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Sodoma e Gomorra di Docteur Jaf pagina 14tutti i suoi amici ne fossero informati. La vita di tali donne da quest'epoca cominciò con non essere più richiusa al fondo di un quartiere solitario, e si videro apparire nelle passeggiate ed agli spettacoli, queste etere che arrivavano fino a portare nome dei loro protettori. Simili donne in generale menavano vita dissolutissima, si abbandonavano a tutti i disordini, senza tema di essere assimilate alle donne pubbliche, giacchè la polizia le tollerava. Molte di queste donne trovavano un marito per la dote che riuscivano ad ammassare con mezzi poco leciti. Un'altra categoria di donne mantenute, erano le donne maritate che, all'insaputa dei mariti, o d'accordo con essi, traevano da un adultero commercio tanto quanto far fronte alle ingenti spese della loro toilette ed a quelle di casa. Si segnalavano una quantità di grandi dame, che, all'esempio delle cortigiane, mettevano un prezzo ai loro favori, e spesso si vendevano per abiti o per gioielli. Madama di Montbazon si era essa stessa imposta una tariffa di 500 scudi, e da qualunque parte questa somma le venisse, ella accettava l'offerta con tutte le conseguenze; questo prezzo corrente era talmente noto, che in un vaudeville composto in suo onore, si leggeva: «Bastano cinquecento scudi borghesi per far alzar la sua aristocratica camicia!» Le dame di corte si facevano pagare in ragione della loro nascita, del grado che occupavano, e della posizione del marito. Madama di Bassompierre che non era nè giovane, nè bella, non mancava di galanti che ella trattava quali villani. Tollemant parla di un signor Fabry che voleva dare 50,000 scudi per possedere la marchesa di Brosses, ma questa dama «quantunque inclinata alla lussuria» ebbe la probità di non accettare le offerte del giovane, il quale l'amava con una tale frenesia, da tracannare un giorno il contenuto del suo vaso da notte. Madama d'Espagnet, moglie di un consigliere al Parlamento di Bordeaux, chiedeva 100 pistole. Gallard, fratello di madama di Novion, dava 4,000 scudi all'anno alla presidentessa della Barre. Nella maggior parte dei casi, i mariti ingannati chiudevano gli occhi sullo sgonnellar delle mogli, per non aver a reprimere uno scandalo che ne provocherebbe un altro maggiore; ma più di frequente essi erano complici della loro vergogna intascandone segretamente i profitti! Tali esempii di immoralità nell'ambiente della magistratura, della nobiltà e della finanza, non potevano non spingere il popolo in una via fatale di imitazione. Si ebbero quindi anche molte donne mantenute fra le mogli dei commercianti, i quali, occupati nei loro negozii, erano ancor più ciechi dei gran signori in ciò che riguardava il proprio onore. Le mercantesse di Parigi erano tanto galanti e non meno viziose delle grandi dame, e del pari interessate. Spesso però si riscontrava in fra loro una squisita delicatezza di sentimenti, quando il cuore non era stato corrotto dal libertinaggio. Un'altra piaga dell'epoca era il servidorame dei grandi, che in pubblico commetteva violenze, ed ingiuriava le donne oneste o disoneste che fossero. Nulla uguagliava l'insolenza e l'audacia di questa turpissima gente, attaccata come una lebbra alle grandi case, e vivente come ruffiani nelle osterie e nei luoghi infami. I lacchè portavano la spada, avevano abiti di velluto e di seta, si davano l'aria di gentiluomini ed imitavano tutti i vizii dei loro padroni, esagerandoli. I signori in talune circostanze per vendicarsi di una donna l'abbandonavano ai loro servitori, i quali, sicuri dell'impunità, commettevano sulla vittima le più atroci infamie. I continui disordini di questi scellerati avevano contribuito non poco alla pubblica corruzione, e alla propagazione dei mali venerei. Queste malattie erano tanto comuni, che si potevano contrarre con la stessa faciltà con le cameriere che con le signore; sembravano essere le inseparabili compagne degli amori illeciti, e si attaccavano a tutti i gradi della scala sociale. In seguito alle infami depravazioni della corte di Luigi XIII, non è sorprendente che gli uomini corrotti, che circondavano Luigi XIV prima della sua maggiorità, avessero tentato di depravarne i costumi per dominarlo, senza aver bisogno del concorso di un'amante. Tale fu, senza dubbio, l'origine dell'avversione che il giovane re aveva concepito contro questi infami corruttori che osarono portar su di lui una mano impudica. Luigi XIV infatti non ebbe mai la minima inclinazione pel vizio contro natura; se avesse seguito il suo carattere avrebbe anche punito severamente quest'obbrobrio; ma Louvois, cui amici in maggior parte si abbandonavano a tali dissolutezze, diceva al re, che ciò valeva meglio pel servizio di Sua Maestà, che se essi si fossero dati alle donne; giacchè quando bisognava andar alla guerra ed entrare in campagna, era difficile di staccarli dalle loro amanti, mentre con altre tendenze, erano felici di lasciare le donne ed entrare coi loro amanti ed amici in campagna, e che in questo caso non erano nemmeno tanto affrettati a ritornare in città. Il duca di Vendôme viveva all'armata nella corruzione la più immonda, con i suoi familiari ed i suoi favoriti, senza arrossire dei suoi cattivi costumi e senza aver il pudore di nasconderli. Il gran Condè ebbe ugualmente a subire l'influenza perniciosa dell'esempio; essendo andato all'armata, ai tempi dei suoi amori con la signorina di Epernon «vi contrasse altri gusti—racconta la principessa Palatina—che al ritorno non poteva più soffrire le donne, e, diceva, per scusarsi, che era stato malato e che aveva perduto tanto sangue da non rimanergli più forze per dedicarsi al suo amore». La sua amante però non si tenne paga di tali ragioni, ed informandosi, scoperta la vera causa dell'incostanza di colui che amava, per la rabbia e la vergogna andò a rinchiudersi fra le Carmelitane. «Il vizio contro natura, dice la principessa Palatina, era la più grande passione del maresciallo di Villars,» e parlando del Duca di Orleans, fratello del re, la stessa competente scrittrice dice maliziosamente: «questo principe faceva le finte di avere un'amante, e di esserne innamorato, però questa donna se non avesse avuto altri amanti, non avrebbe certo perduto la riputazione, giacchè fra di loro non deve mai essersi passato nulla di biasimevole.» Le dame di corte vedendosi disprezzate ed abbandonate dagli uomini, avevano formato fra esse una lega per farne a meno. Esistono troppi esempi scandalosi di questa depravazione feminile, la quale si era prepagata con tanta impudicizia, che le donne le più irreprensibili ne parlavano come di una cosa comune. La perversità aveva fatto tali progressi fra le donne di corte, da far loro mantenere secrete associazioni della più infame natura, che non furono mai colpite dalla vendetta pubblica, e che sfuggivano perfino alle ricerche della polizia particolare del re. Le cortigiane dal canto loro, soprattutto le giovani, stabilirono pure associazioni dello stesso genere perfino nel castello di Versailles; era un nuovo ordine di Templari, che non aveva altro scopo se non la più infetta corruzione. Luigi XIV prese energiche misure per punire i colpevoli e principalmente per distruggere tali spaventevoli società: «Le quali furono dissipate, ma fu impossibile di strappare dallo spirito della gioventù la semenza della corruzione che vi aveva messo salde radici.» Le pubbliche passeggiate di Parigi erano invase, al cader della notte, da uomini depravati che cercavano di soddisfare le loro ignobili passioni. Tutte le vie oscure e poco frequentate divenivano il teatro delle più turpi infamie; il Louvre, il palazzo ufficiale della regalità assente, che siedeva a Versailles, non era nemmen'esso rispettato dai vili libertini, che Sauval chiama i volontarii del Louvre. Il conte di Pontchartrain scrive da Fontainebleau il 2 novembre 1701: «Il re è stato informato che i cortili del Louvre servono ai più infami usi di prostituzione e che il portiere favorisce simili Tag: donne tanto tutti corruzione madama luigi grandi corte amanti Argomenti: tanto sangue, adultero commercio, grande passione, nuovo ordine, commercio tanto Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce Corbaccio di Giovanni Boccaccio Decameron di Giovanni Boccaccio Garibaldi di Francesco Crispi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Offerte Capodanno Marsa Alam Viaggio a Berlino tra modernità e storia Offerte Capodanno Madrid Bonus Sardo Vacanza, sconti per i viaggi in Sardegna Offerta capodanno a Miami
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