L'Olimpia di Giambattista Della Porta pagina 7

Testo di pubblico dominio

gracilescente se dentro vi sono i
Bartoli e Baldi, i testi, l'arche e la supellectile ch'avevi in casa?
MASTICA. Che testi, che archi, che tele? PROTODIDASCALO. Quei che saepicule abbiam pignorati e venduti per pabulare con munificentissima largitade la tua hiante bocca ed empir di vino cotesta tua absorbula gola. LAMPRIDIO. Lasciam questo: mostrami Olimpia mia. MASTICA. Scostiamci di qui, che non siam visti ragionare insieme. LAMPRIDIO. Eccomi. TRASILOGO. (Ascolta, Squadra). SQUADRA. (E voi stiate ancora intento). MASTICA. Sappi che quando la vecchia mandò a chiamare Olimpia da
Salerno, la voleva maritare con un certo capitano sciagurato….
TRASILOGO. (A dispetto di…, potta del…!). SQUADRA. (Fermatevi, ché ci sará tempo a questo). MASTICA…. Ella negando sempre non volse mai consentirvi; pur volendo la madre che vi consentisse per forza, si serrò in una camera, si stracciò i capelli, si batté il petto, né fece altro che piangere e sospirare…. LAMPRIDIO. Questa è la lieta novella che m'apportavi? Mi hai mezzo morto! MASTICA. Ascolta se vuoi. LAMPRIDIO. O cielo, come consenti che gli occhi, sole d'ogni tuo sole, or sparghino tante lacrime? o Amore, come tu soffri che si straccino quelle trecce dorate con che tu suoli legare ogni persona? o cuor mio, anzi non cuore ma pietra, come non scoppi di doglia in sentir questo? MASTICA. Tu piangi? e che faresti vedendo rotta una pignatta in mezzo il foco vicino l'ora di mangiare? PROTODIDASCALO. Sempre sta l'animo in saziar l'inexplebile aviditate del suo elefantino corpo e pascer l'ingluvie di quella vorace proboscide. LAMPRIDIO. Presto, finisci d'uccidermi. MASTICA…. Ella sempre che mi vedeva in presenza della madre, mi volgeva gli occhi con certo atto pietoso che parea che mi dicesse:—Mastica, abbi pietá di me…. LAMPRIDIO. Beato te! MASTICA. Per che cosa? perché ho fatto forse collazione? LAMPRIDIO. Che collazione? Perché puoi trattare e ragionar con Olimpia e vederla quanto ti piace. MASTICA. Dieci di queste beatitudini le venderei per un bicchier di vino.—… Poi quando alla sfuggita mi potea parlare, diceva:—Mastica, sai tu novella di Lampridio mio?—e finiva le parole che le portavano l'anima in sino a' denti…. LAMPRIDIO. O vita dell'anima mia, o somma allegrezza di questo cuore, ben serbi l'animo tuo generoso in ricordarti di chi promettesti d'amare! oh come uccidendomi m'hai risanato! MASTICA. Tu ridi adesso? o cervellaggine d'innamorati! PROTODIDASCALO. Ecco ristorate le prosternate passioni. LAMPRIDIO. Segui. MASTICA…. Al fin per tôrsi da questo intrico, ha inventato il piú bello e colorito inganno che si possa imaginare, facile a fare e piú facile a riuscire…. LAMPRIDIO. Dillomi di grazia. MASTICA. Leggi questa lettera e rispondi da te stesso alla tua dimanda e raccontati la trama ordinata. LAMPRIDIO. Perché non me la dái? Non la stringer cosí forte, ahi come la tratti male! Dammela ché me la pongo nel petto, anzi nel core anzi nell'anima. PROTODIDASCALO. Eh! Lampridio Lampridio, tu dispreggi le mie parole, eh? non ti lasciar deludere. MASTICA. Adaggio, ché abbiamo a far un patto tra noi. Subito che serai entrato in casa, vo' che si bandisca la guerra mortale a sangue e a foco al pollaio, che si dia la rotta a tutt'i fiaschi, pignatte, bicchieri e piatti piccioli che sono in casa; vo' che mi sieno consignate le chiavi della cantina, dispensa, casce e d'ogni cosa: vo' essere il compratore, il cuoco e il maggiordomo; vo' la parte di tutto quello che si pone in tavola, che non vogli vedere il conto di quel che spendo né che mi facci levar mattino, ma che mangi e dorma quanto mi piace; e sopra tutto che questo pedantaccio non accosti in casa. PROTODIDASCALO. Menti, lurcone, nugigerolo, sicofanta! MASTICA. Menti tu, che sia tuo fante. PROTODIDASCALO. Heu, heu, heu! MASTICA. Guai ti dia Dio, che hai? PROTODIDASCALO. Mi doglio all'antica. Da dolentis? heu, ah et cetera.
Ma «o tempora, o mores», o aurea etá, dove sei transacta, ove sei! o
Cicerone che increpavi i tuoi tempi! Siamo in questo esecrando secolo,
in questa etá ferrea a garrir con questo petulante.
MASTICA. Vuoi disputar meco? e se vincerai vo' star un giorno senza mangiare, e se perdi vo' farti un cavallo, ché non sai accordare il geno mascolino col feminino. PROTODIDASCALO. Va' e disputa con i tuoi pari dell'arte tua, de re culinaria. MASTICA. Anzi questa è l'arte tua. PROTODIDASCALO. Dico «culinaria» seu «coquinaria», cioè di cocina; questo è un sinonimo. LAMPRIDIO. Maestro, di grazia pártiti di qui, ché non può esser ben di me se mi stai d'intorno. PROTODIDASCALO. Leggi un poco questi endecasillabi che t'insegnano a non farti deludere. LAMPRIDIO. Va' col nome del diavolo tu e tuoi versi: che seccaggine è questa! PROTODIDASCALO. Heu misera, negletta e profligata virtude! MASTICA. Orsú, mi prometterai tu quanto ti ho detto? LAMPRIDIO. Eh, Mastica, conoscerai in altro modo la mia liberalitá. MASTICA. Eccoti la lettera, leggi piano che non sii inteso. LAMPRIDIO.—«Sola speranza d'ogni mio bene,…». Oh dolcissimo principio! Beata carta, quanto tu devi tenerti piú felice dell'altre, poiché ella s'è degnata appoggiarci le belle mani! Mentre bacio questi caratteri parmi che baci quelle mani che l'han formati, quella bocca che gli ha dettati e quell'animo che gli ha concetti. MASTICA. Non tanti baci sopra baci; e che faresti a lei se cosí baci l'ombra delle sue mani? LAMPRIDIO. Oh, che parole dolcissime! O bello inganno, ben veramente mostra esser uscito dal suo ingegno divino! MASTICA. Non piú, basta: non l'hai letta, vuoi tu leggerla un'altra volta? LAMPRIDIO. Deh, lasciami leggere tutto oggi, ché mentre leggo questa parmi che ragioni seco! MASTICA. Fermati, dove vai? LAMPRIDIO. Vo a casa di Giulio a trovar le vesti per vestirmi da turco e venir or ora a casa vostra. MASTICA. Ascolta, aspetta. LAMPRIDIO. Presto, ché l'allegrezza mi scorre per tutte le vene di trovarmi con lei e disturbar il matrimonio tra lei e questo capitano furfante. SCENA VII. TRASILOGO, LAMPRIDIO, MASTICA, SQUADRA. TRASILOGO. Oimè, non posso piú tenermi che con un pugno non gli rompa la testa e non li schiacci quell'ossa. LAMPRIDIO. Mastica, chi è questo rompiosse e schiacciateste? MASTICA. È quel capitano che vuol prender Olimpia tua per moglie. LAMPRIDIO. Poiché questi cerca privarmi d'ogni mio bene, cercherò prima privar lui della vita. TRASILOGO. Io darò tal calcio dietro a questo furbetto che lo farò andar tanto alto che, se ben portasse seco un fardello di pane, gli sará piú periglio di morirsi di fame per la via che morirsi della caduta. E quest'altro vo' che assaggi un pugno delle mie mani, ché so che non è duro il suo osso come la mia carne, e li farò tanto minuta la carne e l'ossa che non será buona per pasto delle formiche…. SQUADRA. Non con tanto impeto, padrone. TRASILOGO…. Io lo spaventerò con la guardatura, che non será altrimente bisogno di por mano alla spada…. LAMPRIDIO. Mira che passeggiar altiero, mira che bravura! SQUADRA. Lasciatelo andar, padrone, ché alla ciera mi par di buono stomaco. TRASILOGO…. Io gli darò a ber un poco d'acqua di legno, che gli lo sconcierá di sorte che per parecchi giorni non gli verrá voglia di mangiare. Ma será meglio che gli parli prima.—Dimmi un poco, conoscimi tu? LAMPRIDIO. Io non ti conosco né mi curo di conoscerti. Ma tu conosci me? TRASILOGO. Non io. LAMPRIDIO. Orsú, vo' che mi conoschi, perché vogliam fare questione insieme. TRASILOGO. Poiché io non conosco te né tu me, non accade far questione altrimente. LAMPRIDIO. Su, poni mano alla spada. TRASILOGO. Non la vo' ponere se non dove piace a me: vuoimene forzar tu? sei tu padrone delle mie mani? sto io con te che mi comandi? LAMPRIDIO. Sí, perché ci vogliamo romper la testa insieme. TRASILOGO. La testa mia io la vo' sana; se la vuoi rotta tu, battila in quel muro. LAMPRIDIO. Per parlarti piú chiaro, dico che ferendoci tra noi ci vogliamo cavare un

Tag: casa    squadra    mani    baci    vuoi    mangiare    tanto    capitano    piace    

Argomenti: certo capitano,    elefantino corpo,    guerra mortale,    tanto minuta

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Corbaccio di Giovanni Boccaccio
Garibaldi di Francesco Crispi
Il benefattore di Luigi Capuana
Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi
Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Vacanze a Cipro: l'incontro con la mitologia
Offerta capodanno a New York
Primi piatti tipici della Polonia
A chi rivolgersi per adottare un gatto
Brisbane e i luoghi da visitare


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19 successiva ->