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La divina commedia di Dante Alighieri pagina 65occhi fuor de le tue onde! Ben fiorisce ne li uomini il volere; ma la pioggia continüa converte in bozzacchioni le sosine vere. Fede e innocenza son reperte solo ne' parvoletti; poi ciascuna pria fugge che le guance sian coperte. Tale, balbuzïendo ancor, digiuna, che poi divora, con la lingua sciolta, qualunque cibo per qualunque luna; e tal, balbuzïendo, ama e ascolta la madre sua, che, con loquela intera, disïa poi di vederla sepolta. Così si fa la pelle bianca nera nel primo aspetto de la bella figlia di quel ch'apporta mane e lascia sera. Tu, perché non ti facci maraviglia, pensa che 'n terra non è chi governi; onde sì svïa l'umana famiglia. Ma prima che gennaio tutto si sverni per la centesma ch'è là giù negletta, raggeran sì questi cerchi superni, che la fortuna che tanto s'aspetta, le poppe volgerà u' son le prore, sì che la classe correrà diretta; e vero frutto verrà dopo 'l fiore". XXVIII Poscia che 'ncontro a la vita presente d'i miseri mortali aperse 'l vero quella che 'mparadisa la mia mente, come in lo specchio fiamma di doppiero vede colui che se n'alluma retro, prima che l'abbia in vista o in pensiero, e sé rivolge per veder se 'l vetro li dice il vero, e vede ch'el s'accorda con esso come nota con suo metro; così la mia memoria si ricorda ch'io feci riguardando ne' belli occhi onde a pigliarmi fece Amor la corda. E com'io mi rivolsi e furon tocchi li miei da ciò che pare in quel volume, quandunque nel suo giro ben s'adocchi, un punto vidi che raggiava lume acuto sì, che 'l viso ch'elli affoca chiuder conviensi per lo forte acume; e quale stella par quinci più poca, parrebbe luna, locata con esso come stella con stella si collòca. Forse cotanto quanto pare appresso alo cigner la luce che 'l dipigne quando 'l vapor che 'l porta più è spesso, distante intorno al punto un cerchio d'igne si girava sì ratto, ch'avria vinto quel moto che più tosto il mondo cigne; e questo era d'un altro circumcinto, e quel dal terzo, e 'l terzo poi dal quarto, dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto. Sopra seguiva il settimo sì sparto già di larghezza, che 'l messo di Iuno intero a contenerlo sarebbe arto. Così l'ottavo e 'l nono; e chiascheduno più tardo si movea, secondo ch'era in numero distante più da l'uno; e quello avea la fiamma più sincera cui men distava la favilla pura, credo, però che più di lei s'invera. La donna mia, che mi vedëa in cura forte sospeso, disse: "Da quel punto depende il cielo e tutta la natura. Mira quel cerchio che più li è congiunto; e sappi che 'l suo muovere è sì tosto per l'affocato amore ond'elli è punto". E io a lei: "Se 'l mondo fosse posto con l'ordine ch'io veggio in quelle rote, sazio m'avrebbe ciò che m'è proposto; ma nel mondo sensibile si puote veder le volte tanto più divine, quant'elle son dal centro più remote. Onde, se 'l mio disir dee aver fine in questo miro e angelico templo che solo amore e luce ha per confine, udir convienmi ancor come l'essemplo e l'essemplare non vanno d'un modo, ché io per me indarno a ciò contemplo". "Se li tuoi diti non sono a tal nodo sufficïenti, non è maraviglia: tanto, per non tentare, è fatto sodo!". Così la donna mia; poi disse: "Piglia quel ch'io ti dicerò, se vuo' saziarti; e intorno da esso t'assottiglia. Li cerchi corporai sono ampi e arti secondo il più e 'l men de la virtute che si distende per tutte lor parti. Maggior bontà vuol far maggior salute; maggior salute maggior corpo cape, s'elli ha le parti igualmente compiute. Dunque costui che tutto quanto rape l'altro universo seco, corrisponde al cerchio che più ama e che più sape: per che, se tu a la virtù circonde la tua misura, non a la parvenza de le sustanze che t'appaion tonde, tu vederai mirabil consequenza di maggio a più e di minore a meno, in ciascun cielo, a süa intelligenza". Come rimane splendido e sereno l'emisperio de l'aere, quando soffia Borea da quella guancia ond'è più leno, per che si purga e risolve la roffia che pria turbava, sì che 'l ciel ne ride con le bellezze d'ogne sua paroffia; così fec'ïo, poi che mi provide la donna mia del suo risponder chiaro, e come stella in cielo il ver si vide. E poi che le parole sue restaro, non altrimenti ferro disfavilla che bolle, come i cerchi sfavillaro. L'incendio suo seguiva ogne scintilla; ed eran tante, che 'l numero loro più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla. Io sentiva osannar di coro in coro al punto fisso che li tiene a li ubi, e terrà sempre, ne' quai sempre fuoro. E quella che vedëa i pensier dubi ne la mia mente, disse: "I cerchi primi t'hanno mostrato Serafi e Cherubi. Così veloci seguono i suoi vimi, per somigliarsi al punto quanto ponno; e posson quanto a veder son soblimi. Quelli altri amori che 'ntorno li vonno, si chiaman Troni del divino aspetto, per che 'l primo ternaro terminonno; e dei saper che tutti hanno diletto quanto la sua veduta si profonda nel vero in che si queta ogne intelletto. Quinci si può veder come si fonda l'essere beato ne l'atto che vede, non in quel ch'ama, che poscia seconda; e del vedere è misura mercede, che grazia partorisce e buona voglia: così di grado in grado si procede. L'altro ternaro, che così germoglia in questa primavera sempiterna che notturno Arïete non dispoglia, perpetüalemente "Osanna" sberna con tre melode, che suonano in tree ordini di letizia onde s'interna. In essa gerarcia son l'altre dee: prima Dominazioni, e poi Virtudi; l'ordine terzo di Podestadi èe. Poscia ne' due penultimi tripudi Principati e Arcangeli si girano; l'ultimo è tutto d'Angelici ludi. Questi ordini di sù tutti s'ammirano, e di giù vincon sì, che verso Dio tutti tirati sono e tutti tirano. E Dïonisio con tanto disio a contemplar questi ordini si mise, che li nomò e distinse com'io. Ma Gregorio da lui poi si divise; onde, sì tosto come li occhi aperse in questo ciel, di sé medesmo rise. E se tanto secreto ver proferse mortale in terra, non voglio ch'ammiri: ché chi 'l vide qua sù gliel discoperse con altro assai del ver di questi giri". XXIX Quando ambedue li figli di Latona, coperti del Montone e de la Libra, fanno de l'orizzonte insieme zona, quant'è dal punto che 'l cenìt inlibra infin che l'uno e l'altro da quel cinto, cambiando l'emisperio, si dilibra, tanto, col volto di riso dipinto, si tacque Bëatrice, riguardando fiso nel punto che m'avëa vinto. Poi cominciò: "Io dico, e non dimando, quel che tu vuoli udir, perch'io l'ho visto là 've s'appunta ogne ubi e ogne quando. Non per aver a sé di bene acquisto, ch'esser non può, ma perché suo splendore potesse, risplendendo, dir "Subsisto", in sua etternità di tempo fore, fuor d'ogne altro comprender, come i piacque, s'aperse in nuovi amor l'etterno amore. Né prima quasi torpente si giacque; ché né prima né poscia procedette lo discorrer di Dio sovra quest'acque. Forma e materia, congiunte e purette, usciro ad esser che non avia fallo, come d'arco tricordo tre saette. E come in vetro, in ambra o in cristallo raggio resplende sì, che dal venire a l'esser tutto non è intervallo, così 'l triforme effetto del suo sire ne l'esser suo raggiò insieme tutto sanza distinzïone in essordire. Concreato fu ordine e costrutto a le sustanze; e quelle furon cima nel mondo in che puro atto fu produtto; pura potenza tenne la parte ima; nel mezzo strinse potenza con atto tal vime, che già mai non si divima. Ieronimo vi scrisse lungo tratto di secoli de li angeli creati anzi che l'altro mondo fosse fatto; ma questo vero è scritto in molti lati da li scrittor de lo Spirito Santo, e tu te n'avvedrai se bene agguati; e anche la ragione il vede alquanto, che non concederebbe che ' motori sanza sua perfezion fosser cotanto. Or sai tu dove e quando questi amori furon creati e come: sì Tag: mondo tutto stella vero tanto tutti cielo terzo donna Argomenti: vero frutto, triforme effetto Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Nel sogno di era Corbaccio di Giovanni Boccaccio Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Vacanze Natale Venezia Offerte Capodanno Bali I giardini di Kirstenbosch in Sudafrica Le Bahamas meta di un sogno Come piantare le rose
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