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Rinaldo di Torquato Tasso pagina 11scende. 10 Ma del fervente ed amoroso caldo provò la forza e 'l sùbito furore via più che ciascun altro il buon Rinaldo, già prima servo del tiranno Amore. Sta tutto immoto, e sol non puogli saldo restar nel petto il palpitante core, che de la donna sua volar nel seno vorrebbe, o pur nel volto almo e sereno. 11 Sedeva con l'illustre alta mogliera del re de' Franchi, Galerana detta, in quella degna ed onorata schiera la donzella da lui tanto diletta, ch'a diporto se 'n gia per la riviera, ch'i risguardanti a sé leggiadra alletta; ond'egli, quella a l'improviso scorta, nova fiamma sentio ne l'alma sorta. 12 E mentre il caro e fiammeggiante viso di dolce ardor ch'al ciel gli animi tira, con le ciglia e con gli occhi immoto e fiso, e co' pronti desir guardando ammira, e da diversi affetti entro conquiso, or quinci or quindi il pensier vago gira, quel gli sovvien che di Clarice udito pur dianzi avea dal cavalier ferito. 13 Qui si ferma egli, e 'l non leggier sospetto da l'amata beltate in lui s'avanza, e ricercando in ogni parte il petto quasi tutto se 'l fa sua preda e stanza. Né men dal duolo è oppresso ogni diletto in lui, che dal timor sia la speranza; e come dentro si conturba, fuora sospira, duolsi e si lamenta ancora, 14 e dice: — Lasso! dunque altrui pur fia questa bellezza in cui mio cuore alberga? Rimarrà senza lei la vita mia, qual privata di fronde arida verga? Ahi! crude stelle, ahi! sorte iniqua e ria, quando serà che fuor del duolo emerga? S'altri d'ogni mio ben, d'ogni mia gioia godrassi, oh quando almen serà ch'io moia? 15 Morir conviemmi, ché la morte è vita a chi vivendo muor negli aspri affanni; e se la doglia in ciò non dammi aita, la doglia nata da gravosi danni, quello farà questa mia mano ardita, ch'avrian girando ancor poi fatto gli anni. Morir conviemmi, e con la vita insieme sveller di miei martiri il fertil seme. — 16 Poi si ripente e dice: — Io dunque deggio morir, s'altro rimedio ha 'l mio tormento? Come, come meschino erro e vaneggio, come ho de la ragione il lume spento? Che mi può de la morte avvenir peggio, s'ella non sol non mi farà contento, ma tutta mi torrà quella speranza che di fruire il mio bel sol m'avanza? 17 Se non m'ha la Fortuna imperio e regno, o gemme ed or con larga man donato, onde ad alcun parrò di quella indegno, sendo sì diseguale il nostro stato, tolto non m'ha che con valore e ingegno venir non possa al fin tanto bramato. Dunque colui ch'è del mio mal radice, mora, ma pria divenga mia Clarice. 18 Come, ucciso il pagan, presa costei avrò, chi serà mai che mi divieti che seco i santi e liciti imenei non celebri co' modi or consueti, e nel suo casto seno i desir miei felice non appaghi e non acqueti? — Tal pensier fatto, ad Isolier l'accenna, ed indi arresta l'acquistata antenna. 19 Giunto ove i cavalier fanno corona al ricco carro in bella schiera uniti, con altero sembiante a lor ragiona, e gli sfida a giostrar con detti arditi. Il maganzese Oren, nato in Baiona, allor sentendo i perigliosi inviti, ad Alda dice, ond'ha piagato il petto: — Di darvi costui preso or vi prometto. — 20 Già movono a gran corso ambo il cavallo, da questa l'un, l'altro da quella parte; nissun pose di lor la lancia in fallo, ma differenti fur di forza e d'arte: ché la lancia d'Oren per lo metallo sfuggendo, punto non l'afferra o parte; e lasciandolo intier, di novo ancora intera torna a ferir l'aria e l'ora. 21 Ma quella poi che 'l giovinetto impugna, lo scudo apre per mezzo al Maganzese, lo scudo che già prima in ogni pugna da ciascun colpo ostil colui difese; né men la tien, ch'al vivo ella non giugna il ben temprato adamantino arnese; onde con nova e via più cruda piaga de la prima amorosa, il cor gli impiaga. 22 Destò l'atroce colpo alto spavento negli altri tutti, e 'n te rabbioso sdegno, o superbo Aridan, vedendo spento il tuo figliuolo, il tuo più caro pegno; onde a chi ferì lui ratto qual vento corresti incontro col ferrato legno; ma stordito e tremante al pian cadesti, e danno a danno, ad onta onta aggiungesti. 23 Rinaldo l'asta ancor salda ed intera di novo arresta e nell'arcion si stringe; ma verso lui da la contraria schiera l'orgoglioso Galven presto si spinge, il qual così gli parla in voce altera, mentre vittoria in van s'augura e finge: — Al primo colpo avrà di questa giostra or certo fine la battaglia nostra. — 24 Così quel disse, e poi seguì l'effetto, quanto conforme al dir, tanto al pensiero contrario: ché, percosso in mezzo 'l petto, perdé la guerra al colpeggiar primiero. Allor Rinaldo in sé raccolto e stretto spinse contra degli altri il suo destriero, e ne la torma si cacciò più folta, l'aspro tronco fatal girando in volta. 25 Nel furor primo tre n'abbatte e sei n'impiaga, e quattro d'ogni senso priva: misero chi veloce i colpi rei, lor sottraggendo il corpo, non ischiva; ché mai non fece il vostro fabro, o dei, per la gente troiana o per l'argiva, scudo sì forte, elmo sì fin, che saldo stesse al lungo colpir del gran Rinaldo. 26 Isolier che la pugna accesa scorge, e Marte errar con faccia orrida e mesta, ne l'usato ardir suo tosto risorge, e i bellici furor nel petto desta; indi la mano a un grosso cerro porge, e con sommo vigor lo pone in resta; s'addatta in sella e 'l corridore sprona, e le redine al collo gli abbandona. 27 Fra gli altri adocchia il vercellese Arnanco, ch'allor di due gran colpi avea percossa a Rinaldo la fronte e 'l braccio manco, e 'l fiede tuttavia con maggior possa. Avea questi il vestir candido e bianco, ma v'aggiunse Isolier la sbarra rossa: ché 'l sangue uscendo con purpurea riga dal petto fuor le lucide arme irriga. 28 Quinci oltra passa, e mentre il fero Ernando inalza il braccio contra 'l novo Marte, gli ficca nell'ascella il crudo brando, e tra' nerbi la via dritta si parte; quel col braccio sospeso in aria stando, né lo movendo a questa o a quella parte, ché da la spada ciò gli era conteso, voto sembrava in sacro tempio appeso. 29 Ma perché i duo magnanimi compagni faccian queste e molt'altre eccelse prove, tal che già 'l sangue in tiepidi rigagni da' corpi ostili al suol discende e piove, pur spesso avvien ch'ognun di lor si lagni sotto la spada che 'l nemico move; e se la carne ben non han piagata, han piste l'ossa, e quella nera e 'nfiata. 30 Come, allor che ne l'arsa ed arenosa Libia, stuol di pastori e di molossi viene a battaglia orrenda e sanguinosa, con due leon da fame a predar mossi, si duol la greggia timida e dubbiosa tra pastoral ripari e brevi fossi, né sa fuggir né star, ché la paura di fuggir o di star non l'assicura; 31 così, dipinte di color di morte, tristi, sospese e sbigottite stanno le belle donne, e ne le faccie smorte gli interni affetti loro espressi elle hanno; e come varia del pugnar la sorte, varia la tema in lor, varia l'affanno, e come varia il duol, varia il timore, dipinge il volto ancor vario colore. 32 Mentre dura la pugna in tale stato, né a questi più ch'a quei Fortuna arride, un cavalier là sotto l'Orsa nato, dove i nevosi campi il Ren divide, una asta afferra e di gittar sul prato con quella il paladin par che si fide; né tal pensiero ancor chiuso egli tiene, ma con tai detti ad incontrar lo viene: 33 — Or qui vedrai di tue vittorie il fine, e di tua vita insieme; ora, infelice, ti sovrastan quell'ultime ruine, a cui sottrarti omai più non ti lice! — Mentre ignaro di ciò che 'l ciel destine così diceva ancor, la lancia ultrice Rinaldo per la bocca entro gli mise, e la lingua e 'l parlar per mezzo incise. 34 Quegli al grave colpir sovra 'l sentiero accennò di cadere, e lo facea, se no 'l ritenea Fausto in sul destriero, ch'infausta pugna con l'Ispano avea; ma questi ebbe al ben far merito fiero, perché 'l pietoso braccio, onde reggea Tag: petto parte varia vita braccio pugna onde gran altri Argomenti: volto almo, meschino erro, casto seno, ricco carro, altero sembiante Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Le Grazie di Ugo Foscolo Marocco di Edmondo De Amicis Corbaccio di Giovanni Boccaccio Articoli del sito affini al contenuto della pagina: La trasformazione da bruco a farfalla Il pitone reale Esperienze extracorporee OBE e viaggi astrali Il cardellino: caratteristiche e storia La calopsite: un grande pappagallo poco conosciuto
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