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La divina commedia di Dante Alighieri pagina 62carca, nol biasmerebbe se sott'esso trema: non è pareggio da picciola barca quel che fendendo va l'ardita prora, né da nocchier ch'a sé medesmo parca. "Perché la faccia mia sì t'innamora, che tu non ti rivolgi al bel giardino che sotto i raggi di Cristo s'infiora? Quivi è la rosa in che 'l verbo divino carne si fece; quivi son li gigli al cui odor si prese il buon cammino". Così Beatrice; e io, che a' suoi consigli tutto era pronto, ancora mi rendei a la battaglia de' debili cigli. Come a raggio di sol che puro mei per fratta nube, già prato di fiori vider, coverti d'ombra, li occhi miei; vid'io così più turbe di splendori, folgorate di sù da raggi ardenti, sanza veder principio di folg¢ri. O benigna vertù che sì li 'mprenti, sù t'essaltasti, per largirmi loco a li occhi lì che non t'eran possenti. Il nome del bel fior ch'io sempre invoco e mane e sera, tutto mi ristrinse l'animo ad avvisar lo maggior foco; e come ambo le luci mi dipinse il quale e il quanto de la viva stella che là sù vince come qua giù vinse, per entro il cielo scese una facella, formata in cerchio a guisa di corona, e cinsela e girossi intorno ad ella. Qualunque melodia più dolce suona qua giù e più a sé l'anima tira, parrebbe nube che squarciata tona, comparata al sonar di quella lira onde si coronava il bel zaffiro del quale il ciel più chiaro s'inzaffira. "Io sono amore angelico, che giro l'alta letizia che spira del ventre che fu albergo del nostro disiro; e girerommi, donna del ciel, mentre che seguirai tuo figlio, e farai dia più la spera suprema perché lì entre". Così la circulata melodia si sigillava, e tutti li altri lumi facean sonare il nome di Maria. Lo real manto di tutti i volumi del mondo, che più ferve e più s'avviva ne l'alito di Dio e nei costumi, avea sopra di noi l'interna riva tanto distante, che la sua parvenza, là dov'io era, ancor non appariva: però non ebber li occhi miei potenza di seguitar la coronata fiamma che si levò appresso sua semenza. E come fantolin che 'nver' la mamma tende le braccia, poi che 'l latte prese, per l'animo che 'nfin di fuor s'infiamma; ciascun di quei candori in sù si stese con la sua cima, sì che l'alto affetto ch'elli avieno a Maria mi fu palese. Indi rimaser lì nel mio cospetto, "Regina celi" cantando sì dolce, che mai da me non si partì 'l diletto. Oh quanta è l'ubertà che si soffolce in quelle arche ricchissime che fuoro a seminar qua giù buone bobolce! Quivi si vive e gode del tesoro che s'acquistò piangendo ne lo essilio di Babillòn, ove si lasciò l'oro. Quivi trïunfa, sotto l'alto Filio di Dio e di Maria, di sua vittoria, e con l'antico e col novo concilio, colui che tien le chiavi di tal gloria. XXIV "O sodalizio eletto a la gran cena del benedetto Agnello, il qual vi ciba sì, che la vostra voglia è sempre piena, se per grazia di Dio questi preliba di quel che cade de la vostra mensa, prima che morte tempo li prescriba, ponete mente a l'affezione immensa e roratelo alquanto: voi bevete sempre del fonte onde vien quel ch'ei pensa". Così Beatrice; e quelle anime liete si fero spere sopra fissi poli, fiammando, volte, a guisa di comete. E come cerchi in tempra d'orïuoli si giran sì, che 'l primo a chi pon mente quïeto pare, e l'ultimo che voli; così quelle carole, differente- mente danzando, de la sua ricchezza mi facieno stimar, veloci e lente. Di quella ch'io notai di più carezza vid'ïo uscire un foco sì felice, che nullo vi lasciò di più chiarezza; e tre fïate intorno di Beatrice si volse con un canto tanto divo, che la mia fantasia nol mi ridice. Però salta la penna e non lo scrivo: ché l'imagine nostra a cotai pieghe, non che 'l parlare, è troppo color vivo. "O santa suora mia che sì ne prieghe divota, per lo tuo ardente affetto da quella bella spera mi disleghe". Poscia fermato, il foco benedetto a la mia donna dirizzò lo spiro, che favellò così com'i' ho detto. Ed ella: "O luce etterna del gran viro a cui Nostro Segnor lasciò le chiavi, ch'ei portò giù, di questo gaudio miro, tenta costui di punti lievi e gravi, come ti piace, intorno de la fede, per la qual tu su per lo mare andavi. S'elli ama bene e bene spera e crede, non t'è occulto, perché 'l viso hai quivi dov'ogne cosa dipinta si vede; ma perché questo regno ha fatto civi per la verace fede, a glorïarla, di lei parlare è ben ch'a lui arrivi". Sì come il baccialier s'arma e non parla fin che 'l maestro la question propone, per approvarla, non per terminarla, così m'armava io d'ogne ragione mentre ch'ella dicea, per esser presto a tal querente e a tal professione. "Di', buon Cristiano, fatti manifesto: fede che è?". Ond'io levai la fronte in quella luce onde spirava questo; poi mi volsi a Beatrice, ed essa pronte sembianze femmi perch'ïo spandessi l'acqua di fuor del mio interno fonte. "La Grazia che mi dà ch'io mi confessi", comincia' io, "da l'alto primipilo, faccia li miei concetti bene espressi". E seguitai: "Come 'l verace stilo ne scrisse, padre, del tuo caro frate che mise teco Roma nel buon filo, fede è sustanza di cose sperate e argomento de le non parventi; e questa pare a me sua quiditate". Allora udi': "Dirittamente senti, se bene intendi perché la ripuose tra le sustanze, e poi tra li argomenti". E io appresso: "Le profonde cose che mi largiscon qui la lor parvenza, a li occhi di là giù son sì ascose, che l'esser loro v'è in sola credenza, sopra la qual si fonda l'alta spene; e però di sustanza prende intenza. E da questa credenza ci convene silogizzar, sanz'avere altra vista: però intenza d'argomento tene". Allora udi': "Se quantunque s'acquista giù per dottrina, fosse così 'nteso, non lì avria loco ingegno di sofista". Così spirò di quello amore acceso; indi soggiunse: "Assai bene è trascorsa d'esta moneta già la lega e 'l peso; ma dimmi se tu l'hai ne la tua borsa". Ond'io: "Sì ho, sì lucida e sì tonda, che nel suo conio nulla mi s'inforsa". Appresso uscì de la luce profonda che lì splendeva: "Questa cara gioia sopra la quale ogne virtù si fonda, onde ti venne?". E io: "La larga ploia de lo Spirito Santo, ch'è diffusa in su le vecchie e 'n su le nuove cuoia, è silogismo che la m'ha conchiusa acutamente sì, che 'nverso d'ella ogne dimostrazion mi pare ottusa". Io udi' poi: "L'antica e la novella proposizion che così ti conchiude, perché l'hai tu per divina favella?". E io: "La prova che 'l ver mi dischiude, son l'opere seguite, a che natura non scalda ferro mai né batte incude". Risposto fummi: "Di', chi t'assicura che quell'opere fosser? Quel medesmo che vuol provarsi, non altri, il ti giura". "Se 'l mondo si rivolse al cristianesmo", diss'io, "sanza miracoli, quest'uno è tal, che li altri non sono il centesmo: ché tu intrasti povero e digiuno in campo, a seminar la buona pianta che fu già vite e ora è fatta pruno". Finito questo, l'alta corte santa risonò per le spere un "Dio laudamo" ne la melode che là sù si canta. E quel baron che sì di ramo in ramo, essaminando, già tratto m'avea, che a l'ultime fronde appressavamo, ricominciò: "La Grazia, che donnea con la tua mente, la bocca t'aperse infino a qui come aprir si dovea, sì ch'io approvo ciò che fuori emerse; ma or conviene espremer quel che credi, e onde a la credenza tua s'offerse". "O santo padre, e spirito che vedi ciò che credesti sì, che tu vincesti ver' lo sepulcro più giovani piedi", comincia' io, "tu vuo' ch'io manifesti la forma qui del pronto creder mio, e anche la cagion di lui chiedesti. E io rispondo: Io credo in uno Dio solo ed etterno, che tutto 'l ciel move, non moto, con amore e con disio; e a tal creder non ho io pur prove fisice e metafisice, ma dalmi anche la verità che quinci piove per Moïsè, per profeti e per salmi, per l'Evangelio e per voi Tag: bene dio occhi onde ciel grazia intorno altri alto Argomenti: canto tanto Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Nel sogno di era Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Mattinate napoletane di Salvatore Di Giacomo Nuove storie d'ogni colore di Emilio De Marchi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Il trucco giusto per gli occhi celesti Valorizzare il proprio fisico vestendosi bene Trattamento delle rughe con il laser Coupon e codici sconto per risparmiare sui gioielli Cefalù: la perla del Tirreno
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