Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni pagina 13

Testo di pubblico dominio

veduto la Contessa Clarice? BRIGHELLA L'è arrivada giusto in tempo, che la signora Contessa Clarice montava in carrozza. Le s'ha fermà tutte do, le ha fatto un atto d'amirazion, e po le s'ha parlà sotto vose, ma mi ho sentido tutto. ROSAURA E che cosa hanno detto? BRIGHELLA Ha dito la signora Contessa Eleonora a quell'altra: che cosa fate qui? Responde la signora Contessa Clarice: sono venuta dalla mercantessa a comprar ventiquattro braccia di stoffa d'oro. Brava! (ha dito la signora Contessa Eleonora); ed io vengo a comprare della tela d'Olanda. ROSAURA Possibile, che abbiano parlato così? BRIGHELLA Le ha dito cusì in coscienza mia. ROSAURA (Ecco il puntiglio! Una non vuol far credere all'altra d'aver della stima per me. Ma ancora mi convien dissimulare; quando sarà tempo di parlare, parlerò). Porta via questo tavolino con queste stoffe, acciò non dica, ch'io vendo la roba a braccio, e di' al bracciere, che venga pure, ch'è padrona. BRIGHELLA (Che bella cosa! Vegnir a Palermo a spender i so quattrini per farse burlar) (parte col tavolino, poi torna). ROSAURA Parmi un sogno, che la Contessa Eleonora venga a casa mia, dopo la scena fatta in casa della Contessa Beatrice; o viene per iscusarsi, o viene per insultarmi. Nel primo caso sarebbe troppo umile, nel secondo troppo ardita. Ma siccome saprei far buon uso delle sue giustificazioni, così saprei anche rispondere alle sue impertinenze. E bene, dov'è la Contessa Eleonora? (vedendo ritornar Brighella) BRIGHELLA No la s'incomoda, che l'è tornada indrio. ROSAURA È ritornata indietro? Perché? BRIGHELLA Perché Vosustrissima ha fatto aspettar el braccier avanti da darghe la risposta. ROSAURA Asinaccio, sei stato tu, che l'ha fatto aspettare. BRIGHELLA Mi co la m'ha dito, che vada, son andà. ROSAURA Dovevi andar subito. BRIGHELLA Mo se la m'ha fatto dir... ROSAURA Presto, corri; raggiungi la carrozza della Contessa Eleonora; dille che il mancamento è provenuto da te, ch'io le domando scusa, e che la prego degnarsi di favorirmi. BRIGHELLA Ma la carrozza la va a forte. La sarà lontana... ROSAURA Va' subito, che ti caschi la testa. BRIGHELLA Mi son staffier, e no son el lacchè. Scena decima Donna Rosaura, poi il conte Onofrio, poi Don Florindo. ROSAURA Questo disordine mi dispiace infinitamente. La Contessa Eleonora veniva a domandarmi scusa, e il diavolo ha fatto, che se n'è andata. ONOFRIO (col tovagliuolo sulle spalle senza spada, mangiando) Animo, signora donna Rosaura, che la zuppa è in tavola. ROSAURA Dispensatemi, che oggi non desino. ONOFRIO No? Pazienza, mangeremo noi (parte). ROSAURA Ho altro in capo che mangiare. Mi sta sul cuore questo inconveniente colla signora Contessa Eleonora, spero per altro che si appagherà delle mie giustificazioni, e che ritornerà a visitarmi. FLORINDO Perché, non volete venir a pranzo? (a Rosaura) ROSAURA Perché non ho volontà di mangiare. FLORINDO Venite almeno per compagnia. ROSAURA Lasciatemi in pace; non mi disturbate da vantaggio. FLORINDO Vi è successo qualche inconveniente? ROSAURA Mi è succeduto quello, che suol succedere, quando si tiene servitù in casa, che non sa il suo mestiere. Una dama è venuta per visitarmi. Brighella ha tardato a recar la risposta al bracciere, e la dama si è chiamata offesa, ed è ritornata indietro. FLORINDO Toccava a voi a mandar subito la risposta. ROSAURA Ho spedito Brighella di volo dietro la carrozza per far le mie scuse colla Contessa. FLORINDO Eccolo, che ritorna. Scena undicesima Brighella, e detti, poi il conte Onofrio, che torna come sopra. BRIGHELLA Ohimè, non posso più (affannato). ROSAURA Presto, che ha detto la Contessa Eleonora? Vuole tornare a vedermi? BRIGHELLA La me lassa chiappar fià. Ho corso come un daino, no posso più. ROSAURA Sbrigati, asinaccio. FLORINDO Via, abbiate un poco di carità (a Rosaura). BRIGHELLA Son arrivado alla carrozza, e l'ho fatta fermar. Me son presentà alla dama, ho principià a parlar; l'ha interrotto le mie parole, e la m'ha dito, che no la se degna de parlar con un staffier; mi voleva seguitar a dir, e ela m'ha fatto dar dal cocchier una scuriada in tel muso, e l'è tirada de longo. ROSAURA Va' via di qua (a Brighella con collera). BRIGHELLA Subito la servo. (Questo l'è quel, che se guadagna a servir de sta sorte de matti) (parte). ROSAURA Un affronto al mio staffiere? FLORINDO Vostro danno. Impacciatevi con gente par vostra. ROSAURA E voi ve la passate così placidamente? FLORINDO E che volete, ch'io faccia? La dama ha ragione. Quando le volevate far una scusa non conveniva mandare uno staffiere. ROSAURA E chi avevo da mandare, se voi avete licenziato il cameriere? FLORINDO L'ho licenziato stamattina, quando avevo risoluto di andarmene. ONOFRIO Florindo, venite, o non venite? FLORINDO Caro signor Conte, compatitemi: ho sempre di questi maladetti imbarazzi. ONOFRIO Se non vuol venir ella, almeno venite voi. FLORINDO Volete usare questa mala creanza al signor Conte? Non volete venire a tavola? (a Rosaura) ROSAURA Il signor Conte mi dispenserà. ONOFRIO Sì, vi dispenso. Anche voi Florindo, se volete restare, restate, basta ch'io lo sappia, del resto mangerò anche solo, quando si tratta di compiacervi. ROSAURA Signor Conte, favorite mandarmi il moro. ONOFRIO Subito ve lo mando. (Oh che cappone! Ha tanto di lardo) (parte). FLORINDO Che cosa volete fare del moro? ROSAURA Voglio mandarlo a far le mie scuse colla Contessa Eleonora. FLORINDO Il moro? fareste peggio. ROSAURA Il moro non è staffiere. FLORINDO È un servitore, è uno schiavo, e un buffone. ROSAURA Dunque andateci voi. FLORINDO Io non vi anderei, se mi deste mille zecchini. ROSAURA Dunque vi anderò io. FLORINDO A buon viaggio. ROSAURA E se poi non mi ricevesse? BRIGHELLA Lustrissima, el Conte Lelio. ROSAURA Venga, venga, che viene a tempo. BRIGHELLA (Qua no se patisse de indigestion. Sempre in moto) (parte). ROSAURA Il Conte Lelio mi darà norma, come devo contenermi; andate a tener compagnia al Conte Onofrio. FLORINDO Quando mai finiremo d'impazzire? (parte) Scena dodicesima Donna Rosaura, ed il conte Lelio. ROSAURA Conte Lelio, avete saputo la scena, che ha fatto la Contessa Eleonora? LELIO So tutto, e tutto è accomodato. ROSAURA Dite davvero? Mi consolate. LELIO Siccome la Contessa Eleonora si era ridotta a farvi una visita per le mie insinuazioni, così è venuta a cercare di me al casino, e mi ha detto, che l'avete fatta aspettare tre quarti d'ora. ROSAURA Non è vero, nemmeno dieci minuti. LELIO Basta; l'ho acquietata, l'ho persuasa a venire stasera dalla Contessa Beatrice, dove la vedrete, e potrete anche voi far le vostre scuse. ROSAURA Caro Conte, quanto mai vi sono obbligata! LELIO Che non farei per meritarmi l'onore della vostra grazia? ROSAURA La mia grazia val troppo poco in paragone del vostro merito. LELIO Con quanto garbo voi proferite quelle dolci parole! ROSAURA Volete sedere, Contino? LELIO Riceverò le vostre grazie. ROSAURA Ehi... (vuol chiamare il servo, e Lelio la trattiene). LELIO Zitto. I vostri servitori mangiano. Povera gente lasciategli stare. ROSAURA E volete voi... LELIO Sì, vi servirò io. Quando sono con qualche bella signora, mai servitori (porta due sedie, e siedono). ROSAURA Credete voi, Contino mio, che avrò questo piacere, di stare tutta una sera in una conversazione di dame? LELIO Io ne son quasi certo, questa sera alla festa di ballo vi saranno parecchie dame. ROSAURA Ma che cosa dicono di me? LELIO Vi lodano infinitamente. ROSAURA Mi lodano? Che dicono del mio discorso? LELIO Piace a tutte universalmente. ROSAURA Il mio modo di vestire incontra? LELIO Assai. ROSAURA Spero, che se mi vedranno ballare, faranno miglior concetto di me. LELIO Eh, signora mia, il vostro discorso è elegante, il vostro portamento è grazioso, ma il vostro volto è adorabile. ROSAURA

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