISE Mi contento. CAMILLO Così si faccia. GIALAISE Iammo puro, ca ne boglio la parte mia fino a no fenocchio. E ora ca non besogna contrafare chiù lo spagnuolo, me levo la barba, a tar che le femmene se ne innamorino chiù facilmente de chissa faccia temperata di muschio dintro ad un barattolo di speciale falluto. Scena 3 MAGAGNA Eccomi solo, fuori di pericolo: ma chi averebbe mai pensato che quel diavolo non fosse spagnolo? In buona fè, che se io sapeva che era il Napoletano, essi non sapevano da me il giuoco della primiera. Fu tanta la paura, che poco mancò che non mandassi lo spirto per le parti sotterranee. Ma che ti giova, povero Magagna, d'esser scampato da questo pericolo, se ti trovi ingolfato nell'altro? Se io vado in casa di Cornelia, mi caccia. Se io non vi vado, amor da una banda e la fame dall'altra mi rodono le budella e l'ossa. Non però mi voglio accostare alla casa, confidando in quella sentenzia che fortuna aiuta gli audaci. Ohimè! che faccia di negromante è quella che esce dalla porta? L'altro è Leandro che li va appresso. Mi rimetterò in questo cantone per sentir qualche cosa. Scena 4 ALESSANDRO Non mi sono ancora totalmente risoluto, che se ben non abbiamo trovato Camillo in

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