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Intrichi d'amore di Torquato Tasso pagina 33Bianchetta: che si dice di questa Cornelia, e come è vissuta casta? BIANCHETTA Castissima! Un essempio, un ritratto vero di castità e di prudenzia. Non tocchiamo questo, di grazia. ALBERTO Mi piace. E quel Camillo, che viene ad essere a Cornelia? BIANCHETTA Figliastro, credo io. ALBERTO Credi tu: dunque non è così? O Dio, se si ritrovasse suo figlio, e fosse Persio! MANILIO Interrogatela pure. BIANCHETTA Questi si pensano scalzarmi per saper l'amor di Cornelia con Camillo. Ma io son vecchia, e femina di più. ALBERTO Dunque Camillo non sarà certo figliastro di Cornelia, poi che dici che tel credi. BIANCHETTA Io non so tante cose; ma so che Camillo è figlio di Alessandro. ALBERTO Orsù, va bene; e sapete se Alessandro è vivo? BIANCHETTA Intendo che sia morto; ma un certo astrologo pretende sia vivo. ALBERTO E dove sta quest'astrologo? BIANCHETTA Parmi che stia in Banchi. ALBERTO Or basta. Resta con Dio, Bianchetta; e noi, Messer Manilio, andiamo a ritrovar questo astrologo, che chi vuol vadi, e chi non vuol mandi. Scena 7 BIANCHETTA Io non intesi mai il più bell'intrico di questo. Messer Alberto si ha lasciato dire che egli è marito di Cornelia, e che Leonora è Brianda moglie di Alessandro, e che Alessandro è vivo; Flaminio è Consalvo fratello d'Ersilia; Camillo non è figlio di Alessandro, ma si dubita che non sia di Cornelia. Amor lusinga l'uno e l'altro. Flavio da molinaro si è fatto marito di Lavivinia sua. Che mutazion di tempo, che volger di ruota è questa, o Fortuna? E acciò che non succeda alcun disonore, andrò a ritrovar Flaminio, volsi dir Consalvo, per dirli ogni cosa, che averò tempo poi di provedere intorno al mio particolare, perchè si dice che chi ben semina, meglio ricoglie. Scena 8 FLAMINIO Sì come l'aurora, squarciando i veli della notte oscura, apporta seco il lucido giorno, e il sole rompendo i duri giacci fa che corrino acque limpide e chiare, così voi, anima dell'anima mia, con l'aurora della grazia vostra spezzando le notti delle mie disgrazie, m'avete apportato un giorno felicissimo, e col sole delle bellezze vostre rompendo la dura crudeltà, fate correre un mare di gioie e di consolazioni, dove io godendo voi, che sete vaga più che l'aurora e bella più del sole, mi reputo il più felice e il più contento del mondo. LAVINIA E io, Flavio mio dolcissimo, combattuta da un falso pensiero, che l'amor vostro non fusse stato finto, con disegno d'ingannarmi, già che mi conosceva indegna di voi, mostrai d'odiarvi a morte, e amavo altri della mia qualità. Ma poi che ho conosciuto chiaramente che m'amate con puro e sincero amore, vi certifico che quell'odio era apparenza, e che oggi v'amo e amarò sempre più che me stessa: essendovi degnato d'accettarmi per moglie non per mia bellezza, come dite, ma per vostra bontà e cortesia. FLAMINIO Per le bellezze esteriori, e maggiormente per quella dell'animo io vi amo e onoro; come così farò sempre, non solo da marito, ma da servo obendientissimo. LAVINIA Sarò io obedientissima serva di voi, mio marito e mio signore. Ma ditemi, perchè vi volete partire? Dove andate? Non mi lasciate, di grazia. FLAMINIO Il partire m'è pena, come il stare con voi mi è sommo contento. Ma considerando che se ben parto con la persona, resta con voi la miglior parte di me, delibero partirmi per sapere che cosa ha fatto Camillo, che essendo egli stato mezzo di così felice successo, è forza che io l'aiuti con tutto il mio potere. LAVINIA Sarebbe meglio mandarci altri, e voi restiate meco, perchè senza di voi sto senz'anima. FLAMINIO Ritornarò quanto prima, che se io potessi confidare in altri il segreto, lasciarei d'andarvi per non lasciar voi, che sete la vita mia. LAVINIA Vedo venir gente di là. Fermatevi, non andate via, acciò non vi succeda qualche disgrazia; vediam prima chi sono. FLAMINIO Colui mi par Camillo. Egli è certo, e non porta più i vestiti di lutto, dal che argomento buonissime nuove; ma sospetto, poi che lo vedo turbato in volto, insieme con quell'altro giovane che similmente vien turbato. Ritiriamoci qui dentro, osservando quel che dicono. Scena 9 CAMILLO È possibile che quel moro sia partito da Roma? Deh, ditemi il vero, giovinetto mio caro, quando fu? In che modo? Come lo sapete voi? Dove lo conosce<s>te? Che vi disse? Dove andò? E in che luogo lo potrei trovare? ERSILIA Si è partito mo poco innanzi alla disperata; lo so, che èramo un'anima e doi corpi insieme. Lo conosco da tre giorni in qua: mi disse che era donna e non uomo, si chiamava Ersilia, andò non so dove: e credo che non lo trovarete senza di me. CAMILLO Senza di voi! Dunque sapete voi dove ella sta? Andianci, di grazia. ERSILIA A che fine? CAMILLO Già che sapete il principio, vi dirò anco il fine. Ersilia amava me, e io non amavo lei, perchè amavo Cornelia, come ella amava me. Costei per causa d'Ersilia converse l'amor suo in odio, il qual odio ritorcendo io contra Ersilia, l'odiava più che la morte. Cornelia adesso si ritrova mia madre; e io per corrisponder all'amor grande d'Ersilia, che per me si è messa in tanti pericoli, ho rivolto quell'odio in amor tanto estremo, che spasimo e moro per la mia dolcissima Ersilia. ERSILIA Ritrovarete effetti contrarii: che quell'amor grande che allora vi portava Ersilia si è rivolto in un odio così estremo, che ella vi vorrebbe da senno veder spasimare e morire. Deh! ingrataccio che sei stato a disprezzar l'amor di donna giovane e bella per un'altra di tempo e di mediocre bellezza. Incauto che sei! E chi non sa che adesso per rifiuto di Cornelia t'adduci ad amar Ersilia? Va pur, che essendo io un'istessa persona con quella povera giovane, ti desidero ogni peggio. CAMILLO O Dio! che dolci pensieri mi manda adesso Amore! Fermati, quel giovane, e forse direi meglio fermati, Ersilia: già non m'inganno come prima, che Amor mi svela gli occhi. Deh, che penso? Deh, che miro più? Riconosco ben io la barba è posticcia, ne la toglio, e togliendola veggo... Ahimè! che veggo? Veggo che voi sete, sete voi, Ersilia! Vi veggo, anima mia, occhi un tempo discari; volto che m'intorbidavi, adesso m'assereni; bocca che amara m'apparve, e adesso miele distilla. Parlami, bocca; girati, volto; miratemi, occhi cari. Volto sereno, bocca suave, ecco il vostro amato Camillo che v'ama, vi contempla, v'ammira! FLAMINIO Oh, potenzia grande d'amore! Io stupisco, Lavinia mia. LAVINIA E io ancora; ma quel che importa, vedete che contemplando fissamente Camillo più col pensiero che con gli occhi, non s'avede che Ersilia si parte pian piano, e ora rimarrà egli solo. CAMILLO Io conosco il mio fallo; vi chieggio perdono, conservatrice delle mie speranze. Rispondimi pure. Ma chi mi tien che non t'abbracci? Ohimè! che il vento abbraccio. Dove sei? Chi mi ti tolse, Ersilia mia? Sei forsi l'ombra sua? E se pur sei l'ombra, ritorna a consolarmi; e se pur sei Ersilia, come ti parti senza esser vista? Fu l'acuto mio pensiero che, stando fisso in te, mi coperse la vista. Deh! crudeli amanti, imparate da me misero: non dispregiate più chi v'ama; ecco la mia pena, merito assai peggio... Ma perchè indarno mi crucio? Già ritorna di nuovo: tu non mi scapperai! FLAMINIO Nè a me più scapperà! GIALAISE Tenetela stretta, chessa mariolella, ca pare sia chella ca se trasformava 'n tante forme, allo tiempo antico delli Romani. ERSILIA Deh, lasciatemi, di grazia, andare. Che volete da me? Chi sete voi? CAMILLO Sono il vostro Camillo. ERSILIA Allora mio, e non adesso. FLAMINIO E io il vostro non mai Flaminio. ERSILIA Adesso mio, e non allora. GIALAISE E io lo Signore Gialaise. ERSILIA Non vi conosco, gentiluomo. GIALAISE E io te boria conoscere. CAMILLO Dunque non mi ami? ERSILIA No. FLAMINIO E me ami? ERSILIA Sì. FLAMINIO Deh! se è vero che con il tinto di fuora ti hai levato anco il crudo di dentro, dammene segni più certi: sana e salva un che si muore. FLAMINIO Oh, che cose stupende io Tag: adesso deh sei sete grazia giovane volto marito occhi Argomenti: donna giovane, certo figliastro, certo astrologo Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Fior di passione di Matilde Serao La trovatella di Milano di Carolina Invernizio Nel sogno di era L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Il trucco giusto per gli occhi celesti Il trucco giusto per gli occhi scuri Lo chignon Guida Fotografica Malaga Come affrontare la paura del tradimento
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