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Sodoma e Gomorra di Docteur Jaf pagina 26campagna. Tutti ricevevano questa coppia illegale come una legittima, ed il signor di Duras era il decano dei marescialli, e non si chiamava Madama di Saumery altrimenti che la Contestabile. Molti mariti raccomandavano essi stessi alle loro mogli di non urtare in questa maniera i principii della gente. Perfino i re facevano noto i propri vizii senza vergognarsi, ed i signori della corte prestavano loro man forte e li incitavano. Enrico II pregava la regina Margherita, che vi si prestava di buona grazia, d'assistere allo sgravo di una damigella di onore da lui incinta alla età di sedici anni. Il duca di Montbrillard, quantunque ammogliato, faceva come Luigi XIV coi suoi bastardi, quando pretendeva che le sue amanti fossero eguali a mogli legittime, ed avendo avuto da una di essa un maschio e da un'altra una femmina, li sposava insieme per far cessare ogni possibile disaccordo sulla questione dell'eredità. Poi mandava questa coppia incestuosa a Parigi, per farli riconoscere quali figli legittimi, pretensione del resto questa sostenuta da tutti i grandi di corte. Nessuno trovava a ridire a questi scandali. Non si vide forse alla morte di Gabriella d'Estrèe, Enrico IV ricevere le condoglianze del corpo diplomatico e quelle del parlamento di Parigi? Non si vide forse ancora, dice Sully, il presidente Jeansein consigliare Enrico IV a mettere in carcere il principe di Condè, il quale voleva sottrarre sua moglie alle ossessioni del re. Lo stesso re, avendo gettate le mire sulla signorina di Moret, credette regolare di domandarne la mano... sinistra alla principessa di Condè che l'aveva educata, e di discutere con lei le condizioni di tale mercato. La principessa dopo aver accettato, chiese solo che si fosse maritata la sua pupilla in figura. E si trovò subito un gentiluomo fedele al re che si offrì, e che, la cerimonia matrimoniale terminata, lasciò il posto all'augusto supplente. Lo zelo dei compiacenti andava talvolta di là dai desiderii dei principi. Il duca di Saint-Simon si offrì a Luigi XIII di servirgli da intermediario presso la signorina di Hautefort. Se Luigi XV, ebbe per amante Madamigella di Romans, lo dovette alla previdenza di sua sorella la signora Varnier, che la fece venire da Grenoble a Parigi per procurarle questo bell'impiego. Meglio ancora, vi è la madre che vende la figlia. Madama di Entragues diede sua figlia ad Enrico IV. La signora di Sevigné racconta che Luigi XIV adolescente aveva manifestato un desiderio per la signorina di la Mothe-Argencourt, cosa di cui la famiglia di lei andava superba. Il cardinale e la regina madre, per estinguere questo fuoco nascente, mandarono il giovane re a Vincennes. La signora d'Argencourt, sospettando che avessero fatto ciò per tema che sua figlia non avesse la pretensione di farsi sposare dal re, si sforzava di rassicurare il cardinale e la regina madre, dicendo loro che ella non mirava sì alto, ma che aspirava soltanto al posto di favorita! Il vizio in quel tempo non aspettava l'età matura per svilupparsi nella donna. Montaigne a proposito del pervertito spirito delle giovanette scrive: «In loro paragone noi non siamo che fanciulli in questa scienza dell'amore. Tutto quelle che noi crediamo di apprenderle, esse lo hanno già digerito senza il nostro concorso. Le mie orecchie udirono un giorno, in un luogo in cui eravi una compagnia di giovanette, le quali non potevano mai sospettare di essere spiate, cose che mi è impossibile di ripetere. Dio mio! esclamai, non c'è bisogno di andar a studiare le frasi del Boccaccio né dell'Aretino per creare delle maliziose. A che perdiamo noi il nostro tempo?! Non vi esistono nè parole, nè esempii, nè pratiche che esse non conoscano meglio dei nostri libri». Nelle cronache scandalose degli ultimi secoli sono registrate in egual quantità sregolatezze di donne e di giovanette. Ed a tal proposito i grandi non arrossivano nemmeno i raccontar le loro conquiste, è così che il signor di Valfons enumera con compiacenza, come l'hanno fatto il cardinale di Retz e di Bassompierre, le numerose giovanette di cui ottenne i favori. Racconta pure come una graziosa avventura il fatto che un suo amico essendosi introdotto in qualità di giardiniere in un convento, vi sedusse tre disgraziate di cui cita perfino i nomi. Del resto, si era talmente abituati a corteggiare le giovanette per illeciti fini, che si teneva per abile quella che del corteggiatore facesse un marito. Ma, come si è visto, i candidati al talamo erano pieni di compiacenze circa il passato di quelle da cui chiedevano una prole, e non le rifiutavano quando le sapevano atte per.... esperienza a potergliela dare. Ai giorni nostri questa grande libertà di abitudine non è più di moda; se talvolta accadono casi poco edificanti, i quali portano a conoscenza del pubblico qualche grosso scandalo, almeno non si fa mostra delle turpitudini della vita in pieno giorno. C'è, come l'abbiamo detto, progresso in decenza ed in pudore, e non si vedono nemmeno più di quegli atti ignominiosi ed infami ai quali si abbandonavano senza vergogna i gentiluomini dei secoli passati. La nostra epoca non è più viziosa di quella trascorsa; è forse più snervata, più generalizzata in godimenti in seguito a cause di eccitamenti che si incontrano con maggior frequenza. Fra queste cause bisogna incriminare l'alimentazione che diventa di più in più animale, la miseria che spinge la donna ad offrirsi all'uomo sotto tutte le forme, e che obbliga nelle grandi città a vivere in una sola stamberga, su un sol mucchio di paglia e padre e madre e figli, i quali ultimi sono corrotti di buon'ora dall'esempio dei genitori che procreano sotto i loro occhi, e dalle reciproche nudità che nulla vela! Quelli che cercano le cause della depravazione moderna nelle letture irritanti, negli spettacoli teatrali, nei balli e nella scollacciatura delle toilettes, dimostrano di non conoscere la storia dell'umanità. In questo libro abbiamo visto quanto più di oggi ai tempi trascorsi fossero corrotti e la letteratura, e il teatro, e il ballo, e le toilettes. O certo, più uomini sono stati spinti alla concupiscenza dalla carne e dal vino, che non dai libri, dai teatri e dal ballo; e più di questi tre fattori, indiscutibilmente la miseria ha perduto la donna, che obbedendo alla voce del bisogno, si è armata di un fronte senza rossore ed è precipitata nel baratro della prostituzione. Tag: luigi madre forse donna fatto cardinale figlia grandi noi Argomenti: coppia illegale, possibile disaccordo, corpo diplomatico, gentiluomo fedele, cerimonia matrimoniale Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Caratteristiche del mixed wrestling Come gestire il rapporto con la suocera Adottare criceti e roditori domestici Caratteristiche del catfight Come adottare una tartaruga
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