Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili pagina 22

Testo di pubblico dominio

giovinotti del giorno d'oggi son sempre così colle dame. — Non sarebbe dunque sincero? — chiese Eleonora. — Che dirle? Non saprei bene; — rispose la signora Zuliani. — Si parla sui generali. Quanto a me, li ho tutti per gentilissimi. — Ma qualche differenza si può far sempre, e alle volte si deve; — notò la signora Eleonora. — Lo conosce bene, Lei, il conte Aldini; e da qualche anno, mi pare. — Oh, dica da parecchi; mio marito lo vede tanto volentieri! — La signorina Margherita era rimasta alquanto più in là, davanti al disegno del conte Aldini, che voleva mettere per precauzione tra due fogli di carta. — Margherita! — le disse sua madre. — Vuoi tu farmi il piacere.... La signora Zuliani permetterà. Vuoi tu farmi il piacere di finire per me la lettera al babbo? Io sono troppo lenta nello scrivere, avendo anche bisogno di occhiali; — soggiunse, volgendosi alla signora Zuliani. — Volevo aggiunger io una pagina; ma Anselmo ci guadagnerà di aver tutta la lettera di pugno della sua figliuola. A te, dunque, mia cara; e si potrà mandare per la posta delle quattro. — Sì, vado, mamma; — rispose Margherita. — La signora mi scusi. — Oh cara! a patto che ritorni presto; — gridò la signora Zuliani. Appena la bella creatura fu uscita dal salotto, richiudendo discretamente dietro a sè l'uscio della camera attigua, la signora Eleonora si strinse al fianco della sua visitatrice. — Perdoni, mia buona signora; — le disse; — avevo bisogno di parlarle da sola a sola. Non vorrei abusare della sua gentilezza; ma certe parole sue, quando io ho fatto un piccolo elogio del conte Aldini, mi hanno messa in pensiero. Ella ha senno e uso di mondo; conosce la città, e coloro che ci vivono; il conte Aldini, poi, viene in casa loro; Ella che è donna, e delicatissima su certi punti a cui gli uomini non badano sempre, può darmene un'idea più precisa. Non merita egli tutta la stima che io facevo di lui? — Intendiamoci; — notò la signora Zuliani. — Ho detto di non saper fare alcuna differenza tra lui e tutti gli altri. Sarò troppo severa, o troppo poco esperta in materia; ma infine non volevo andare più in là. Si sa bene, del resto; giovinotti eleganti.... — Ma dissipati, vorrebbe aggiungere. — Non questo, propriamente; ma oziosi, pur troppo. E l'ozio, mi concederà, può condurre molto lontano. — Il conte Aldini non fa nulla, per l'appunto. — Nulla di nulla; — rincalzò la signora Livia. — Ha tanto da vivere; scarsamente, perchè i suoi non gli hanno lasciato di più; ma non avendo famiglia, diciamo pure che ha tanto da vivere. Certo, gli bisognerebbe rifarsi con un ricco partito. Qui non ce ne sono; almeno, non ce ne sono di quelli che potrebbero fare al caso suo. Egli, dopo tutto, non se ne dà pensiero; mio marito piuttosto. Ma io l'annoio con queste scioccherie.... — No, no, continui; tutto ciò m'interessa moltissimo. — Del resto, si capisce; — ripigliò la signora Livia, ridendo. — Mio marito è un gran partigiano del matrimonio. Contento di quello che ha fatto lui, della qual cosa io non vorrò dargli torto, darebbe moglie a tutti,, e prima di tutti al suo conte Aldini. Conte! ecco il titolo che secondo i calcoli di mio marito può valere una dote vistosa. Il signor conte, diciamolo pure, non ne ha mai voluto sapere. Già, le ripeto, giovinotti eleganti.... e galanti, hanno altro da pensare che a prender moglie. — Qualche pratica.... — balbettò la signora Eleonora. — Eh, che debbo dirle? Son materie gelose. Ma infine, Venezia non è Parigi, nè Londra: si finisce presto col sapere ogni cosa. Il conte Aldini, nei primi tempi del suo soggiorno a Venezia, si era veramente un po' sparpagliato, cantando come si suol dire a tutti gli usci, e aveva fatto parlar molto di sè; poi a poco a poco si è raccolto, si è fatto più serio, vorrei dire perfino misterioso, vero tipo del beau ténébreux dei vecchi romanzi francesi. Ad ogni modo, son cose che non mi riguardano. Viene spesso da noi, e ciò, me lo lasci dire in confidenza ad una signora assennata come lei, potrebbe anche essere pericoloso; tanto che alle volte, approfittando per l'appunto della occasione, vorrei fargli una ramanzina coi fiocchi. Ma non ho ancora l'età, da assumere una parte simile, nè con lui, nè con altri. Me ne rincresce, perchè il mistero c'è, e un mistero non senza pericoli.... — Ella, da quanto pare, conosce anche la persona; — osservò la signora Eleonora. — Un cenno malinconico di assenso le disse che si era apposta. — E.... la condizione? — riprese. — Il nome, se Ella si fida di me? — Non è il mio segreto; — mormorò la signora Livia con anima e voce contrita. — È giusto, perdoni; — conchiuse la signora Eleonora. — Capisco intanto che il conte Aldini dev'essere in uno stato d'animo assai dispiacevole. Queste pratiche hanno sempre la loro punizione con sè. S'incomincia senza pensarci troppo; la via del precipizio è sparsa di fiori; ma poi.... cara signora, ne ho vedute nella mia vita, di queste belle passioni, ne ho vedute, parecchie e finite presto in tragedie. Ah, uomini pazzi! e donne pazze! perchè son esse le maggiori colpevoli. — Lo crede? — disse la signora Zuliani. — Ne son certa. Gli uomini, infine, sono spensierati e temerarii; spesso non hanno idea di giustizia, nè di morale, due buone e belle cose facilmente dimenticate, perdute nell'uso e nell'abuso dell'esistenza. Mio marito dice qualche volta che l'uomo è nato cacciatore; poveretto! egli che non ha mai preso in mano un fucile da caccia! Ma la donna, che s'adatta a fare da selvaggina a questi cacciatori, che orrore! essa, poi, che avrebbe tante ragioni per esser forte, per custodirsi, per arrestarsi, se non altro, sulla via del precipizio! L'educazione, per esempio, una certa delicatezza di sentire, che nell'uomo è così presto cancellata dalle volgarità della vita, il pensiero della propria dignità, e finalmente la ragione più forte, quella che le val tutte.... — E quale? — La religione, non le pare? E non già quel tanto di religione che consiste nel pregare a certe ore, biascicando frasi che spesso non s'intendono, e si ripetono macchinalmente, senza pensarci più che tanto; ma la religione piena, intiera, meditata, che c'insegna i nostri doveri, facendoci intendere la bellezza e gustare la felicità d'una coscienza tranquilla. — La signora Eleonora si era un po' riscaldata, cosa che le accadeva di rado; e ci diventava perfino eloquente, di quella eloquenza che viene qualche volta alle madri. La signora Livia, che non se l'aspettava davvero, n'era rimasta maravigliata, e quasi sopraffatta, tanto che per un istante, pensando alle ragioni enumerate dalla sua interlocutrice, dimenticò quelle che avevano determinata la sua visita e la sua piccola alzata d'ingegno. Ma certamente senza volerlo gliele fece tornare in mente la signora Cantelli, discendendo dalle altezze della tesi morale, per rifarsi al caso particolare ond'era stato mosso il discorso. — Quello che più mi rincresce, — ripigliava la buona signora, — è di pensare a quel povero giovinotto, che non è, poi, e non meriterebbe di essere come tanti spensierati. Egli almeno sente che la sua condizione non è bella. È spesso malinconico, e si capisce che un triste pensiero lo turba. Gli si domanda, per isviare le sue malinconie, gli si domanda, qualche volta di punto in bianco: ed ora, che cos'ha? Si scuote allora, si sforza di sorridere, e risponde: nulla, sa, non ho nulla; difetto del mio spirito, che s'incanta volentieri, e va qualche volta nelle nuvole. — La signora Livia tentennò ripetutamente il capo, atteggiando le labbra ad un risolino d'incredulità. — Eh! — soggiunse poi. — Che cosa le dicevo io? Altro che nuvole! Il conte Aldini ha quell'altra in mente; e non può non avercela spesso, anche contro sua voglia. Ma bisognava pensarci in tempo, come ha detto lei così bene, signora Eleonora, nella sua rettitudine;

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Argomenti: caso particolare,    triste pensiero,    piccolo elogio,    cenno malinconico

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