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La divina commedia di Dante Alighieri pagina 64intenzione de l'aguglia di Cristo, anzi m'accorsi dove volea menar mia professione. Però ricominciai: "Tutti quei morsi che posson far lo cor volgere a Dio, a la mia caritate son concorsi: ché l'essere del mondo e l'esser mio, la morte ch'el sostenne perch'io viva, e quel che spera ogne fedel com'io, con la predetta conoscenza viva, tratto m'hanno del mar de l'amor torto, e del diritto m'han posto a la riva. Le fronde onde s'infronda tutto l'orto de l'ortolano etterno, am'io cotanto quanto da lui a lor di bene è porto". Sì com'io tacqui, un dolcissimo canto risonò per lo cielo, e la mia donna dicea con li altri: "Santo, santo, santo!". E come a lume acuto si disonna per lo spirto visivo che ricorre a lo splendor che va di gonna in gonna, e lo svegliato ciò che vede aborre, sì nescïa è la sùbita vigilia fin che la stimativa non soccorre; così de li occhi miei ogni quisquilia fugò Beatrice col raggio d'i suoi, che rifulgea da più di mille milia: onde mei che dinanzi vidi poi; e quasi stupefatto domandai d'un quarto lume ch'io vidi tra noi. E la mia donna: "Dentro da quei rai vagheggia il suo fattor l'anima prima che la prima virtù creasse mai". Come la fronda che flette la cima nel transito del vento, e poi si leva per la propria virtù che la soblima, fec'io in tanto in quant'ella diceva, stupendo, e poi mi rifece sicuro un disio di parlare ond'ïo ardeva. E cominciai: "O pomo che maturo solo prodotto fosti, o padre antico a cui ciascuna sposa è figlia e nuro, divoto quanto posso a te supplìco perché mi parli: tu vedi mia voglia, e per udirti tosto non la dico". Talvolta un animal coverto broglia, sì che l'affetto convien che si paia per lo seguir che face a lui la 'nvoglia; e similmente l'anima primaia mi facea trasparer per la coverta quant'ella a compiacermi venìa gaia. Indi spirò: "Sanz'essermi proferta da te, la voglia tua discerno meglio che tu qualunque cosa t'è più certa; perch'io la veggio nel verace speglio che fa di sé pareglio a l'altre cose, e nulla face lui di sé pareglio. Tu vuogli udir quant'è che Dio mi puose ne l'eccelso giardino, ove costei a così lunga scala ti dispuose, e quanto fu diletto a li occhi miei, e la propria cagion del gran disdegno, e l'idïoma ch'usai e che fei. Or, figliuol mio, non il gustar del legno fu per sé la cagion di tanto essilio, ma solamente il trapassar del segno. Quindi onde mosse tua donna Virgilio, quattromilia trecento e due volumi di sol desiderai questo concilio; e vidi lui tornare a tutt'i lumi de la sua strada novecento trenta fïate, mentre ch'ïo in terra fu' mi. La lingua ch'io parlai fu tutta spenta innanzi che a l'ovra inconsummabile fosse la gente di Nembròt attenta: ché nullo effetto mai razïonabile, per lo piacere uman che rinovella seguendo il cielo, sempre fu durabile. Opera naturale è ch'uom favella; ma così o così, natura lascia poi fare a voi secondo che v'abbella. Pria ch'i' scendessi a l'infernale ambascia, I s'appellava in terra il sommo bene onde vien la letizia che mi fascia; e El si chiamò poi: e ciò convene, ché l'uso d'i mortali è come fronda in ramo, che sen va e altra vene. Nel monte che si leva più da l'onda, fu' io, con vita pura e disonesta, da la prim'ora a quella che seconda, come 'l sol muta quadra, l'ora sesta". XXVII "Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo", cominciò, "gloria!", tutto 'l paradiso, sì che m'inebrïava il dolce canto. Ciò ch'io vedeva mi sembiava un riso de l'universo; per che mia ebbrezza intrava per l'udire e per lo viso. Oh gioia! oh ineffabile allegrezza! oh vita intègra d'amore e di pace! oh sanza brama sicura ricchezza! Dinanzi a li occhi miei le quattro face stavano accese, e quella che pria venne incominciò a farsi più vivace, e tal ne la sembianza sua divenne, qual diverrebbe Iove, s'elli e Marte fossero augelli e cambiassersi penne. La provedenza, che quivi comparte vice e officio, nel beato coro silenzio posto avea da ogne parte, quand'ïo udi': "Se io mi trascoloro, non ti maravigliar, ché, dicend'io, vedrai trascolorar tutti costoro. Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, il luogo mio, il luogo mio che vaca ne la presenza del Figliuol di Dio, fatt'ha del cimitero mio cloaca del sangue e de la puzza; onde 'l perverso che cadde di qua sù, là giù si placa". Di quel color che per lo sole avverso nube dipigne da sera e da mane, vid'ïo allora tutto 'l ciel cosperso. E come donna onesta che permane di sé sicura, e per l'altrui fallanza, pur ascoltando, timida si fane, così Beatrice trasmutò sembianza; e tale eclissi credo che 'n ciel fue quando patì la supprema possanza. Poi procedetter le parole sue con voce tanto da sé trasmutata, che la sembianza non si mutò piùe: "Non fu la sposa di Cristo allevata del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, per essere ad acquisto d'oro usata; ma per acquisto d'esto viver lieto e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano sparser lo sangue dopo molto fleto. Non fu nostra intenzion ch'a destra mano d'i nostri successor parte sedesse, parte da l'altra del popol cristiano; né che le chiavi che mi fuor concesse, divenisser signaculo in vessillo che contra battezzati combattesse; né ch'io fossi figura di sigillo a privilegi venduti e mendaci, ond'io sovente arrosso e disfavillo. In vesta di pastor lupi rapaci si veggion di qua sù per tutti i paschi: o difesa di Dio, perché pur giaci? Del sangue nostro Caorsini e Guaschi s'apparecchian di bere: o buon principio, a che vil fine convien che tu caschi! Ma l'alta provedenza, che con Scipio difese a Roma la gloria del mondo, soccorrà tosto, sì com'io concipio; e tu, figliuol, che per lo mortal pondo ancor giù tornerai, apri la bocca, e non asconder quel ch'io non ascondo". Sì come di vapor gelati fiocca in giuso l'aere nostro, quando 'l corno de la capra del ciel col sol si tocca, in sù vid'io così l'etera addorno farsi e fioccar di vapor trïunfanti che fatto avien con noi quivi soggiorno. Lo viso mio seguiva i suoi sembianti, e seguì fin che 'l mezzo, per lo molto, li tolse il trapassar del più avanti. Onde la donna, che mi vide assolto de l'attendere in sù, mi disse: "Adima il viso e guarda come tu se' vòlto". Da l'ora ch'ïo avea guardato prima i' vidi mosso me per tutto l'arco che fa dal mezzo al fine il primo clima; sì ch'io vedea di là da Gade il varco folle d'Ulisse, e di qua presso il lito nel qual si fece Europa dolce carco. E più mi fora discoverto il sito di questa aiuola; ma 'l sol procedea sotto i mie' piedi un segno e più partito. La mente innamorata, che donnea con la mia donna sempre, di ridure ad essa li occhi più che mai ardea; e se natura o arte fé pasture da pigliare occhi, per aver la mente, in carne umana o ne le sue pitture, tutte adunate, parrebber nïente ver' lo piacer divin che mi refulse, quando mi volsi al suo viso ridente. E la virtù che lo sguardo m'indulse, del bel nido di Leda mi divelse e nel ciel velocissimo m'impulse. Le parti sue vivissime ed eccelse sì uniforme son, ch'i' non so dire qual Bëatrice per loco mi scelse. Ma ella, che vedëa 'l mio disire, incominciò, ridendo tanto lieta, che Dio parea nel suo volto gioire: "La natura del mondo, che quïeta il mezzo e tutto l'altro intorno move, quinci comincia come da sua meta; e questo cielo non ha altro dove che la mente divina, in che s'accende l'amor che 'l volge e la virtù ch'ei piove. Luce e amor d'un cerchio lui comprende, sì come questo li altri; e quel precinto colui che 'l cinge solamente intende. Non è suo moto per altro distinto, ma li altri son mensurati da questo, sì come diece da mezzo e da quinto; e come il tempo tegna in cotal testo le sue radici e ne li altri le fronde, omai a te può esser manifesto. Oh cupidigia che i mortali affonde sì sotto te, che nessuno ha podere di trarre li Tag: donna occhi tutto ciel mezzo altri tanto sol sangue Argomenti: voce tanto, lume acuto, quarto lume, strada novecento, nullo effetto Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Marocco di Edmondo De Amicis Corbaccio di Giovanni Boccaccio La via del rifugio di Guido Gozzano Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce Rinaldo di Torquato Tasso Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Il trucco giusto per gli occhi celesti Aggressività e comportamento del furetto Trattamento delle rughe con il laser La migliore crema antiaging per gli occhi Storia dell'olio essenziale fino al presente
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