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La divina commedia di Dante Alighieri pagina 29là guardasse. Da quella parte onde non ha riparo la picciola vallea, era una biscia, forse qual diede ad Eva il cibo amaro. Tra l'erba e ' fior venìa la mala striscia, volgendo ad ora ad or la testa, e 'l dosso leccando come bestia che si liscia. Io non vidi, e però dicer non posso, come mosser li astor celestïali; ma vidi bene e l'uno e l'altro mosso. Sentendo fender l'aere a le verdi ali, fuggì 'l serpente, e li angeli dier volta, suso a le poste rivolando iguali. L'ombra che s'era al giudice raccolta quando chiamò, per tutto quello assalto punto non fu da me guardare sciolta. "Se la lucerna che ti mena in alto truovi nel tuo arbitrio tanta cera quant'è mestiere infino al sommo smalto", cominciò ella, "se novella vera di Val di Magra o di parte vicina sai, dillo a me, che già grande là era. Fui chiamato Currado Malaspina; non son l'antico, ma di lui discesi; a' miei portai l'amor che qui raffina". "Oh!", diss'io lui, "per li vostri paesi già mai non fui; ma dove si dimora per tutta Europa ch'ei non sien palesi? La fama che la vostra casa onora, grida i segnori e grida la contrada, sì che ne sa chi non vi fu ancora; e io vi giuro, s'io di sopra vada, che vostra gente onrata non si sfregia del pregio de la borsa e de la spada. Uso e natura sì la privilegia, che, perché il capo reo il mondo torca, sola va dritta e 'l mal cammin dispregia". Ed elli: "Or va; che 'l sol non si ricorca sette volte nel letto che 'l Montone con tutti e quattro i piè cuopre e inforca, che cotesta cortese oppinïone ti fia chiavata in mezzo de la testa con maggior chiovi che d'altrui sermone, se corso di giudicio non s'arresta". IX La concubina di Titone antico già s'imbiancava al balco d'orïente, fuor de le braccia del suo dolce amico; di gemme la sua fronte era lucente, poste in figura del freddo animale che con la coda percuote la gente; e la notte, de' passi con che sale, fatti avea due nel loco ov'eravamo, e 'l terzo già chinava in giuso l'ale; quand'io, che meco avea di quel d'Adamo, vinto dal sonno, in su l'erba inchinai là 've già tutti e cinque sedavamo. Ne l'ora che comincia i tristi lai la rondinella presso a la mattina, forse a memoria de' suo' primi guai, e che la mente nostra, peregrina più da la carne e men da' pensier presa, a le sue visïon quasi è divina, in sogno mi parea veder sospesa un'aguglia nel ciel con penne d'oro, con l'ali aperte e a calare intesa; ed esser mi parea là dove fuoro abbandonati i suoi da Ganimede, quando fu ratto al sommo consistoro. Fra me pensava: "Forse questa fiede pur qui per uso, e forse d'altro loco disdegna di portarne suso in piede". Poi mi parea che, poi rotata un poco, terribil come folgor discendesse, e me rapisse suso infino al foco. Ivi parea che ella e io ardesse; e sì lo 'ncendio imaginato cosse, che convenne che 'l sonno si rompesse. Non altrimenti Achille si riscosse, li occhi svegliati rivolgendo in giro e non sappiendo là dove si fosse, quando la madre da Chir¢n a Schiro trafuggò lui dormendo in le sue braccia, là onde poi li Greci il dipartiro; che mi scoss'io, sì come da la faccia mi fuggì 'l sonno, e diventa' ismorto, come fa l'uom che, spaventato, agghiaccia. Dallato m'era solo il mio conforto, e 'l sole er'alto già più che due ore, e 'l viso m'era a la marina torto. "Non aver tema", disse il mio segnore; "fatti sicur, ché noi semo a buon punto; non stringer, ma rallarga ogne vigore. Tu se' omai al purgatorio giunto: vedi là il balzo che 'l chiude dintorno; vedi l'entrata là 've par digiunto. Dianzi, ne l'alba che procede al giorno, quando l'anima tua dentro dormia, sovra li fiori ond'è là giù addorno venne una donna, e disse: "I' son Lucia; lasciatemi pigliar costui che dorme; sì l'agevolerò per la sua via". Sordel rimase e l'altre genti forme; ella ti tolse, e come 'l dì fu chiaro, sen venne suso; e io per le sue orme. Qui ti posò, ma pria mi dimostraro li occhi suoi belli quella intrata aperta; poi ella e 'l sonno ad una se n'andaro". A guisa d'uom che 'n dubbio si raccerta e che muta in conforto sua paura, poi che la verità li è discoperta, mi cambia' io; e come sanza cura vide me 'l duca mio, su per lo balzo si mosse, e io di rietro inver' l'altura. Lettor, tu vedi ben com'io innalzo la mia matera, e però con più arte non ti maravigliar s'io la rincalzo. Noi ci appressammo, ed eravamo in parte che là dove pareami prima rotto, pur come un fesso che muro diparte, vidi una porta, e tre gradi di sotto per gire ad essa, di color diversi, e un portier ch'ancor non facea motto. E come l'occhio più e più v'apersi, vidil seder sovra 'l grado sovrano, tal ne la faccia ch'io non lo soffersi; e una spada nuda avëa in mano, che reflettëa i raggi sì ver' noi, ch'io drizzava spesso il viso in vano. "Dite costinci: che volete voi?", cominciò elli a dire, "ov'è la scorta? Guardate che 'l venir sù non vi nòi". "Donna del ciel, di queste cose accorta", rispuose 'l mio maestro a lui, "pur dianzi ne disse: "Andate là: quivi è la porta". "Ed ella i passi vostri in bene avanzi", ricominciò il cortese portinaio: "Venite dunque a' nostri gradi innanzi". Là ne venimmo; e lo scaglion primaio bianco marmo era sì pulito e terso, ch'io mi specchiai in esso qual io paio. Era il secondo tinto più che perso, d'una petrina ruvida e arsiccia, crepata per lo lungo e per traverso. Lo terzo, che di sopra s'ammassiccia, porfido mi parea, sì fiammeggiante come sangue che fuor di vena spiccia. Sovra questo tenëa ambo le piante l'angel di Dio sedendo in su la soglia che mi sembiava pietra di diamante. Per li tre gradi sù di buona voglia mi trasse il duca mio, dicendo: "Chiedi umilemente che 'l serrame scioglia". Divoto mi gittai a' santi piedi; misericordia chiesi e ch'el m'aprisse, ma tre volte nel petto pria mi diedi. Sette P ne la fronte mi descrisse col punton de la spada, e "Fa che lavi, quando se' dentro, queste piaghe" disse. Cenere, o terra che secca si cavi, d'un color fora col suo vestimento; e di sotto da quel trasse due chiavi. L'una era d'oro e l'altra era d'argento; pria con la bianca e poscia con la gialla fece a la porta sì, ch'i' fu' contento. "Quandunque l'una d'este chiavi falla, che non si volga dritta per la toppa", diss'elli a noi, "non s'apre questa calla. Più cara è l'una; ma l'altra vuol troppa d'arte e d'ingegno avanti che diserri, perch'ella è quella che 'l nodo digroppa. Da Pier le tegno; e dissemi ch'i' erri anzi ad aprir ch'a tenerla serrata, pur che la gente a' piedi mi s'atterri". Poi pinse l'uscio a la porta sacrata, dicendo: "Intrate; ma facciovi accorti che di fuor torna chi 'n dietro si guata". E quando fuor ne' cardini distorti li spigoli di quella regge sacra, che di metallo son sonanti e forti, non rugghiò sì né si mostrò sì acra Tarpëa, come tolto le fu il buono Metello, per che poi rimase macra. Io mi rivolsi attento al primo tuono, e "Te Deum laudamus" mi parea udire in voce mista al dolce suono. Tale imagine a punto mi rendea ciò ch'io udiva, qual prender si suole quando a cantar con organi si stea; ch'or sì or no s'intendon le parole. X Poi fummo dentro al soglio de la porta che 'l mal amor de l'anime disusa, perché fa parer dritta la via torta, sonando la senti' esser richiusa; e s'io avesse li occhi vòlti ad essa, qual fora stata al fallo degna scusa? Noi salavam per una pietra fessa, che si moveva e d'una e d'altra parte, sì come l'onda che fugge e s'appressa. "Qui si conviene usare un poco d'arte", cominciò 'l duca mio, "in accostarsi or quinci, or quindi al lato che si parte". E questo fece i nostri passi scarsi, tanto che pria lo scemo de la luna rigiunse al letto suo per ricorcarsi, che noi fossimo fuor di quella cruna; ma quando fummo liberi e aperti sù dove il monte in dietro si rauna, ïo stancato e amendue Tag: sonno noi dentro gradi porta pria sue tre suso Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Intrichi d'amore di Torquato Tasso La trovatella di Milano di Carolina Invernizio La via del rifugio di Guido Gozzano Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Tangeri, una porta sul deserto Negozio, allevamento o canile per prendere un cane Migliorare la postura in 10 minuti Vacanza Mauritius, l'Isola del Sorriso Offerta capodanno a Sofia
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