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La divina commedia di Dante Alighieri pagina 33parola a sé raccolta. Lo dir de l'una e de l'altra la vista mi fer voglioso di saper lor nomi, e dimanda ne fei con prieghi mista; per che lo spirto che di pria parlòmi ricominciò: "Tu vuo' ch'io mi deduca nel fare a te ciò che tu far non vuo'mi. Ma da che Dio in te vuol che traluca tanto sua grazia, non ti sarò scarso; però sappi ch'io fui Guido del Duca. Fu il sangue mio d'invidia sì rïarso, che se veduto avesse uom farsi lieto, visto m'avresti di livore sparso. Di mia semente cotal paglia mieto; o gente umana, perché poni 'l core là 'v'è mestier di consorte divieto? Questi è Rinier; questi è 'l pregio e l'onore de la casa da Calboli, ove nullo fatto s'è reda poi del suo valore. E non pur lo suo sangue è fatto brullo, tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno, del ben richesto al vero e al trastullo; ché dentro a questi termini è ripieno di venenosi sterpi, sì che tardi per coltivare omai verrebber meno. Ov'è 'l buon Lizio e Arrigo Mainardi? Pier Traversaro e Guido di Carpigna? Oh Romagnuoli tornati in bastardi! Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? quando in Faenza un Bernardin di Fosco, verga gentil di picciola gramigna? Non ti maravigliar s'io piango, Tosco, quando rimembro, con Guido da Prata, Ugolin d'Azzo che vivette nosco, Federigo Tignoso e sua brigata, la casa Traversara e li Anastagi (e l'una gente e l'altra è diretata), le donne e ' cavalier, li affanni e li agi che ne 'nvogliava amore e cortesia là dove i cuor son fatti sì malvagi. O Bretinoro, ché non fuggi via, poi che gita se n'è la tua famiglia e molta gente per non esser ria? Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia; e mal fa Castrocaro, e peggio Conio, che di figliar tai conti più s'impiglia. Ben faranno i Pagan, da che 'l demonio lor sen girà; ma non però che puro già mai rimagna d'essi testimonio. O Ugolin de' Fantolin, sicuro è 'l nome tuo, da che più non s'aspetta chi far lo possa, tralignando, scuro. Ma va via, Tosco, omai; ch'or mi diletta troppo di pianger più che di parlare, sì m'ha nostra ragion la mente stretta". Noi sapavam che quell'anime care ci sentivano andar; però, tacendo, facëan noi del cammin confidare. Poi fummo fatti soli procedendo, folgore parve quando l'aere fende, voce che giunse di contra dicendo: "Anciderammi qualunque m'apprende"; e fuggì come tuon che si dilegua, se sùbito la nuvola scoscende. Come da lei l'udir nostro ebbe triegua, ed ecco l'altra con sì gran fracasso, che somigliò tonar che tosto segua: "Io sono Aglauro che divenni sasso"; e allor, per ristrignermi al poeta, in destro feci, e non innanzi, il passo. Già era l'aura d'ogne parte queta; ed el mi disse: "Quel fu 'l duro camo che dovria l'uom tener dentro a sua meta. Ma voi prendete l'esca, sì che l'amo de l'antico avversaro a sé vi tira; e però poco val freno o richiamo. Chiamavi 'l cielo e 'ntorno vi si gira, mostrandovi le sue bellezze etterne, e l'occhio vostro pur a terra mira; onde vi batte chi tutto discerne". XV Quanto tra l'ultimar de l'ora terza e 'l principio del dì par de la spera che sempre a guisa di fanciullo scherza, tanto pareva già inver' la sera essere al sol del suo corso rimaso; vespero là, e qui mezza notte era. E i raggi ne ferien per mezzo 'l naso, perché per noi girato era sì 'l monte, che già dritti andavamo inver' l'occaso, quand'io senti' a me gravar la fronte a lo splendore assai più che di prima, e stupor m'eran le cose non conte; ond'io levai le mani inver' la cima de le mie ciglia, e fecimi 'l solecchio, che del soverchio visibile lima. Come quando da l'acqua o da lo specchio salta lo raggio a l'opposita parte, salendo su per lo modo parecchio a quel che scende, e tanto si diparte dal cader de la pietra in igual tratta, sì come mostra esperïenza e arte; così mi parve da luce rifratta quivi dinanzi a me esser percosso; per che a fuggir la mia vista fu ratta. "Che è quel, dolce padre, a che non posso schermar lo viso tanto che mi vaglia", diss'io, "e pare inver' noi esser mosso?". "Non ti maravigliar s'ancor t'abbaglia la famiglia del cielo", a me rispuose: "messo è che viene ad invitar ch'om saglia. Tosto sarà ch'a veder queste cose non ti fia grave, ma fieti diletto quanto natura a sentir ti dispuose". Poi giunti fummo a l'angel benedetto, con lieta voce disse: "Intrate quinci ad un scaleo vie men che li altri eretto". Noi montavam, già partiti di linci, e "Beati misericordes!" fue cantato retro, e "Godi tu che vinci!". Lo mio maestro e io soli amendue suso andavamo; e io pensai, andando, prode acquistar ne le parole sue; e dirizza'mi a lui sì dimandando: "Che volse dir lo spirto di Romagna, e "divieto" e "consorte" menzionando?". Per ch'elli a me: "Di sua maggior magagna conosce il danno; e però non s'ammiri se ne riprende perché men si piagna. Perché s'appuntano i vostri disiri dove per compagnia parte si scema, invidia move il mantaco a' sospiri. Ma se l'amor de la spera supprema torcesse in suso il disiderio vostro, non vi sarebbe al petto quella tema; ché, per quanti si dice più lì "nostro", tanto possiede più di ben ciascuno, e più di caritate arde in quel chiostro". "Io son d'esser contento più digiuno", diss'io, "che se mi fosse pria taciuto, e più di dubbio ne la mente aduno. Com'esser puote ch'un ben, distributo in più posseditor, faccia più ricchi di sé che se da pochi è posseduto?". Ed elli a me: "Però che tu rificchi la mente pur a le cose terrene, di vera luce tenebre dispicchi. Quello infinito e ineffabil bene che là sù è, così corre ad amore com'a lucido corpo raggio vene. Tanto si dà quanto trova d'ardore; sì che, quantunque carità si stende, cresce sovr'essa l'etterno valore. E quanta gente più là sù s'intende, più v'è da bene amare, e più vi s'ama, e come specchio l'uno a l'altro rende. E se la mia ragion non ti disfama, vedrai Beatrice, ed ella pienamente ti torrà questa e ciascun'altra brama. Procaccia pur che tosto sieno spente, come son già le due, le cinque piaghe, che si richiudon per esser dolente". Com'io voleva dicer "Tu m'appaghe", vidimi giunto in su l'altro girone, sì che tacer mi fer le luci vaghe. Ivi mi parve in una visïone estatica di sùbito esser tratto, e vedere in un tempio più persone; e una donna, in su l'entrar, con atto dolce di madre dicer: "Figliuol mio, perché hai tu così verso noi fatto? Ecco, dolenti, lo tuo padre e io ti cercavamo". E come qui si tacque, ciò che pareva prima, dispario. Indi m'apparve un'altra con quell'acque giù per le gote che 'l dolor distilla quando di gran dispetto in altrui nacque, e dir: "Se tu se' sire de la villa del cui nome ne' dèi fu tanta lite, e onde ogni scïenza disfavilla, vendica te di quelle braccia ardite ch'abbracciar nostra figlia, o Pisistràto". E 'l segnor mi parea, benigno e mite, risponder lei con viso temperato: "Che farem noi a chi mal ne disira, se quei che ci ama è per noi condannato?", Poi vidi genti accese in foco d'ira con pietre un giovinetto ancider, forte gridando a sé pur: "Martira, martira!". E lui vedea chinarsi, per la morte che l'aggravava già, inver' la terra, ma de li occhi facea sempre al ciel porte, orando a l'alto Sire, in tanta guerra, che perdonasse a' suoi persecutori, con quello aspetto che pietà diserra. Quando l'anima mia tornò di fori a le cose che son fuor di lei vere, io riconobbi i miei non falsi errori. Lo duca mio, che mi potea vedere far sì com'om che dal sonno si slega, disse: "Che hai che non ti puoi tenere, ma se' venuto più che mezza lega velando li occhi e con le gambe avvolte, a guisa di cui vino o sonno piega?". "O dolce padre mio, se tu m'ascolte, io ti dirò", diss'io, "ciò che m'apparve quando le gambe mi furon sì tolte". Ed ei: "Se tu avessi cento larve sovra la faccia, non mi sarian chiuse le tue cogitazion, Tag: noi gente padre mente cose viso nome dolce pria Argomenti: dolce padre, lucido corpo Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Rinaldo di Torquato Tasso Decameron di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Il colore del tempo di Federico De Roberto Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come abbinare i gioielli alla forma del viso Come chiedere il divorzio (per donne) Studi sulle creme antirughe che fanno dubitare Offerta capodanno a Minsk Offerta capodanno a Rotterdam
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