Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni pagina 18

Testo di pubblico dominio

Per veder d'impiegar suo marito. CLARICE Vedrete che quanto prima averà qualche carica. ELEONORA Dopo che ha mangiato tutto il suo, anderà a mangiare quello degli altri. OTTAVIO Signore mie, questa è mormorazione. ELEONORA Oh il signor precettore! CLARICE Il signor morale! OTTAVIO Non parlo più. Scena decima Il conte Lelio, e detti. ELEONORA Oh signor protettore, che fa la sua castellana? LELIO Non mi parlate più di colei. CLARICE Che vuol dire? Si è disgustato? LELIO Spiacendomi d'averla veduta partire in quella maniera dalla festa di ballo, sono andato a casa per ritrovarla, e mi ha fatto dire, che non vi era, e non mi ha voluto ricevere. CLARICE Vostro danno. ELEONORA Imparate a servire delle mercantesse. OTTAVIO Si sarà vergognata, e per questo non vi avrà ricevuto, non già con intenzione d'offendervi. ELEONORA Mi volevo maravigliare, che il signor Conte non la difendesse (verso Ottavio). OTTAVIO Non parlo più. LELIO Mai più m'impaccio con questa sorta di gente. ELEONORA Contino, giacché non vi è la Contessa Beatrice, dite, vi dava qualche poco nel genio, non è così? LELIO Se vi ho da confessare la verità, non mi dispiaceva. ELEONORA Ehi! Come è andata? LELIO Non ho avuto tempo. CLARICE Per altro... LELIO Figuratevi. ELEONORA Regali le ne avete fatti? LELIO Più d'uno. CLARICE Se lo sa la Contessa Beatrice, povero voi. ELEONORA Che dice Beatrice di noi? LELIO È nelle furie al maggior segno. ELEONORA Merita peggio. LELIO Anzi voleva venire a trovarvi qui. CLARICE Doveva venire, che ci avrebbe sentito. ELEONORA Farla sedere nel primo luogo! CLARICE Farla ballare il primo minuè! OTTAVIO M'aspetto, che di questa gran cosa, ne parliate ancora da qui a dieci mesi. ELEONORA Quanto vogliamo noi. CLARICE Che caro signor correttore! OTTAVIO Non parlo più. Scena undicesima La contessa Beatrice, e detti. BEATRICE Brave, brave, avete fatto una bella cosa. ELEONORA Voi l'avete fatta più bella. CLARICE Abbiamo sofferto anche troppo. OTTAVIO (Ora viene la bella scena) (da sé). ELEONORA Andarla a metter al primo posto. BEATRICE Ecco lì il signor protettore, l'ha messa lui (verso Lelio). ELEONORA Bravo. CLARICE Bravissimo. LELIO Io non ho fatto questa cosa. Non ero io il padrone di casa. BEATRICE Se sapeste tutto, è innamorato morto di colei. ELEONORA E voi lo soffrite? (a Beatrice) CLARICE E voi gli fate la mezzana? (alla medesima) BEATRICE Che volete ch'io faccia? Me l'ha saputa dare ad intendere; son di buon cuore, non ho potuto dire di no. LELIO (Non sanno niente del negozio delle cento doppie) (da sé). ELEONORA E poi, cara Contessa, farla ballare il primo minuè? BEATRICE Questa è colpa del ballerino. CLARICE E voi ve la passate con questa disinvoltura? Non gli fate romper le ossa? BEATRICE A quest'ora credo se ne sia pentito. LELIO Sì signora, ha avuto di già il suo castigo. Egli è a tavola col Conte Onofrio, che si mangia i fagiani. BEATRICE Briccone! Me la pagherà. Ma voi altre, che siete amiche, piantarmi così? Andarvene senza dir nulla? ELEONORA In queste cose, non vi vogliono complimenti. CLARICE Vi andava del nostro decoro. BEATRICE Eh via! Che siete puntigliose. ELEONORA Brava, siamo puntigliose? Perché non l'avete condotta qui quella signora di tanto merito? BEATRICE Per me non la tratterò più certamente. CLARICE Non avete impegno con un ministro? BEATRICE Quando devo dirvi tutto, l'ho fatto per compiacere unicamente il caro signor Conte Lelio. ELEONORA Sicché il signor Conte Lelio è causa di tutto. CLARICE Non vi credeva capace di ciò (a Lelio). LELIO (Se potessi dir tutto, non parlereste così) (a Beatrice). Scena dodicesima Donna Rosaura, e detti. ELEONORA Come! BEATRICE Qui? CLARICE Che temerità è questa? ROSAURA Signore mie, per grazia, per clemenza. Non vengo in conversazione, non vengo per framischiarmi con voi, vengo a chiedervi scusa, vengo a domandarvi perdono. OTTAVIO Oh, via, signora donna Rosaura, questo è troppo. ROSAURA Conte Ottavio, giacché voi mostrate essere penetrato dalla mia umiliazione, impetratemi voi da queste dame la grazia di poter parlare, assicurandole, che non eccederà il mio discorso il periodo di pochi minuti; che alla porta di questo palazzo vi è il carrozzino, che mi attende per ritornare alla patria mia, e che non venendo io per trattenermi in conversazione, ma per dar loro una ben giusta soddisfazione, posso essere ascoltata, senza offendere le leggi rigorose delle loro adunanze. OTTAVIO Signore mie, che cosa dite? Siete persuase dell'istanza, senza che vi aggiunga niente del mio per indurvi ad ascoltare una donna, che con tanta civiltà ve ne supplica? ELEONORA Sentiamo che cosa sa dire. OTTAVIO Parlate, signora donna Rosaura; queste dame ve lo permettono. ROSAURA Ringrazio queste dame della loro bontà; le ringrazio delle finezze, che alcuna di esse si è degnata farmi in privato, e le ringrazio della libertà, che mi danno di poter per l'ultima volta ad esse in pubblico favellare. Confesso aver io estese troppo le mire, allorché mi sono lusingata di poter essere ammessa alla loro conversazione, ma spero sarò compatita allora che farò noti i motivi, dai quali è derivata in me una tale lusinga. Primieramente è rimarcabile essere io allevata in un luogo, ove per ragion del commercio non vi è certa rigorosa distinzione degli ordini, ma tutte le persone oneste e civili si trattano a vicenda, e si conversano senza riserve; onde non è temerità l'aver io sperato, con qualche maggior difficoltà poter essere ammessa fra le dame di questa città. Di ciò per altro mi sarei facilmente disingannata, se da persone illibate, e sincere fossi stata meglio istruita, e delle vostre leggi avvertita. Quello, che dalla legge è proibito, non si può col denaro ottenere; quello che si può ottenere col denaro, non si deve credere direttamente opposto alla legge. Onde se mi fu esibito a contanti l'onor della vostra conversazione, son compatibile, se ho creduto aver anch'io il diritto di potervi aspirare. Parlo senza arcani, mi levo la maschera, e a chi duole suo danno. La Contessa Beatrice con cento doppie mi ha venduta la sua mediazione, e a questo prezzo mi ha assicurato l'accesso alla conversazione delle dame. O ella mi ha ingannato, o voi le avete fatta un'ingiuria. Nel primo caso, siate voi stesse giudici della mia ragione; nel secondo pensi la Contessa Beatrice a risentirsi con voi, e a giustificarsi con me. Io non voglio altro né da lei, né da voi. Bastami avervi fatto noto, che non sono né pazza, né debole, né presontuosa. Il carrozzino mi aspetta, mi sollecita mio consorte, torno alla patria, e porterò colà la memoria delle vostre grazie, e della mia disavventura; anzi in ricompensa della bontà, che ora avete dimostrata per me, permettetemi che vi avvertisca, che più di quello avesse potuto pregiudicare al decoro vostro la mia bassezza, deturpa il vostro carattere, e la vostra società una dama ingannatrice, e venale (parte). Scena tredicesima I suddetti fuori di donna Rosaura, che è partita. BEATRICE A me questo? Temeraria, a me questo? ELEONORA Fermatevi, Contessa Beatrice, non inveite contro di essa, senza prima giustificarvi. Avete voi avuto le cento doppie? BEATRICE Le cento doppie le ho vinte per una scommessa. ELEONORA E che cosa avete scommesso? BEATRICE Cadde la scommessa sull'ora del mezzogiorno. ELEONORA Eh, che non si scommettono cento doppie per queste freddure! Se le aveste perse, come le avereste pagate? BEATRICE Se nol credete, chiedetelo al Conte Lelio. ELEONORA Conte, in via d'onore, da Cavaliere qual siete, e sotto pena di essere dichiarato mendace se non dite la verità, narrate voi la cosa com'è. LELIO Voi mi astringete a farlo con un forte scongiuro, e la signora donna Rosaura mi fa arrossire con i suoi giusti risentimenti. Contessa Beatrice, voi avete avuto le cento

Tag: beatrice    contessa    conte    essere    donna    cento    fatto    scena    tutto    

Argomenti: contessa beatrice

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Corbaccio di Giovanni Boccaccio
Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni
Diario del primo amore di Giacomo Leopardi
I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi
Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Come seccare i petali di rosa
Adottare criceti e roditori domestici
Come formattare un PC
Caratteristiche del mixed wrestling
Come affrontare con fiducia un colloquio di lavoro in azienda


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19 successiva ->