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La divina commedia di Dante Alighieri pagina 59trovandoli in terra cibo alcuno. Ben so io che, se 'n cielo altro reame la divina giustizia fa suo specchio, che 'l vostro non l'apprende con velame. Sapete come attento io m'apparecchio ad ascoltar; sapete qual è quello dubbio che m'è digiun cotanto vecchio". Quasi falcone ch'esce del cappello, move la testa e con l'ali si plaude, voglia mostrando e faccendosi bello, vid'io farsi quel segno, che di laude de la divina grazia era contesto, con canti quai si sa chi là sù gaude. Poi cominciò: "Colui che volse il sesto a lo stremo del mondo, e dentro ad esso distinse tanto occulto e manifesto, non poté suo valor sì fare impresso in tutto l'universo, che 'l suo verbo non rimanesse in infinito eccesso. E ciò fa certo che 'l primo superbo, che fu la somma d'ogne creatura, per non aspettar lume, cadde acerbo; e quinci appar ch'ogne minor natura è corto recettacolo a quel bene che non ha fine e sé con sé misura. Dunque vostra veduta, che convene essere alcun de' raggi de la mente di che tutte le cose son ripiene, non pò da sua natura esser possente tanto, che suo principio non discerna molto di là da quel che l'è parvente. Però ne la giustizia sempiterna la vista che riceve il vostro mondo, com'occhio per lo mare, entro s'interna; che, ben che da la proda veggia il fondo, in pelago nol vede; e nondimeno èli, ma cela lui l'esser profondo. Lume non è, se non vien dal sereno che non si turba mai; anzi è tenèbra od ombra de la carne o suo veleno. Assai t'è mo aperta la latebra che t'ascondeva la giustizia viva, di che facei question cotanto crebra; ché tu dicevi: "Un uom nasce a la riva de l'Indo, e quivi non è chi ragioni di Cristo né chi legga né chi scriva; e tutti suoi voleri e atti buoni sono, quanto ragione umana vede, sanza peccato in vita o in sermoni. Muore non battezzato e sanza fede: ov'è questa giustizia che 'l condanna? ov'è la colpa sua, se ei non crede?". Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, per giudicar di lungi mille miglia con la veduta corta d'una spanna? Certo a colui che meco s'assottiglia, se la Scrittura sovra voi non fosse, da dubitar sarebbe a maraviglia. Oh terreni animali! oh menti grosse! La prima volontà, ch'è da sé buona, da sé, ch'è sommo ben, mai non si mosse. Cotanto è giusto quanto a lei consuona: nullo creato bene a sé la tira, ma essa, radïando, lui cagiona". Quale sovresso il nido si rigira poi c'ha pasciuti la cicogna i figli, e come quel ch'è pasto la rimira; cotal si fece, e sì leväi i cigli, la benedetta imagine, che l'ali movea sospinte da tanti consigli. Roteando cantava, e dicea: "Quali son le mie note a te, che non le 'ntendi, tal è il giudicio etterno a voi mortali". Poi si quetaro quei lucenti incendi de lo Spirito Santo ancor nel segno che fé i Romani al mondo reverendi, esso ricominciò: "A questo regno non salì mai chi non credette 'n Cristo, né pria né poi ch'el si chiavasse al legno. Ma vedi: molti gridan "Cristo, Cristo!", che saranno in giudicio assai men prope a lui, che tal che non conosce Cristo; e tai Cristian dannerà l'Etïòpe, quando si partiranno i due collegi, l'uno in etterno ricco e l'altro inòpe. Che poran dir li Perse a' vostri regi, come vedranno quel volume aperto nel qual si scrivon tutti suoi dispregi? Lì si vedrà, tra l'opere d'Alberto, quella che tosto moverà la penna, per che 'l regno di Praga fia diserto. Lì si vedrà il duol che sovra Senna induce, falseggiando la moneta, quel che morrà di colpo di cotenna. Lì si vedrà la superbia ch'asseta, che fa lo Scotto e l'Inghilese folle, sì che non può soffrir dentro a sua meta. Vedrassi la lussuria e 'l viver molle di quel di Spagna e di quel di Boemme, che mai valor non conobbe né volle. Vedrassi al Ciotto di Ierusalemme segnata con un i la sua bontate, quando 'l contrario segnerà un emme. Vedrassi l'avarizia e la viltate di quei che guarda l'isola del foco, ove Anchise finì la lunga etate; e a dare ad intender quanto è poco, la sua scrittura fian lettere mozze, che noteranno molto in parvo loco. E parranno a ciascun l'opere sozze del barba e del fratel, che tanto egregia nazione e due corone han fatte bozze. E quel di Portogallo e di Norvegia lì si conosceranno, e quel di Rascia che male ha visto il conio di Vinegia. Oh beata Ungheria, se non si lascia più malmenare! e beata Navarra, se s'armasse del monte che la fascia! E creder de' ciascun che già, per arra di questo, Niccosïa e Famagosta per la lor bestia si lamenti e garra, che dal fianco de l'altre non si scosta". XX Quando colui che tutto 'l mondo alluma de l'emisperio nostro sì discende, che 'l giorno d'ogne parte si consuma, lo ciel, che sol di lui prima s'accende, subitamente si rifà parvente per molte luci, in che una risplende; e questo atto del ciel mi venne a mente, come 'l segno del mondo e de' suoi duci nel benedetto rostro fu tacente; però che tutte quelle vive luci, vie più lucendo, cominciaron canti da mia memoria labili e caduci. O dolce amor che di riso t'ammanti, quanto parevi ardente in que' flailli, ch'avieno spirto sol di pensier santi! Poscia che i cari e lucidi lapilli ond'io vidi ingemmato il sesto lume puoser silenzio a li angelici squilli, udir mi parve un mormorar di fiume che scende chiaro giù di pietra in pietra, mostrando l'ubertà del suo cacume. E come suono al collo de la cetra prende sua forma, e sì com'al pertugio de la sampogna vento che penètra, così, rimosso d'aspettare indugio, quel mormorar de l'aguglia salissi su per lo collo, come fosse bugio. Fecesi voce quivi, e quindi uscissi per lo suo becco in forma di parole, quali aspettava il core ov'io le scrissi. "La parte in me che vede e pate il sole ne l'aguglie mortali", incominciommi, "or fisamente riguardar si vole, perché d'i fuochi ond'io figura fommi, quelli onde l'occhio in testa mi scintilla, e' di tutti lor gradi son li sommi. Colui che luce in mezzo per pupilla, fu il cantor de lo Spirito Santo, che l'arca traslatò di villa in villa: ora conosce il merto del suo canto, in quanto effetto fu del suo consiglio, per lo remunerar ch'è altrettanto. Dei cinque che mi fan cerchio per ciglio, colui che più al becco mi s'accosta, la vedovella consolò del figlio: ora conosce quanto caro costa non seguir Cristo, per l'esperïenza di questa dolce vita e de l'opposta. E quel che segue in la circunferenza di che ragiono, per l'arco superno, morte indugiò per vera penitenza: ora conosce che 'l giudicio etterno non si trasmuta, quando degno preco fa crastino là giù de l'odïerno. L'altro che segue, con le leggi e meco, sotto buona intenzion che fé mal frutto, per cedere al pastor si fece greco: ora conosce come il mal dedutto dal suo bene operar non li è nocivo, avvegna che sia 'l mondo indi distrutto. E quel che vedi ne l'arco declivo, Guiglielmo fu, cui quella terra plora che piagne Carlo e Federigo vivo: ora conosce come s'innamora lo ciel del giusto rege, e al sembiante del suo fulgore il fa vedere ancora. Chi crederebbe giù nel mondo errante che Rifëo Troiano in questo tondo fosse la quinta de le luci sante? Ora conosce assai di quel che 'l mondo veder non può de la divina grazia, ben che sua vista non discerna il fondo". Quale allodetta che 'n aere si spazia prima cantando, e poi tace contenta de l'ultima dolcezza che la sazia, tal mi sembiò l'imago de la 'mprenta de l'etterno piacere, al cui disio ciascuna cosa qual ell'è diventa. E avvegna ch'io fossi al dubbiar mio lì quasi vetro a lo color ch'el veste, tempo aspettar tacendo non patio, ma de la bocca, "Che cose son queste?", mi pinse con la forza del suo peso: per ch'io di coruscar vidi gran feste. Poi appresso, con l'occhio più acceso, lo benedetto segno mi rispuose per non tenermi in ammirar sospeso: "Io veggio che tu credi queste cose perch'io le Tag: conosce mondo giustizia tutti segno giudicio etterno cristo ciel Argomenti: spirito santo, dolce vita Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Nel sogno di era Garibaldi di Francesco Crispi Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi La sposa persiana di Carlo Goldoni Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni Articoli del sito affini al contenuto della pagina: L'importanza delle vacanze studio all'estero e della lingua inglese Pasqua nel mondo Mamma e papà, andiamo a Londra? Dove andare per il viaggio di nozze Vacanze Natale Venezia
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