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La divina commedia di Dante Alighieri pagina 25allor sì dolcemente, che la dolcezza ancor dentro mi suona. Lo mio maestro e io e quella gente ch'eran con lui parevan sì contenti, come a nessun toccasse altro la mente. Noi eravam tutti fissi e attenti a le sue note; ed ecco il veglio onesto gridando: "Che è ciò, spiriti lenti? qual negligenza, quale stare è questo? Correte al monte a spogliarvi lo scoglio ch'esser non lascia a voi Dio manifesto". Come quando, cogliendo biado o loglio, li colombi adunati a la pastura, queti, sanza mostrar l'usato orgoglio, se cosa appare ond'elli abbian paura, subitamente lasciano star l'esca, perch'assaliti son da maggior cura; così vid'io quella masnada fresca lasciar lo canto, e fuggir ver' la costa, com'om che va, né sa dove rïesca; né la nostra partita fu men tosta. III Avvegna che la subitana fuga dispergesse color per la campagna, rivolti al monte ove ragion ne fruga, i' mi ristrinsi a la fida compagna: e come sare' io sanza lui corso? chi m'avria tratto su per la montagna? El mi parea da sé stesso rimorso: o dignitosa coscïenza e netta, come t'è picciol fallo amaro morso! Quando li piedi suoi lasciar la fretta, che l'onestade ad ogn'atto dismaga, la mente mia, che prima era ristretta, lo 'ntento rallargò, sì come vaga, e diedi 'l viso mio incontr'al poggio che 'nverso 'l ciel più alto si dislaga. Lo sol, che dietro fiammeggiava roggio, rotto m'era dinanzi a la figura, ch'avëa in me de' suoi raggi l'appoggio. Io mi volsi dallato con paura d'essere abbandonato, quand'io vidi solo dinanzi a me la terra oscura; e 'l mio conforto: "Perché pur diffidi?", a dir mi cominciò tutto rivolto; "non credi tu me teco e ch'io ti guidi? Vespero è già colà dov'è sepolto lo corpo dentro al quale io facea ombra; Napoli l'ha, e da Brandizio è tolto. Ora, se innanzi a me nulla s'aombra, non ti maravigliar più che d'i cieli che l'uno a l'altro raggio non ingombra. A sofferir tormenti, caldi e geli simili corpi la Virtù dispone che, come fa, non vuol ch'a noi si sveli. Matto è chi spera che nostra ragione possa trascorrer la infinita via che tiene una sustanza in tre persone. State contenti, umana gente, al quia; ché, se potuto aveste veder tutto, mestier non era parturir Maria; e disïar vedeste sanza frutto tai che sarebbe lor disio quetato, ch'etternalmente è dato lor per lutto: io dico d'Aristotile e di Plato e di molt'altri"; e qui chinò la fronte, e più non disse, e rimase turbato. Noi divenimmo intanto a piè del monte; quivi trovammo la roccia sì erta, che 'ndarno vi sarien le gambe pronte. Tra Lerice e Turbìa la più diserta, la più rotta ruina è una scala, verso di quella, agevole e aperta. "Or chi sa da qual man la costa cala", disse 'l maestro mio fermando 'l passo, "sì che possa salir chi va sanz'ala?". E mentre ch'e' tenendo 'l viso basso essaminava del cammin la mente, e io mirava suso intorno al sasso, da man sinistra m'apparì una gente d'anime, che movieno i piè ver' noi, e non pareva, sì venïan lente. "Leva", diss'io, "maestro, li occhi tuoi: ecco di qua chi ne darà consiglio, se tu da te medesmo aver nol puoi". Guardò allora, e con libero piglio rispuose: "Andiamo in là, ch'ei vegnon piano; e tu ferma la spene, dolce figlio". Ancora era quel popol di lontano, i' dico dopo i nostri mille passi, quanto un buon gittator trarria con mano, quando si strinser tutti ai duri massi de l'alta ripa, e stetter fermi e stretti com'a guardar, chi va dubbiando, stassi. "O ben finiti, o già spiriti eletti", Virgilio incominciò, "per quella pace ch'i' credo che per voi tutti s'aspetti, ditene dove la montagna giace, sì che possibil sia l'andare in suso; ché perder tempo a chi più sa più spiace". Come le pecorelle escon del chiuso a una, a due, a tre, e l'altre stanno timidette atterrando l'occhio e 'l muso; e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, addossandosi a lei, s'ella s'arresta, semplici e quete, e lo 'mperché non sanno; sì vid'io muovere a venir la testa di quella mandra fortunata allotta, pudica in faccia e ne l'andare onesta. Come color dinanzi vider rotta la luce in terra dal mio destro canto, sì che l'ombra era da me a la grotta, restaro, e trasser sé in dietro alquanto, e tutti li altri che venieno appresso, non sappiendo 'l perché, fenno altrettanto. "Sanza vostra domanda io vi confesso che questo è corpo uman che voi vedete; per che 'l lume del sole in terra è fesso. Non vi maravigliate, ma credete che non sanza virtù che da ciel vegna cerchi di soverchiar questa parete". Così 'l maestro; e quella gente degna "Tornate", disse, "intrate innanzi dunque", coi dossi de le man faccendo insegna. E un di loro incominciò: "Chiunque tu se', così andando, volgi 'l viso: pon mente se di là mi vedesti unque". Io mi volsi ver' lui e guardail fiso: biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l'un de' cigli un colpo avea diviso. Quand'io mi fui umilmente disdetto d'averlo visto mai, el disse: "Or vedi"; e mostrommi una piaga a sommo 'l petto. Poi sorridendo disse: "Io son Manfredi, nepote di Costanza imperadrice; ond'io ti priego che, quando tu riedi, vadi a mia bella figlia, genitrice de l'onor di Cicilia e d'Aragona, e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice. Poscia ch'io ebbi rotta la persona di due punte mortali, io mi rendei, piangendo, a quei che volontier perdona. Orribil furon li peccati miei; ma la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei. Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia di me fu messo per Clemente allora, avesse in Dio ben letta questa faccia, l'ossa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde, dov'e' le trasmutò a lume spento. Per lor maladizion sì non si perde, che non possa tornar, l'etterno amore, mentre che la speranza ha fior del verde. Vero è che quale in contumacia more di Santa Chiesa, ancor ch'al fin si penta, star li convien da questa ripa in fore, per ognun tempo ch'elli è stato, trenta, in sua presunzïon, se tal decreto più corto per buon prieghi non diventa. Vedi oggimai se tu mi puoi far lieto, revelando a la mia buona Costanza come m'hai visto, e anco esto divieto; ché qui per quei di là molto s'avanza". IV Quando per dilettanze o ver per doglie, che alcuna virtù nostra comprenda, l'anima bene ad essa si raccoglie, par ch'a nulla potenza più intenda; e questo è contra quello error che crede ch'un'anima sovr'altra in noi s'accenda. E però, quando s'ode cosa o vede che tegna forte a sé l'anima volta, vassene 'l tempo e l'uom non se n'avvede; ch'altra potenza è quella che l'ascolta, e altra è quella c'ha l'anima intera: questa è quasi legata, e quella è sciolta. Di ciò ebb'io esperïenza vera, udendo quello spirto e ammirando; ché ben cinquanta gradi salito era lo sole, e io non m'era accorto, quando venimmo ove quell'anime ad una gridaro a noi: "Qui è vostro dimando". Maggiore aperta molte volte impruna con una forcatella di sue spine l'uom de la villa quando l'uva imbruna, che non era la calla onde salìne lo duca mio, e io appresso, soli, come da noi la schiera si partìne. Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova e 'n Cacume con esso i piè; ma qui convien ch'om voli; dico con l'ale snelle e con le piume del gran disio, di retro a quel condotto che speranza mi dava e facea lume. Noi salavam per entro 'l sasso rotto, e d'ogne lato ne stringea lo stremo, e piedi e man volea il suol di sotto. Poi che noi fummo in su l'orlo suppremo de l'alta ripa, a la scoperta piaggia, "Maestro mio", diss'io, "che via faremo?". Ed elli a me: "Nessun tuo passo caggia; pur su al monte dietro a me acquista, fin che n'appaia alcuna scorta saggia". Lo sommo er'alto che vincea la vista, e la costa Tag: noi maestro sanza tutti ripa corpo monte dinanzi dietro Argomenti: fallo amaro Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni Fior di passione di Matilde Serao Garibaldi di Francesco Crispi Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Valorizzare il proprio fisico vestendosi bene Rimedi naturali acne Come scegliere l'abito da sposa Indipendenza e opportunismo, leggende sui gatti Come accarezzare un gatto nel modo corretto
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