Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni pagina 12

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signora Contessa. CLARICE Vedete, se vi voglio bene, se vi sono venuta a vedere? ROSAURA Onor, ch'io non merito; grazia, ch'io ricevo col più rispettoso sentimento del cuore. CLARICE Avete desinato? ROSAURA Signora no, non ho desinato. Ho bevuto la cioccolata, e mi riserbo a cenar questa sera dalla Contessa Beatrice. Vi supplico accomodarvi. CLARICE Perché mi volete mettere in sedia d'appoggio? Questa è sufficiente (accenna l'altra, che Rosaura teneva per sé). ROSAURA Di grazia fatemi quest'onore. Quella è la vostra sedia, e quello è il vostro luogo. CLARICE Ma se non m'importa. ROSAURA Ma se vi prego di questa grazia. CLARICE (Che ridicola affettazione!) Per compiacervi, sederò dove volete (si prova a mettersi a sedere, ma col guardinfante non v'entra a cagion de' bracci del seggiolone). Signora donna Rosaura, non sono in grado di ricevere le vostre finezze. ROSAURA Perché, signora Contessa? CLARICE Non vedete? I bracci di questa sedia son tanto stretti, che il guardinfante non ci capisce. ROSAURA (È vero; non so trovare il ripiego). Mi dispiace, che in questo appartamento non vi sono altre sedie distinte. CLARICE E a me non m'importa niente. Vi dico, che sederò qui (va a sedere sulla sedia, ch'era per Rosaura). ROSAURA Siete padrona di servirvi come v'aggrada. Ehi! (chiama). BRIGHELLA Lustrissima. ROSAURA Senti. Con vostra licenza (a Clarice, poi parla nell'orecchio a Brighella). BRIGHELLA Lustrissima sì (parte, e poi torna). CLARICE E voi, signora, non sedete? ROSAURA Or ora sederò, se mi date licenza. BRIGHELLA (viene con un piccolo panchettino, su cui Rosaura siede). CLARICE (Oh che freddure, oh che caricature!) (da sé). BRIGHELLA (E viva i matti!) (parte, poi torna). CLARICE Nel vostro paese, che è porto di mare, e porto mercantile, vi saranno delle stoffe d'oro magnifiche, e di buon gusto? ROSAURA Qualche volta ne vengono delle superbe. Ultimamente ne ho reso tre tagli per far tre abiti, che mi lusingo sieno qualche cosa di particolare. CLARICE Gli avete portati con voi? ROSAURA Sì signora, con idea di farmi far gli abiti da un sarto palermitano. CLARICE Mi fareste il piacere di lasciarmi vedere queste stoffe? ROSAURA Subito vi servo. Ehi! (chiama) BRIGHELLA Lustrissima. ROSAURA Osserva in guardaroba, che vi sono quelle tre pezze di stoffa d'oro; portale qui, e portaci un picciolo tavolino. BRIGHELLA La servo subito (Sta' a veder, che la lustrissima vol far botteghetta). Volela anche el brazzolar? ROSAURA Animo, sbrigati. BRIGHELLA (La vorrà guadagnar el viazo) (parte, poi torna). CLARICE Mi dispiace darvi quest'incomodo. ROSAURA È onor mio il potervi servire. CLARICE Vi prego d'una grazia, se vedete la Contessa Eleonora, non le dite nulla, ch'io sia stata qui da voi. ROSAURA Sarete obbedita. Ma per qual motivo non volete, che mi glori d'aver ricevuto e vostre grazie? CLARICE Se sapesse, ch'io son venuta da voi senza dirlo a lei, lo avrebbe per male. ROSAURA È puntigliosa? CLARICE E come! Basta dire, che un'altra volta si è disgustata con me per essermi vestita da estate, senza averla avvisata. BRIGHELLA (col tavolino, e le tre pezze di stoffa, poi parte). ROSAURA Ecco quanto ho portato meco in tal proposito. CLARICE Questa è vaga, ma poco ricca. ROSAURA Riesce meno pesante. CLARICE Questo è un colore, che non mi piace. ROSAURA È colore moderno. CLARICE Oh questa poi, mi piace infinitamente. ROSAURA Veramente non può negarsi, che non sia di buon gusto. CLARICE Quante braccia sono? ROSAURA Ventiquattro. CLARICE Il bisogno per un andrienne. Ditemi, ve ne privereste? ROSAURA Veramente l'ho provveduta per mio uso, ma quando si tratta di servire la signora Contessa, non ho difficoltà di privarmene. CLARICE Vi ringrazio infinitamente. Quanto vi costa il braccio? ROSAURA Quando vi degnate riceverla dalle mie mani, non avete da curarvi di saper quanto costi. CLARICE Oh, non sarà mai vero, ch'io la riceva senza, ch'io vi rimborsi del valore. ROSAURA Non posso meritar questa grazia? CLARICE No assolutamente. ROSAURA Quand'è così, per obbedirvi, vi dirò, ch'ella mi costa tre zecchini il braccio. CLARICE Non è cara. In tutto quanto importa? ROSAURA Il conto, io non lo so fare. CLARICE Aspettate lo farò io. Ventiquattro braccia, a tre zecchini il braccio. Tre volte ventiquattro. Venti e venti quaranta e venti sessanta. Quattro, e quattro otto, e quattro dodici; sessanta, e dodici quanto fa? Sessanta, e dieci settanta, e due settantadue. Importa settantadue zecchini. ROSAURA È verissimo. Settantadue zecchini. CLARICE Stasera vi porterò il danaro dalla Contessa Beatrice. ROSAURA Siete padrona. CLARICE Che bella stoffa! Non si può far di più. Il disegno è vago a maraviglia, l'oro non può esser più bello. È un drappo che in Palermo non ho veduto il compagno. ROSAURA Ho piacere, che la signora Contessa sia contenta. CLARICE Credetemi, che oltre il pagamento, mi avete fatto un gran regalo. Bisogna poi dirla, gran Parigi! In Italia, non sanno fare di queste stoffe. ROSAURA Eppure, signora Contessa, assicuratevi, che questa stoffa è fatta in Italia. CLARICE In Italia! Dove? ROSAURA Io so di certo, ch'è stata fatta in Venezia. CLARICE Quando non è di Francia, compatitemi, non la voglio. ROSAURA Ma s'è tanto bella; se non si può fare di più! CLARICE Non importa; per esser bella deve esser di Francia. ROSAURA Queste altre due pezze, sono di Francia, e non hanno che fare con questa. CLARICE Lo voleva dire, che queste due erano di Francia. Vedete che finezza d'oro? ROSAURA Eh, signora Contessa, è l'oppinione che opera. In Italia sanno lavorare al pari di Francia, ma fra noi altre donne corre un certo puntiglio, che la roba forestiera sia meglio dell'italiana, e se i nostri artefici vogliono vendere con riputazione i loro lavori, è necessario dare ad intendere, che sono manifatture di Francia, e così sagrificando al maggior guadagno la propria estimazione, si scredita la povera Italia, per la falsa opinione degl'italiani medesimi. CLARICE Dite quel, che volete; ma io non porto stoffa, se non è forestiera. ROSAURA Queste altre due sono forestiere. CLARICE Non mi piacciono. ROSAURA Dunque? CLARICE Dunque scusate l'incomodo, che vi ho recato (s'alza). ROSAURA Volete privarmi delle vostre grazie? CLARICE In altro tempo goderò della vostra conversazione. ROSAURA Questa sera, dalla Contessa Beatrice. Credo che vi sarà qualche poco di ballo. CLARICE Fa invito? ROSAURA Non lo so. Voi siete attesa. CLARICE Verrò a vedere. (Mi daranno regola le circostanze). Signora donna Rosaura, vi riverisco (s'incammina per partire). ROSAURA Serva divota (resta al suo posto). CLARICE (Non fa grazia d'accompagnarmi nemmeno alla porta?) (da sé, e si ferma). ROSAURA Signora, vi occorre qualche cosa? CLARICE Queste tappezzerie, l'avete portate voi? (camminando) ROSAURA Signora no (la seguita). CLARICE In quest'altra camera qui, chi ci sta? (camminando) ROSAURA Vi è il guardaroba (la seguita). CLARICE Da questa porta si va in sala? (camminando sino alla porta) ROSAURA Signora sì (la segue sino alla porta). CLARICE Basta così. Non occorr'altro (parte). Scena nona Rosaura, poi Brighella. ROSAURA Ora capisco. Si è voluta far accompagnare sino alla porta. Sin dove arriva il puntiglio! Ambisce di essere complimentata anche per forza, anche in luogo, ove nessuno la vede. Non importa; voglio soffrir tutto per superare il mio punto. Se arrivo ad essere ammessa, e ben accettata in una pubblica conversazione di dame, son contenta, ma se ciò non mi riesce, prima di partir da Palermo voglio lasciare qualche memoria di me. BRIGHELLA Lustrissima, un'altra visita. L'è qua la signora Contessa Eleonora. ROSAURA La Contessa Eleonora? Che stravaganza è questa! E dov'è ella? BRIGHELLA In carrozza, che l'aspetta la risposta dell'ambassada. ROSAURA Ha

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Argomenti: rispettoso sentimento,    costa tre

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